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CILENTO 1

Post n°1777 pubblicato il 12 Settembre 2021 da atapo
 
Tag: viaggi

IL PERCHE’

 


 

Rientrata da poco più di un giorno, frastornata dal viaggio (coda terribile in autostrada), ancora confusa dalle valigie aperte e dalle lavatrici da fare, dal controllare frigo e dispensa, dal sintonizzare il cervello su ciò che mi attende nei prossimi giorni… non è semplice.

Però è il momento di raccontare, così mentre ricordo e scrivo rivivrò la bella vacanza. Ma prima dei fatti voglio dare le motivazioni: perché siamo andati proprio in Cilento, cambiando quasi all’ultimo la destinazione precedente, il Molise, dove avrei anche incontrato un’amica che passa là molti mesi nella casa di famiglia.

Ancora una volta c’è di mezzo una premiazione; avevo mandato una mia poesia a un concorso organizzato in un paese del Cilento, per me sconosciuto fino ad allora: PIAGGINE. In luglio mi arrivò la comunicazione che ero tra i finalisti e che la premiazione, in cui venivano svelati i vincitori, si sarebbe tenuta il 29 agosto. Dalle immagini il paese pareva carino, in montagna, alle pendici del monte Cervati, non distante dal mare… prima questione da risolvere: c’era posto per sostare col camper? Abbiamo avuto esperienze terribili di paesini in cui fra strade strette e in pendenza col camper avevamo dovuto rinunciare alla visita.

Così c’è stata un po’ di corrispondenza con l’organizzatore del concorso, che ci ha indicato dove fermarci col camper, proprio nel centro del paese, in un parcheggio un po’ appartato e tranquillo, dietro ai carabinieri. Allora abbiamo deciso che avremmo fatto il periodo di vacanze, anche col mare, in Cilento, dove non eravamo mai stati.

Il progetto era così: qualche giorno di mare ad Agropoli, il centro più comodo per salire a Piaggine sabato 28 agosto, premiazione la domenica, dopo… si sarebbe deciso al momento. Il rientro era obbligatorio per il 10 settembre, perché avevo un appuntamento medico.

Stavolta racconterò la premiazione, le mie scoperte sul territorio le lascio al prossimo post.

Piaggine è effettivamente un bel paese, abbastanza conosciuto in zona, il punto sosta del camper era davvero comodo, in due minuti si arrivava in centro, con le case antiche addossate le une alle altre, coi negozietti, i due bar con i tavolini fuori sempre pieni di anziani a chiacchierare e a giocare a carte, nel tardo pomeriggio il passeggio di famiglie con signore eleganti, tanti bambini, molti in passeggino con genitori giovanissimi. Sembrava di tornare indietro di cinquant’anni, in un mondo e un’atmosfera che nelle città grandi non esistono più.

Attorno le montagne, da cui scendeva un’aria frizzantina e si intravedevano certi nuvoloni che per fortuna ci hanno risparmiato la pioggia almeno nei giorni in cui siamo rimasti lì. Però questo rischio di maltempo aveva fatto spostare la premiazione dalla piazza al salone di un centro polivalente, ugualmente bello e ampio.

Il concorso mi era sembrato originale e simpatico: oltre alla sezione “poesia libera”, a cui avevo partecipato, ce nerano altre due: poesie ispirate da pitture che alcuni artisti della zona avevano messo a disposizione, pitture di artisti ispirate a poesie partecipanti al concorso precedente. Tutte le poesie finaliste venivano lette ad alta voce mentre gli autori presenti ricevevano i diplomi, le pitture proiettate in grande, diventava così uno spettacolo e questo mi è piaciuto molto. Finita la prima parte dedicata ai finalisti c’è stato un intervallo, con bevande e biscotti locali per tutti, confezionati in sacchetti di cellophane, secondo le regole Covid: erano squisiti, abbiamo poi cercato di rintracciarli nei negozi del paese...

Infine il momento più emozionante: la proclamazione dei vincitori e, udite udite, la mia poesia si è classificata al terzo posto! Una bella emozione… applausi, foto, in cui non sono venuta nemmeno troppo male… Il premio consisteva in un quadretto con la stampa di una pittura rappresentante un angolo antico del paese, mi è proprio piaciuto.

Ci eravamo iscritti anche alla successiva cena in pizzeria, per concorrenti e organizzatori. Il capo di questi era un vulcanico vecchietto molto simpatico, animatore del pomeriggio e della serata tra pizze e “antipastini”, per farci assaggiare le delizie del territorio. Insomma, un’ospitalità squisita.

Io e mio marito, che all’inizio eravamo un po’ intimiditi, poi abbiamo scoperto che una concorrente veniva da Grosseto, era anche lei col marito: io ho rotto il ghiaccio in nome della comune toscanità, così abbiamo scoperto che anche loro erano venuti col camper (parcheggiato vicino allo stadio), che sono camperisti molto più accaniti di noi, hanno viaggiato tanto, i mariti avevano esperienze di lavoro simili…e ci siamo fatti compagnia durante la cena, poi siamo restati a chiacchierare insieme in piazza, finché la notte aveva rinfrescato troppo l’aria e ci siamo decisi a salutarci e a rientrare nei camper…

Così è finito quel pomeriggio di gloria.

Ma il Cilento è stato anche molto altro, quasi un mondo nuovo e lo racconterò la prossima volta.


 

 
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