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STANCA

Post n°1910 pubblicato il 07 Aprile 2024 da atapo
 
Tag: teatro

PRIMAVERA FATICOSA

 



Non scrivo più qui, perché è un periodaccio e io sono distrutta. Sono impegnata in tre spettacoli: il primo tra due settimane, il successivo a inizio maggio, l’ultimo a fine maggio. Il primo e l’ultimo erano definiti da tempo e fin qui poteva andare, ma quello di mezzo è saltato fuori all’improvviso: un teatro importante di Firenze ha offerto al Camerino di fare uno spettacolo da loro, vista la buona fama della compagnia. E’ davvero un’occasione da non lasciar cadere ed è stato deciso a maggioranza di portare “Gente di Poligiano”, il testo già rappresentato un sacco di volte in molti posti, su cui gli attori si sentono sicuri.

Gli altri, non io! Perché io vi sono entrata solo nell’ultima replica, la primavera scorsa, facendo la supplente di un’attrice che non recita più: imparai la parte in fretta e furia, convinta che non ci sarebbero state più repliche data la “vecchiezza” della storia, così altrettanto velocemente ho buttato le battute nel dimenticatoio della mia mente. Adesso va ripreso, riprovato molte volte perché non vogliamo fare brutta figura in un luogo così in vista della città.

Per le prove di tutti questi spettacoli ora sono impegnata dopo cena tre o quattro sere ogni settimana, in più col gruppo degli “over 65” l’incontro è al venerdì pomeriggio. Nelle prove serali prima delle 23,30 non torno a casa.

Sto accumulando una stanchezza incredibile: qualche sera fa, alle 20, 30 quando dovevo iniziare a prepararmi perché dopo poco sarebbe arrivato il collega che mi dà un passaggio in auto, stavo seduta a tavola a fissare il piatto vuoto (avevo finito di cenare) e non riuscivo a trovare la forza di alzarmi…

Il fatto è che nelle mie giornate non c’è solo il teatro, c’è anche la vita “normale”: la casa, la spesa, i pomeriggi coi nipoti, i problemi del marito, le necessarie sedute di ginnastica in piscina… e il mal di schiena che non se ne va ormai da ben più di un mese!

Ci vuol poco a capire che si tratta in buona parte di affaticamento, a cui si aggiunge il maltempo e l’umidità che hanno tormentato le ultime settimane: nei pochi giorni in cui tornava un po’ di sole stavo un po’ meglio.

In certi momenti penso che farei bene a lasciare il teatro, o almeno quello del Camerino: come temevo hanno un’organizzazione e una densità di impegni che per me sono troppo, non ho più il fisico, non ho più l’età.

Però… il teatro mi dà anche tanto, mi sento così viva quando lavoro su un personaggio, lo faccio vivere, lo offro al pubblico e sono contenta di vederne il successo. Il teatro è anche l’unico gruppo di persone fuori dalla famiglia che incontro, con cui ho relazioni, scambi di parole: la nostra vita sociale è nulla, mio marito diventa sempre più orso, è sempre più affaticato e chiuso in casa davanti agli schermi di televisione e computer. Io, a vederlo così, mi sento triste e depressa, devo farmi forza a cercare e a mantenere qualcosa che mi restituisca soddisfazione ed energia. Ma quando gli impegni diventano troppi…

Oggi, domenica, secondo giorno di caldo, ho convinto il marito a uscire, ad andare a una specie di sagra di prodotti abruzzesi, dove abbiamo mangiato benissimo e lui si è comprato vini e birre: volutamente non ho aperto un copione per tutto il giorno, una specie di disintossicazione: stasera il mal di schiena è sparito completamente!

Peccato che domani ricominci il tran-tran.

 

 
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