Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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Messaggi del 22/01/2022
IN CLASSE CON NERETTA
Non pensavo che sarei stata così emozionata mentre la bidella mi accompagnava lungo i corridoi di quella scuola primaria a me sconosciuta: aule chiuse, aule aperte, qualche classe di turno-covid per la ricreazione a giocare in corridoio, i giubbottini sugli attaccapanni, disegni e festoni attaccati alle pareti. Da quanti anni non entravo in una scuola! Esattamente sette, da quando nacque la mia nipotina Diletta e io decisi che, poiché il numero dei nipoti diventava impegnativo, era tempo di lasciare anche i corsi di teatro in francese che tenevo ai bimbi della scuola in cui, prima, avevo insegnato per venticinque anni.
Quella mattina ero attesa proprio dalla classe di Diletta. L’anno scorso avevo donato al suo maestro una copia del mio libro Neretta: mia figlia me ne aveva parlato come un insegnante molto attivo, aperto, moderno, speravo potesse interessargli la storia ed eventualmente suggerirgli qualche spunto per attività didattiche.
Di più! Se ne è letteralmente innamorato, mi ha contattato a settembre per dirmi che nell’estate aveva programmato, partendo dal personaggio della matita Neretta, addirittura un percorso tra varie materie, da occupare tutto l’anno scolastico! Naturalmente mi invitava a un incontro per conoscere gli alunni, poi, se ne avevo piacere, anche ad altri lungo lo sviluppo del progetto. Che bello! Mi ero subito entusiasmata e incuriosita: cosa avrebbe inventato? Mi sentivo tornata nel ruolo di “collega”, lasciato tanti anni fa. E ogni bambino avrebbe acquistato una copia del libro, io potevo averlo per loro con un forte sconto.
Appena arrivati i libri sarei andata nella loro classe, a consegnarli personalmente e a fare una prima conoscenza.
Ma il Covid ha messo i bastoni tra le ruote: la stampa è andata a rilento, ci sono problemi nelle aziende, scarseggiano certe materie prime, in questo caso la carta, per cui i libri erano in forte ritardo; una volta stampati ecco che Diletta (con i familiari) ha preso il Covid, eravamo d’accordo col maestro che l’incontro si sarebbe fatto appena lei fosse tornata a scuola, ma è rimasta assente quasi un mese, fino alle vacanze di Natale.
Così sono arrivati gennaio e il rientro, era il momento giusto, il prima possibile, per scongiurare altri imprevisti, abbiamo fissato rapidamente il giorno ed eccomi, alle 11 di un mercoledì, entrare in quell’aula dove mi aspettavano con emozione pari alla mia, a sentirmi di nuovo “maestra”, anche se per quei bambini ero “la scrittrice” e per una di loro ero prima di tutto “la nonna”. Mia figlia mi aveva detto che Diletta era emozionatissima per questo suo privilegio: la nonna a scuola con lei! E chiedeva perché non restavo con loro tutto il giorno.
Tutti erano seduti nei banchi monoposto su diverse file, tutti mascherati, col quaderno aperto su cui avevano scritto le domande da pormi. Dopo il saluto, la mia prima mossa è stata di fare un giro tra i banchi, lodando i quaderni, tutti così ordinati. Non avevo pensato prima a questo modo di sciogliere il ghiaccio, mi è venuto spontaneo lì per lì, anche per alleggerire una certa commozione improvvisa, quasi mi salivano le lacrime agli occhi, guardando tutti questi bimbetti sconosciuti che mi fissavano con curiosità, emozionati quanto me. Quella passeggiatina tra loro mi ha fatto bene, mi ha rinfrancato, poi il maestro mi ha fatto accomodare in cattedra ed eccomi… tornata maestra! Per un attimo si sono affacciati alla mente ricordi lontanissimi, quando con un certe mie classi ospitammo diverse volte lo scrittore Albino Bernardini, con cui avemmo corrispondenza per anni… Adesso ero io la scrittrice: Albino è già morto, chissà se mi osservava ridacchiando mentre ero nel suo ruolo?
Però avevo da prima preparato una sorpresa: dalla mia borsa ho tirato fuori… proprio Neretta, una bella matita nera che ho fatto agire come fosse un burattino, in dialogo con me, col maestro, con loro, fino a farle decidere che… sarebbe rimasta sempre lì con loro, perché aveva trovato un posto gradevole nel barattolo portamatite sulla cattedra. I burattini entusiasmano sempre, sono una carta vincente coi piccoli!
Mi hanno posto le domande preparate, così ho avuto modo di parlare di me, del lavoro di scrittura, dei tempi in cui le cose erano diverse da ora e di tanto altro. Loro mi hanno suonato con le percussioni e cantato una canzone su Neretta, composta dal maestro, ho ammirato diversi cartelloni che avevano colorato, con immagini del libro e qualche frase… così ora hanno grandi aspettative di leggere tutta la storia intera!
Infine è venuto il momento di consegnare i libri: a uno a uno venivano alla cattedra, mentre prendevano la copia io chiedevo il nome e scambiavo qualche parola, a tutti brillavano gli occhi, contenti di avere finalmente in mano quelle pagine che subito, tornati al loro posto, sfogliavano con curiosità e commenti.
Ci siamo lasciati col proposito di rivederci, Covid permettendo: ora partiranno i laboratori, il primo sarà la creazione di segnalibri, alla fine dell’anno il maestro vorrebbe arrivare a preparare uno spettacolo…
Sarò felicissima di seguire il loro lavoro, anche a distanza: è proprio quello che mi auguravo, altre classi a prendere spunto dalla storia e a organizzare tante belle attività!
Mi piacerebbe che fossero tante le classi a diventare amiche di Neretta...
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