Stent ultrasottili a base di polimeri bioriassorbibili a rilascio di Sirolimus versus stent sottili in polimero durevole a rilascio di Everolimus in pazienti sottoposti a rivascolarizzazione coronarica
Lo sviluppo di stent coronarici a rilascio di farmaco ha incluso l’uso di nuove leghe metalliche, cambiamenti nell’architettura dello stent e l’uso di polimeri bioriassorbibili.
Non è stato dimostrato in precedenti studi randomizzati se questi progressi migliorino la sicurezza clinica e l’efficacia.
Sono stati esaminati i risultati clinici di uno stent in polimero bioriassorbibile a rilascio di Sirolimus rispetto a uno stent in polimero durevole a rilascio di Everolimus in una ampia popolazione di pazienti sottoposti a intervento coronarico percutaneo ( PCI ).
BIOFLOW V era uno studio internazionale randomizzato condotto in pazienti sottoposti a intervento coronarico percutaneo elettivo e urgente in 90 ospedali in 13 Paesi ( Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Germania, Ungheria, Israele, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Spagna, Svizzera e Stati Uniti ).
I pazienti eleggibili erano di età pari o superiore a 18 anni con cardiopatia ischemica sottoposti a impianto di stent pianificato in lesioni coronariche native de novo.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a uno stent ultrasottile ( 60 microm ) in polimero bioriassorbibile a rilascio di Sirolimus o a uno stent in polimero durevole a rilascio di Everolimus.
L’endpoint primario era il fallimento della lesione target a 12 mesi.
L’analisi è stata intention-to-treat ( ITT ).
Tra il 2015 e il 2016, 4.772 pazienti sono stati reclutati nello studio. 1.334 pazienti hanno soddisfatto i criteri di inclusione e sono stati assegnati in modo casuale al trattamento con stent in polimero bioriassorbibile a rilascio di Sirolimus ( n=884 ) oppure a stent in polimero durevole a eluizione di Everolimus ( n=450 ). ( CONTINUA )