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Messaggi di Aprile 2010

PRISENCOLINENSINAINCIUSOL

Post n°527 pubblicato il 28 Aprile 2010 da atapo
 

DO YOU SPEAK MARTINESE ?

 


 

MAMMA lo dice proprio nelle situazioni di estrema disperazione, rifugiandosi tra le sue braccia.

NONNA, o qualcosa che gli assomiglia, ho avuto l'onore di sentirlo qualche volta, appena arrivo a casa sua, o quando gli parlo al telefono.

AM viene fuori al momento dei pasti.

VE' e MA' , allargando sconsolato le braccia, sono le parole magiche che dovrebbero far ricomparire le palle e le macchinine che spariscono sotto i mobili o chissà dove...

NO ! , molto deciso, è l'ultima conquista di questi giorni, detto sempre a proposito...per ribadire la sua non-volontà.

Per il resto...Martino parla, parla sempre, di continuo, ma in martinese, una lingua tutta sua, dove ci sono tutte le sillabe dell'italiano, ma in una allegra e incomprensibile accozzaglia.

Ricordate la canzone di Adriano Celentano, PRISENCOLINENSINAINCIUSOL ? Era una serie di parole inventate e messe in musica, che non volevano dire assolutamente niente. Ecco, la lingua di Martino ora è così. Ma i suoi sono veri e propri discorsi, con tutte le intonazioni: a volte domanda, o protesta, o fa il tono soddisfatto, o “racconta” a noi e ai giocattoli quello che solo lui sa: a starlo ad ascoltare, pare di avere di fronte un piccolo cinese o arabo o di chissà quale parte remota della Terra, o extraterrestre, che si esprime tranquillamente nella sua lingua.

Ogni tanto mi pare di individuare qualcosa di quasi italiano relativamente a ciò che si sta facendo, quando lo riferisco a mia figlia lei mi risponde: “Hai davvero molta fantasia, mamma!” e così continua il mistero dei grandi discorsi in martinese.

I miei figli non sono stati molto precoci a parlare, ma questo...è anche strano e buffo, non mi resta che ascoltarlo divertita e rispondere in italiano (ma potrei provare anche in francese) quando lui mi chiede qualcosa in martinese...

Mi viene in mente ciò che diceva Chiara Riondino, che fu mia collega a scuola e mi aiutò a insegnare dei canti agli scolari: “Impariamo prima la musica, poi le parole.” Forse Martino sta seguendo lo stesso metodo?

 

 
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FESTA E FESTE

Post n°526 pubblicato il 25 Aprile 2010 da atapo
 

“...E' FESTA D' APRILE...”


Cassatt M., Childrens in garden

 

Di sicuro canteranno anche questa canzone partigiana, insieme a tante altre, oggi alla festa ZAP (Zona Altamente Partigiana) che si sta svolgendo al centro sociale del mio quartiere. L'anno scorso c'ero andata, una bella festa, sarà così anche quest'anno.

Di sicuro una bella festa, oggi e per tutti gli anni futuri, anche a casa della mia blog-amica che stamattina è diventata nonna per la seconda volta, in maniera un po' avventurosa...ma indimenticabile. E mentre poco fa leggevo la sua cronaca mi venivano le lacrime agli occhi dall'emozione...

Io ho deciso di trascorrere qui in casa questa giornata di festa,

anche se c'è il sole, anche se avrei incontrato volentieri qualcuno alla ZAP, come accadde l'anno scorso. E' che mi sento molto stanca e affaticata. Come prevedevo, sto “mollando”: i due giorni fuori Firenze hanno smosso qualcosa nella corazza che mi ero costruita addosso da novembre, me ne sto accorgendo pian piano e sento il bisogno di rilassarmi, di non sovraccaricarmi di attività e di impegni. Nei prossimi giorni so già che avrò parecchio da fare, si avvicina la realizzazione di un progetto...di cui non ho ancora detto nulla qui...ma presto saprete...

Così ho deciso di prendermi del riposo in anticipo.

Tanto le emozioni arrivano da sole, non c'è bisogno di andarle a cercare!

Ieri pomeriggio siamo stati a casa da mio figlio, per rivedere Riccardo che ha già ben 10 giorni di vita. C'era anche Martino con i suoi genitori: l'incontro ravvicinato col cuginetto non lo ha colpito più di tanto, perchè il piccolo dormiva nella carrozzina che è alta, fuori dalla visuale di Martino, il quale invece era molto più attratto dai peluches e dai telecomandi, entrambe le cose abbondanti a casa di mio figlio.

Martino neonato era veramente “un bimbo nuovo” per me, non solo perchè il primo nipote, ma anche per l'aspetto fisico, molto diverso dai lineamenti della sua mamma; poi col passare dei mesi invece ha fatto gli occhi e lo sguardo identici a quelli di mia figlia, anche se per il resto continua ad assomigliare di più al suo papà.

Invece Riccardo è sorprendentemente uguale a mio figlio, non solo nel colore dei capelli, ma nei lineamenti del viso, nella forma della testa, nella posizione che ieri teneva dormendo...appena lo guardo è come un “dejà vu”, mi sento catapultata indietro di 34 anni, per un attimo mi confondo, non mi è più chiaro se sono la nonna o la mamma...

Anni e giovinezza volati così rapidamente! Guardarlo mi fa pensare con nostalgia a tutto il tempo passato...

Ora che mio figlio torna al lavoro, mi sono offerta di andare da loro qualche volta, se mia nuora ha necessità o piacere, per darle una mano, col treno non è scomodo. Che non si riguardino a chiamarmi...Ma io sono la suocera, mi hanno detto che la mamma di mia nuora ha dato la stessa disponibilità, probabilmente avrà la precedenza...non mi offendo, farei così anch'io...e certo verrà anche il mio turno...

Oggi ho ritrovato il primo orsacchiotto di gomma che avevo comprato per Marco: gli piaceva tanto guardarlo e sorridergli nella culla, lo porterò a suo figlio, vedremo se anche in questo sarà uguale al papà.

Voglio anche riprendere e riguardarmi le foto che scattai a Marco neonato, sarà un bel traffico cercarle in casa visto che stanno tra le cose non ancora sistemate dopo i “grandi lavori”, ma se le troverò mi sembrerà di averli qui tutti e due, figlio e nipote.

Sì, oggi è una bella “festa d'aprile”, anche se sono chiusa in casa!

 

 

 
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UMBRIA

Post n°525 pubblicato il 23 Aprile 2010 da atapo
 

DUE GIORNI E UN PO'

A dire il vero, ormai me ne era passata la voglia.

Il “nostro” viaggetto di primavera non faceva che trovare ostacoli: la Pasqua con la suocera che non era partita, la paura per la “visita” del suocero, rinvia...rinvia...il periodo in cui io e mio marito ci eravamo tenuti più liberi stava finendo.

Quando finalmente mia suocera è stata accolta dai suoi parenti a Roma, guardando il nostro calendario degli impegni ci siamo accorti sconsolatamente che ...ce n'erano tanti e non tutti più cancellabili o spostabili...metti poi che quelli parrocchiali di mio marito, per una cattiva abitudine, vengono fatti e disfatti all'ultimo momento...i giorni di splendido sole primaverile erano passati, inesorabili.

Restava il week-end scorso, poi mia suocera potrebbe tornare da un giorno all'altro, avvisando, come d'abitudine, all'ultimo momento: quello o mai più.

Io ero quasi per il MAI PIU', ormai rimanda rimanda mi era passata la voglia. Ma mio marito aveva deciso e quando decide...solo la parrocchia o un disastro riescono a fargli cambiare idea e stavolta insisteva tanto perchè sentiva proprio la voglia di staccare. Avremmo dovuto partire giovedì, poi è arrivato Riccardo, che comunque non aveva bisogno di noi almeno per un po' di giorni, tanto le dimissioni dall'ospedale non ci sarebbero state prima di domenica. Così il venerdì mattina abbiamo cominciato a preparare per la partenza: già, perchè a casa nostra il camper si prepara all'ultimo momento, non è che nei giorni precedenti mio marito si avvantaggi in modo da metterci in marcia presto nel giorno stabilito...e io mi sono stufata di fare la valigie in anticipo e di tenerle in giro finchè LUI non si decide...

Insomma, la partenza non è stata certo di buon'ora. Per andare dove?

In Umbria! Aveva deciso da tempo mio marito, a me a quel punto andava bene tutto, bastava togliersi da Firenze! Ma l'Umbria non è piccola: i luoghi che avremmo voluto visitare venivano depennati man mano che questo viaggio si accorciava, ora eravamo ridotti proprio al minimo...

Il mio ruolo di tour operator stavolta si è ridotto, giovedì sera, a cercare su internet qualche manifestazione carina in qualche luogo dell'Umbria per il week-end.

Prima tappa: Perugia, anzi, la fabbrica della Perugina (che ero curiosa IO di visitare), dove siamo arrivati a pomeriggio inoltrato, giusto una mezz'ora prima della chiusura (i soliti tempi lunghi di famiglia) appena in tempo per un giretto veloce e interessante nel museo che racconta la storia della ditta e per un assaggio di cioccolata. Scoprendo, lì dentro, che si potevano scattare foto, ma mio marito aveva usato la mia macchina a iosa il giorno prima per immortalare Riccardo, con e senza flash, senza ricaricare la pila che ora era miseramente esaurita: così mi sono arrabbiata e mi sono fatta promettere una prossima visita con foto...

E intanto cominciava a piovere...e la temperatura si abbassava...

In città, dopo aver girato e rigirato, abbiamo avuto la fortuna di trovare un posto in un parcheggio abbastanza vicino al centro, a cui si arrivava attraverso una scala ripida, ma dentro un boschetto niente male. Così la prima conoscenza della città è stata in notturna, ben avvolti nel giaccone, a cercare un ristorantino per la cena (trattoria “La botte”, in una stradina medievale tutta a volte).

 

 

La mattina di sabato acqua, pioggia, vento...non beccavamo un tempaccio simile in camper dai tempi del viaggio in Belgio! Che tristezza!

non è rugiada...è pioggia!

Per fortuna sul tardi si è un po' calmato e abbiamo fatto un bel giro per la città “diurna” , sopportando altri scrosci temporaleschi ogni tanto...che non mi rilassavano per nulla anzi pensavo: “Ma chi ce l'ha fatto fare?”

Comunque il centro storico mi è piaciuto, anche se è tutto un saliscendi, non è adatto a me...Le pietre rosate di molti palazzi, la piazza con quella bellissima fontana, i portoni contornati di pietra...mi sono sbizzarrita a fare foto!

angolo medievale sotto la pioggia

 

pietre rosate

Pranzo al ristorante “La Piazzetta”, in una laterale di via dei Priori, una delle strette stradine medievali: cucina umbra anche qui, con tartufi. E mio marito che non sopporta l'odore del tartufo in questi pasti ha sofferto parecchio...anche se non lo ordinavamo noi, c'era sempre qualcuno nei tavoli vicini!

Scappati dalle piogge perugine, in serata siamo arrivati sul lago Trasimeno, a Castiglione del lago, dove la domenica c'era la festa del tulipano. Perchè ho scoperto che, arrivati dall'Olanda, ora i tulipani si coltivano sul lago Trasimeno e a Castiglione ogni anno ne celebrano la festa col palio tra i sei rioni e la sfilata dei carri, uno per rione, tutti allestiti con petali di tulipano.

Pioverà, non pioverà? Dall'area sosta in riva al lago, in cui per tutta la notte ha cantato l'usignolo (già, continuo a dormire poco...) guardavamo uno splendido cielo stellato...

...e la mattina dopo...NEBBIA...UMIDO !!! Sembrava novembre inoltrato!

la primavera è dietro la nebbia

Invece verso le 11 è comparso il sole, prima timido, poi sempre più deciso e il pomeriggio è stato  caldo e soleggiato,

 

 

 

la festa si è svolta senza problemi ed è stato molto carino:

ci siamo “soffocati” tra la folla alla sfilata,

abbiamo visitato la fortezza,

abbiamo mangiato nell'allegra confusione degli stands delle contrade,

abbiamo ammirato dall'alto il lago che cambiava i colori durante la giornata.

 

 

 

 

 

Troppo presto è arrivato il buio, un 'ultima notte, ancora l'usignolo che accompagnava i miei ricordi di tanti anni fa...

 

 

I figli erano bambini, avevamo pochi soldi e un carrello tenda che in 10 minuti si apriva e si allestiva, in tanti week-end estivi partivamo il venerdì pomeriggio e ci fermavamo in campeggio sul lago Trasimeno fino al lunedì mattina...eravamo ormai di casa laggiù, i bambini si erano fatti gli amichetti ed erano felicissimi di queste trasferte...da lì una volta li portammo a Siena alle prove del Palio, un'altra volta a Perugia (ma io non mi ricordavo nulla della città, forse ero troppo impegnata con i due bimbi...), si mangiavano pizzette e panini fatti in casa per non spendere troppo...tempi faticosi, ma nel ricordo diventano leggeri...

lago Trasimeno

L'usignolo cantava...è arrivata la mattina di lunedì: dovevamo partire presto, perchè nel primissimo pomeriggio avevamo a Firenze un appuntamento con un avvocato, sempre per la questione suoceri ...ecco il ritorno alla realtà e mi sembrava di non essermi riposata per niente...

Era ritornato decisamente anche il bel tempo: rabbia, rabbia...

Mah, bisogna accontentarsi!

 

 

 
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RICCARDO

Post n°524 pubblicato il 19 Aprile 2010 da atapo
 

PRESENTAZIONE UFFICIALE

Eccolo, il nuovo bebè di famiglia!



 

Anche stavolta, un viaggetto per andarlo a conoscere, perchè mia nuora ha partorito a Pistoia, dove conosceva l'ospedale e dove abitano i suoi genitori: differenza tra nonna-mamma e nonna-suocera...

L'emozione che cresce durante il viaggio, insieme all'immaginazione...anche se non è il primo nipote, le sensazioni sono uguali.

Eccolo! E un tuffo al cuore: quei capelli! Quel biondo così...nordico! Identici ai capelli di suo padre, cioè mio figlio, da neonato, che ha poi mantenuto, bellissimi, fino all'adolescenza! I lineamenti sono un po' diversi, ma per un attimo ho rivissuto i momenti e la sorpresa successivi al mio parto...

E' un colore che viene dalla famiglia di mia madre, che aveva tanti fratelli e sorelle, molti erano biondi così,...è “passato” a mio figlio, a Iago, figlio di mio fratello, ora si mantiene nella generazione successiva.

Mi pareva di sentire la voce della mia mamma che diceva, in dialetto bolognese “antico”:

“L'è propri un Paganén!”(dal loro cognome dialettizzato),

come ripeteva per Marco e per Iago...e la commozione si è fatta ancora più forte.

E' ciccione come il suo papà (solo alla nascita, però!): kg 3,750!

Al ritorno ho telefonato alla consuocera, anche lei entusiasta del nipote, che è il quarto nipote maschio, magari avrebbe preferito una femmina, ma si è subito innamorata del bambolotto Riccardo...

Chi per il momento non era molto entusiasta era Martino, che proprio quel giorno aveva mal di pancia a causa di un dente che stava spuntando e non era proprio interessato al nuovo cuginetto: avrà tempo per rifarsi!

 

 
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NASCITA

Post n°523 pubblicato il 15 Aprile 2010 da atapo
 

  BENVENUTO...RICCARDO !!! 

 

E' nato, oggi, verso le 14.

Eravamo stati preavvisati da un messaggio questa mattina: "Da qualche ora siamo in ospedale." Confesso che per il resto della mattinata ho fatto un sacco di cose, ma la mia testa era laggiù, a Pistoia...

Poi la telefonata di mio figlio, felice neo-papà, ed anche un vagito telefonico...la voce di Riccardo! E' biondo, lo era anche mio figlio appena nato...

Fra poco faremo una spedizione familiare: noi nonni, mia figlia (la zia), Martino (il cuginetto) per conoscerlo, questo nuovo cucciolo!

Ma per avere i particolari...un po' di pazienza!

Perchè domattina, se tutto va bene, finalmente partiremo col camper, per qualche giorno...

 

 

 
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STORIA PER OGGI

Post n°522 pubblicato il 14 Aprile 2010 da atapo
 

 

 

“L' ERRORE PIU' BELLO...”

 

 

 

Trenta anni fa insegnavo ancora a Bologna. Avevo una quarta elementare a tempo pieno, erano anni di sperimentazioni “eroiche” e con la collega facevamo tante belle cose, i bambini si divertivano ed imparavano piacevolmente. Quell'anno il libro scelto per la lettura della maestra ai bambini era stato “La torta in cielo” di Gianni Rodari, un autore che ci aveva accompagnato dalla prima, con le sue “Favole al telefono”, poi alla scoperta della lingua col “Libro degli errori” e cosi via...(era anche di moda, a quel tempo, fra gli insegnanti “alternativi” come noi).

 

 

Il libro piacque immensamente, così decidemmo di farlo diventare teatro e insieme ai bambini riducemmo, scegliemmo i momenti più importanti, scrivemmo la sceneggiatura, cominciammo a provare e a mettere in scena.Un teatro povero, anzi poverissimo: non c'erano spazi appositi, non c'erano fondi aggiuntivi...tutto si svolgeva in aula, sfruttando banchi, sedie, cattedra e...fantasia! La torta enorme fu dipinta sul polistirolo e volteggiava rischiosamente sulle teste appesa a un bastone per togliere gli abiti dagli armadi alti...

La passione di tutti, bambini e maestre, ottenne il successo tra i genitori e i compagni di altre classi che videro lo spettacolo a Carnevale in diverse repliche, a turni perchè come dicevo potevamo usare solo lo spazio della nostra aula. Avevamo anche inventato la “colonna sonora”: parole e musica di una canzoncina di cui ricordo ancora il ritornello (che tutta la scuola poi aveva imparato a tormentone):

L'errore più bello l'ha fatto Geppetto

ingegnoso e simpatico vecchietto

che invece di fare una bomba nucleare

ha inventato una torta spaziale

che invece di uccidere tante persone

ha reso felice la popolazione”

E “L'errore più bello” fu anche il titolo del nostro spettacolo, perchè ci sembrava troppo “osare” per la nostra piccola cosa il titolo del romanzo.

I bambini entusiasti del loro lavoro e del successo ottenuto ebbero un'idea: perchè non scrivere a Gianni Rodari? Si sapeva che lui amava colloquiare con le classi... Gli raccontammo la nostra esperienza in una lettera, unendoci il copione e i disegni dei bambini.

Qualche tempo dopo, con nostra grande gioia, arrivò la risposta: una lettera autografa, con alcuni simpatici disegnini di suo pugno, in cui diceva che "l'autore è contento quando dopo la parola FINE le sue storie continuano a vivere..."

Ci prometteva che sarebbe venuto a trovarci di lì a poco, dopo alcuni necessari "restauri" medici e questa promessa entusiasmava i miei alunni.

Invece morì, proprio nel corso di uno di questi "restauri", proprio il 14 aprile 1980... Quel giorno, quando leggemmo in classe la triste notizia, i miei alunni credo che abbiano provato uno dei dispiaceri più grossi per la loro giovane età: stavano già preparandosi ad accogliere il famoso visitatore e a conoscerlo di persona.

Io conservo questa lettera di Gianni Rodari come un tesoro...il copione di quello spettacolo invece l'ho perduto: chissà dove sarà finito...oppure a volte qualcuno ti chiede in prestito del materiale e non lo rivedi più. Di tutti gli spettacoli che ho preparato con le mie classi, solo questo mi manca, che forse è stato il più importante...Darei chissà cosa per rintracciarlo...

Con questa storia oggi voglio ricordare, dopo 30 anni, Gianni Rodari...

oggi, che ci sarebbe ancora bisogno di “errori più belli”...



 

 
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VIAGGIO

Post n°521 pubblicato il 13 Aprile 2010 da atapo
 

SOGNO  DI  VIAGGIO

 

Conoscete questo signore?

Era un esploratore di origine italiana (ma esplorava per la Francia),

ha dato il nome a Brazzaville, città del Congo

Io e mio marito non abbiamo abbandonato del tutto l'idea di un viaggetto in camper.

Ci eravamo tenuti liberi da altri impegni nel periodo pasquale, poi è andata come è andata...

Ora abbiamo l'agenda piena di nuovo, non sempre si può spostare o rinviare, quando anche altre persone sono coinvolte con noi. Però stiamo cercando di organizzarci :

se sparirò per un po' vuol dire che ci siamo riusciti...

Non dico dove vorremmo andare, per scaramanzia, ma non è troppo lontano, casomai Riccardo ci facesse tornare indietro precipitosamente...

 
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QUANDO ARRIVA ?

Post n°520 pubblicato il 12 Aprile 2010 da atapo
 

ATTESA


 

All'inizio i ragazzi dicevano che secondo loro la nascita era prevista verso la metà di aprile...

Poi cominciarono i controlli medici:

visita di qua,

ecografa di là,

controlla di sopra,

misura di sotto,

calcola e ricalcola...

...i medici decretarono che doveva arrivare prima, verso il 7 aprile.

Ma Riccardo pare che sia d'accordo con i suoi genitori e si fa ancora aspettare!


 
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PARTENZA!!!

Post n°519 pubblicato il 10 Aprile 2010 da atapo
 

LIBERTA'...condizionata


Waterhouse J. W., Psyche entering Cupid's garden


E' partita!!! Mia suocera è finalmente andata dai suoi parenti laziali!!!

Gli ultimi giorni sono stati davvero pesanti: era rimasta sconvolta da quanto avvenuto a Pasqua, restava rintanata in camera sua tutto il giorno senza i soliti giretti per mercatini rionali, non si affrettava più a fare quei lavoretti casalinghi, tipo stirare, apparecchiare, vuotare e riempire la lavapiatti, che ormai erano diventati quotidianamente “compito suo”, era sempre al telefono (per fortuna abbiamo la tariffa forfettaria), quando compariva, con faccia da funerale, era per dire: “Non mi risponde nessuno (chiamava i figli, i parenti sparsi in tutta Italia, quelli laziali per sapere se fossero tornati dal viaggio)...perchè non c'è mai nessuno.?..dicono, dicono, ma poi in fondo non mi vuole nessuno...”

Insomma, uno strazio! E io e mio marito a ripeterle che forse in periodo pasquale qualcuno va in giro, o che forse era orario di lavoro, o che alla sera potevano anche essere andati al cinema...

Finalmente i contatti col Lazio si sono riattivati, ci ha detto “Ora non vi rompo più le scatole” e in mezz'ora ha preparato la valigia, mi ha detto che mi lasciava dei suoi vestiti da lavare e mi ha chiesto di farle il biglietto del treno on-line.

Io le ho chiesto: “Quanto tempo starà laggiù?”

“Mah, non so per quanto tempo posso stare, ma tanto che importa?”

E io: “Veramente non sarebbe male saperlo, per esempio per andare noi due a fare un viaggetto, o per ospitare qualche nostro amico nella camera che resta libera...”

Stavolta non accettavo il solito “loro” stile dell'improvvisazione e dell'essere a disposizione incondizionatamente. Allora ha detto che almeno dieci giorni è sicura di stare fuori, poi...si vedrà, ci farà sapere appena possibile.

Mio cognato che era con noi a Pasqua ci ha informato che il vecchio è sicuro che sua moglie stia da noi, l'ha detto anche alla psichiatra, e ci dobbiamo aspettare altre sue “incursioni”. A maggior ragione quindi, dopo il periodo laziale, mia suocera non dovrà più stare in casa nostra e ci sarà un “summit” tra i figli per organizzare il futuro.

Così ieri se ne è andata commossa, abbracciandomi e ringraziandomi...e ci ha già telefonato due volte!

Appena partita, anche mio marito mi ha ringraziato di nuovo, dice che se fosse stato lui al mio posto dopo 15 giorni non avrebbe più resistito. Gli ho ribadito che se ci sono necessità si tiene duro, ma che non si deve lasciar passare il tempo inutilmente senza cercare di risolverle, o dando per scontato che...

Poi avevo impegni e sono uscita, ma per la prima volta dopo tanto tempo non vedevo l'ora di tornare a casa, di godermi un po' nel loro silenzio e nel mio disordine tutte le stanze,

soprattutto quella che io e mio marito chiamiamo “di Marco”, ma nel cuore io chiamo della mia mamma”... e che non sono mai riuscita a chiamare “di mia suocera”.

 

 
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PRIMAVERA

Post n°518 pubblicato il 08 Aprile 2010 da atapo
 

martedì-mercoledì-giovedì


 

In tre giorni è esplosa la primavera.

Un tempo splendido, un calore tiepido, un vento dolce...e gli alberi che quasi da un'ora all'altra li vedi cambiare e riempirsi di foglie nuove...

Se fossimo partiti col camper...che meraviglia! Avremmo sostato senz'altro fuori città, accanto a qualche paesino, ma cercando aree di sosta tra il verde, al mattino ci avrebbero svegliati gli uccellini e il fruscio delle foglie appena spuntate...da riconciliarci con la vita e col mondo!

Ieri non ne potevo più, mi sentivo ribollire, scoppiare, non riuscivo a stare ferma in casa, dove tutto mi dava fastidio: sono andata a fare la spesa, ma non mi è bastato.

Allora sono “fuggita”, ho preso l'autobus, non verso il centro città, ma uno di quegli autobus che fanno giri eterni tra la periferia poi escono e vanno verso i paesi confinanti, attraversano di tutto, nuovi quartieri, zone industriali, vecchi borghi e campagna, campagne...Ecco, volevo questo: ho assaporato, in mancanza di meglio, la campagna dal finestrino ed era bellissima: gli alberi appena increspati dal vento, i canali e gli stagni pieni d'acqua per le piogge recenti riflettevano luccicanti il cielo e gli aironi che vi passeggiavano dentro e attorno, tante piante sono fiorite di colori delicati, riconosco il bianco pallido dei biancospini che segnano i confini tra un campo e l'altro, ogni verde è più brillante del solito, anzi i terreni sono quasi tutti verdi: di erba, di grano appena spuntato, di chissà quali coltivazioni che ora, appena nate, sembrano tutte uguali. Ed è quel verde chiarissimo che quando si dipinge non esiste, com'era difficile prepararlo con i bambini che lo amano tanto, bisogna crearlo partendo dal giallo ed aggiungendo del verde goccia a goccia, mescolando con cura fino ad ottenerlo e basta un niente, una goccia di troppo e già non c'è più, è troppo scuro...come quel verde così bello, un verde neonato che vedevo ieri e che tra pochi giorni sarà cambiato...poi col calore dell'estate rapidamente ingiallirà...

E se non sono completamente verdi, è per il giallo dei ranuncoli e il bianco delle margherite, che “macchiano” qua e là.

Panorami da scattare foto su foto, ma la macchina fotografica non avevo neppure pensato di prenderla...

Tutte le erbe sono morbide, tenere: le vedevo sul ciglio della strada e mi pareva di sentire sulla pelle la carezza e la frescura di quando altre volte mi ero seduta su un prato in primavera...

Vedevo, sentivo...sensazioni piacevoli, che però non arrivavano fino dentro al mio cuore, che non riesce ad essere del tutto sereno...ma io mi sforzo di non ascoltarlo...

In fondo, alla primavera completa mancano due arrivi: quello delle rondini e quello di Riccardo...chi arriverà per primo?

 

 

 
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HAPPY EASTER

Post n°517 pubblicato il 05 Aprile 2010 da atapo
 

PASQUA CON CHI NON VUOI



 

E così alla fine abbiamo chiamato i carabinieri.

Dopo alcune ore che mio suocero stava appostato in auto di fronte a casa nostra, li abbiamo chiamati. Così ci avevano suggerito di fare proprio loro a gennaio, dopo l'aggressione che subì mio marito, per evitare rischi di “contatti violenti” con qualcuno di noi, tanto ormai hanno il fascicolo aperto e sanno la situazione.

Quando sono arrivati e gli hanno chiesto i documenti lo hanno trovato rintanato in auto tra plaid e valigie, che col binocolo teneva sotto controllo la nostra casa (quella del binocolo è una sua vecchia mania, ha spiato così tutti i suoi figli e le loro fidanzate...), dicendo che lui sarebbe rimasto lì, tanto la strada è pubblica, finchè non avesse incontrato sua moglie e farneticando di un investigatore che gli avrebbe assicurato che sua moglie si nasconde qui da noi ( e mio cognato dice che già in passato si rivolse davvero ad un investigatore).

Sono state ore di tira e molla tra i carabinieri, lui e mio cognato, l'unico dei figli con cui ancora parli , se si può definire “parlare” le cose senza senso o le minacce o gli ordini “Voglio che...Tu devi...” che gli escono dalla bocca senza che ascolti minimamente l'interlocutore.

Pazzo, completamente e lucidamente pazzo.

Pericoloso, per sé e per gli altri, lo hanno definito i carabinieri, lo riteniamo noi, lo ritengono il medico curante e la psichiatra che dovrebbero curarlo, ma vista la sua NON collaborazione possono solo tentare di “controllarlo”.

Finchè non commetterà qualcosa di irreparabile, o di perseguibile legalmente, non si possono prendere provvedimenti coercitivi, questa è la legge.

Poiché ha ancora un minimo di timore dei “pubblici ufficiali”, alla fine ieri i carabinieri l'hanno convinto a tornarsene a Bologna, scortandolo fino all'ingresso dell'autostrada. Ma questo non ci garantisce che non torni, soprattutto se si è convinto che sua moglie è qui; per fortuna non eravamo partiti lasciando mia suocera qui da sola, come diceva lei...e naturalmente non partiremo nemmeno martedì-mercoledì-giovedì, perchè lei ora è sconvolta, sta rintanata tutto il giorno in camera...non vorremmo che le venissero strane idee o che lui ritornasse. Anzi, spero che mio marito approfitti dei prossimi giorni per prendere finalmente contatti con un legale...per avere chiarimenti...o idee su come procedere.

Naturalmente per non farla sentire ancora di più in colpa, ci siamo accordati: oggi mio marito è stato al camper ed ha inventato un problema al riscaldamento... e io ho fatto la sceneggiata (da brava attrice quale sono!) che, accidenti, anche questa ci voleva...!

Ieri mi ero arrabbiata e ho detto a tutta la “famiglia” che ne ho piene le scatole di far dipendere la nostra vita da quel vecchio pazzo, che è ora di finirla di coprirlo sempre come fanno da 60 anni, che la situazione deve esplodere in qualche modo, così da contenerlo o da poter prendere provvedimenti energici...e gli estremi ci sarebbero anche già stati, ma sul più bello o sua moglie o qualcuno dei figli si sono sempre tirati indietro...

Mia suocera ha detto: “Penso che tu abbia ragione”

 

Dopo che il vecchio è partito, mi sono messa a piangere: ieri pomeriggio avrebbero dovuto farci visita mio figlio, con moglie e Riccardo (sempre rintanato in pancia, forse in attesa di tempi migliori), naturalmente gli avevamo telefonato dicendo che non venissero, perchè era rischioso...

anche a questo ci aveva costretto a rinunciare!

Allora mio marito ha telefonato a mio figlio, chiedendogli se potevamo andare noi a Montelupo, anche se era già quasi buio...così siamo partiti e abbiamo cenato da loro, per cercare di rilassarci e dimenticare, almeno per qualche ora.

 

 
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BURRASCA DI PASQUA

Post n°516 pubblicato il 04 Aprile 2010 da atapo
 

PASQUA CON CHI VUOI ?

La suocera ci aveva assicurato: avrebbe passato la Pasqua (e anche dopo...) nel Lazio da una sua parente che molti mesi fa le aveva detto: “Vieni quando vuoi!” e noi cominciavamo a pensare ad un viaggetto in camper...

Ma costei, che dapprima sembrava d'accordo, una decina di giorni fa ha detto che le rincresce, ma è stata invitata a un viaggio da un figlio proprio ora...semmai sarà per un' altra volta...

Mia suocera, con aria afflitta, proponeva: “ Andate lo stesso...io starò qui a fare Pasqua DA SOLA...”, ma noi (forse troppo buoni o troppo stupidi) non ce la siamo sentiti di lasciarla sola proprio per un giorno di festa e il giretto in camper l'abbiamo “compresso” a martedì-mercoledì-giovedì prossimi e nemmeno tanto sicuro, perchè ci potrebbe già essere in giro Riccardo...

Gli altri figli, cioè i miei “cari” cognati...due non si sono fatti sentire nemmeno per gli auguri, il terzo, cioè quel rappresentante che ci pioveva qui all'improvviso e che da quando mia suocera gli ha “occupato il posto letto” a casa nostra non si era più fatto vedere (però ammetto che è quello che si è dato un po' di più da fare in questa storia)...

...venerdì pomeriggio ha telefonato a mio marito: “Guarda che domani faccio un salto da voi.”

Quando mi è stato riferito ho chiesto: “A che ora circa?” Perchè avevamo tutti degli impegni, chi a far la spesa, chi a confessarsi, chi a sistemare il camper, lui rischiava di arrivare e restare fuori casa.

“Non l'ha detto (lo immaginavo!), ora gli mando un messaggio e glielo chiedo” ha risposto il marito: ottima idea!

Sabato mattina alle 11 questo messaggio non aveva ancora avuto risposta.

Ho sollecitato mio marito a telefonargli, almeno per sapere se arrivava a pranzo (ricordo che ha delle allergie, non può mangiare di tutto...). Irreperibile. Il cognato si è fatto sentire nel primo pomeriggio, dicendo che sarebbe arrivato alla sera, verso le venti, poiché era in giro per lavoro.

Quando mio marito me lo ha riferito, io ho chiesto: “Ma allora ha intenzione di dormire qui da noi? Ma lo sa che il letto per lui ora è occupato da sua mamma, se resta bisogna allestire il divano letto in sala! Telefonagli e chiediglielo, almeno ci organizziamo!”

Ammetto, cominciavano a girarmi le scatole: quel divano letto sono anni che non si usa, bisogna fargli un po' di pulizia all'interno, per aprirlo vanno spostati dei mobiletti, i lenzuoli adatti sono sotto a tutti gli altri...mio marito aveva detto prima che sarebbe stato fuori per il camper tutto il pomeriggio, io già mi vedevo, come altre volte, a passare il pomeriggio sistemando da sola (invece avevo voglia di preparare qualcosa di pasqualino, tipo torta salata o biscotti...) oppure ad aspettare la sera tardi, dopo la funzione pasquale, verso mezzanotte, per far aprire il tutto dagli “uomini di casa”, a quell'ora!

Lui ha telefonato e abbiamo avuto la conferma: l'idea era proprio quella, dormire qui e passarci pure la Pasqua. Niente di male, per carità, anzi...ma non mi sembrava il modo, poteva dirlo prima più chiaramente.

Mio marito però a queste mie insistenze per sapere si era scocciato e: “Sei sempre la solita che entri in ansia! Se lui ha del lavoro, poveretto, bisogna capirlo...”

Io: “ Direi che è pura e semplice cortesia cercare di dare informazioni in modo da non mettere a disagio chi ti ospita, ma tanto fra di voi da questo orecchio non ci sentite!”

E da qui tra noi due si è aperta, anzi, ha diluviato peggio dei temporali di questi giorni una lunga... “discussione” (per usare un termine politicamente corretto), così accesa che mia suocera in punta di piedi è sparita in camera sua e non si è più fatta vedere per diverse ore, poi è sgattaiolata alla COOP e ha comprato, oltre al suo caffè, una enorme torta per oggi.

Ogni tanto esplodo (anche perchè qui i tempi e gli spazi per parlare hanno troppo spesso altre orecchie in giro), anzi esplodiamo...un'altra conseguenza della situazione.

Comunque, finita la burrasca, mio marito prima di uscire ha aperto il divano-letto, ha spostato, ha pulito, ha messo i lenzuoli... senza che dovessi sollecitarlo.

Così oggi siamo in quattro a pranzo, a dividerci quello che avevo previsto per tre...ma nelle feste si sta sempre un po' sull'abbondante, no?

 

Anzi, potrei dire che siamo in cinque, poiché il vecchio pazzo è arrivato da Bologna e da stamattina alle 10 sta dentro la macchina che ha parcheggiato di fronte a casa nostra, così controlla chi entra e chi esce...sperando di vedere sua moglie. Non so come finirà.

 

E non crediate che sia un romanzo.

 

BUONA PASQUA A TUTTI

Picasso, Colomba e fiori

 

 

 

 
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FRANCESE PER CUCCIOLI

Post n°515 pubblicato il 01 Aprile 2010 da atapo
 

IN ONORE DEI PICCOLI PRINCIPI

“Ha imparato più francese in cinque mesi che inglese in cinque anni”

Questa frase lapidaria l'ha pronunciata ieri la mamma di una delle mie piccole attrici, non a me direttamente, l'ho sentita mentre parlava con altri genitori nel caos del dopo recita, tra i bambini che riordinavano (si fa per dire) il materiale o mi saltavano al collo a farmi gli auguri, infilandosi tra quei genitori che mi conoscono da anni e mi volevano salutare in modo meno formale.

Che dire? Mi ha fatto piacere senz'altro...magari ha un po' esagerato, so che ci sono colleghi che si impegnano ad insegnare l'inglese, ma ieri non era il momento di giudicare, mi sono goduta il complimento e basta!

E oggi li rivedo nel ricordo uno per uno, prima emozionati, poi tutti presi nel ruolo, infine che sprizzavano dappertutto soddisfazione e allegria...e li riconosco ormai di più dal loro nome “francese”, perchè cerchiamo di tradurre i nomi o di pronunciarli “alla francese”, altrimenti che gioco è?

C'è An., fedelissima da tre anni e ormai in quinta, che mi aveva sussurrato timidamente: “L'anno scorso avevo una parte piccola, quest'anno mi piacerebbe tanto fare il protagonista...” ed è stata uno spendido “vilain petit canard”.

Anche Sam. è in quinta, arrivata quest'anno, ma si è rivelata subito attenta e impegnata ad apprendere, così è stata una brava “maman cane” e oltre ad avere diverse battute doveva anche guidare il gruppo dei suoi “canetons” negli spostamenti e nelle vestizioni.

La sua grande amica Na., più pigra, ha trovato con soddisfazione il suo ruolo nella “fermière”, dove ha proposto l'abbigliamento, le parole, le azioni...

I “canetons” erano un po' il ruolo-rifugio per i bambini più piccoli, più timidi, che all'inizio spauriti supplicavano: “No, no, io non sono capace di dire niente!” oppure di quei bambini che, purtroppo, hanno frequentato saltuariamente e capitavano ogni tanto inserendosi con fatica in tutta la faccenda. Ma tutti sono stati bravi lo stesso e alla fine tutti hanno detto qualche parolina: erano Sab. , Cla., Fra, Jo. Ha voluto essere “caneton” anche Da., che ha il babbo francofono quindi si destreggia meglio: a lui sono toccate frasi più lunghe ed è stato di aiuto e incoraggiamento per gli altri.

Il jolly di tutto però direi che era petitLéo: lui ha la mamma francese che gli parla in lingua quotidianamente, non avrebbe bisogno di venire da me. Ha frequentato, per così dire, per divertimento: è vivacissimo, vulcanico, però molto propositivo, impegnarlo molto è l'unico modo per tenerlo sotto controllo e lui si sente valorizzato in ciò che già sa e che mette volentieri in comune con gli altri. Così gli ho affidato diverse parti (tanto non aveva problemi ad imparare e a pronunciare bene...) e se non era in scena era impegnato a...trasformarsi nel personaggio successivo: è stato Gaston, le chat, Papa Noel.

Gli altri animali della fattoria erano Gu. il toro, che ha pensato bene di rompersi un braccio due giorni fa, ma è venuto lo stesso ingessato, e Ab. il cavallo che, come accadde l'anno scorso, è riuscito a dire bene le sue frasi solo nello spettacolo finale, dopo che nelle prove mi stava portando alla disperazione...perchè oltretutto è uno dei più grandi e aveva voluto fare anche una stagione, l'inverno.

Le altre tre stagioni...erano due...attrici: Sa. che scelse l'estate “perchè sai maestra io sono nata in estate...” e Em., che ha una forte autostima e ne ha fatte volentieri due, anche se è una delle “nuove” di quest'anno.

Gli animaletti che incontrano il brutto anatroccolo erano Li., l'uccellino (la mamma mi ha ripetuto mille volte che è stanca, ma lei a lezione era una delle più allegre e attive..boh?), Ma., rana timidissima ed emozionatissima (alla quale è venuta in soccorso An, suggerendole abbondantemente le battute), infine grandLéo, scoiattolo saltellante e scrupoloso controllore che restasse aperta la porta da cui entravano i cigni.

Già...i cigni...chi erano i cigni?

Tutti i canetons e la loro mamma, attraverso un rapidissimo e silenziosissimo indossare maxi tee-shirts bianche fuori dal teatro sono diventati cigni...ma sono diventati cigni anche gli altri che lo volevano e non avevano ruoli essenziali sulla scena nella parte finale, a patto di fare i cambi d'abito e di posizione nel modo più rapido e silenzioso possibile...e tutti hanno rispettato questo patto...

Così i cigni erano tanti...e sono proprio questi che mi hanno fatto commuovere...talmente belli che nessuna foto può rendere l'idea...si possono solo ricordare o immaginare.

Però qualche altra foto ve la offro volentieri...

le uova stanno per aprirsi e gli anatroccoli stanno per nascere

 

un tristissimo brutto anatroccolo

 

un atletico Babbo Natale

 

le quattro stagioni (col contributo della suocera nei costumi-foulards)

 

 

 
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