La Donna Camel

Questa volta ho tirato in lungo l'eds più del solito: vorrei dire che non sono tanto compiaciuta che ci sia un solito perché quando si creano abitudini o rituali la creatività va a dormire, e difatti. Però dall'altra parte ci sono stati dei bis, e i bis questa volta sono stati il meglio per tutti - o magari secondo me - ma adesso ci sono qui io a dire e a fare e quindi il mio arbitrio vince.
Ho tirato in lungo perché non avevo voglia di scrivere: avrei potuto chiuderla lì e basta, non c'è nessuna legge scritta o non scritta che stabilisca che devo partecipare agli eds che lancio e la prossima volta lo farò, la prossima volta se dovesse capitare mi assumerò la responsabilità del silenzio. Questa volta no, perché ci ho pure le mie debolezze, ho i miei anni direbbe la signora Clotilda ^TM , e mi piace commemorare. Abbi pazienza, l'ho fatto adesso e non lo faccio più ma è stato così bello ricordare l'emozione dell'anno scorso,  un momento di rinascita di questo posticino che adesso, invece, mi sembra di nuovo fiacco e stracco. Eppure non è così per tutti ma solo che per chi sta fermo, bisogna che mi inventi qualcosa di nuovo, andare, anche piano, è meglio che stare.

Attenzione, dò per scontato che tu abbia letto tutti i racconti di cui mi accingo a fare l'esegesi scritta - o commento esagitato, non ti lamentare se spoilero alla grande i finali: ti ricordo che son storie di paura, potrebbero patirci.

0.10.35
Il primo è l'amico Mai Maturo: la futilità dei motivi rende più ingiusta la morte? Ogni morte è ingiusta oppure nessuna lo è, essendo questo il destino di tutti? Dipende dai punti di vista, di certo un conto è la morte a tempo debito, altro conto la tortura atroce anticipata per giunta, per quanto il nostro protagonista se la cava in una decina di minuti, aveccene direbbero le vittime dell'inquisizione tormentate per ore o anche giorni. E dunque la storia parte in sordina piano piano e poi si precipita negli ultimi, fatali minuti che, pare strano, sono per me i migliori di tutto il racconto, i più raccapriccianti ma anche i più accurati, con quella puzza di pollo bruciato che si sente fino a qui. Molto splatter, uh uh uh!

Vite Malate
Lillina mette in scena un topos letterario tra i più inquietanti, reinterpretandolo e arricchendolo di nuovi significati simbolici: il quadro portatore dell'essenza vitale che si fa rappresentante dell'essere umano, e va a finire che da questo patirà qualche danno, per forza. Non occorre che sia proprio un ritratto, come per Dorian Gray, anche un soggetto astratto si potrà adattare alla bisogna, purché condensi dentro di sé l'afflato mortifero di qualche maledizione da esorcizzare, una catarsi che si compirà nel sangue, come nel sangue vivrà l'opera marchiata per sempre. Anche questo piuttosto splatter, uh uh! Si ringrazia con l'occasione l'autore del quadro citato

Wonderwall
Non ti lamentare se Hombre ha scritto solo poche righe, ogni parola è densa di sensi - doppi e tripli e anche di più - rimandi, citazioni che se non le sai rischi di perderti. E da qui è tutto un corto circuito mentale e anche no, enigmistico ma anche no, acrobatico senza rete, sardonico senza esca, senza trama e senza finale. Oplà fa il saltimbanco delle parole. Clap Clap Clap facciamo noi.

Guerrieri del caos
Dario si inventa un mondo e non ne dice, ma dalla sua reticenza filtra un'inquietudine che cresce, una voce concitata, un'ansia trattenuta: l'Oulerio ha sfraccato il centrale e il Commodoro non può essere avvertito! Si intuisce che questa è una cosa brutta, una catastrofe addirittura o peggio, una catastrofe di cui gli altri non sono consapevoli e il protagonista, la voce narrante, subisce l'angoscia della responsabilità tutta sulle sue spalle. Speriamo che il Commodoro faccia quello che va fatto perché non lo so come va a finire se no, e questo mi preoccupa molto. Non se ne sa niente eppure si trema: un Maestro nella tensione narrativa. Chapeau.

Il collega
Pendolante ha scelto di declinare la paura nella realtà più plausibile e per questo più inquietante: una piccola deviazione dal comportamento socialmente più consueto, una attenzione che da inappropriata scavalca velocemente nel molesto ma restando sul filo del lecito. Non sta facendo niente di vietato il collega che ti sta troppo vicino - ma senza toccarti - che ti guarda fisso - ma senza parlarti -  che ti segue nel parcheggio vuoto. Non ti fa niente. Per oggi. Il non detto inquieta più del detto e la paura sta nel sottinteso.

La guardiana di oche
Melusina è una fata e le cose che scrive sono fiabe che vanno tutte a finire bene, non riesce proprio a rappresentare il male, è più forte di lei!
E adesso sappiamo anche perché: nel rispondere ai commenti mi ha passato un link  che racconta la storia di questa fata un po' sirena e un po' draghetta, ma buona: adesso mi spiego tutto, adesso sì che capisco tante cose... ;)

Cimici
Fatti in là che arrivano i professionisti: fino a qui abbiamo scherzato, ci siamo gingillati con il babau (a parte Dario che a me mi ha fatto paura davvero, uh uh!) ma adesso Hombre va a titillare i timori ancestrali delle donne e degli uomini, quelli più antichi e profondi, quelli che non è possibile razionalizzare perché partono dall'eredità di tutto ciò che di più primitivo è rimasto in noi: il terrore degli insetti! Che poi un insetto, via, così piccolino ci può anche stare, se non è un ragno velenoso o uno scorpione, ciabatta alla mano e via. E se fossero due o tre, vabbè. Ma quelli sono tanti, quelli sono più di noi. E puzzano! Il crescendo rossiniano ha convinto tutti, sembra vero e sembra un incubo. Mi gratto.

Morgue
Melusina conosce l'ambiente, non ha dovuto documentarsi per descrivere le minuzie dell'obitorio, con tanto di espettorato sanguinolento di tisici, vomito di ubriachi e piaghe da decubito e questo è un vero racconto di halloween, non manca niente: i morti ci sono, i pipistrelli anche, notte buia e tempestosa? presente! Montacarichi pericolante? Eccolo! A un certo punto arrivano pure i fantasmi e però questo scary tale non è per niente come te lo aspetteresti, a riprova del fatto che non sono gli ingredienti a fare una grande cuoca, ma il mestolo: grande Melusina!

Il prescelto
E meno male che l'ho tirata in lungo e l'ho tirata in lungo, così Mai Maturo ha scritto questo secondo racconto che è un vero gioiellino di horror e humor nero di quelli che mi fanno urlare, prima di paura e poi di soddisfazione per la trovata geniale. Come dice Pendolante, prima mi angosci, poi mi diverti… che uomo emozionante :-))

Racconto banale
Non c'è niente di banale in questo racconto banale di Pendolante: i sogni si possono anche confondere e non è detto che la realtà sia proprio quella che appare nei finali: anche questo racconto è perturbante, come tutti gli altri di questo difficile EDS.

Gatto nero
È il mio racconto: Strillo era davvero sparito, è stato ritrovato ma un po' di apprensione in questi casi non manca mai, chi ha gatti o figli sa cosa intendo. Gli abbiamo messo un collarino, almeno adesso sapranno che è un gatto di buona famiglia.

E grazie ancora una volta a chi ha scritto e a chi ha letto e a chi ha detto la sua.