Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
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"Mille e ancora mille."
Messaggi di Settembre 2014
Domani che è sabato sono a Verona per il meeting di Joomla, mi troverai al bancone della reception o al banco di Joomla Lombardia. Ci sono tante cose interessanti da ascoltare, se non lo sai puoi informarti qui. Domenica invece sono a Padova allo spazio Biosfera alla mostra di vestiti e racconti organizzata da Angela. Non me la perdo per niente al mondo e chi non viene peggio per lei. |
Post n°938 pubblicato il 06 Settembre 2014 da LaDonnaCamel
Seguo sempre con interesse il blog di Giulio Mozzi, le sue iniziative sono originali e coinvolgono centinaia di persone. Qualche volta ho partecipato anche io, per esempio ho scritto una poesia per le Lodi del corpo maschile e ho prodotto l'epub che viene distribuito gratuitamente da Giulio, un bel lavorone mettere insieme e catalogare tutto. Un'altra rubrica che leggo sempre è quella sulla formazione delle scrittrici, che si è ora affiancata a quella degli scrittori. Si tratta di approccio molto libero in cui professionisti delle lettere si raccontano a modo loro, chi parla dell'infanzia, chi degli studi, chi dei maestri. Sono testi non troppo lunghi che rendono conto anche delle personalità degli autori, del carattere e visto che di molti ho avuto modo di leggere, vanno a sostenere, a volte a smentire, l'opinione che me ne ero fatta dai testi. Giusto per andare contro corrente a quello che scrivevo giorni fa su Elene Ferrante, che invece ha preferito nascondere la sua persona. E insomma, tutto questo preambolo per intrudurre un pezzo che mi ha folgorata ieri. Non avevo mai letto niente di Raul Montanari, che conoscevo di vista o di nome dai tempi della Libreria del giallo. Adesso mi è venuta l'urgenza di cercarmi qualcosa di suo da leggere. "Già da tempo la mia ambiziosissima mamma bergamasca, che veniva da una famiglia di Lumpenproletariat dove pestare i bambini era la norma e ora riproduceva con grande impegno filologico i suoi scenari d’infanzia, usava con me questa antica pedagogia: minimizzava i miei successi scolastici, storceva il naso davanti ai 7 che potevano essere 8 e agli 8 che avrebbero dovuto essere 9 (ai 10 poi mancava sempre la lode), mi riempiva di insicurezze e ansie da prestazione e intanto, in mia assenza e a mia insaputa, bolliva i coglioni ad amici e parenti dicendo a tutti che ero un genio destinato a orizzonti grandiosi. Il risultato era che si ritrovava in casa un disadattato, per di più odioso a tutti i genitori di figli “normali” e sogguardato con diffidenza anche dai coetanei." http://vibrisse.wordpress.com/2014/09/04/la-formazione-dello-scrittore-11-raul-montanari/ |
Leggo sempre il blog del mestiere di scrivere, non è la prima volta che ne parlo qui. Per me è come un coltellino multiuso, mi serve per trovare ispirazione per il lavoro, per tenermi informata, per allargarmi la mente e scrocchiarmi le nocche. Proprio oggi Luisa Carrada mi fornsce qualche nuovo attrezzo: "La lotta è a quello che Antonelli chiama il «perbenismo linguistico», dove si corregge «sono andato» con «mi sono recato». Eppure anche i grandi scrittori usavano un registro colloquiale, per esempio nelle lettere, e infatti Antonelli sarà in libreria tra poco con una Libellula Mondadori dal titolo Comunque anche Leopardi diceva le parolacce. «Basta leggere gli epistolari di Carducci, Monti, ma anche di Canova e Crispi per esempio, per capire che avevano la capacità di usare lingue diverse, anche confidenziali. Bisogna far passare l’idea che conoscere la propria lingua non significa parlare come un libro stampato, ma possedere una varietà di registri linguistici da usare in varie situazioni. L’e-taliano va bene se è uno dei tanti, diventa preoccupante, se resta soltanto quello». Antonelli pensa che non sarà «un attimino» a rovinare la lingua italiana («a parte che Manzoni scrive: “si fermò un momentino sulla riva”») e neppure gli anglismi («in tutti i dizionari non sono più del due per cento e d’altronde nel Settecento la quantità di francesismi era altissima, poi sono caduti da soli»)." Nel mio piccolo, pure io a casa mia, cioè qui in questo blog, mi metto le pantofole linguistiche. |
"Se per autobiografia intende attingere alla propria esperienza per nutrire una storia di invenzione, quasi tutto. Se invece mi sta chiedendo se racconto le mie personalissime vicende, niente."
Ieri mi ha scritto Randy. Mi ha scritto su facebook e sono sicura che è un caso, che non ha assistito nemmeno da lontano al merdaio che successo nel mio blog negli ultimi giorni. Si tratta certamente di una coincidenza, voleva dirmi che non ci possiamo vedere per un gelato come ci eravamo detti prima delle vacanze. Io non so se mi segue e lui non può sapere che l'ho pensato. Del resto Randy non esiste più da molto, moltissimo tempo, per quanto i personaggi non smettano di esistere fino a quando qualcuno se li può immaginare. Oggi i suoi vaffanculi sono stati espropriati dalla politica e dopo Beppe Grillo hanno preso tutta una serie di significati altri, povero Randy, se fossimo ancora lì non userebbe più quella formula per dare il malvenuto ai nuovi. Quelli sì che erano vaffanculi offerti col cuore, mi si innumidisce l'occhio a pensarci. (Continua) |
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