Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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Messaggi del 31/08/2010
...DOVE C'E' UN VULCANO SENZA CRATERE
E UN CRATERE SENZA VULCANO
Il viaggio vero non è cominciato quando siamo partiti: i primi giorni sono stati di avvicinamento, i chilometri lungo le strade della Provenza conosciuta ed amata erano un percorso familiare ed amico, che mi accompagnava nell'attesa dell'ignoto.
Ma quando, finalmente usciti da quell'autostrada, abbiamo deviato decisamente ad ovest e ci siamo inoltrati per le prime salite sconosciute...allora ho sentito un' emozione diversa: forse un briciolo di quella provata da Cristoforo Colombo quando lasciò l'ultima delle isole Canarie e si avventurò tra le onde dell'oceano: immaginava, sperava, aveva un piano...ma sapeva che sarebbe stato molto più ricco il bagaglio delle novità e delle scoperte che avrebbe trovato davanti a sé.
Noi solcavamo le onde delle verdi montagne dell'Ardèche, posti che torneremo ad esplorare, prima o poi, e scoprivo i sucs: monti a cono che si alzano qua e là, scuri di boschi e di pietre nere. Sono antichi vulcani spenti, dalla cima arrotondata, che resistono all'erosione dei millenni per merito della roccia durissima, danno al paesaggio un aspetto inconfondibile e a volte un po' sinistro.
Il suc più famoso di tutti è il monte Gerbier de Jonc, alto m.1551, ci siamo arrivati davanti mercoledì 28 luglio verso il tramonto, sotto grosse nuvole che correvano spinte dal vento freddo.
Abbiamo dormito lì sul passo, il mattino dopo era tornato il sole ed eccoci in esplorazione delle sorgenti della Loira! Sì, al plurale: il fiume più lungo di Francia non si accontenta di una sorgente sola! La geografia recita “nasce dal monte Gerbier de Jonc”, perchè dai piedi di questo mucchio di pietre, in punti diversi, nascono alcuni ruscelletti che poi un chilometro più a valle si uniscono in uno solo.
Ecco la prima sorgente che abbiamo visto (ne avevo già messo la foto),
dove l'acqua si attarda subito in un laghetto:
Ecco la seconda:
è una fontana che sgorga dalla roccia, si trova dentro questa costruzione tipica che è diventata negozio di souvenirs,
tanto per ottenere qualche vantaggio dai molti turisti che passano le giornate da quelle parti, sia per le famose sorgenti, sia per fare passeggiate tra prati e boschi, sia per salire in cima al monte, da cui si gode un panorama eccezionale, fino al monte Bianco nelle giornate di sole.
Io non sono salita, dopo il primo tratto diventava troppo difficile per me, mio marito è andato e gli è piaciuto molto.
Nella terza sorgente, più nascosta, l'acqua esce dall'apertura che si vede dietro questa ragazza: è un'artigiana che lavora la lana con metodi antichi: si può andare nella sua fattoria a provare...
Lì al passo durante il giorno ci sono artigiani al lavoro, banchetti di prodotti tipici e squisitezze locali (con prevalenza di dolci alle castagne e ai frutti di bosco), ma tutto è molto tranquillo, familiare, non ha l'aria del consumismo e dello sfrutta-turista.
Si trascorre davvero una bella giornata in montagna, abbronzandosi bene, se il sole ci omaggia della sua presenza.
il monte Gerbier in pieno sole
Poi, per un po' la Loira non si è vista più: se fossimo stati provetti camminatori, randonneurs come dicono là, avremmo potuto camminare per i primi chilometri lungo quel ruscello, tra boschi e prati, come molti fanno, ma noi due anzianotti e un po' acciaccati abbiamo ripreso il camper verso il primo piccolo villaggio lungo il corso del fiume:
Sainte Eulalie, dalle case fatte di pietre vulcaniche.
Nemmeno lì l'abbiamo rivisto: il villaggio è in alto, la Loira scorre in basso nella vallata. Però lungo la strada a curve ogni tanto ci affianca, intravediamo tra gli alberi fitti l'acqua che scorre, luccica, salta sui sassi, a volte il suo scroscio supera anche il rumore del motore e riusciamo a sentirne la voce.
la Loira bambina scorre in fondo alla vallata
La tappa successiva è un lago, che ho letto essere in comunicazione sotterranea col fiume: il lago di Issarlès. E' perfettamente rotondo, per forza! Era pure lui un antico vulcano che ora si è appiattito quasi del tutto, non è imponente come i sucs, in compenso ha mantenuto il cratere che è diventato un bel lago tranquillo, centro turistico con spiaggia e tutti i servizi connessi.
L'aria si mantiene frizzantina, il sole va e viene, siamo in montagna...non è il caso di fare il bagno...mi accontento di ammirarlo, esplorare le rive, fotografarlo.
artista sconosciuto sulla spiaggia del lago
E arrivederci alla seconda puntata...pian piano, perchè il computer è ancora rotto...
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