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Messaggi di Febbraio 2020

COME STATE ?

Post n°1659 pubblicato il 29 Febbraio 2020 da atapo
 
Tag: cronaca

 

STIAMO TUTTI BENE

 


 

Il coronavirus è arrivato anche in Toscana e a Firenze. C'era da aspettarselo, chi va e chi viene da una città all'altra... I giorni sono scanditi dai notiziari che danno l'evolversi della situazione, noi, nella nostra famiglia di pensionati, continuiamo la vita normale, lavandoci le mani. Io che giro in autobus a volte mi chiedo chi potrò mai avere come vicino di viaggio, mi dico che se mi ammalassi sarebbe un'impresa risalire a tutti i miei contatti…

Quando in Emilia Romagna hanno chiuso le scuole, i teatri e il resto aspettavamo che da un momento all'altro anche qui avrebbero fatto lo stesso e ci chiedevamo un po' preoccupati se ci fosse stato impedito di arrivare nei paesi in cui abitano ora i nostri figli con i nipoti a cui facciamo da baby sitter, o peggio ancora, se fossimo rimasti bloccati da uno o dall'altro senza poter rientrare a casa nostra a Firenze.

Ma in Toscana si è scelta la linea morbida, le scuole funzionano, i teatri e i cinema sono aperti, è stata solo annullata qualche manifestazione e qualche raduno. Nei primi giorni alcuni ipermercati hanno subìto l'assalto che ha svuotato gli scaffali, a me lo hanno raccontato perché nei supermercati di quartiere dove vado io non ho visto buchi vistosi di prodotti, c'è più o meno tutto.

Così continuo la piscina, le lezioni al corso di inglese, le prove dei miei teatri. Anzi, ieri sera abbiamo ripetuto le TRECCIAIOLE in un circolo ARCI in provincia di Prato, nell'ambito di una cena e serata benefica per aiutare chi assiste i bambini con gravi malattie. E noi per una buona causa andiamo volentieri in trasferta! Se penso che è l'ottava volta che indossiamo il nostro costume e i nostri cappelli di paglia e facciamo conoscere questa storia di più di un secolo fa! Ogni volta adattandoci allo spazio offerto, che sia teatro, o sala, o ristorante, o chiesa. E' il bello di questo spettacolo: lo possiamo proporre dappertutto, aggiustando la semplice scenografia di tre panche, qualche sedia, una matassa di paglia e pochi altri oggetti. Chi l'avrebbe mai detto che avremmo avuto tanto successo! E forse non sarà l'ultima replica…

Fra poco inizieremo a lavorare ad un nuovo progetto, sarà sempre qualcosa di “storico”, abbiamo ben tre tematiche in mente, tra cui scegliere: la regista dice che sono tutte e tre molto interessanti, le faremo tutte, si tratta solo di decidere da quale cominciare.

Io e il marito abbiamo partecipato ad una bella iniziativa di amicizia: abitiamo in una zona che fa parte della China-town fiorentina, dove tutti sospettavano un sacco di ammalati (mentre finora non ce n'è nessuno), un'associazione di “Amicizia e collaborazione culturale tra Italia e Cina” ha organizzato una cena in un ristorante cinese. Abbiamo aderito in circa 150 persone ed è stata una bellissima serata, la cena era squisita, i partecipanti erano non solo italiani e cinesi, ma venivano da molte parti del mondo: nel nostro tavolo eravamo in dieci, Italiani, Cinesi, Americani e Spagnoli. E proprio un ragazzo cinese, all'inizio del pranzo, ha offerto di passare a tutti un flacone di Amuchina, per disinfettare le mani.

Io sono stata doppiamente contenta, perché in quella serata ho incontrato con piacere, dopo tanto tempo, diverse persone con cui avevo lavorato negli anni in cui mi impegnavo a scuola, come insegnante, nell'educazione interculturale ed è stato molto bello ritrovarci in questa occasione, per ribadire insieme, anche in una serata a tavola, le idee in cui ancora crediamo.

 

 
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QUASI PRIMAVERA, O FORSE NO

Post n°1658 pubblicato il 24 Febbraio 2020 da atapo
 
Tag: cronaca

 

POMERIGGIO LIBERO

 

Giardino a Porta Romana

Stamattina è tutto grigio fuori, grigissimo. E umido, umidissimo.

-Credevate, speravate, ma attenzione, l'inverno non è finito, anzi, forse ha in serbo gelide sorprese.- Pare avverta il cielo.

Allora un piccolo sospiro ricordando le belle giornate della scorsa settimana, quasi di primavera. Talmente belle che mi ero presa un "pomeriggio libero" o quasi, a cercare luminosità e leggerezza. In centro, anche in piena città ci sono luoghi adatti: io volevo fare un salto al giardino di Boboli, ma ahimè! E' febbraio, c'è l'orario invernale, chiude prestissimo e quando sono arrivata era già tardi, perchè Boboli è dalla parte opposta a dove abito io. Confesso che ci sono rimasta male, il sole che inondava il piazzale antistante l'ingresso mi aveva fatto già assaporare le bellezze dell'interno, ma ne ho potuto solo ammirare un assaggio oltre l'ombra del grande portone: i primi alberi, la prima fontana gocciolante...

Allora via a zonzo per le stradine della zona, a tratti accecata dal sole, con soste davanti alle vetrine di certi artigiani, piene di fantasie.

Giù verso porta Romana, lungo la via omonima. Cercavo sui muri una lapide, di una donna famosa che abbiamo scoperto durante le ricerche al gruppo "Over 65": non l'ho trovata, a volte le tolgono per restauri, poi si dimenticano di rimetterle, chissà.

La voglia di verde non mi era passata, sapevo che accanto alla porta doveva esserci un altro parco pubblico, dove non ero mai andata, sarebbe stata l'occasione. Infatti. Non è storico, nè sontuoso come Boboli, nonostante gli si trovi accanto, é un... piccolo estratto del suo fratello più nobile. Ma basta qualche prato già pieno di margherite, anziani alberi giganteschi dai rami spogli , ma ugualmente avvolgenti, trame nel cielo azzurrissimo che ormai andava schiarendosi nel rosato del tramonto, panchine con vecchietti e studenti a chiacchierare o a leggere , i canti di chissà quali uccelli e le grida dei pappagalli che hanno colonizzato molti parchi fiorentini, la spudoratezza dei piccioni che si avvicinano nel caso ti cadano briciole dalla merenda...

E' stato un bel pomeriggio, quieto e pieno di piacevoli sensazioni.E' stata la ricerca della "falsa primavera" di Hemingway e del posto in cui essere felice e credo di averlo trovato, quel giorno.

Al ritorno in bus, il tramonto trionfava di luce rossa e viola nel cielo e sulle facciate degli antichi palazzi affacciati sull'Arno.

 
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CHE SAN VALENTINO

Post n°1657 pubblicato il 15 Febbraio 2020 da atapo
 
Tag: cronaca

L'ALBERO  DELLE  POESIE

 

CasaMatta azienda agricola

 

Tutto è cominciato da un concorso di poesie, di quelli a cui ogni tanto mando qualcosa di mio. Era comodo, in un paese vicino Firenze, organizzato da un… agriturismo! Il tema era AMORE e il premio originale: le poesie prescelte avrebbero ornato un “percorso-passeggiata” nei loro terreni.
Così ho mandato quella che scrissi anche qui, l'autunno scorso dopo la premiazione a Savona. Qualche settimana fa mi hanno comunicato che la poesia era fra le prescelte e l'inaugurazione del percorso sarebbe stata il 14 febbraio, seguita da una cena nell'agriturismo.
Benissimo, un modo diverso per festeggiare San Valentino! Io e il marito abbiamo aderito e ci hanno mandato orario e indirizzo: “Casamatta” il nome dell'agriturismo, il luogo talmente remoto che su Google abbiamo faticato a trovarlo.
Il navigatore ci dava per di più “indirizzo sconosciuto”, ma siamo partiti fiduciosi appena tramontato il sole… per ritrovarci nel buio assoluto proprio dove non avevamo più punti di riferimento, ricordandoci vagamente solo la zona all'incirca! Così abbiamo telefonato, per fortuna ci hanno detto che eravamo sulla strada giusta, si trattava solo di proseguire fino ad arrivare alla Casamatta.
Proseguire tra i boschi, in salita, una curva dopo l'altra, con la strada che si restringeva sempre più, nel buio, poi finiva l'asfalto e si andava sullo sterrato… così doveva essere. Molto suggestivo, ma tenevamo gli occhi sbarrati e i sensi all'erta. Sarebbe stato meglio fare l'escursione per il pranzo, non per la cena!
Abbiamo avuto idea di essere ormai arrivati quando abbiamo visto un cartello triangolare: “Attenzione cammelli in giro” poi un successivo “Polizia, controllo velocità”: era già tanto se andavamo a 10 km all'ora! Solo dei matti di una "casa matta" avrebbero potuto metterli.
Finalmente la casa: una specie di fortezza composta da vari edifici in pietra, alcuni ristrutturati, altri no, mimetizzati sul versante a oliveto. Tutto molto suggestivo e molto al buio! Altri man mano arrivavano, i gestori con le pile ci hanno accompagnato e… sorpresa! All'inizio del percorso un grande albero, mi pare un lauroceraso, aveva appese ai rami le tavolette di legno su ognuna delle quali era stata stampata una delle poesie del concorso. Con soddisfazione ho ritrovato la mia… Resteranno lì per sempre, finché la pioggia non le distruggerà.

Lungo il percorso, a terra, sui muri o sugli alberi, altre tavolette con poesie di autori celebri: un certo orgoglio e una bella emozione a vedere la mia modesta opera affiancata a Neruda, Prévert, Merini…
Il percorso saliva, fino ad uno spiazzo con un fuoco acceso in un focolare di pietra, e l'aperitivo su un tavolo, in penombra. Dietro gli ulivi, davanti la vallata e la città luminosa in basso, un po' lontano. E sopra… un immenso cielo nero e terso, pieno di stelle: da quanti anni non ne vedevo così tante! Una meraviglia, tutto l'insieme, bello da togliere il fiato! E nemmeno troppo freddo: l'effetto focolare aiutava di certo!
Dopo l'aperitivo e l'ammirare il panorama siamo rientrati per la cena, tutta a base di pesce, molto buona e curata. Anche l'interno è rustico, con la pietra a vista, antichi mobili di legno grezzo, sedili di pietra, un enorme camino...
Lì una nuova sorpresa: sui tavoli, come segnaposto per gli autori, c'era una copia della tavoletta con la nostra poesia, che ci siamo portati poi a casa. E' stata un'idea carina e tutto l'insieme una iniziativa molto simpatica.


Un bel San Valentino alternativo.

Ci è rimasta la voglia di tornare lassù altre volte a mangiare, ma di giorno, per ammirare ancora meglio il “castello” e il bellissimo panorama.
E il pensiero che la mia poesia, appesa a un ramo e dondolante a ogni soffio di vento, venga letta da tutti gli ospiti dell'agriturismo, mi dà una certa emozione...

(Nella foto, presa dal web, a sinistra si vede l'inizio del percorso e l'albero a cui ora sono appese le poesie.)

 
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ORCHIDEE

Post n°1656 pubblicato il 12 Febbraio 2020 da atapo
 
Tag: cronaca

LE  MIE  BIMBE  CINESI

 


 

Preannunciate da una telefonata, sono venute in visita a casa mia alla fine dell'autunno scorso.
Erano mie scolare, molti anni fa, ai tempi delle prime massicce immigrazioni dalla Cina nel mio quartiere. Ora sono donne sui trentacinque anni. Una mi ha ritrovato su facebook alcuni anni fa: vive  vicino Modena, è sposata e ha due bambini, lei e il marito hanno una piccola ditta di prodotti elettronici. L'altra, prima di facebook, l'avevo incontrata a sorpresa all'uscita della scuola frequentata da mio nipote Martino e, ancora più a sorpresa, avevo scoperto che abita qui vicino e che suo figlio minore era in classe con mio nipote. Così spesso poi ci eravamo riviste.
E quando la prima si è trovata a venire a Firenze in occasione di un matrimonio, hanno pensato di fare visita insieme alla loro vecchia maestra.
Ne ero stata molto contenta, avevamo chiacchierato a lungo, della loro vita presente, dei loro problemi nella realtà italiana che non è sempre facile, anche se ormai ci vivono da tanto tempo, dei desideri che per i loro figli ci sia una scuola seria che li prepari alla vita; hanno rievocato i cinque anni che abbiamo passato insieme, le storie di tanti loro compagni di classe, si ricordano ancora con gioia certe attività ed esperienze che facemmo e per me questa è stata una immensa soddisfazione.
Quella che abita nel modenese era bravissima a scuola e, mi ha raccontato che, pur dovendo con rammarico lasciare la scuola dopo la terza media per aiutare nel lavoro la famiglia, ha continuato a leggere e a studiare da sola tutto ciò che la interessa, soprattutto la storia, in particolare la storia della Cina di cui ci spiegava cose che nemmeno io so. L'altra ascoltava a bocca aperta, si rammaricava di avere così poco tempo per sè , dopo il lavoro e la famiglia, chiedeva su che libri aveva trovato le informazioni. Allora le ho dato un libro che avevo finito di leggere poco prima: “Balzac e la piccola sarta cinese”, un romanzo piacevole ambientato nella Cina di Mao. Lei diceva:- Maestra, ma io sono lenta a leggere, chissà quando lo finirò.-
-Non ti preoccupare, tieni il libro finché vuoi, anche per sempre se ti piace, io l'ho già letto.-
E' un bel ricordo quell'ora passata insieme. Mi avevano portato in dono un vaso con tre steli di orchidee fiorite: la “modenese” diceva che a lei piacciono tanto, ne ha in casa, sono facili da mantenere ed era riuscita a farle rifiorire. Io non le ho confessato del mio “pollice nero” e ho ascoltato con attenzione le sue istruzioni.
Beh, sono rimaste tutte fiorite per lunghissimo tempo, solo da poco i fiori hanno cominciato a cadere, ma alcuni rimangono ancora. Riuscirò a mantenerle? Sono un bellissimo ricordo delle mie “bimbe” cinesi, ancora più vivo in questi giorni in cui di Cina si parla tanto: spero che nessuno le tratti male...

 
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IL LIBRO DEL MESE

Post n°1655 pubblicato il 07 Febbraio 2020 da atapo
 
Tag: memoria

"IL GIARDINO DEI FINZI-CONTINI"

 


 

Non ci sarebbe da aggiungere nulla in una presentazione di questo bellissimo libro, nulla che non sia già stato detto. Un capolavoro, per la tematica che affronta, per la dolcezza e la malinconia delle parole usate per raccontare.
Quando riflettevo su quella immaginaria lista dei miei libri importanti, mi venne in mente per secondo.
Anche di questo romanzo vidi prima il film, quando uscì molti anni fa e mi piacque tanto. Conoscevo già la storia, ma il libro non lo avevo letto, era in quegli elenchi dei "classici", ereditati ancora dai miei anni di scuola e che mi ripromettevo di affrontare. Dovette passare moltissimo tempo, prima di comperarlo e ancora molto altro prima di aprirlo. Non ne rimasi per nulla delusa, anzi le immagini del film un po' sfocate dal passato non disturbarono, ma arricchirono la mia fantasia che immaginava le scene, leggendo.
E quando l'ho letto conoscevo anche Ferrara, dove erano andati ad abitare la mia mamma e mio fratello con la sua famiglia. La città mi ha aiutato ad ambientare e a rivedere con la fantasia la storia, la storia mi ha arricchito la bellezza e l'affetto che iniziavo a sentire per questa città: si sono strettamente legati.

 
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SORPRESE

Post n°1654 pubblicato il 02 Febbraio 2020 da atapo
 

CALDO  ANOMALO

 


 

Oggi quasi non credevo ai miei occhi: sono uscita un attimo nel giardino e attorno alla mia testa è arrivata a svolazzare una farfalla! Una del tipo Vanessa, dalle ali belle colorate, frequente dalle mie parti.

Volava dappertutto, nel giardino, sotto la tettoia della vicina, esplorava pianta per pianta. Alla ricerca di fiori, immagino. Ma di fiori adesso ce ne sono proprio pochi, dalla vicina c'è qualche rosa, da me nulla nel giardino.

Farfalla nata precocemente in conseguenza di questo inverno così caldo? E precocemente destinata a morire, temo, vista la difficoltà di trovare fiori per nutrirsi e la stagione instabile. Quanta pena mi ha fatto!

Invece una fioritura inaspettata c'è ben al riparo del vano di una mia finestra, un po' protetto dalla plastica della serra per le piante delicate: una piantina di ciclamino che comperai al Natale 2018 ha superato il caldo estivo. Ho potuto innaffiarla regolarmente, perchè non siamo stati lontani da casa per lunghi periodi, è arrivata all'autunno ricca di foglie... che una notte hanno attirato una grossa chiocciola, la quale ne ha fatto strage. Il mattino dopo ho fatto traslocare la chiocciola nel giardino della vicina, ho ripulito dalle foglie morte smangiucchiate. Ora, forse per ringraziarmi, il ciclamino rifiorisce, è pieno di boccioli! Una meraviglia, non mi era mai riuscito un tale miracolo con i ciclamini!

Però questa strana stagione mi preoccupa, pare che nei prossimi giorni gelerà, addio farfalla, addio probabilmente anche per i fiori di ciclamino!

Intanto li fotografo, per "eternarli".

 
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