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Messaggi di Novembre 2009

CAMBIARE VITA

Post n°466 pubblicato il 29 Novembre 2009 da atapo
 

EFFETTI COLLATERALI

Apro gli occhi nella stanza in penombra pochi minuti prima del suono della sveglia, mi sento tranquilla, l'inizio di un nuovo giorno.

Dal piano di sopra qualche passo leggero di mia suocera già in piedi mi riporta bruscamente alla realtà: da quindici giorni è tutto cambiato, le giornate non sono più le stesse...

La convivenza con una persona che non ho mai conosciuto bene, fortemente diversa da me, dalle mie abitudini, dal mio modo di vedere il mondo, una persona che ora è debole, angosciata, sconvolta, che vorrebbe parlare, raccontare, non sentirsi sola, ma nello stesso tempo è umiliata in questa situazione per cui si sente in colpa...

Io che mi sento “invasa” nei miei spazi e nei miei tempi, nei miei casini e nei miei disordini, nella mia timidezza e nel mio caratteraccio, fatico a trovare un rapporto che mi sembri giusto e che faccia stare bene, o meno peggio possibile...

Poi il telefono: non lo sopporto, ora. Le chiamate (in partenza e in arrivo) agli altri parenti per informare quotidianamente sull'evolversi della situazione, le chiamate (in partenza e in arrivo) alle forze dell'ordine, ma soprattutto le chiamate continue del TERRIBILE VECCHIO: si vede sul display chi chiama, spesso non si risponde, quando suo figlio ha tentato un dialogo le conversazioni sono finite in modi irripetibili.

E se non chiama...cosa starà tramando?

Quando esco di casa, controllo di continuo se passa un certo tipo di auto...

Com'era la vita prima, com'era?

Come sono le vite normali delle persone che conosco, che incontro, che leggo? Vorrei immergermi nella normalità.

Se sono lontana da casa, se seguo le mie attività e i miei interessi di prima, mi pare che non sia cambiato nulla, finchè non mi viene in mente qualcosa...e una morsa mi chiude la bocca dello stomaco...

Quasi mi attardo, per rientrare il più in là possibile...

Tutti i malanni che ero riuscita a tenere a bada riorganizzando la mia esistenza in questi ultimi anni mi sono tornati, prepotentemente.

Ho paura per l'equilibrio di tutti, per ora e per quando, in un modo o nell'altro, una soluzione si dovrà pur trovare.

DEVO trovare il modo di sopravvivere, magari anche di vivere.

Van Gogh, Campo di grano con corvi

 

 
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UNA STORIA DI OGGI

Post n°465 pubblicato il 25 Novembre 2009 da atapo
 
Tag: .

25 NOVEMBRE

Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne

Questa storia oggi cade a proposito .

I protagonisti sono una coppia di antica età (lui 86 anni, lei 83), di antiche nozze (60 anni di matrimonio) e di antica mentalità:

lui l'uomo di casa, quello che dice è legge, ha sempre fatto quello che gli pare perchè è l'uomo che comanda,

lei moglie devota e sottomessa, che deve portar pazienza per definizione e tradizione, che deve seguirlo, assecondarlo, servirlo e riverirlo, stare in casa, occuparsi della vita domestica, di lui, dei figli.

Con gli anni, per un carattere difficile già dall'inizio, per le degenerazioni dell'età, forse per qualcosa di più grave mai indagato dal punto di vista medico (tanto per lui è naturale comportarsi così), le cose peggiorano sempre più: i figli dopo molti scontri vivono come una liberazione l'andarsene da casa (per qualcuno è una vera e propria fuga) e mantengono rapporti a distanza, per quanto possibile. Resta la moglie da continuare a vessare in forme sempre più pesanti: è controllata a vista, non può uscire da sola, lui è geloso, arriva ad immaginare amanti e tradimenti, periodicamente alza anche le mani, antica abitudine per affermare il suo predominio...

Un giorno, dopo un pestaggio peggiore degli altri lei scappa e si rifugia in casa da un figlio. Passa qualche tempo: discorsi, promesse, contrattazioni...lei si commuove, ritorna con lui...e in breve tutto ricomincia come prima, anzi peggiora lentamente, ma inesorabilmente.

Nelle ultime settimane gli accessi d'ira diventano più frequenti, le accuse più cattive, le minacce più terribili. Finchè una decina di giorni fa lui ricomincia il ritornello che ultimamente ha ripetuto più spesso: “Vattene o ti butto io fuori di casa giù dalle scale”, accompagnato da strattoni e spinte.

Lei è terrorizzata, afferra a stento una giacca, la borsa con un minimo di denaro e documenti, esce a precipizio e sconvolta si ritrova in strada. Che fare? Dove andare? I figli abitano in altre città, decide di chiedere aiuto al figlio che abita a un centinaio di chilometri, ma che forse ha la situazione familiare e abitativa più...tranquilla.

Una telefonata, un'ora di treno, una stanzetta allestita in fretta lontano da LUI, una prima notte di sonno più calma delle precedenti. E i giorni dopo... la ricerca e l'acquisto di almeno un minimo di vestiario di ricambio... l'escamotage per farsi prescrivere dal medico del figlio i medicinali necessari e lasciati in quella casa...le notizie sulla situazione comunicate agli altri figli.

Lei si vergogna terribilmente, ma il figlio che la ospita è molto preoccupato e si rivolge ad un centro antiviolenza: così vengono prese tutte le precauzioni possibili: lei non risponderà mai al telefono né lascerà cose sue fuori di quella cameretta, uscirà il più possibile accompagnata ecc...poi, inserita in lista d'attesa, ci saranno incontri per consigli ed eventuali aiuti.

Perchè LUI...che farà?

Dopo i primi giorni di silenzio comincia a telefonare a tutti i figli e ad altri parenti, vuole sapere dov'è, dice che è stata lei ad andarsene, che deve tornare...Ad ogni telefonata cambia versione e richieste, ora lamentoso, ora minaccioso...

Diventa una furia quando gli viene detto che lei è in un posto al sicuro e che non ha intenzione di tornare. Forse sospetta dove potrebbe essere...perchè è proprio da quel figlio che le telefonate si fanno sempre più frequenti, ormai un vero stalking telefonico, con terribili minacce per tutti quando la troverà. Purtroppo ha le chiavi della casa del figlio, che ora le sta cambiando, ci si aspetta da un momento all'altro che arrivi. Paradossalmente, lo squillo quasi continuo del telefono rincuora: vuol dire che non si è ancora mosso.

Lei e il figlio hanno presentato una denuncia ai carabinieri: loro o la sanità potranno intervenire solo se lui arriverà e compirà altri atti violenti o di danneggiamento...insomma, ci dovrà scappare il morto o quasi.

Questa povera donna e chi la sta ospitando sono in grande angoscia, col timore dell'imprevedibile...anche uscire di casa può diventare un pericolo...

QUESTA E' UNA STORIA VERA, CHE NON E' ANCORA FINITA.


 

 
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SENZA TITOLO

Post n°464 pubblicato il 19 Novembre 2009 da atapo
 

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Hieronymus Bosch

Da un po' mi frullavano per la mente i due ultimi post, ricordi di “imprese” concluse felicemente...e sono stata contenta di averli scritti.

Però è da qualche giorno che passo meno di qua, riesco con difficoltà ad incontrarmi virtualmente con amici e amiche...

Insomma, c'è un grosso problema familiare, molto grosso.

Non riguarda, per fortuna, i miei affetti più cari, marito, figli e discendenti: si tratta di qualcuno nella famiglia di mio marito, la situazione però ci sta coinvolgendo MOLTO PESANTEMENTE.

Non ho voglia di parlarne ora qui, non credo nemmeno che sia giusto, almeno in questo momento in cui tutto è ancora fluido, poco chiaro, si sta brancolando...rischierei di dire cose...inutili, o di farmi trascinare dalle emozioni, mentre credo che sia il caso di mantenersi lucidi e oggettivi, per quanto è possibile.

Questo per spiegare se, ora o dopo, sarò meno presente finchè...non so.

Magari passerò a leggere, scriverò, certo, ci mancherebbe! Vorrei salvare le cose positive che ho raggiunto qui, ritagliandomi questo mio piccolo spazio.

Ci ritroveremo, per quanto sarà possibile.

 
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SOUVENIRS 2

Post n°463 pubblicato il 17 Novembre 2009 da atapo
 

VIAGGIO DI RITORNO 2

Qualche rara volta ho viaggiato da sola, senza marito.

Beh, la maggior parte di quei viaggi non potrei proprio definirli “da sola”, perchè alludo alle settimane scambio in Francia che feci con le classi per ben sette volte, negli anni in cui insegnavo il francese. Non c'era il marito, in cambio mi “facevano compagnia” dai due ai quattro colleghi e dai 20 ai 40 ragazzini di 10-11 anni...

Diciamo che ero da sola per quanto riguarda l'organizzazione bagagli...che comprendevano sempre, oltre agli effetti personali, una buona mole di materiale professionale: i progetti di lavoro, la documentazione corposa soprattutto se erano progetti europei, gli omaggi “ufficiali” per la scuola e il Comune ospitante...Già nell'andata come bagagli eravamo al limite della capienza, ma speranzosi di mollarne una parte ai nostri partners...

Invece, trattandosi di SCAMBIO, era SCAMBIO anche in questo aspetto e la situazione diventava drammatica al momento di chiudere le valigie. Ma perchè tutti facevano a gara a chi ci donava per la scuola pesantissime targhe dorate riposte in scatole imbottite, volumi superbrossurati delle meraviglie locali, confezioni di prodotti alimentari (formaggi olezzanti, fragilissime bottiglie, questi ultimi per noi personalmente, graditi...ma...) ? Questo destino toccava anche agli alunni, che durante quella settimana avevano accumulato materiali turistici, schede di lavori svolti con i corrispondenti, i souvenirs personali che volevano riportare a casa e che noi insegnanti controllavamo scrupolosamente prima di autorizzare l'acquisto, altrimenti avrebbero tentato di importare la torre Eiffel intera.

Ma quello su cui non avevamo alcun controllo e che spesso faceva precipitare la situazione erano I DONI DEI CORRISPONDENTI !!! Le amicizie e gli amori che si erano consolidati in quei giorni si concretizzavano (ahinoi insegnanti!) in enormi pacchi di libri e giocattoli, spesso anche in regali per tutto il resto della famiglia italiana (perchè in quelle iniziative bellissime le famiglie alla fine erano coinvolte con entusiasmo enorme)

Lascio immaginare l'operazione dell'ultima mattina di soggiorno: impacchettamento e chiusura valigie (nostre e dei fanciullini!) E i trasbordi da un treno all'altro! Ricordo in particolare un drammatico passaggio a Basilea sotto la pioggia, dalla stazione francese a quella tedesca: forse un centinaio di metri, ma SOFFERTO, sembravamo una colonna di profughi in fuga che si trascinavano di tutto, per fortuna eravamo molto allegri! Meno allegro si mostrò l'ufficiale alla dogana che ci fermò guardandoci con occhio truce e bofonchiando in tedesco, forse diceva “I soliti Italiani!” Divenne gentile e ci fece passare impunemente solo quando un collega riuscì a spiegargli qualcosa con quelle quattro parole in tedesco che si ricordava dalla scuola superiore.

Decisamente con le dogane svizzere non ho molta fortuna!

Da sola proprio sola un' estate andai a Parigi, dove già si trovava un'amica che frequentava un corso di lingua. Lei studiava, io aspettavo che finisse le ore di lezione facendo la turista e cercando materiali per le mie classi. Trovai parecchio, avevo gli indirizzi giusti: pochi acquisti, molti libri e riviste in omaggio: quando dicevo che insegnavo il francese ai bambini italiani tutti i rappresentanti erano commossi e...generosi!

Conclusione: una valigia STRARIPANTE e soprattutto PESANTISSIMA il giorno del ritorno! L'amica tornava in aereo, io in treno alcune ore dopo.

Abitavamo al piano più alto di una tipica vecchia casa parigina, sotto i tetti, molto panoramico e romantico, ma poco pratico soprattutto senza ascensore: per portare giù la valigia si offrì galantemente il compagno della padrona di casa, ma arrivato al marciapiede, disse salutandomi che non avrebbe più portato la valigia di un'insegnante!

Da Montmartre dovevo arrivare alla Gare de Lyon: conscia della difficoltà avevo calcolato con larghezza il tempo necessario, la parte più lenta e dura era il salire e scendere per le scale delle linee del Metro.

E qui avvenne quasi un miracolo: quasi ad ogni scala trovavo un “baldo giovane”, di diverse etnie e caratteristiche, da quello impomatato al quasi barbone, che si offriva di portarmi la valigia in cima o in fondo a quella scalinata che stavo affrontando lentamente. E io: “Oh, oui Monsieur! Merci beaucoup...” Nemmeno loro andavano troppo veloci con quel peso...

Tornata in Italia, quando raccontavo queste gentilezze (e chi dice che i Parigini non sono gentili...), più di uno mi ha chiesto: “Ma non avevi paura che scappassero rubandoti la valigia?”

“No, assolutamente! Era così pesante che non avrebbero affatto potuto scattare e sparire di corsa con quella valigia! Li avrei acciuffati subito.”

 

 

 

 

 
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SOUVENIRS

Post n°462 pubblicato il 15 Novembre 2009 da atapo
 

VIAGGIO DI RITORNO

Un post di Ody mi ha fatto pensare, forse come un contrappasso, ai bagagli dei viaggi di ritorno e in particolare a quella parte, più o meno ingombrante, che sono...i SOUVENIRS.

Impossibile tralasciarli o far finta di non vederli: in qualsiasi luogo più o meno turistico ci sono negozi e bancarelle fatti apposta per tentativi di seduzione. Anche se non ci fossero, c'è l'idea tutta mentale del souvenir, cioè il desiderio di portarsi con sé un ricordo del viaggio e dell'esperienza che ti ha in qualche modo lasciato qualcosa: così ricorderai, rivivrai, sospirerai, prometterai di ritornare...

Poi ci sono parenti ed amici che ti chiedono “Portami, se lo trovi...” e come si fa a non cercare di accontentarli? C'è anche chi non chiede niente, ma laggiù vedi quell'oggettino proprio adatto a lui...

Così la casa si riempie e, prima di essa, si strariempiono le valigie, i bagagli a mano e spesso c'è qualche sacchetto o borsina in più, che in treno non si sa dove mettere e in aereoporto fa anche chiudere un occhio ai controlli perchè, si sa... il commercio... la pubblicità ai prodotti locali...tutto sarà a beneficio dell'economia!

Insomma, un piccolo spazio per i souvenirs in qualche modo va trovato!

In auto o in camper io e mio marito abbiamo poche difficoltà...ma avendo la passione delle brocche e vasetti di ceramica ne compriamo uno quasi in ogni luogo visitato e se è un luogo famoso per le ceramiche anche più di uno...Dove riporli, come imballarli per farli arrivare a Firenze tutti interi? Così li riempiamo e li avvolgiamo nella biancheria già usata...tutto sta a ricordarsi di questi tesori nascosti al momento di riempire la lavatrice a casa...ma finora ci è sempre andata bene!

Il brivido del rischio lo corremmo diversi anni fa in Austria, quando ancora c'erano le dogane e le tasse da pagare: a Vienna avevo comprato ad un mercatino di robivecchi una splendida salsiera cecoslovacca rifinita in oro, con piattino e coperchio, naturalmente ad un prezzo che più stracciato ed abusivo non si poteva. Poi mi resi conto che ad un controllo doganale, al rientro, non avrei avuto nessun certificato di acquisto legale da mostrare e dirò di più: il quantitativo di cioccolata viennese che avevamo comprato, da golosoni, superava abbondantemente quello concesso per l'esportazione...

Che fare? Come i contrabbandieri...nascondemmo le cioccolate e i pezzi della salsiera ben sparsi nelle intercapedini degli sportelli e del resto dell'auto e per correre meno rischi di ispezione scovai sull'atlante un passo alpino per rientrare in Italia dal nome scritto in piccolissimo (quindi poco conosciuto), dove al confine i doganieri sonnecchiavano e lasciarono passare indisturbati noi due bravi ragazzi importatori clandestini di salsiere e cioccolate. Il bello fu, dopo un po' di chilometri, quando decidemmo di tirare fuori il nostro bottino: la salsiera era intatta, ma le cioccolate col caldo del motore stavano fondendo e avevano preso la sagoma degli spazietti in cui erano incastrate!

Ora, in camper, ci piace “importare” un po' di cibarie tipiche e dalla Francia lo facciamo regolarmente, ne parlai già anche l'anno scorso: riusciamo a fare provviste come quando si va al supermercato, spesso ci piace anche scegliere, in questi viaggi, quello che diventerà poi regalo natalizio per parenti o amici.

Ma dal Belgio...quella volta mio marito, passando anche per l'Alsazia, aveva letteralmente stipato ogni anfratto del camper con bottiglie di vino e di birra (di queste ultime alcune introvabili in Italia).

Al ritorno, decidemmo di attraversare la Svizzera perchè mio marito voleva farmi conoscere il fascino del passo del gran San Bernardo, che lui aveva già percorso.

Ma non avevamo pensato che la Svizzera non fa parte dell'unione europea...

Immaginate una serata buia e tempestosa e il nostro vecchio camper cigolante che dopo i tornanti e la casetta della dogana in territorio svizzero sta per superare l'analoga dogana sul confine italiano e noi già ci sentiamo a casa...

Dalla casetta spunta un carabiniere:

“Alt! Documenti! Da dove venite? Dove andate?”

E intanto il suo sguardo si allunga per sbirciare all'interno del camper che dall'esterno, vecchio e malandato, già doveva sembrargli parecchio sospetto, poi in una serata come quella chi avrebbe percorso il passo? Sicuramente c'era qualcosa di losco nella faccenda...E, venendo dalla Svizzera, eravamo quasi extracomunitari...

“Quanto denaro avete?”

Facemmo una sonora risata e gli aprimmo i portafogli davanti al naso: quasi vuoti. “Ma siamo tornando dalle ferie, abbiamo finito tutto!”

Non era convinto... “Cosa avete portato?”

“Qualche souvenirs, qualche bottiglia di vino...”

“Bottiglie? E quante?”

“Una ventina.”, rispose rapido mio marito, io mi sentii i sudori mentre pensavo “Veramente mi sembrano molte di più”, ma stetti zitta.

“Mmm...”con fare sospettoso il carabiniere con la torcia illuminò ancora una volta l'interno del camper, pensando forse di vedere il naso di qualche clandestino spuntare da dietro un divanetto e finalmente ci ridiede i documenti. “Andate”

A tutto gas ci buttammo giù per i tornanti italiani, mentre dicevo a mio marito:

“Le bottiglie mi sembrano di più, per fortuna che non è entrato in camper”

“Beh, sì, qualcuna di più, ma non ricordavo esattamente...”

A casa le contammo: tra vino e birra, grandi e piccole, erano 156!

Avrei ancora alcune cosucce da raccontare...ma...alla prossima puntata.

 

 

 
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TENEREZZA

Post n°461 pubblicato il 14 Novembre 2009 da atapo
 

GATTO  E  BAMBINO


Martino è partito con mamma e papà, per passare il fine settimana in campagna.

Il gatto Beto è rimasto a casa da solo, ha alcune stanze a sua disposizione ed altre "proibite", con porta chiusa e "barricata" antigraffi, come è già successo per altre brevi trasferte dei padroni.

Nel tardo pomeriggio sono passata da lui per controllare pappa, croccantini, sabbia e come le altre volte appena arrivata gli ho aperto anche le stanze proibite per farlo sgranchire un poco.

Ma stavolta, dopo il rituale miagolio di ringraziamento, non si è attorcigliato intorno alle mie gambe con richiesta di coccoli e megagrattata tra le orecchie: invece è partito diritto verso le"tracce" di Martino, i giocattoli nelle cestine, alcuni vestitini in giro, il luogo dove di solito sta il seggiolone che è stato portato in viaggio. Ha annusato tutto scrupolosamente e ogni tanto mi guardava con gli occhioni sbarrati che sembravano punti interrogativi, mentre io gli dicevo: "Martino non c'è"

Solo dopo l'ispezione ha ripreso le sue abitudini e i rituali che ha con me: coccoli, grattate, giro della casa accoccolato sulla mia spalla ecc...

Sono convinta che sta nascendo un'amicizia, tra quei due...

 
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UN TRANQUILLO GIOVEDI'

Post n°460 pubblicato il 12 Novembre 2009 da atapo
 

IN  MARCIA

Dopo tutto quello che ho raccontato ieri, oggi ho tentato di fare qualche foto al piccolo camminatore, che ormai ha conquistato tutta la casa e sta partendo in esplorazione a livelli sempre più alti...così da mettere alla prova le forze (scarse) della sottoscritta che lo segue e lo insegue.

Non è facile per niente...è un fulmine !  Comunque...eccolo in movimento.

Il gatto ha trovato che il passeggino parcheggiato in disparte è una tana comoda, da cui controllare la situazione e le manovre di Martino e scansare i giocattoli che vengono lanciati o rotolati.

Oggi Martino ha fatto un lungo discorso al gatto e si devono essere capiti benissimo perchè quando dopo poco Martino in uno slancio di affetto ha cacciato le dita negli occhi di Beto, questo ha lasciato fare senza mordere o graffiare...

E il CIAO CIAO di oggi sarà...col cappello!

 
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ONOMASTICO

Post n°459 pubblicato il 11 Novembre 2009 da atapo
 

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San Martino che divide il suo mantello con un mendicante .

(Tavola del 1590, Anonimo, Museo Nazionale Ungherese di Budapest)

SAN MARTINO e MARTINO

Oggi, San Martino, invece di parlare di la nebbia agli irti colli, è doveroso parlare di mio nipote che festeggia (si fa per dire, perchè ai suoi genitori non interessa più di tanto e lui nemmeno se ne accorge) il suo primo onomastico.

Da un pezzetto non parlo di lui...che fa?

Le sue tate dicono che è un “bimbo da nido”: si è inserito bene, anzi al mattino quando si sveglia ma sonnecchia ancora un po' basta che la mamma dica: “Dai, andiamo dai bimbi, da Fabio, da Emma...” e lui è pronto a vestirsi e a entrare in azione.

Al nido, come a casa, è sempre curioso di tutto, ma si concentra a lungo a esplorare, a manipolare, a usare in tutti i modi possibili gli oggetti e i giocattoli che gli capitano a tiro. Tutto questo per conto suo; sì, cerca ogni tanto l'approvazione dell'adulto o ci spiega con sillabe strane le sue scoperte, però non è appiccicoso: se viene a richiedere un coccolo poi basta poco per farlo ripartire per le sue “faccende”. Ora in particolare lo attrae il fenomeno del “mettere dentro” e ci prova con tutti gli oggetti e i barattoli, cosicchè i suoi genitori hanno fatto buchi di varie dimensioni nei coperchi di plastica dei barattoli vuoti per esempio del caffè e lui si impegna moltissimo a infilarci dentro di tutto, in particolare le sue palline. Sono il giocattolo preferito: ha palle e palline di ogni dimensione e materiale: le rimbalzine, quelle da ping pong, quelle morbide buone anche da mordere, dei palloni più grandi di lui che spinge gattonando per tutta la casa. E' sempre allegro e ridacchione.

Io lo vedo circa una volta la settimana, di solito per fargli da baby sitter. All'inizio temevo che non mi riconoscesse ancora con sicurezza, ma proprio una delle prime volte...

Ero appena entrata in casa loro, la mamma lo stava cambiando sul futon, quando mi ha visto si è messo a ridere e felice è sgusciato via a culetto nudo gattonando per venirmi tra le braccia ed offrirmi come prezioso regalo uno dei suoi pannolini! Da quel momento non ho più avuto incertezze e mi sono sentita “battezzata” come nonna!

Sì, mi piacerebbe tanto vederlo più spesso, ma ...mi contengo: Martino è soprattutto per i suoi genitori, mi godo e mi accontento dei momenti belli che già così mi dà.

La novità di questi giorni è che sta iniziando a camminare e molto in fretta: giovedì scorso faceva tre passi poi cadeva a sedere e per fortuna che ci sono i pannolini! Sabato mio figlio è passato da loro, gli ha fatto una ripresa video, ce l'ha mostrata e...ecco Martino che riesce ad attraversare traballando, ma senza cadere, quasi tutta la stanza! Domani, quando andrò, chissà dove sarà arrivato! E fra queste prodezze si vede il gatto che...cerca di stargli alla larga spostandosi strategicamente!

Insomma, come aspetto con gioia di arrivare al giovedì!

 
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DA CANCELLARE !

Post n°458 pubblicato il 10 Novembre 2009 da atapo
 

<!-- @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } -->

 

...E TRE !!!

 

 

 

 

Pomeriggio da cancellare!

 

 

 

 

Già iniziato tardi, perchè mio marito è tornato dall'Università alle 14, abbiamo pranzato, ho preparato l'impasto per la macchina del pane, organizzando mentalmente che appena questa aveva finito c'era da fare la lavapiatti, poi in serata la lavatrice...stando ben attenta a non sovrapporre gli elettrodomestici in funzione altrimenti salta la corrente (come a me capita spesso) e magari salta proprio mentre mio marito sta facendo un lavoro IMPORTANTISSIMO al computer...apriti cielo!

Comicio a tirare fuori le cose che mi occorrono per i miei prossimi lavori di francese: oggi mi voglio dedicare a una bella programmazione e ricerca di materiale...Il marito mi interrompe perchè vuol sapere il mio parere su una ricevuta da preparare in quanto deve dare dei soldi a un muratore per lavori del condominio: bene, mi interrompo, ne parliamo.

Finita la conversazione, mi sistemo al MIO computer per continuare il mio lavoro;

arriva lui: “Ora devo starci io per scrivere e stampare la ricevuta!”

Perchè il mio computer, di tutti quelli che ci sono in casa, è l'unico che stampa e solo in bianco e nero.

Allora mi dedico a cercare delle schede fra il materiale, tanto va fatto anche questo, intanto riordino un poco, tiro fuori, sposto...

Naturalmente vengo interrotta per dare un parere sulla famosa ricevuta completata.

Finalmente esce, per portarla al vicino di casa. Il vicino non c'è, rientra subito, ma mi deve raccontare che in casa (l'ha visto dalla finestra) c'era solo la moglie, che è sorda, quindi era inutile suonare...

Ascolto e intanto perdo un po' il filo delle mie ricerche...

Ora esce di nuovo, deve andare in parrocchia a tenere un corso di computer ad un gruppo, finalmente sarò per due orette tranquilla e lavorerò a fondo!

Non sono passati cinque minuti che lo sento rientrare, apre la porta con un urlo:

CI HANNO RUBATO LA MACCHINA !!!

“Ma dov'era, quando l'hai lasciata, ma hai guardato bene??? Fai un giro nelle strade qui attorno, magari ti sei confuso...”

Già sono in subbuglio...aspetto che rientri: ha girato per le strade attorno, la macchina non c'è!!!

Telefona a chi lo aspettava in parrocchia per rinviare l'incontro, gli chiedo: “Ma non ci sarà stata la pulizia della strada?”

“No, mi hai detto che c'era nella strada qui di fronte, allora l'ho messa nella strada accanto.”

Però va a controllare...infatti hanno cambiato i giorni della pulizia, stamattina veniva fatta proprio nella strada dove aveva lasciato la macchina. Intanto sono quasi le 18, non si sa se il deposito è ancora aperto, però dobbiamo accertarci che l'auto sia là, telefona...SI', è stata portata via!

E TRE !!!

E' la terza volta che ci succede, noi segniamo sul calendario i giorni della pulizia nelle strade attorno a casa, ma ora dovrò segnare anche quelli delle strade “un po' più in là”...

Le altre volte veramente si era proprio dimenticato di guardare il calendario e al mattino, nonostante uscite precipitose quasi in pigiama quando sentiva il rumore dei camion pulitori, non aveva fatto in tempo...

Così multa e rimborso trasporto auto ecc., euro (e nemmeno pochi) che saranno molto utili nelle casse del Comune...ora è uscito, dopo aver studiato con me la combinazione degli autobus che lo portano al Deposito Comunale, speriamo arrivi prima che chiuda e che ritorni con la macchina (penso che farà tardissimo)!

Tutto sommato, meglio la maxi multa piuttosto che il furto!

Naturalmente il mio pomeriggio di tranquillo lavoro intellettuale è andato a farsi benedire e sono ancora in alto mare col lavoro da fare domani con i Piccoli Principi!

E ora che ci penso, in tutto il trambusto mi sono anche dimenticata che dovevo andare in farmacia a ritirare una mia medicina...

 
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ORGANIZZARSI

Post n°457 pubblicato il 07 Novembre 2009 da atapo
 

Mucha A., Studio di donna seduta in poltrona

PERCHE' ?

Ottobre è il mese del rodaggio, da Novembre le giornate si assestano su quel tran tran che grosso modo continuerà fino a primavera inoltrata...

Era così quando insegnavo, in Ottobre c'era da abituarsi al nuovo orario, ai nuovi alunni (o a quelli vecchi che crescono), talvolta a nuovi colleghi...per non parlare, negli ultimi anni, delle nuove regole e dei cambiamenti, spesso uno più astruso dell'altro...

Poi, a Novembre, bene o male, rassegnati o soddisfatti, si partiva...e in un attimo era già Natale.

Anche ora, in pensione, mi succede così:

ormai ho le giornate più o meno organizzate, dopo che il mese scorso ho fatto scelte e sistemato orari.

Dunque...

Quest'anno ho rivoluzionato un po' e per l'acquagym essenziale per la mia salute almeno due volte a settimana anziché farla nel tardo pomeriggio, ho scelto il corso che si tiene di mattina: mio marito è all'università e non mi può accompagnare quindi devo usare sempre l'autobus, ma al mattino sono meno stanca e non mi affatica troppo. Le lezioni sono tre volte a settimana, mi basta riuscire a farne due, magari evito le giornate più fredde o con qualche impegno...

Così ho liberato tutti i pomeriggi: uno è per Martino, uno è per la mia ex-scuola: al mercoledì ho ripreso il francese per cuccioli (ne riparlerò con calma) e nello stesso pomeriggio, prima del francese, vado a scuola a fare la bibliotecaria per il prestito nelle classi, visto che con i tagli-Gelmini, senza compresenze e senza soldi, chi si occupava della biblioteca non riesce più a tenere in ordine, catalogare e gestire il prestito dei libri.

Se ci sono incontri, al CIDI o in altre associazioni, oppure conferenze che mi interessano, può essere facile trovare il pomeriggio libero...

Ah, non potendo più fare il teatro all'Università dell'età libera, volevo un altro corso pratico perchè le lezioni di solo ascolto per me rischiano di essere soporifere...allora mi sono iscritta a disegno, che però comincerà ad anno nuovo, il martedì pomeriggio (disegno...altra mia passione giovanile che ho abbandonato a 18 anni, quando dovetti diventare adulta tutta d'un colpo).

Ci sono nell'aria altri progetti...con certe persone...non so se si concretizzeranno, ma già parlarne e pensarci mi dà soddisfazione...

Sì, sono soddisfatta di come si sta mettendo...

PERO'...

...perchè spesso mi sento così maledettamente stanca?

Mi vengono dei colpi di sonno a cui resisto a stento.

A volte ho proprio voglia di non fare nulla: leggiucchiare, passeggiare, dormicchiare e basta.

In certi giorni mi sembra di non avere forze, guai se non mi faccio un riposino...per poi ripartire.

Mi pare di essere svuotata, senza energia, non appena smetto queste attività che mi interessano,

mi sento dentro una malinconia e una ...voglia di niente: vorrei fermarmi, diventare invisibile e guardare il mondo che va avanti, ma senza di me. E' una sensazione strana che confesso di non avere mai provato e che non mi so spiegare: sono contenta e triste allo stesso tempo, mi dico “Non c'è nulla di grave”, ma mi sento a disagio...

L'autunno di solito mi porta un po' di depressione, ma in quest'autunno è diverso, le sensazioni sono diverse dagli anni passati...

E negli ultimi giorni mi sono tornate anche le vertigini, che sembravano debellate...dovrò riprendere la via degli ambulatori e delle visite mediche...

 

 
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Post n°456 pubblicato il 04 Novembre 2009 da atapo
 

FILASTROCCA DEL BAMBINO FUTURO

 

Sono un bambino, sono il tuo dono

Prima non c'ero e adesso ci sono

Sono il domani, dalle tue mani

Devi difendermi con le tue mani

Sono il futuro, sono arrivato

E sono qui perchè tu mi hai chiamato

Come sarà l'orizzonte che tracci

Dipende da come mi abbracci.

(Bruno Tognolini)

 

 



Questa simpatica poesia per annunciare che la prossima primavera arriverà
RICCARDO !!!
Farà compagnia al suo cuginetto Martino...
E poichè è figlio di mio figlio
continuerà anche il cognome di famiglia...
Qualche parente ci tiene,
ma chissà che nel frattempo non cambino le regole
e ognuno possa scegliere il cognome che gli pare!

 
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UNA BELLA INIZIATIVA

Post n°455 pubblicato il 02 Novembre 2009 da atapo
 

"VIDE  GRENIER"...

...ALLA  TOSCANA.

Vi avevo raccontato, il 4 settembre, di questa bella iniziativa abbastanza frequente nelle città francesi. Ebbene, ieri l'hanno attuata anche a Sesto Fiorentino, una cittadina confinante con Firenze.

E' stata chiamata SVUOTA  LA  CANTINA,

ma il senso era uguale: i cittadini di Sesto (purtroppo era riservata solo a loro) dopo essersi iscritti presso il Comune hanno esposto e cercato di vendere quello che a loro non serviva più. E le iscrizioni sono arrivate a valanga, tanto che erano state chiuse ormai da giorni!

Infatti una delle piazze principali e tutte le strade adiacenti ieri sono state occupate da questi banchi improvvisati e stracolmi; c'erano anche classi di scuole, i cui genitori si erano "consorziati" per raggranellare qualche euro per le malandate casse scolastiche...

tesori casalinghi

qualche ambizione estetica

carina l'idea...vien voglia di comprarne uno!

 

 

Un bel pomeriggio di sole e una folla incredibile a guardare, a comprare...ma anche ad incontrare amici e a passare qualche ora insieme.

 

E bambini, tanti bambini!

 

Che finalmente potevano trovare tanti giocattoli (usati, ma ai bambini non importa), chiederli ai genitori e...riceverli, visto che erano venduti per pochissimi euro!

 

Peccato solo che venga fatto una volta all'anno!

Visto il successo e la quantità di roba esposta, perchè non più spesso?

In questi tempi il recupero, il riuso, lo scambio, meriterebbero di essere incoraggiati!

Così Martino avrà in dono (c'è l'onomastico vicino) ERNESTO IL MAGGIOLINO LESTO, una automobile della Clementoni che ...parla, canta, fa un sacco di suoni e di luci a premere qua e là...magari non tutto funziona alla perfezione, ma per tre euro ci si può accontentare!

 
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CRONACA

Post n°454 pubblicato il 01 Novembre 2009 da atapo
 

(Sono una piccola ape furibonda.)
 Mi piace cambiare di colore.
 Mi piace cambiare di misura.

Non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all' orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

ricordo di Alda Merini

grande poetessa italiana

morta oggi, 1 novembre 2009,

a Milano

 
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