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Messaggi di Marzo 2021

DAD piccola 2

Post n°1744 pubblicato il 31 Marzo 2021 da atapo
 

 

CRONACHE in DAD

 


 

Sono riuscita a parlare al telefono con i miei figli: non è semplice trovarci, ci sono i loro orari di lavoro, le loro incombenze familiari, da prima del Covid non avevamo l'abitudine di telefonarci spesso (e rifletto che è un'eredità familiare), ma adesso gli incontri diventano quasi impossibili.

Io volevo sapere come se la stanno cavando i miei nipoti ora che la scuola è chiusa.

Riccardo e Diletta, poichè nelle loro classi ci sono bambini con necessità educative speciali, ogni tanto a scuola ritornano: in piccoli gruppi a rotazione passano una giornata a scuola per lavorare insieme al loro compagno e quel giorno per loro è una festa grande, escono, si rivedono coi maestri e qualche amico, tutto sembra quasi normale.

Riccardo, che insieme al papà da anni usa il computer, già dalla primavera scorsa non aveva problemi e continua ad adattarsi alla tecnologia.

Invece mia figlia non aveva mai voluto che i suoi usassero a casa il computer, l'ha un po' demonizzato e per loro l'abituarsi è stato più duro, anche perchè non avevano le attrezzature necessarie finchè la scuola non gli ha procurato i computer in comodato d'uso: sono in tre a doverlo usare e anche mia figlia lavora in smartworking se chiudono gli asili nido a Firenze.

Adesso Martino, in seconda media, è diventato abile, anche troppo: pare che riesca a suggerire ai compagni e a distrarsi giocando sul tablet durante le lezioni, insomma ne combina anche lì. E odia questo sistema di lavorare, anche perchè le sue lezioni sono rimaste come se fossero a scuola, collegati dalle 8 alle 14, spiegazioni e interrogazioni: tutto molto pesante, i professori non si sono posti il problema di pensare a strategie più accattivanti, i ragazzini stanno imparando molto poco, anzi, regrediscono e non combinano nulla.

Invece Damiano, che l'anno scorso era bloccato e ammutolito davanti allo schermo e alla tastiera, ora si sta rivelando autonomo e preciso, è entrato in questo nuovo modo di apprendere e sembra che non abbia problemi. La sua costanza nell'impegnarsi in ogni situazione e la sua intelligenza un po' particolare lo stanno aiutando, per fortuna.

La piccola Diletta, in prima classe, è più o meno come il Giovanni di due post indietro: gli stessi problemi, gli stessi intoppi, i "non capisco", il confondersi tra i tasti del microfono, dell'"alza la mano" e così via. Insomma, un po' di frustrazione c'è, con la necessità del pronto soccorso materno.

Il suo bravo maestro cerca di aiutarli, spiegando lentamente, lasciando tempi più distesi, invece l'altra maestra, più giovane, sta meno attenta a tutto questo e la bimba è spesso a disagio.

Cesare, in età di scuola materna, non ha lezioni da seguire, ma un po' si annoia e dice che vorrebbe imparare a leggere come sua sorella: figuriamoci se mia figlia ha tempo anche per questo!

Oggi è l'ultimo giorno di "tormento", poi le vacanze pasquali; speriamo vivamente che il rientro sia con la riapertura delle scuole, ne avrebbero avuto abbastanza!

E a me manca tanto la loro presenza...

 
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DOVE ANDRO' (FORSE)

Post n°1743 pubblicato il 27 Marzo 2021 da atapo
 
Tag: viaggi

CILENTO

 

Visto che la Toscana è ritornata ROSSA e ci resterà almeno per alcune settimane...

accontentiamoci solo di sognarli i viaggi che ormai da tanto non si possono più fare...

Sarebbe ora di andare in Cilento, questo promontorio che, nella scelta delle vacanze e dei viaggi da fare in famiglia, finora è passato inosservato. Eppure mi sembra che possa accontentare tutti: c'è il mare (per me), ci sono i monti (per mio marito); quando avevamo i figli con noi, loro stavano volentieri dappertutto... però lì non ci siamo mai fermati, abbiamo sempre cercato il Sud... più a sud!

Scoraggiava un po' anche l'avere saputo di strade strette, di campeggi affollati nei mesi estivi in cui potevamo muoverci, poi, una volta andati in pensione, si sarebbe potuto approfittare delle mezze stagioni, ma l'occasione non è mai capitata, tra eventi di famiglia e scelte diverse.

Una volta, insieme a mia figlia, a una sua amica e alla sua mamma, andammo in treno da Firenze a Praia a Mare, in Calabria, per un matrimonio: quel treno (che purtroppo ora non esiste più) dopo Napoli scendeva lungo il mare e si fermava in molte stazioni, tra cui alcune erano proprio sulla costa del Cilento. Così vidi dal finestrino la bellezza dei paesaggi e delle cittadine, ricordo una fantasmagoria di bouganvilles fiorite in quell'inizio di estate...

-Andiamoci presto!- Dicevo al marito, quando rientrai a Firenze, ma nulla, i giorni passarono e pure gli anni. E il Cilento mi sta ancora aspettando.

 
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DAD piccola

Post n°1742 pubblicato il 19 Marzo 2021 da atapo
 

CHE  FARE?



Da facebook riporto questo:

"Oggi Giovanni era connesso in DAD. Fa la prima elementare. Era tutto contento delle sue cuffie nuove col microfono. L'ho lasciato di sopra da solo perché sembrava se la cavasse, poi mi ha chiamata dicendomi se potevo andare da lui. In un attimo gli occhi gli si sono fatti lucidi davanti alla telecamera. Il microfono chiuso e lui coi lucciconi mi ha detto "aiutami, non capisco cosa devo scrivere". Ho cercato di riprendere il filo perché non sapevo nemmeno di cosa stessero parlando, intanto lui ha cominciato a singhiozzare. Gli ho detto di non preoccuparsi, che le maestre erano lì per aiutarlo e doveva solo chiedere. Mi ha detto "chiediglielo tu, per favore" E mi ha passato le cuffie, quelle col microfono, di cui è orgogliosissimo. "ma perché non lo dici tu alla maestra?" e a quel punto si è chiuso a riccio, grondando lacrime e dicendo "non capisco! Non sono capace!". Abbiamo staccato le cuffie, quelle col microfono che gli piaccio tanto, abbiamo aperto l'audio e abbiamo chiesto alla maestra se per favore poteva fermarsi un attimo, che non stavamo capendo, e se poteva un attimo ricondividere la pagina del compito. Lei gentilissima ha confortato Giovanni- non si era accorta che piangesse perché a video non riesce a vedere contemporaneamente tutti. Ha ricondiviso lo schermo, e Giovanni è riuscito a capire, a riportarsi in pari. Poi si è rimesso le cuffie col microfono che gli piacciono tanto, ha ringraziato ed è andato avanti a seguire la lezione. Il fatto è che se non ci fossi stata io, se l'avessimo lasciato da solo, sarebbe andato ancora più nel panico e avrebbe perso stima in sé stesso e non si sarebbe limitato a perdersi solo l'esercizio delle sillabe, ma molto di più, senza riuscire a proferir parola. Giovanni è piccolo e comunque va seguito, qualcuno accanto serve per non fargli perdere lo spunto, anche solo per dirgli che è tutto ok quando la connessione salta, o quando le cuffie nuove col microfono che ti piacciono tanto magari ti stanno un po' larghe, ti distrai un attimo per rimetterle ed ecco che non capisci già più dov'è arrivata la lezione. Sono piccoli, e anche se sono svegli sono comunque disarmati di fronte a una relazione, quello con lo schermo, che in un attimo tira fuori le loro fragilità. Non basta avere una connessione, un computer e delle cuffie col microfono che ti fanno sentire orgogliosissimo. Serve un adulto vicino perché nonostante l'impegno, lo schermo non sempre te lo fa vedere quando un bambino si sente inadeguato."
(Post di Valentina Maran)
E' molto triste tutto questo, penso alla mia nipotina anche lei in prima classe, a questi suoi primi giorni davanti a uno schermo: quanto perderanno  i nostri piccoli di vita, di vivacità, di interesse...
Stasera ho appena saputo che anche l'ultimo mio nipotino, quello che abita a Montelupo, sarà in DAD perchè il suo comune è diventato zona rossa...

 
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UN ANNO DOPO

Post n°1741 pubblicato il 14 Marzo 2021 da atapo
 

 

LE ULTIME VOLTE

 


Queste prime settimane di marzo sono state doppiamente tristi: ricorre un anno da quando siamo entrati completamente nell’ERA COVID, da quando sono iniziate le chiusure estreme, il primo lockdown.

E dopo un anno non se ne vede la fine, anzi la ricorrenza sta diventando una chiusura del cerchio, un ritorno brutto al punto di partenza: le restrizioni sono sempre più rigide, i problemi legati ai vaccini non alleggeriscono la situazione, domani molte più regioni saranno rosse. La Toscana, benchè arancione sulla carta, avrà rosse alcune province e altri comuni sparsi qua e là, le rimanenti zone non sono troppo ottimiste e tutti ci stiamo rassegnando al fatto che a fine settimana quasi di sicuro il rosso dilagherà.

Malinconico è stato, nei giorni scorsi, ricordare le ultime volte di un anno fa.

L’ultimo incontro con qualcuno arrivato da fuori regione, sfruttando un abbozzo di primavera, già con la preoccupazione di ciò che stava accadendo in giro, ma senza immaginare che poi i confini si sarebbero inesorabilmente bloccati e così a lungo.

L’ultimo pomeriggio da nonni a raccattare i nipoti all’uscita dalle varie scuole, poi le merende, poi i giochi, in quei martedì pomeriggio di follia, insieme ai quattro in attesa che i genitori tornassero dal lavoro; a sera eravamo esausti, ma contenti di essere stati qualche ora con loro. Da un anno i martedì sono tristemente liberi.

L’ultimo incontro con gli amici dei gruppi di teatro: da una parte i vestiti di scena in prova, quel bell’abito lungo che ora è abbandonato da un anno, dall’altra il nuovo spettacolo “imbastito”, per il quale le ricerche storiche iniziate poi sono state accantonate. Questi anniversari li abbiamo celebrati su wathsapp, con faccette tristi e cuoricini, uniti a tanta speranza.

L’ultimo compleanno festeggiato in presenza, e che presenza! Erano i 70 anni di mio marito, riuscimmo all’ultimo tuffo a pranzare tutti insieme in famiglia, giusto il giorno prima della chiusura totale. Un giorno che non scorderemo mai. Fra due mesi li compirò io 70 anni: volevo festeggiare bene anch’io in famiglia, ma ho forti dubbi che sarà possibile… Mi sfuggirà anche questo compleanno importante di decina, come già mi sfuggì quello dei 60 anni. Il mio Karma non abbonda certo di fortuna, sarà abbastanza se mi farà restare in salute...

Rievocati anche questi ultimi bei momenti, andiamo avanti con rassegnazione, cercando di sfuggire la tristezza e di controllare le preoccupazioni.

Da domani i quattro nipotini che abitano a Poggio a Caiano in provincia di Prato hanno le scuole chiuse e i tre della scuola dell’obbligo faranno di nuovo lezione in DAD: mia figlia, che lavora a Firenze, ha preso il permesso familiare Covid e dovranno organizzare in casa l’uso di computer, tablet, cellulari per far lavorare tutti, non sarà facile...

 

 
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8 MARZO

Post n°1740 pubblicato il 09 Marzo 2021 da atapo
 
Tag: teatro

"ALFABETO AL FEMMINILE"

Rimetto lo stesso titolo del post precedente, per sottolineare l'importanza.

Avrei voluto scrivere ieri sera, dopo lo spettacolo, ma ero stanca: la soddisfazione e l'emozione per come era venuto bene,

per il numero altissimo di spettatori virtuali collegati con noi della platea invisibile,

per aver dato un contributo alla importante causa della lotta contro la violenza sulle donne...

... ho preferito godermi tutto questo, rilassarmi e rimandarne per qualche ora la scrittura qui.

Così adesso posso aggiungere che abbiamo superato le 500 visualizzazioni, che il video rimarrà su youtube e sono felice che tanti altri ancora possano vederlo, possano conoscere Artemisia e dare un aiuto a questa importante organizzazione, perchè...

...NON DEVE SUCCEDERE PIU'!

(suggerisco di guardarlo a schermo intero)

 

 
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INVITO

Post n°1739 pubblicato il 06 Marzo 2021 da atapo
 
Tag: teatro

8 MARZO

"ALFABETO AL FEMMINILE"

 


 

Sono onorata di partecipare a questa iniziativa: uno spettacolo per la serata dell'8 marzo, con i mezzi e le possibilità consentite in questo difficile momento. Per me un'esperienza nuova, molto coinvolgente, per chi lo seguirà un mondo di riflessioni sul mondo femminile...

... nel ricordo di Michela, a cui è dedicato lo spettacolo, una delle troppe donne vittime di femminicidio.

SIETE TUTTI INVITATI!

Ecco il link per saperne di più:

https://quinteoff.it/alfabeto-al-femminile/?fbclid=IwAR14vhCraOi7yJk1mqQRoZABEz2vsH-7npuRdNQlKFutSfoCJ2ZhMRow33A

 

 
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VITA PARALLELA

Post n°1738 pubblicato il 04 Marzo 2021 da atapo
 

VITA SEDUTA (on line)

 


 

Ora che la vita culturale e sociale in presenza è stata imbavagliata e annullata dalle regole anti-Covid, c’è una vita parallela che subdolamente si insinua nelle giornate e su questo fatto sto riflettendo da qualche tempo.

Il computer, con i “collegamenti”, è diventato lo strumento della nostra socialità.

L’anno scorso di questi tempi installai e imparai a usare Skype per continuare a seguire il corso di inglese, dopo la sospensione delle lezioni in presenza, e per vedere ogni tanto figli e nipoti.

Poi arrivò Whatsapp: gli amici del teatro “Gli Spostati” e gli “Over 65” ce l’avevano, anche il gruppo di inglese, era impossibile restare tagliati fuori.

In seguito, perdurando la pandemia, tutti (enti, gruppi, ecc.) si sono organizzati per continuare (o inventare?) una vita, che scorre DENTRO lo schermo. E questa vita, parallela alla realtà triste e rischiosa, si sta espandendo in modo tentacolare…

L’Università dell’Età Libera del Comune a ottobre proponeva corsi in presenza e in DAD: io valutai che poteva essere un’opportunità interessante seguire qualcuno di questi ultimi, non avrei dovuto fare levatacce, uscire anche col brutto tempo, prendere gli autobus… volli sperimentare queste lezioni, anche se temevo un po’ la noia dei lunghi discorsi che dopo un’ora seguo a fatica. Invece avere le immagini proposte dai prof che scorrono sul mio PC e che riesco a osservare bene nei particolari perché lo schermo è vicino e non in fondo a una sala, insomma, l’esperienza mi ha soddisfatto. Così tanto che in gennaio, quando al Comune hanno visto che in presenza non era possibile farli e ne hanno convertiti in DAD parecchi altri, io ho rinnovato l’iscrizione per altri due in gennaio-febbraio e due ancora per febbraio-marzo. Poi basta, perché speravo che col bel tempo e l’allentarsi dell’epidemia saremmo potuti tornare più spesso in montagna.

Ho scelto argomenti di arte, di storia, di storia e letteratura femminile: mi hanno aperto campi e curiosità culturali molto stimolanti, mi spingono a cercare ancora, a leggere ancora… tutto nel mondo immenso del web, dove facilmente trovo.

E qui ho cominciato a riflettere su queste nuove opportunità.

Potrei passare la giornata intera seduta davanti al computer, navigando in internet, rischio di venire “risucchiata” dalle offerte:

i corsi dell’ Università mi spingono ad approfondire;

you tube mi permette di ascoltare le musiche preferite, di vedere rappresentazioni teatrali;

in differita posso cercare su RadioPlay nell’orario più comodo vari film passati in televisione, che io alla sera non guardo mai per evitare la pubblicità e perché mi addormento;

facebook è una miniera di allettamenti e seduzioni: leggo dagli amici, commento, rispondo,

scrivo raccontini per i Narranti Erranti o i Racconticon;

mi arrivano comunicazioni di Eventi interessanti, tipo presentazioni di libri, servizi di storia, arte, psicologia, li salvo, li segno in agenda… mi rendo conto che a seguirli tutti ci passerei giornate intere;

ho in testa un nuovo progetto di scrittura, sto riordinando il materiale che si trova per la maggior parte tra i miei file, se mi impegnassi a fondo avrei da lavorarci per ore e ore;

potrei leggere anche i quotidiani on-line, oltre a quello che compero in edicola;

anche il CIDI, l’associazione degli insegnanti in cui partecipo al gruppo di intercultura, ora fa gli incontri mensili su Zoom;

la regista degli “Over 65” mi ha coinvolto in uno spettacolo su Zoom, ma ne parlerò un’altra volta;

e per fortuna non ho Netflik o altre diavolerie a pagamento.

Insomma, a parte le ore del sonno, tutta la giornata potrebbe essere impiegata così, davanti allo schermo (se ci fosse la mia mamma, direbbe “a rincretinire”). Il mondo reale, il FUORI vero non esisterebbero più, per assurdo non ne avrei più bisogno, il mio tempo si consumerebbe nel mondo virtuale che diventerebbe la mia realtà.

Allora dopo un po’ vado in overdose, sento una voglia di ribellione, di buttarmi fuori, di guardare cose reali e gente viva, ma non si può fare molto, a quel punto mi dà più soddisfazione una semplice e tradizionale telefonata a un amico, rilassata sul divano o su una panchina, parlando e ascoltando a occhi chiusi, immaginando il viso dell’interlocutore, piuttosto che un collegamento video dove “salta” l’immagine, il suono è sfasato rispetto a ciò che vedo, la luce rende spettrali, è tutto innaturale.

A questo proposito, mio nipote Martino, in seconda media, dopo i mesi in DAD dell’anno scolastico passato e di novembre scorso, ne è esasperato; quando compì gli anni in dicembre chiesi alla sua mamma se avrebbe gradito un collegamento in video per fargli gli auguri.

- Assolutamente no, rispose mia figlia, lui non ne può più di questi collegamenti, non si farebbe nemmeno vedere. Basta una telefonata.-

In effetti mentre i suoi fratelli si affollano davanti allo schermo lui è già tanto se ci degna di un ciao. Così gli telefonammo soltanto e fece una bella chiacchierata col nonno, da uomo a uomo.

Insomma, la tecnologia in questo momento così necessaria sento che rischia di diventare soffocante: non avendo molte occasioni di uscire di casa cerco di disintossicarmi con la lettura dei miei tanti libri e… la sperimentazione di ricette nuove. Ecco, anche queste le scopro sul web…

Aiuto, è un assedio!

 
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