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Post n°1672 pubblicato il 17 Aprile 2020 da atapo
 

 

LA BORSA

 


 

Sono stanca, non mi va neppure di scrivere. Vorrei appuntare i pensieri che all’improvviso mi vengono in mente, ma non ci riesco; meno che mai riesco ad organizzarli in qualcosa di compiuto e sensato.

L’unica uscita è per vuotare l’immondizia e prendere il giornale, l’edicola è accanto ai contenitori dell’immondizia. Per fare questo non occorre mettersi in ghingheri, la tuta da casa va più che bene, se fa fresco mi butto il piumino sulle spalle, quello ancora pesante tanto per pochi minuti non riesce a farmi caldo. Prendo distrattamente le chiavi appese al portachiavi, il borsellino che sta sul mobiletto ed esco.

L’altro giorno ho dovuto cercare qualcosa, non ricordo cosa, nella borsa.

Sta lì accanto al mobiletto, aperta, dall’inizio di marzo. Quando ho infilato le mani dentro, mi sono resa conto da quanto tempo non la uso… e ho sentito un’emozione, una tristezza… Già, non serve più da un pezzo e chissà quando servirà di nuovo.

La borsa, appendice di noi donne, accessorio indispensabile per la nostra vita di movimento e di relazione: dentro ci teniamo sempre un mondo, il nostro mondo…

Allora mi sono attardata, non per cercare ciò che ormai non era più così importante, ma per frugare, solo per risentire sotto le dita e accarezzare gli oggetti che ci sono dentro, tanti, piccoli, utili o, più spesso, superflui, ma personali copertine di Linus. E spesso l’oggetto mi suggeriva qualcosa… che è stato e che ora è proibito.

La tessera dell’autobus… chi ci va più? Li hanno anche diradati, bisognerebbe aspettare per chissà quanto.

Il raccoglitore con le tessere dei supermercati e delle librerie: fare la spesa, entrare a vedere le ultime novità pubblicate, leggiucchiarle, cercare le occasioni tra i libri usati e scoprire una “perla”.

La penna e il piccolissimo taccuino: ogni tanto quando sono in giro mi viene un’ispirazione, allora prendo appunti di brevi frasi, scritte malissimo perché in luoghi e posizioni improbabili. Qui in casa ora di ispirazioni me ne vengono poche...

Il fermaglio per i capelli: tra poco verrà il caldo, comincerebbe a servire… se uscissi.

Il pacchetto delle caramelle CorifynC al limone: prima di iniziare le prove di teatro ne prendo sempre una, a protezione della voce… ora fine delle prove, del teatro, niente cartellone, niente spettacoli!

Sul fondo della borsa il mini ombrello che avevo appena comperato, per le piogge primaverili improvvise: è ancora da aprire per la prima volta, forse arriverà così all’autunno?

La mappa di Firenze: sembra strano, ma dopo tanti anni la tengo ancora con me. Ci sono stradine e zone che conosco ancora poco, inoltre fa tanto aria di turista, sembra quasi di essere in viaggio o in vacanza.

E foglietti, scontrini, quelli che nei negozi alle casse butto in fretta nella borsa, poi ogni tanto faccio pulizia e li “sistemo”, capita che qualcuno lo tenga per ricordo… ce n’è uno, stropicciato e quasi illeggibile, traccia di un viaggio, di un pranzo che mi fu caro, ormai passato, sembra di un’altra vita…

come tutto ciò che resta nascosto nella borsa, che mi fa sospirare di malinconia quando lo sfioro appena.

 
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atapo
atapo il 20/04/20 alle 17:16 via WEB
Non la conosco, ora vado a cercarla!
 
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