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« NATALE COVIDDOVE ANDRO' (FORSE) »

NATALE COVID 2

Post n°1797 pubblicato il 27 Dicembre 2021 da atapo
 

NATALE A META’


Albert Chevallier Tayler, L'albero di Natale

 

Stamattina ripensando ai due giorni precedenti, mi è venuta in mente questa idea buffa.

Tutto è nato guardando due foto scattate da me, una al pranzo di Natale di quest’anno, l’altra alla cena dei Bimbi Natale di qualche anno fa.

Naturalmente quest’anno la cena dei Bimbi Natale non c’è stata, così come l’anno scorso, per colpa del Covid; chissà quando potremo tornare a rifarla e chissà se la chiameremo con lo stesso nome, visto che i “bimbi” crescono e alcuni sono già avviati all’adolescenza.

Quella foto di qualche anno fa… la lunga tavola addobbata, la sfilata dei piatti e dei bicchieri belli, i piccoli segnaposti per TANTI posti…

E’ il momento che a me piace fotografare, un attimo prima che i commensali si siedano, tutto è ancora in ordine, pare quasi di sentire i profumi dei tortellini e degli arrosti… il tempo si ferma un attimo, poi partirà la festa.

Per il pranzo di Natale ieri l’altro eravamo da mio figlio Marco e ho fotografato la tavola pronta: era addobbata, tutto in ordine, sulle tonalità del rosso natalizio con un bel centrotavola di rami di pino e candele, i segnaposti con le palline luccicanti… cinque segnaposti, perché eravamo solo in cinque, la tavola finiva presto, non c’erano problemi per inquadrarla tutta. Eravamo io, mio marito, mio figlio, Riccardo e Maria, coetanea di mio figlio… la nuova compagna? Vedremo, speriamo… Mi piace questa ragazza, mi sembra molto affiatata con mio figlio e anche con Riccardo.

Ecco, i convitati e i posti a tavola erano circa la metà dei precedenti, la famiglia dimezzata, anche se nel pomeriggio abbiamo fatto un lungo e allegro collegamento video con gli altri in quarantena a casa loro. E’ stata ugualmente una bella giornata, tante ore insieme in serenità, a mangiare, a scartare regali, a giocare ai giochi di società.

Ma qualcos’altro quest’anno è rimasto a metà, nel mio Natale.

Mio marito ama moltissimo addobbare la casa e disporre dappertutto i più di trenta presepi collezionati nel corso degli anni (in passato ne avevo raccontato anche qui). E’ un’incombenza che gli lascio volentieri, mi limito a dargli qualche suggerimento, a sistemare qua e là, ma è suo il compito di prendere gli scatoloni dalla soffitta, svuotarli con grande sparpaglio di imballaggi, che poi deve nascondere nel sottoscala fino al 6 gennaio. Ma siccome ha l’abitudine di arrivare in molte occasioni all’ultimo momento, spesso le ultime sistemazioni sono terminate poco prima della messa di mezzanotte. Quest’anno addirittura…

Sia perché con l’avanzare degli anni si diventa più lenti, sia perché il maltempo e l’umidità recente lo facevano soffrire nelle articolazioni, sia perché ha (abbiamo) impiegato molte ore nelle spese e nella ricerca dei regali per la tribù di mia figlia, inoltre lui aveva i suoi soliti impegni di preparativi in parrocchia, insomma, mi sembrava che le operazioni “addobbi e presepi” stavolta procedessero troppo al rallentatore. Infatti fin quasi alla vigilia non c’era ancora nulla e il 24 avrebbe preteso di fare tutto, mentre io ero impegnata con cappone e biscotti. Nemmeno a pensarci di finire in tempo!

E si lamentava del perché e del percome fosse così indietro e che era già così stanco. Io gli ho dato l’ultimatum: -Quello che non riesci a sistemare entro stasera… rimarrà nelle scatole, si esporrà l’anno prossimo! Non mi va di continuare nei giorni prossimi, non è un obbligo, ciò che è fatto è fatto, qualche segno di festa c’è e ci basta!-

Così si è arreso. Ha calcolato che manca circa la metà dei presepi, non è neppure pronto l’alberino di Natale, quello bianco che volli io , che faceva tanti bei riflessi con le luci dai colori cangianti. Un po’ mi dispiace, ma è andata così, in fondo il Natale deve essere dentro di noi, più che fuori.

E, nonostante tutto, la serenità della bella giornata trascorsa il 25 vale i presepi e gli addobbi mancanti.

 

 
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