Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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Messaggi di Maggio 2009
Sto passando una settimana di corsa. Non solo perchè, si sa, ad una certa età il tempo pare che passi più veloce, ma proprio perchè sto...correndo e saltando su e giù da un treno ad un autobus ecc...
Ad impegni già presi in precedenza si sono aggiunte incombenze conseguenti alla nuova situazione in quel di Ferrara...quindi in viaggio!
Ci sono in ballo anche gite ed incontri piacevoli con amici, già fissati da tempo e a cui non ho voluto rinunciare, anche per tenere alto il morale, ma tutto quanto insieme confesso che mi sta portando al limite della mia resistenza!
E, ciliegina sulla torta, il mio computer ha deciso di fare i capricci: da un po' di giorni, ma sempre più spesso, all'improvviso mentre sto lavorando, SI CHIUDE e si riavvia solo quando ...ne ha voglia! Completamente inaffidabile quindi!
Appurato che non si tratta di virus, il marito-tecnico ha deciso che, visto che ora deve studiare per i suoi primi esami universitari, si può tranquillamente aspettare e mi ha inserito nella sua (lunga) lista di attesa per riparazioni varie.
Ora sto scrivendo dal suo; lui è fuori, naturalmente, altrimenti sarebbe lui qui davanti per i suoi esercizi di matematica.
Fra due ore devo prendere il treno per Ferrara, tornerò domani sera ...e sarà il caso che auguri già da ora a tutti un buon fine settimana!
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SE FOSSE STATO L'ANNO SCORSO...
...in una domenica così calda sarei andata tutto il pomeriggio a villa Demidoff, nel parco ombreggiato sui monti fiorentini, a cercare un po' di fresco.
La mia mamma mi avrebbe telefonato al solito appuntamento domenicale delle ore 17, non mi avrebbe trovata, allora alla sera l'avrei richiamata io.
Lei avrebbe detto: "Immaginavo che saresti andata a cercare un po' di fresco. Allora, dove sei stata di bello?"
Ed io le avrei raccontato del parco storico, della festa, degli sbandieratori...avremmo fatto una bella chiacchierata...
...se fosse stato l'anno scorso.
Oggi a questo pensavo, con un po' di nostalgia, durante il mio pomeriggio a villa Demidoff.
Stasera non devo fare nessuna telefonata.
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MARTINO nella STORIA
Ieri il Giro d'Italia ha fatto tappa a Firenze. Un Giro storico, il Giro del centenario.
L'arrivo della tappa era in volata, sul rettilineo di un viale delle Cascine, il parco più grande di Firenze, dove è bello passeggiare sotto alberi centenari, ascoltare il canto di tante razze di uccelli, vedere all'improvviso uno scoiattolo che ti attraversa la strada. Il parco si trova lungo l'Arno, l'acqua rinfresca ancora di più l'aria in queste giornate già roventi.
Quindi con mia figlia abbiamo deciso di passare qualche ora laggiù, per vedere l'arrivo del Giro: Martino avrebbe assistito al suo primo evento...sportivo e...storico!
La tradizione del suo bisnonno, mio padre, che correva in bicicletta appassionato di cicloturismo, ed aveva salito i tornanti di mezza Italia era con noi, nei racconti che facevo a mia figlia...
Dopo aver sgambettato nel passeggino, gorgheggiato alle foglie che si muovevano, stropicciato e ciucciato ben bene la sua zebra di stoffa, arrivati ad una buona postazione, dietro alle transenne poco prima del traguardo...
...ecco! Arrivano! Tanta attesa per pochi secondi in cui sfrecciano i corridori davanti a noi ed io scatto, quasi d'istinto, un po' di foto. E' questa la gara! Tutti gridano...e i corridori sono già laggiù al traguardo!
E Martino, anche con quel frastuono, si è beatamente addormentato!
Nessun rispetto per la storia che gli è passata accanto!
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Nel sole
di un pomeriggio di maggio
infine riposavi.
Al tuo dito
la pallida fede di guerra:
eri stata una giovane sposa
in anni difficili.
Sul tuo cuore
una lettera antica ritrovata per caso:
piccole parole d'amore
di una figlia bambina:
"Cara mamma, nel giorno della tua festa..."
Tra le tue braccia di nonna
per sempre la foto del piccolo
che avevi accarezzato una sola volta.
Ti sei addormentata, era l'ora,
cullata dal vento profumato
di una nuova primavera
e dalla musica di giovani foglie.
Chissà se sentivi
attorno a te i passi leggeri
dei nipoti pensosi
quando ti hanno posato accanto i loro fiori
a colorare il tuo viaggio.
Intanto sotto gli alberi
parenti riuniti
da distanze nel tempo e nello spazio
ricordavano sussurrando
storie e vite passate.
Il tuo ricordo d'amore
può trasformare in malinconia
la nostra tristezza.
Ferrara, Certosa
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...ASPETTIAMO
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.
G.Ungaretti
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ANCORA DUE PAROLE...
...sulla conclusione del mio corso di francese, con il piccolo spettacolo di ieri pomeriggio.
I bambini sono stati davvero bravi, Y. come speravo ha deciso di inserirsi all'ultimo momento, ma aveva guardato con tanta attenzione le prove dei compagni ed io le avevo detto quale sarebbe stato il suo ruolo, quindi sapeva bene cosa fare e quando.
R. un bambino rom, ormai stanziale, ma che dalla sua indole nomade aveva tirato fuori per tutto l'anno un'esuberanza quasi...insostenibile è stato al suo posto, non ha spintonato nessuno e...miracolo! Non si è più imbrogliato nel ripetere la sua frase!
Alcune "signorine" più grandi, a rischio litigi, all'ultimo si sono accordate per fare anche...i tecnici del suono e lo stereo l'ho affidato completamente a loro.
Non ho dovuto suggerire a nessuno e il loro muoversi su e giù dal palco è sempre stato preciso ed aggraziato, anche nei punti più movimentati,
tipo i veicoli che ostacolano il topo di campagna durante il viaggio in città, le fughe dei topolini dentro e fuori la stanza inseguiti dai predatori, o il trovare scampo dal gatto salendo in due sopra una sedia (mentre nell'ultima prova erano finiti tutti a gambe all'aria, sedia ed attori!).
Che i genitori fossero contenti è abbastanza scontato, spero che questo serva ad una buona pubblicità del corso per l'anno prossimo. C'erano anche alcuni colleghi, della scuola e del Cidi, che hanno captato un bell'affiatamento tra questo gruppo di bambini con tante differenze, di origine, di età, di competenze nella lingua a cui cerco di avvicinarli e che diventa proprio qualcosa che li accomuna costituendo un punto di partenza nuovo ed abbastanza uguale per tutti: ritengo anche questa un'attività interculturale.
Lo spettacolo è stato presentato in una stanza-teatro della scuola: ci sono gradinate per gli spettatori, un palco, senza tende, su alcuni gradoni e ai lati del palco due spazi con due porte per entrare e uscire. Abbiamo sfruttato tutto questo: i due spazi laterali diventavano uno la città, l'altro la campagna, dove si svolgevano alcune azioni, la parte rialzata centrale, più grande, è servita per le presentazioni, le conclusioni, le "rincorse", alcuni dialoghi importanti.
Per capire meglio, due cartelloni attaccati al muro:
Ecco gli attori principali:
Ed ecco i due "nemici": le chat e le renard:
Perchè non ci sono le foto dei bambini? Certo, questioni di privacy, ma...non avevo ancora detto che i bambini, in questo spettacolo, parlano e agiscono facendo muovere burattini, veicoli giocattolo, insetti di gomma e soprattutto animaletti di peluche!
Così hanno avuto ancora di più l'impressione di giocare...un bellissimo gioco chiamato TEATRO!
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IL TEATRO DEI PICCOLI PRINCIPI
Ce l'abbiamo fatta! Sono stati bravissimi, ci siamo divertiti, anche i genitori, i fratellini, gli amici.
Con calma dirò qualcosa di più, ora provo a mettere il copione, nel caso qualcuno volesse dilettarsi con un po' di francese...
Bonjour, messieurs-dames. Les Petits Princes et les Petites Princesses vont jouer
LE RAT DES VILLES ET LE RAT DES CHAMPS
GASTON: Voici Cric. Il vit à la campagne. Les amis de Cric:
Le cheval est grand. Le poussin est petit.
La vache est grosse.L'oiseau est mince.
Le cochon est sale.Le lapin est propre.
GASTON :Voici son ami Crac. Crac habite en ville.
Crac téléphone : il fait le numéro, DRRIIN!
CRIC: Allo!
CRAC: Ici Crac. Bonjour!
CRIC: Ici Cric. Bonjour!
CRAC: Veux-tu venir chez moi?
CRIC: Volontiers! Au revoir!
CRAC: Au revoir!
Cric arrive en ville: le camion, la voiture, le bus, l'avion, l'ambulance, le taxi, la police...
CRIC: Quelle pagaille!
CRAC: Bonjour Cric. Comment ça va?
CRIC: Ouff, ça va bien!
CRAC: Je t'ai préparé une belle surprise... Du fromage...Du jus d'orange...Bon appétit!
CRIC: Merci. Bon appétit à toi.
Arrive le chat.
CRAC: Attention, le chat! Vite! Cachons-nous!
Vite, sur la chaise!Vite, sous la table!
Vite, derrière la bouteille!Vite, dans la carafe!
Ils sortent par la porte. Le chat s'en va.
Cric et Crac rentrent.
CRIC: C'est ça la vie en ville?
CRAC: Oui!
CRIC: Mais c'est terrible! A la campagne la vie est plus tranquille.
Viens, on va faire un pique-nique à la campagne!
Ils rencontrent les animaux amis de Cric: Bonjour cheval, etc....
Ils mangent à la campagne. Mais ils arrivent: la fourmi, deux sauterelles, l'araignée
CRAC: C'est embetant! Ouff, quelle ennui!
CRIC: Non, c'est pas grave. Non, c'est rien!
Arrive le renard.
CRIC: Au secours! Le renard! Vite, cachons nous!
GASTON: Alors, c'est mieux la ville ou la campagne?
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PESSIMI COMPLEANNI
Compivo 18 anni, in un maggio di molti anni fa.
Allora non si diventava ancora maggiorenni, ma era lo stesso sentito un momento importante: le "signorine di buona famiglia" facevano il debutto in società, con feste, abiti bianchi, lunghi e vaporosi...
Io, quel giorno, nel pomeriggio molto tardi tornavo a casa ed ero nera...nerissima, come il cielo plumbeo che stava sopra di me in una stagione ancora umida e piovosa. Infatti ero raffreddatissima, quasi influenzata...ma ero andata a scuola lo stesso e quel giorno avevo avuto otto ore, perchè era un anno di contestazioni ed occupazioni, avevamo perduto ore e ore di lezione, la maturità era alle porte (la prima riformata!), c'era il programma da finire e i professori delle materie sorteggiate ci facevano lezioni supplementari nel pomeriggio. Ma proprio per il compleanno...otto ore di scuola poi a casa le lezioni da studiare per il giorno dopo...avrei fatto notte...sì, davvero una bella festa!!!
In casa c'erano grossi problemi: il mio papà era da poco all'ospedale, non si capiva che cosa avesse, c'erano forti timori...nemmeno la mia mamma si sentiva bene in quel periodo ed ora le si aggiungevano problemi economici...
Per tutto l'inverno avevo frequentato un ragazzo, pareva si potesse costruire qualcosa insieme, ma due mesi prima mi aveva detto che mi lasciava perchè ero immatura, io mi stavo affezionando davvero, ma se la pensava così...mi dispiaceva ma che ci potevo fare? Tentavo di frequentare altre persone e altri amici, ma perchè me lo ritrovavo davanti in tutte le occasioni, come se mi volesse controllare? Così mi rendeva le cose ancora più difficili...
A tutto questo pensavo tristemente quella sera del mio diciottesimo compleanno, mentre percorrevo la strada in salita verso casa mia. A un tratto, sbucato da chissà dove, chi mi trovo davanti? LUI, il ragazzo in questione.
"Che ci fai qui?"
"So che oggi è il tuo compleanno, voglio farti gli auguri."
"Ah! Sì, grazie." Ero talmente raffreddata, sorpresa, arrabbiata che non mi andava di dire nient'altro, non sapevo nemmeno se essere contenta o no di quell'incontro...così, arrivati davanti a casa mia...CIAO, CIAO ed ognuno per la sua strada.
Il seguito della storia è che LUI dieci giorni dopo mi chiese di tornare ad essere la sua ragazza... poi mi chiese altre cose... ora è mio marito da 36 anni !
Però per me quello è sempre stato il peggiore compleanno della mia vita, fino a...VENERDI' SCORSO, quando di prima mattina è arrivata la telefonata di mio fratello da Ferrara:
"Buon compleanno! Guarda che la mamma entra di nuovo in ospedale con urgenza ecc...ecc..."
Così ho passato la giornata ad organizzare le faccende per poter partire e stare via il fine settimana. Che dire di più? Ormai ci sono aggravamenti continui, che magari vengono ripresi dai medici, ma non si recupera più di tanto...
E' ancora un'altra strada in salita... che la mia mamma ha iniziato a percorrere, e noi con lei, che non sappiamo quanto durerà, vediamo solo che è tanto, ma tanto faticosa. Nei giorni scorsi sono stata a farle compagnia all'ospedale in tutti i momenti che ho potuto, ora ho una settimana già piena di impegni, ma vedrò di organizzarmi per liberarmi un giorno intero e tornare a Ferrara...
A questo punto, con molta tristezza direi che va equamente diviso il titolo di peggior compleanno della mia storia!
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Giovanni Bellini, Giovane donna allo specchio, 1515
Alcune amiche ultimamente hanno parlato di questo,
del nostro aspetto fisico, di come cambiamo col passare del tempo, della necessità di riappropriarci periodicamente della nostra immagine,
di come ci presentiamo agli altri, compreso l'abbigliamento, l'acconciatura, il curarsi più o meno delle impressioni che suscitiamo in chi ci sta accanto.
Sembra una frivolezza, ma anche questo fa parte del nostro essere, che lo si voglia o meno prendere in considerazione...c'è chi lo sopravvaluta, chi lo sottovaluta...ma esiste!
Non siamo, e non saremo mai più, come siamo stati dieci, venti, trenta,...anta anni fa.
Qualche volta, è uno specchio che ce lo dice, magari non sempre in modo bonario e rassicurante...e che ognuno-ognuna reagisca come vuole!
Io ho un'immagine di me stessa che negli ultimi tempi non corrisponde quasi mai a quella che mi rimanda lo specchio:
avere per la mente idee, fantasie, voglia di esperienze, progetti (che magari non si realizzeranno mai), questo fa sì che io mi senta, dentro di me, ancora giovane e mi dia un'immagine del mio aspetto fisico tale che poi, quando capita di riflettermi in uno specchio, mi viene da dire: "Ma chi è quella? Ma non sono io!"
Perchè da quell'immagine mi torna in mente quella che è, in realtà, la realtà:
la fatica fisica che aumenta sempre di più per arrivare alla fine di progetti anche semplici,
i tempi più dilatati che mi occorrono quando faccio le cose,
certe ansie che mi bloccano se penso ad esperienze negative passate, certe rinunce,
soprattutto la distanza, sempre più grande, fra la mente che fantastica e la possibilità di realizzare concretamente...
Non è un rimpianto del passato, ho avuto cose belle dalla vita, posso accontentarmi. E sono sicura che ci sarà ancora del buono, per me.
Forse devo ancora accettarmi del tutto nel tempo che passa, visto che non è possibile distruggere gli specchi!
Sono meditazioni (o farneticazioni) in vista di un nuovo compleanno che si avvicina rapidamente...
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QUASI ALLA META !
Oggi, penultima lezione di francese, abbiamo davvero "messo a punto" tutta la scenetta:
abbiamo riprovato, deciso i colori degli abiti ("come dobbiamo essere vestiti?" chiedevano di continuo),
aggiunto anche, all'inizio, qualche musica tipica francese: un valse-musette e Le téléphon di Nino Ferrer (visto che c'è una telefonata nella storia), su questa si...dimenano un poco, ma così speriamo che scarichino un po' la tensione e la vivacità.
La cosa più difficile è rimanere fermi e zitti quando non tocca a loro ad essere in azione, visto che sono tutti sempre in scena, ma va già meglio della volta scorsa, quindi non dispero!
Dopo la prova, mentre lavoravano su alcune schede, ho dato...un surplus di ripetizione individuale a chi ha le parti più lunghe e la pronuncia più difficoltosa, perchè vedendoci una volta la settimana non è così semplice...Però molti sanno non solo la loro parte, ma anche quella di altri e questa è una fortuna, perchè l'incognita di un corso dopo l'orario scolastico è che non si può mai contare su presenze sicure, ci sono mille motivi per assenze improvvise e impreviste, così bisogna fare in modo che le parti siano il più possibile ...intercambiabili!
Y., la bimba down, avrebbe un piccolo ruolo, ma per ora osserva solo e batte le mani, ridendo con gusto in molti punti della storia mentre guarda i compagni: chissà se per fare bella figura con i genitori vorrà ...entrare nella mischia all'ultimo tuffo!
Mercoledì scorso, quando avevo assegnato le parti, A. ci era rimasta male, l'avevo capito dal suo sguardo triste: è di origine senegalese, riesce bene in francese, ma durante l'anno ha spesso cercato di defilarsi e di chiacchierare, cosicchè, alla fine, le avevo assegnato una parte breve (anch'io avrei voluto "utilizzarla" meglio, ma credevo non le importasse più di tanto), mentre parti più lunghe erano andate a bambine che magari parlano meno bene, ma si erano proposte con più impegno e meno distrazioni. Vista la sua reazione, le avevo spiegato il motivo delle mie scelte e già mentre le parlavo mi stava venendo un'idea...per cui avevo concluso promettendo: "Vedremo, fino all'ultimo si può sempre modificare, o aggiungere..." ma per tutta la settimana i suoi occhi tristi mi hanno accompagnato...
Le ho preparato una frase per la presentazione di tutta la scenetta, che lei dovrà dire all'inizio dello spettacolo, in aggiunta alla sua piccola parte che viene più avanti nella storia. Quando oggi gliel'ho proposta, è divenuta raggiante e con poche riletture l'ha imparata: non avevo alcun dubbio! L'ho vista di nuovo felice ed anch'io ero più contenta!
Ed ora, distribuiti anche gli inviti ai genitori e a qualche amico, non ci rimane che attendere:
ma...sarà una commedia o una tragedia ?
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COMPLEMESE
Lasciar passare un po' di giorni senza vedere Martino vuol dire che all'incontro successivo...bisogna prepararsi a delle sorprese!
Ora sta quasi seduto, cioè fa del suo meglio per non crollare a destra o a sinistra, afferrandosi i piedi con le mani e bilanciandosi in questo modo.
Messo sul tappeto, vuole viaggiare, punta piedi e braccia, fa perno sulla panciotta e gira da tutte le parti. La fisioterapista ha detto che è "quasi pronto per la quadrupedia", paroloni per dire che fra poco vorrà gattonare. Già, la fisioterapista...perchè Martino ha un problemuccio ortopedico ai piedi e di notte deve tenere delle strane scarpe correttive che un po' gli disturbano il sonno (e di conseguenza anche ai suoi genitori), ma si spera che fra qualche mese tutto sia sistemato.
E' allegro, pronto a ridere e con quelle mani grassocce sempre in movimento intercetta tutto quello che gli capita a tiro (con lo scopo poi di metterlo in bocca e di ciucciarlo): i suoi giocattoli, gli oggetti sul tavolo, gli occhiali della nonna (che sarei io) quando lo tengo in braccio, la coda del gatto che tenta di passargli vicino, ma non abbastanza velocemente!
Perchè racconto tutto questo? So che a qualcuno farà piacere...Inoltre pensavo proprio oggi che con i figli, nonostante le buone intenzioni, quando erano piccoli non c'era quasi mai nè il tempo nè le energie per registrare i loro progressi: si ricordano all'incirca, o se erano collegati ad altri eventi in famiglia...
Ma i nonni, si dice che abbiano meno da fare, allora almeno col nipote voglio togliermi questa soddisfazione, sarà un ricordo più vivo...
E oggi, che Martino compie cinque mesi, un regalo lo faccio a voi: mia figlia mi ha autorizzato a mettere le sue foto, non troppe però.
Ecco quindi a voi il campione, ritratto oggi, nel suo quinto complemese!
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MISTERO ARTISTICO
Qualche giorno fa sono andata a visitare la mostra dell'Artigianato, alla Fortezza da Basso: vicino all'ingresso ho ammirato e fotografato la statua di Folon di cui Ody aveva parlato QUI: l'omino degli uccelli, il cui vero titolo è "L'uomo della pace" (mi pare).
Effettivamente è in un punto un po' appartato della città, frequentato per lo più nei periodi di mostre ed esposizioni (chi non conosce i vari Pitti-ecc...), ma immagino che chi entra od esce da queste manifestazioni abbia per la testa ben altro che soffermarsi a guardare questa scultura che a me pare molto dolce.
All'uscita, l'ho riguardata per vedere se avesse un'illuminazione diversa e adatta a nuove foto...sorpresa! Dalla mano tesa dell'omino sgorgava un piccolo getto d'acqua, che gorgogliando delicatamente finiva nel canaletto intorno alla base!
Allora è una fontana!
Mi sono affrettata a prendere dalla borsa la macchina fotografica, ma quando ho rialzato gli occhi ho visto un uomo che, a fianco della fontana, stava usando l'acqua del getto per smacchiarsi i pantaloni. Ho fatto finta di niente, aspettando che se ne andasse. L'operazione andava per le lunghe,io non avevo tanto tempo, allora ho cercato di spostarmi in modo che il "pulitore" si vedesse meno possibile e ho scattato, poi speravo di scattare ancora appena se ne fosse andato.
Aspetta, aspetta...finalmente sembra soddisfatto dell'operazione e si allontana!
Bene, inquadro...ma...IL GETTO DELL'ACQUA FINISCE!
Oibò! Penso: ci sarà un rubinetto, un pulsante...Giro intorno alla statua, ispeziono con cura, provo a toccare acuni punti che mi sembrano "sospetti", cerco di scuotere le code degli uccellini, mi infango le scarpe con l'acqua che era traboccata sul prato...
Niente di niente! L'omino non si è più trasformato in fontana.
Mi devo accontentare della foto col pulitore seminascosto.
Non è che Ody ne sappia qualcosa, di questo mistero?
Si vede l'acqua, ma si vede anche il "pulitore".
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Quest'anno il primo maggio lo sento così
Pellizza da Volpedo, Il quarto stato
OGNI UOMO AL SUO LAVORO
Nei luoghi deserti
noi costruiremo con nuovi mattoni.
Ci sono macchine e mani
e creta per nuovi mattoni
e calce per nuovo cemento.
Dove i mattoni sono crollati
noi costruiremo con nuove pietre.
Dove le travi sono spezzate
noi costruiremo con nuovo legno.
Dove la parola non è pronunciata
noi costruiremo con nuovo linguaggio.
C'è un lavoro comune
e c'è una fede per tutti,
un compito per ognuno.
Ogni uomo al suo lavoro.
(Thomas Stearns Eliot)
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Inviato da: atapo
il 26/07/2024 alle 23:10
Inviato da: la.cozza
il 10/07/2024 alle 09:57
Inviato da: atapo
il 23/03/2024 alle 19:21
Inviato da: lalistadeidesideri79
il 15/03/2024 alle 11:02
Inviato da: atapo
il 21/01/2024 alle 23:41