dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 30/06/2014
ANNAMARIA ...
E
LA CANZONE DELL'AMORE
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DONADAM68...
E
L'AMORE COME POESIA
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PIERLUIGI VALLI...
E
LA CORSA AL BENESSERE
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Venerdì
Claudio (454)
Ci sono persone che fanno per tre. Sono sempre in movimento. Sono impegnate in “cinquantamila” attività (si fa per dire). Sono sempre disponibili e non dicono mai di no a nessuno (quasi). Come nel caso di Claudio. Un anno fa, però, un mese prima ci compiere cinquant’anni, Claudio si rese conto che aveva passato la vita a dare tutto agli altri…e per lui non si era riservato nulla. Non aveva trovato neppure il tempo per sposarsi. Continuava a correre di qua e di là, rispondendo ad ogni chiamata …e per lui… neppure la moglie. Una mattina si guardò allo specchio e si vide “brutto”, trascurato, quasi “vecchio”… Da uomo pieno di iniziative reagì immediatamente. Si recò al Salone di Bellezza e chiese al suo amico (cinquantenne pure lui) di rimetterlo a nuovo. Danilo (questo era il nome dell’amico, detto “Nilò”), non aspettava altro. Siccome aveva un debole per gli uomini, trasformò Claudio in un figurino. Il cinquantenne uscì dal Salone di Bellezza contento e soddisfatto. Ora, poteva iniziare una nuova vita. Non era la prima volta che Claudio, si fermava, e faceva delle riflessioni. La prima volta fu a trent’anni. Allora, si era innamorato di Denise abitante a Vigevano. Claudio aveva preso la cosa con leggerezza, ma le donne prendono sempre le cose sul serio. Quando Claudio si trovò con “la corda al collo” capì che stava per perdere la propria capacità di movimento… e scelse la libertà. Naturalmente andò in crisi… ma solo per poco. Era sempre troppo impegnato in attività. A quell’epoca faceva parte di tre Associazioni e tutte avevano bisogno di lui. Un’altra crisi, Claudio, l’aveva subita a quarant’anni. Anche, allora, era stata una donna a mandarlo in tilt. Un giorno, Claudia (questo era il nome della donna … quasi “morosa”) aveva chiesto a Claudio di portarla a Teatro a Milano. Claudio non sapeva dire di no a nessuno… immaginarsi a una bella donna come Claudia. Alla fine della serata, Claudia avrebbe voluto che Claudio si fermasse a casa sua per la notte (e possibilmente per sempre). Claudio capì l’antifona …e anche allora scelse la libertà. Ora, però, a cinquant’anni, non c’era alcuna donna …eppure Claudio si era sentito “vecchio”, brutto e trascurato. Dopo la cura dell’amico Danilo detto Nilò, Claudio si sentì meglio. Per un uomo deciso e attivo come lui non c’era che l’imbarazzo della scelta. Innanzi tutto decise di passare il sabato a Milano… città dalle mille opportunità. Un anno fa, dopo le prime passeggiate del sabato, Claudio, prese l’abitudine di prendere il caffè in Galleria Vittorio Emanuele. Una sosta rilassante e … solitaria. A Milano, però, quello che non fai tu …ci pensano gli altri a farlo. Mentre Claudio era seduto al Bar, tutto solo a prendere il caffè, venne avvicinato da una quarantenne bellissima, da fine del mondo. “Scusi, lei è di Pavia?” Claudio si meravigliò. Come? Anche a Milano, sanno che sono di Pavia? La quarantenne continuò. “A Pavia ho un’amica, Jenny, pittrice. Sbaglio… oppure era lei in Galleria, giovedì sera, all’inaugurazione della Personale?” Effettivamente, Claudio, era presente all’inaugurazione della Mostra. Si sentì orgoglioso del fatto che era stato notato. Del resto l’amico Danilo (Nilò) era stato chiaro…”Dopo la mia cura… diventerai l’oggetto del desiderio”. Ora, Claudio aveva la prova. La quarantenne si presentò. “Mi chiamo Iriss… sono vedova da un anno. Giovedì, all’inaugurazione della Mostra di Jenny, mi sono detta. Ecco l’uomo che mi piacerebbe avere al fianco quando vado a visitare le Mostre… Cosa ne dice? Se vuole potremmo iniziare subito visitando la Mostra a Palazzo Reale?” Claudio non ha saputo dire di no Cosa poteva esserci di miglio? …visitare una Mostra in compagnia di una bella donna? Detto fatto, i due lasciarono la Galleria. Attraversarono Piazza del Duomo e si avviarono a Palazzo Reale. A Palazzo Reale, Iriss aveva già preso sottobraccio Claudio… La quarantenne, nel suo intimo, aveva già deciso che quel bel cinquantenne non sarebbe più andato da nessuna parte …senza di Lei. (454)
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30 GIUGNO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 30 giugno 2014 – Lunedì - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Lunedì
667
I racconti del benessere
Daniela e la chitarra di Giuseppe
Un anno fa, la Prof. Daniela aveva terminato l’anno scolastico delusa e amareggiata. Le cose non erano andate come avrebbe voluto. Trentacinque anni, alta, bionda, occhi azzurri, gambe da fine del mondo… posto come Docente di Lettere in un Liceo del milanese… aveva tutto per essere felice. Invece, non la era affatto. Nel corso dell’anno scolastico si era scontrata con alcuni Colleghi, tra i quali il Docente di Educazione Fisica, Prof. Cirillo, un megalomane di prima categoria. Per il Prof. Cirillo, nella Scuola, doveva esistere solo Educazione Fisica… perché migliora le qualità fisiche dell’individuo e crea le condizioni per un’attività che dura tutta la vita. Daniela, pur avendo un fisico da favola, puntava sugli interessi culturali dell’individuo… i soli che avevano come obiettivo la crescita personale e l’identità sociale. Insomma, un battibecco, sfociato, in più occasioni, in qualche parola di troppo. Inoltre, la Prof. Daniela aveva pure litigato con il suo moroso Francesco. Il bisticcio aveva preso una brutta piega e i due si erano lasciati. Con la fine dell’anno scolastico di una anno fa… la trentacinquenne aveva “tirato le somme” ed era rimasta delusa e demoralizzata. Cosa fare? Non è vero che la vacanze servono a ritrovare benessere… a volte peggiorano la situazione. Daniela si confidò con la sua Collega Marisa in Piazza della Vittoria a Pavia mentre prendevano un caffè. La Collega aveva capito tutto. A volte non servono molte parole per avere il quadro della situazione. Inoltre, la Prof. Marisa era un’appassionata sostenitrice delle attività teatrali da seguire oltre al lavoro quotidiano. Diceva Marisa. “Oggi, il lavoro (tutti i lavori) sono diventati stressanti. All’interno dei posti di lavoro si creano tensioni, situazioni di conflitto e di scontro legati (e prodotti) dallo stress. In queste condizioni è assolutamente necessario trovare valvole di sfogo. L’attività teatrale amatoriale è un ottimo sistema per scaricare le tensioni…ritrovare benessere, fiducia in sé stessi e nel futuro” Il discorso era piaciuto alla Prof. Daniela ed aveva aderito al gruppo teatrale amatoriale della Collega. La Prof. Marisa di Pavia, però, aveva altre idee. Prima fra tutte quella di crearsi un proprio ruolo come Regista, Autrice di spettacolo e… “creare un’Unità Teatrale Itinerante”. Quando Daniela comprese il progetto rimase perplessa. Non sapeva cosa dire. Marisa, invece, era entusiasta e ne parlava con animosità. “Vedi, Daniela. Oggi, le persone hanno tutto (o quasi!). La tecnologia si è imposta ovunque, in ogni angolo e momento della vita dell’individuo. Hai notato le persone che camminano in Corso Cavour a Pavia? Tutte, o quasi con la mano destra alzata a sostenere un oggetto? Quale? Il telefonino !... Tutte e sempre con il braccio alzato e il telefonino a portata dell’orecchio destro per il timore di “non essere prontamente connessi”… Con chi? Con gli amici… le amiche… i problemi quotidiani della vita… La vacanza non esiste più … Con il telefonino si è sempre in “servizio permanente effettivo”. Una simile tensione non sarebbe giustificata nemmeno se il Mondo stesse per finire… Ecco, l’utilità “dell’Unità Teatrale Itinerante”… Un modo per portare il teatro nelle strade, nelle vie e nelle piazze della città. Io e te … insieme. Tu leggi una poesia…ed io leggo la pagina di un libro… Un giorno in Piazza del Duomo… un’altra in Strada Nuova o Sul Ponte Coperto… Ecco il senso dell’idea” Marisa non aveva ancora finito di parlare … quando due cinquantenni che avevano ascoltato la conversazione intervennero. Uno di questi, Michele volle fare i complimenti a Marisa. “La sua idea è bellissima. Mi è piaciuta. Portare il teatro nelle vie e nelle piazze della città. Mi chiamo Michele e faccio il giornalista. Se vuole, io e il mio amico Giuseppe, ci offriamo per far parte del Gruppo Teatrale Itinerante. Io, canto …e Giuseppe suona la chitarra. Penso che il complesso non abbia bisogno d’altro. Da quel momento è iniziata la grande sfida. I quattro hanno cominciato a parlare. Come e quando trovarsi per organizzare lo spettacolo. Dare corpo all’idea della Prof. Marisa la quale, raggiante, aveva preso a conversare con Michele. Ogni tanto lo prendeva sotto braccio come fossero una coppia di vecchia data… Al punto che Michele, attratto degli occhi da cerbiatta accennò ad un dolce bacio gettato al vento… in modo che raggiungesse le labbra della Professoressa… E, dopo poco tempo … l’effetto era ottenuto. Poteva Daniela rimanere inattiva? E, no. Non era da lei. Alta, bionda, occhi azzurri, gambe da fine del mondo … già aveva mandato in tilt il suonatore di chitarra Giuseppe… ma non era contenta. Voleva qualcosa in più. Daniela sapeva di avere una bella voce… Perché non tentare qualche “accordo”? Per combinazione Giuseppe aveva con sé la chitarra… mancava solo la Luna. Cosa c’entra la Luna? – dirà qualche lettore. C’entra. C’entra…La Luna c’entra sempre. Daniela iniziò sottovoce….”Na voce, Na chitarra …’o poco ‘e Luna… “ Quando si comincia a parlare di “voce”… di “chitarra”… “di “Luna” chi resiste? Nessuno! Neppure Giuseppe … il quale in uno slancio incontrollato e incrollabile … ha abbracciato appassionatamente Daniela e l’ha teneramente baciata sulla labbra… Le labbra della Professoressa erano assetate di baci. Baci veri (sul tipo “Straziami, ma di baci saziami”)… di quelli che lasciano il segno. Non raccontiamo il resto perché i lettori di questo Blog sanno benissimo come vanno a finire queste cose…. - Questo è il racconto 667, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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CARLO GOLDONI A PAVIA
di
Teresa Ramaioli
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BISOGNO D'AMORE
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA ...
E
IL PRIMO PROSSIMO
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Viaggio in Lombardia
Cortile … story
Sessant’anni fa erano pochissimi coloro che avevano una pensione. Nel cortile che ricordo io… nessuno! Eppure… nessuno moriva di fame. Ogni persona sapeva che, per mangiare, doveva lavorare e produrre il proprio fabbisogno alimentare… La giornata aveva un valore… L’orto e l’allevamento delle galline era una pratica quotidiana alla quale nessuno vi rinunciava… anche in tarda età. Ecco, perché, le persone anziane del cortile avevano la mente sveglia fino alla tarda età. Oggi, il fatto che esiste una data per andare in pensione… contribuisce a rendere inattive molte persone, le quali, si “adagiano”…e fanno “addormentare la mente”… e tutto il resto. Buona giornata a tutti. Dino
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