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Messaggi di Maggio 2010

A FIRENZE

Post n°540 pubblicato il 31 Maggio 2010 da atapo
 

WEEK END CON-GELATO

Che è successo a Firenze?


Il gelato ha invaso la città!



Il granduca Ferdinando ammira dall'alto.

Forse ripensa ai bei tempi in cui l'architetto Bernardo Buontalenti alla corte dei Medici  “inventava” il gelato per stupire gli ospiti nei pranzi di gala...

...o forse ricorda Caterina de' Medici che quando partì per diventare regina di Francia portò con sé i suoi gelatai di corte ed esportò così per prima il GELATO ITALIANO.


La scelta è difficile...ma si possono assaggiare tutti.



TWO is meglio che UAN.



Assistere alla preparazione del gelato artigianale fa venire l'acquolina in bocca.


Sfilata di gelatai:



il tipo “classico”



il tipo “in love”



il tipo “fiorito”


e alla fine della festa...


BUON GELATO A TUTTI !!!

 

 
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STANCHEZZA

Post n°539 pubblicato il 28 Maggio 2010 da atapo
 

SONO FUSA

Dalì, Orologio fluido ferito

 

I giorni volano ed io non me ne accorgo nemmeno.

A stento riesco alla sera (un attimo di relax prima di coricarmi) ad aprire la posta qui e a leggere solo ciò che mi pare importantissimo, rimandando spesso anche le risposte a tempi migliori...

Tutto si accavalla, le pagine dell'agenda sono sempre strapiene, quasi mai si può rimandare.

Incontri fissati da tempo per concludere le attività del Cidi,

pomeriggi extra con Martino visto che la sua mamma, come tutti gli insegnanti, ora è in fase caldissima per la fine dell'anno scolastico,

visite mediche “di controllo” fissate da mesi,

il mostro dichiarazione dei redditi che come tutti gli anni ci ha fatto fare le ore piccole nella ricerca dei documenti e nei conteggi...ma per fortuna stamattina il controllo e la consegna non hanno avuto intoppi,

il corso di teatro in francese che sto seguendo, ora allo sprint finale: la messa in scena di Rhinoceros si è rivelata più difficile del previsto ed ora facciamo le prove quasi tutti i giorni: quando siamo là, insieme, ci si diverte, ma alla fine quando torno a casa sono stanca morta...e devo anche finire di studiare le mie parti...

Infine c'è lo spostamento della suocera, diciamo pure il trasloco vista la quantità di pacchi che si stanno accumulando... Abbiamo già fissato il momento, subito dopo la mia rappresentazione teatrale, così anche lei verrà a vederla e dopo ci prenderemo alcuni giorni per portarla laggiù col camper (e voglio vedere se ci starà tutto dentro!), controllare come si sistema e, speriamo tanto, fare poi uno o due giorni di relax per conto nostro, io e mio marito.

Chi non c'è non può immaginare come in continuazione siamo chiamati in causa: “Ci vorrà questo e quest'altro...come posso fare per...cosa ne dite se...” e aiutala qui...e consigliala là...e accompagnala in quel certo posto conveniente...

La sua eccitazione è tale che chiacchiera in continuazione, ormai non riusciamo più a seguire un telegiornale o un film (raro) in TV se lei è nella stanza con noi e ci deve raccontare di tutto.

Comprensibile...ma insopportabile!  Mio marito sta fremendo, non scoppia solo perchè spera che fra un po' sia tutto finito.

Cioè, sarà finito questo aspetto della questione quando mia suocera sarà sistemata laggiù con questi parenti che paiono così disponibili, perchè purtroppo restano altri grossi problemi, soprattutto dal punto di vista finanziario, che si trascineranno per chissà quanto e chissà in quale maniera.

E prima che parta gli altri suoi figli (quelli che finora si sono fatti sentire mooolto di rado) hanno detto che vorrebbero venire qui a salutarla, perchè poi si allontanerà ancora di più...ma non hanno preso accordi...può darsi che ci vediamo capitare ospiti fra capo e collo con appena qualche ora di preavviso, come è abitudine in quella famiglia. Mio marito ha detto che gli telefonerà, per organizzare al meglio, dati tutti i nostri impegni...speriamo che faccia in tempo, prima che decidano gli altri per lui! Non vorrei che proprio il giorno in cui devo recitare mi toccasse sorbirmi nelle ore precedenti un'invasione di parenti!

Per rendere il clima ancora più piacevole...il CALDO! Certo, io amo il caldo, ma quando arriva tutto d'un colpo e in tre giorni passo dal giubbotto alle magliette senza maniche...qualche problemino me lo crea e mi fa stare male, soprattutto se sono stressata. I primi a soffrirne sono i piedi, che appena ho tolto le calze e ho indossato sandali aperti, come tutti gli anni hanno avuto uno choc ed ecco le vesciche di inizio estate a farmi compagnia! Tra pomate, cerotti e alternanza di sandali diversi pian piano i miei piedi, come sempre, si abitueranno anche al caldo e alle scarpe aperte, ma in questo momento è davvero una sofferenza andare su e giù dal palcoscenico e girare per le strade di un'assolata Firenze per raggiungere il teatro nel primo pomeriggio per le prove !!!

Insomma...mi sento un po' zombi, ma cercherò di resistere e...comunque vada...sarà un successo!

 

 

 
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IL RITORNO DELLA SUOCERA

Post n°538 pubblicato il 22 Maggio 2010 da atapo
 

FINE DELLA RICREAZIONE



 

E' ritornata.

O meglio, ci ha telefonato di andarla a riprendere, perchè la valigia con cui era partita aveva figliato: ora c'erano tre valigie e lo scatolone della macchina da cucire che si è comprata laggiù.

E bisognava andarci entro una settimana, massimo dieci giorni, perchè quei parenti che l'ospitavano ora che la stagione è buona avevano già organizzato un nuovo viaggio...

Ma non si poteva andare in un giorno qualsiasi, non nel week-end, in altri giorni neppure, perchè i parenti avevano impegni...ecc...ecc...

Io mi ero arresa: “Vedi un po' tu, decidi come ti pare!” ho detto a mio marito. Entrambi in questo periodo siamo parecchio impegnati, ma ho capito che lui aveva piacere che ci andassi anch'io, forse per ...tenerlo su di morale! Naturalmente era da escludere che riuscissimo a stare fuori col camper qualche giorno, approfittando dell'occasione per fare un viaggetto con calma prima di prelevare suocera e bagagli.

Guarda e riguarda il calendario, sposta di qua, telefona di là, un giorno (e uno solo!) libero per entrambi lo abbiamo finalmente trovato.

Così ci siamo sobbarcati quattro ore di macchina all'andata e quattro al ritorno per arrivare in quel paese tra le colline in provincia di Latina, con un pranzo pantagruelico dai parenti, contenti di rivedere mio marito dopo moltissimi anni e di conoscere me, affettuosissimi, per carità, ma avrei preferito godermeli in altre circostanze più tranquille e con più tempo a disposizione...

Mia suocera nel viaggio di ritorno non ha fatto che lodare chi l'ha ospitata in questo mese: tutti così gentili, la portavano dappertutto, anche in gita, le hanno fatto un sacco di regali, le hanno detto che doveva considerarsi a casa sua, che poteva restare quanto voleva, insomma si è trovata benissimo e quindi

HA DECISO !

Si trasferirà in quel paese, dove quei parenti le hanno assicurato che non ci sono problemi a trovare due stanzette in affitto! Fra l'altro loro sono molto ricchi e hanno molte conoscenze.

Mio marito dice che non se l'aspettava una scelta simile, io non sono stata affatto sorpresa, anzi, direi che ci speravo.

Laggiù è senz'altro ben più nascosta che nelle città dei suoi figli, è più lontana dal marito, quei parenti hanno una vita sociale fatta di incontri nel vicinato, chiacchiere, gite, mercatini, partite a carte...l'atmosfera è quella tranquilla di paese, è il tipo di vita in cui mia suocera si trova a suo agio, tra gente anche della sua età, è un ambiente come quello in cui lei aveva vissuto per i suoi primi quaranta anni, prima di “inurbarsi” a Bologna. Tra i parenti ci sono pure due medici, che si prenderanno cura dei suoi malanni...cosa volere di più?

Tutto sistemato quindi?

Quasi...

Ora si è aperto un altro capitolo: i preparativi per questo spostamento definitivo (...speriamo).

Intanto non si sa bene quando dovrebbe avvenire, naturalmente di tempi non se ne è parlato finora!

Quindi ora resta da noi ANCORA !!!

Sarebbe inutile spostarsi da un altro figlio per rispostarsi di nuovo...

I preparativi: vuol dire che se prima occorreva andare in giro per cercare con lei i vestiti e le cose personali, ora le occorre tutto ciò che serve per arredare una casa, piatti, stoviglie, lenzuoli ecc...ed è partita in quarta per cercare tutto.

E ha i gusti abbastanza difficili, e ho scoperto che è anche tirchia...

Insomma, vorrebbe esplorare i centri Mani Tese, Emmaus, mercatini dell'usato...e chi dovrà mai accompagnarla e aiutarla a portare tutto quello che compra? Stavolta tocca di più a mio marito, però va a finire che vengo coinvolta anch'io.

Io mi sto domandando dove terremo qui in casa tutto quello che sta arrivando: scatole, scatoloni...poi si tratterà di portare tutto laggiù in quel di Latina...Addirittura ha adocchiato dei mobili, ma mio marito le ha detto che nel camper non sa come farglieli entrare, perchè la porta è stretta.

Cerco di capirla: ha provato l'ebbrezza di una vita libera, ora comincia a vivere, finalmente!

Però...meditavo oggi: sembra quasi di preparare un matrimonio! Mancano solo partecipazioni e bomboniere.

E pensavo che per i matrimoni dei nostri figli e per arredare le loro case in fondo ci siamo dati da fare molto meno...

 

 

 
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SCUSATE IL RITARDO

Post n°537 pubblicato il 22 Maggio 2010 da atapo
 

Non ho avuto tempo di metterlo prima, quando ho cercato qualcosa su Edoardo Sanguineti mi ha colpito questa poesia...

BALLATA DELLE DONNE


 

Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.

Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.

Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.

Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.

Femmina penso, se penso l'umano
la mia compagna, ti prendo per mano.

Edoardo Sanguineti

 

 
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MAMMA

Post n°536 pubblicato il 18 Maggio 2010 da atapo
 

UN ANNO DOPO

Un anno è passato, anzi è volato...

Ancora ogni tanto la domenica pomeriggio getto un'occhiata all'orologio intorno alle 17, come in attesa di quelle telefonate che non arrivano più.

Lo scombussolamento che c'è stato in famiglia in questi ultimi mesi ha interrotto bruscamente quella tristezza-dolore-nostalgia che accompagnava il lutto e mi ha costretto a pensare ad altro...Un vantaggio forse, ma non ne sono del tutto convinta: accantonare qualcosa di non risolto, dentro di noi, non fa bene e riemergerà, riemerge nei momenti più inaspettati.

Nell'avvicinarsi dell'anniversario sono diventata inquieta, tornano i pensieri “avrei potuto fare di più, fare in un altro modo”, o forse è un “avrei voluto”, ma ormai il passato si può solo ricordare.

Il tempo pessimo che c'è stato ultimamente mi ha anche impedito di andarla a trovare, certo ora la vicinanza fisica non conta, posso parlarle lo stesso, ma non sempre mi basta...

Speravo di sognarla.

Non credo tanto che qualcuno nei sogni “ritorni” da dov'è ora, razionalmente penso che un sogno nasca da me, da ciò che ho di più nascosto e che magari così riesco a chiarirmi di più. Avrei voluto sognarla spesso, invece è successo solo tre volte.

La prima fu l'estate scorsa al mare: nel sogno la vedevo quasi di spalle, l'immagine che ho in una foto di quando aveva circa la mia età di ora e stava con mia figlia appena nata. Io la chiamai tre volte, ricordo benissimo quel MAMMA detto con tre intonazioni diverse: il primo sottovoce, quasi sorpresa di vederla, il secondo interrogativo come a dirle “Ma sei proprio tu?”, il terzo forte, proprio per chiamarla affinchè si voltasse...così forte che mi svegliai prima di vederla in viso...e ne rimasi tanto rattristata.

Poi la sognai quest'inverno: era molto anziana, come negli ultimi tempi, io e mio fratello eravamo da lei all'ospedale ed era tranquilla, mite, rassegnata, seduta sul letto come faceva di solito...era una scena, già vista nella realtà tante volte, che ci ricordava un tempo ormai agli sgoccioli...

Infine, l'ho sognata non molte settimane fa: stavolta era giovane, come in quelle foto degli anni attorno alla guerra in cui era al massimo della sua bellezza, aveva la pettinatura di moda a quel tempo, un vestito col colletto di pizzo e sorrideva, anzi rideva con me, perchè io ero quasi sua coetanea ed eravamo allegre insieme...non so per quale motivo, il resto del sogno non lo ricordo, però mi aveva lasciato una sensazione di gioia, quasi di complicità.

Perchè racconto questo?

Non lo so, forse perchè non voglio dimenticare...

Non voglio neppure interpretare i sogni stavolta...

...vorrei solo sognarla più spesso.

 

 

 

 

 

 

    Album  di  famiglia

 

 
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COLLIOURE

Post n°535 pubblicato il 15 Maggio 2010 da atapo
 

IO HO FOTOGRAFATO

LORO AVEVANO DIPINTO

Nel mio soggiorno a Perpignan l'ultima gita, in un bel pomeriggio di sole, è stata a Collioure, cittadina sulla costa, vicinissima alla Spagna.

piazzetta a Collioure

Mi attirava quel paesino, perchè avrei respirato un'aria artistica...

Nel 1905 i pittori Matisse e Derain scoprono Collioure, i suoi panorami, la sua aria tersa e luminosa. E' il momento in cui nasce il gruppo dei pittori fauves, alla ricerca della luce, dei colori accesi, dei contrasti...Ogni angolo del paese e delle campagne attorno viene ritratto, interpretato, altri pittori sono attirati laggiù e le vedute di Collioure diventano famose in tutto il mondo: la comunità di pittori nata in quel periodo in quel villaggio in riva al mare lascia ancora oggi le sue tracce...

...nella storia dell'arte e nei numerosi ateliers di pittura e di ceramica che si incontrano lungo le stradine, tra le case colorate di Collioure.

Ed io mi sono divertita: laggiù ho fotografato gli scorci che mi piacevano di più, poi a casa ho cercato opere di quei famosi pittori che riproducessero più o meno gli stessi luoghi...ecco cosa ne è saltato fuori...

 

MATISSE, Veduta di Collioure


MATISSE, Finestra a Collioure


DERAIN, Il faro di Collioure


DERAIN, Alberi a Collioure


 

 

campi e vigneti attorno a Collioure.

 DUFY, disegno per tapisserie

 

 

 

 

 

 

(Mettiamo un po' di colore oggi, in questa giornata di pioggia che sembra non finire mai...)

 

 
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POST PER BAMBINE

Post n°534 pubblicato il 13 Maggio 2010 da atapo
 

 

“...SOUVENIR DE MON ENFANCE...”


 Un museo delle bambole! I Francesi fanno musei su tutto, sulle bambole non è nemmeno troppo originale, però è carino...e fa venire tanta nostalgia...

A Perpignan questo museo è nato per mantenere il ricordo di una fabbrica di bambole, di nome BELLA, nata nel 1946 e chiusa nel 1984, che ha dato lavoro e benessere a tutta la città.

Pare che queste bambole siano state esportate in tutto il mondo, nel periodo d'oro vi lavoravano sui 1000 dipendenti, tra cui circa 200 lavoranti a domicilio che cucivano a mano i vestitini dei ricchissimi guardaroba delle bambole in produzione.


Nel salone dove ti senti osservata da tanti occhi, occhioni, occhietti di tutte le bambole (poupées) e i bambolotti (poupons) di ogni età e di varie ...antichità, la guida racconta la storia del signor Pi (è proprio il suo cognome) che aprì la fabbrica dove ora c'è un supermercato,

ti mostra le antiche foto degli operai al lavoro o nelle feste aziendali, le foto delle persone famose che sono passate alla fabbrica o che possedevano bambole Bella,

ti spiega che nei primi anni le bambole avevano il corpo di cartone pressato su cui veniva passato un velo d'argilla, d'argilla erano le teste e gli arti, poi si usarono plastiche sempre più evolute e funzionali.

E intanto ti porge gli stampi per teste ed arti, un po' impressionanti lì a pezzi sui tavoli, come impressionanti sono gli occhi e i loro meccanismi: occhi dipinti a mano con una precisione incredibile. Ma quello che ci ha sbalordito sono stati i capelli:

 

 

questa è la macchina che cuciva i capelli sulla testa delle bambole, potrebbe funzionare ancora...


Nei primi anni si usavano capelli veri importati in balle dall'Oriente, una volta erano talmente ...veri che arrivarono con ancora attaccati pidocchi e lendini!


Poi le teste capellute passavano nelle sale delle parrucchiere, dove venivano acconciate e messe in piega come fossero donne, con gli stessi strumenti e la stessa cura.

Per ogni fase della lavorazione e per ogni periodo ci sono bambole lì esposte, con nome e data di nascita, ops...di produzione.

 

 

 

 

 

C'era la serie Cathy, l'indossatrice, poi la serie Microbe, le piccoline che venivano vendute in una valigetta con un mini-corredo e questa trovata della valigetta fu il loro successo.

 

Ma la star di tutte è la Tressy, la rivale francese della Barbie.


Nazionalisti come sono i Francesi, inventarono questa loro Barbie, con in più due qualità che avrebbero dovuto renderla vincente sul mercato: i capelli che potevano crescere, quindi venire acconciati in molti modi dalle bambine, e gli arti fatti di una mousse che consentiva di piegarli a piacere. Inoltre, come la Barbie, avevano la possibilità di arricchire il guardaroba con moltissimi vestiti e accessori, alcuni più costosi delle bambole stesse, e lì ce ne erano esposte parecchie scatole di abiti per ogni occasione.

Tressy in costume catalano

Sembra che la Tressy in Francia abbia avuto un enorme successo, ma a livello mondiale...per la potenza della pubblicità...la Barbie non ha avuto rivali. Mentre ascoltavo questa storia, mi veniva in mente che tanto tempo fa anche in Italia avevo visto bambole con queste caratteristiche...forse erano proprio delle Tressy...

Un pomeriggio di ritorno all'infanzia, alla nostalgia, ai ricordi...io non ho mai posseduto bambole così belle e così accessoriate, i vestitini avevo imparato a farmeli da sola, l'unica bambola che ebbi con i capelli pettinabili doveva essere costata pochissimo ed essere uno scarto, perchè i capelli le saltavano via al primo passaggio di pettine e per me fu solo una delusione...Io le ammiravo nei negozi, o a casa di un'amichetta ricca figlia unica e un po' la invidiavo...

Ora le ammiravo nelle vetrine del museo e avrei voluto fotografarle tutte quelle bambole, non sapevo quale preferire...forse questa mi è rimasta più cara, visto che ha la mia età...


Le bambole Bella pare che ora si trovino ancora nei mercatini dell'usato e dell'antiquariato: ci starò attenta nelle mie esplorazioni, si riconoscono perchè dietro al collo c'è la firma.

E se volete saperne di più andate a vedere qui e qui e qui, per ritornare bambine...

 

 
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APPUNTI DI VIAGGIO

Post n°533 pubblicato il 11 Maggio 2010 da atapo
 

PERPIGNAN LA CATALANE

Io avevo preso il costume da bagno, a Perpignan può fare molto caldo, ma è rimasto in fondo alla valigia purtroppo!

Sì, laggiù era abbastanza freddo, martedì addirittura la regione era in “alerte orange”, cioè si prevedevano venti fortissimi e pioggia battente, infatti la meteo non si è sbagliata: il vento del nord soffiava a 90-100 km orari e faceva cadere di traverso una pioggia scrosciante! Per alcune ore è stato impossibile uscire e ci siamo consolate preparando il tiramisù con il mascarpone e i savoiardi che avevo portato dall'Italia...

Ma per il resto non ci siamo spaventate né delle nuvole né dei venti, quando pioveva abbiamo cercato i musei o ne abbiamo approfittato per “fare la spesa” nei centri commerciali e così i cinque giorni sono volati!

Per combinazione, un filo unisce le mie vacanze dell'estate scorsa a queste ultime: è il cammino lungo le terre dell'antica “langue d'hoc”, lingua neolatina, dalla Catalogna spagnola attraverso la Provenza fino alle vallate occitane francesi e piemontesi che avevo visitato in agosto.

Infatti questa regione francese si chiama proprio Languedoc.

“Perpignan la Catalane”

viene detta questa piccola città a pochi chilometri dal confine spagnolo,

dove le insegne sono bilingue, francese e catalano, la gente parla anche catalano,

la cucina, le tradizioni, i colori ricordano già la Spagna,

il gioco delle bocce (la pétanque) in ogni spiazzo alberato ci avvicina alla Provenza,

ma la sardana si balla nelle piazze durante le feste, come a Barcellona.

fantasia di tradizioni catalane

 

Come ogni terra di confine nei tempi ha altalenato tra i regni di Spagna e di Francia, anche se per circa un secolo nel Medioevo Perpignan è stata la capitale di uno stato: il Regno di Maiorca. C'è ancora il palazzo del re di Maiorca, che avevo già visto molti anni fa, ma stavolta era irraggiungibile anche dalla macchina fotografica, perchè in restauro e avvolto da teli e ponteggi.

Come terra di confine era stata ben fortificata, con mura, torri e porte: il Castelet, una delle porte di accesso al centro storico, oggi è diventato il museo delle tradizioni catalane.

 le Castelet con la porta d'ingresso nella città vecchia


costumi tradizionali nel museo dentro al Castelet

 

E' detta anche la città dei platani, perchè ce ne sono dappertutto e sono enormi, maestosi, dritti o contorti; immagino in autunno come saranno suggestivi quando ingialliscono le foglie...

 

Ho scoperto che laggiù non sono tanto appassionati di calcio, ma sono fanatici del rugby: la squadra cittadina, l'USAP, è tra le prime in classifica e i suoi gadgets li trovi dappertutto, oltre ad esserci un negozio solo di oggettistica firmata USAP e, come potete ben vedere, si impegnano fin da bebè...

 

Avremmo tanto voluto fare un giro sui Pirenei lì a portata di mano fino ad arrivare in Spagna, ma questa era la condizione “nevosa” del monte Canigou appena dietro Perpignan...

Per fortuna abbiamo cambiato idea...perchè poco dopo hanno chiuso il passo sul confine per la nevicata abbondante!

Abbiamo cambiato idea...e siamo andate al mare!

Ecco l'immensa spiaggia di Canet, vicinissima alla città: tirava un vento incredibile, però c'era il sole,  tra il Mediterraneo e i Pirenei...ora pare un deserto, d'estate diventa un formicaio di gente ad abbronzarsi dalla mattina alla sera.

La prossima volta vi racconterò di un museo molto particolare...

 

 
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COMINCIO DALLA FINE

Post n°532 pubblicato il 09 Maggio 2010 da atapo
 

Allée...Retour...un'Odissea


Dodici ore di pullman per il percorso Firenze – Perpignan non sono poche, anche se di notte e se il mezzo è “gran turismo”.

All'andata un viaggio ideale: partenza e arrivo in perfetto orario, soste adeguate al momento giusto per vettovaglie e pipì, solo otto viaggiatori di cui io ero l'unica Italiana. Fra questi una simpatica ragazza americana giramondo (ora diretta a Barcellona) che mi aveva tenuto compagnia chiacchierando soprattutto sui nativi americani, vista la mia passione per i Pellerossa e il fatto che la sua nonna materna appartenesse alla tribù degli Algonchini, regione dei grandi laghi ecc...ecc...

All'arrivo non ero nemmeno troppo stanca e dopo poche ore con la mia amica ero già a passeggio ad esplorare Perpignan.

Per il ritorno, alle 21,30 di venerdì la mia amica mi ha accompagnato in auto davanti alla stazione ferroviaria, dove alle 22 sarebbe passato il pullman verso l'Italia: meglio essere in anticipo, visto che nel viaggio di andata in alcune città era davvero arrivato in anticipo e la sosta d'attesa per un bus lì davanti alla stazione, nel caos del traffico, non è il massimo. C'erano già altre persone del nord Europa e l'essere in compagnia mi rincuorava. Alle 22 esatte si ferma un bus Eurolines, scende uno degli autisti che grida: “Paesi Bassi!” e alcuni in attesa salgono.

Io chiedo: “Per l'Italia?”

“Despues!”( dopo) grida in spagnolo l'autista prima di sparire all'interno.

Cinque minuti dopo stessa scena, solo viene gridato: “Francoforte!” e tutti gli altri “nordici” che erano rimasti stavolta salgono.

Un po' in ansia richiedo: “Per l'Italia?” e di nuovo la risposta è “Despues!”

Passa il tempo...non passa più nessun pullman!!! In compenso il traffico e il parcheggio serale lì attorno è caotico e ci tocca spostare l'auto più volte.

Io e l'amica cominciamo a paniquer , poi ci accorgiamo che un monsieur è rimasto vicino a noi, ha l'aria di aspettare, allora gli chiediamo se attende per l'Italia: lui in realtà attende sua moglie, che torna da Barcellona col pullman che devo prendere io. La signora gli ha appena telefonato dicendo di non preoccuparsi perchè il bus è un po' in ritardo, così non ci preoccupiamo più nemmeno noi...almeno per un po', poi torniamo a preoccuparci tutti e tre stavolta, perchè il tempo scorre, la signora non richiama e dell'autobus...nemmeno l'ombra! La mia amica è vestita leggera perchè dopo andrà a ballare e comincia ad avere freddo, io provo a telefonare agli uffici Eurolines in Italia all'unico numero che ho sul biglietto, ma naturalmente a quell'ora c'è la segreteria che ripete solo: “L'ufficio è chiuso” .

Insomma, il pullman arriva alle 23, 20 !!!

Gli autisti sono nervosissimi, io chiedo spiegazioni e mi dicono che ci sono stati controlli della polizia...salgo, stavolta quasi tutti i posti sono occupati, per la maggior parte si tratta di spagnoli e magrebini...se hanno controllato tutti (magari anche i bagagli) sai quanto tempo!

Inizia il viaggio e si fa una prima sosta “pappa-pipì” all'altezza di Montpellier. Poi mi addormento e mi risveglio col pullman fermo. Strano, non sono passate le due-tre ore regolamentari, non siamo nemmeno in un'area di servizio, ma in un'area di sosta. Qualcuno è sceso, mi pare che ci sia un assembramento nei posti davanti, un autista va a trafficare nel retro del pullman... “Sarà qualcuno che sta male” penso e mi riaddormento sperando che il ritardo venga poi recuperato...

Alla fermata di Nizza (bella è Nizza alle 5 del mattino, in notturna...) qualcuno scende, altri salgono...ma perchè un autista continua ad andare a trafficare dietro al pullman dove c'è il motore?

Soprattutto... perchè poco fuori Nizza ci fermiamo di nuovo, gli autisti fanno diecimila prove, trafficano dappertutto, si consultano, telefonano anche a non so chi? Tendo l'orecchio e anche se parlano spagnolo capisco che...PERDIAMO ACQUA !!!

Così continuiamo facendo ogni tanto fermate di controllo e di risistemazione di questa benedetta acqua...mentre le ore passano e i passeggeri sono “leggermente” inquieti.

Arrivati a Genova, mi dà l'impressione che percorrano una strada diversa dall'andata: “Sarà a causa dei sensi unici”, penso, ma sono incuriosita perchè stanno seguendo le indicazioni PORTO e IMBARCO...

Anche altri passeggeri hanno lo sguardo a punto interrogativo, qualcuno commenta ironicamente: “Visto che siamo così in ritardo, forse pensano di imbarcarsi e di sbarcare a Livorno.”

Hanno solo sbagliato strada e appena prima di venire inghiottiti da una delle “navi veloci” si decidono a chiedere indicazioni. A questo punto una ragazza tra i passeggeri, un'Italiana che parla benissimo lo spagnolo e che deve scendere proprio a Genova a casa sua si spazientisce, va davanti con gli autisti e li guida velocemente fino alla piazza in cui c'è la fermata.

Si riparte, tra un controllo dell'acqua e l'altro. Siamo rimasti in pochi e la maggior parte di noi deve scendere a Firenze. Confesso che in autostrada ad ogni bivio, soprattutto tra Viareggio e Livorno, poi tra Firenze e Bologna siamo tutti molto attenti che l'autista imbocchi la direzione giusta... Alle porte di Firenze il loro navigatore (ce l'hanno, ma non mi pare sia molto affidabile...) gli indica di fare un vero giro turistico prima di arrivare in centro, alla fermata in piazza Adua. In questo giro mi pare entrino anche nelle zone “proibite”...mah! Affari loro se gli arriveranno multe!

Sono estenuata! Due ore di ritardo!!!

Dolce finale, il benvenuto di Firenze è un improvviso acquazzone che mi accoglie mentre scendiamo dal bus e mi alluviona valigia, zaino ecc...

Come se non avessi preso abbastanza maltempo nei giorni precedenti! Ma di questo vi parlerò un'altra volta...

 

 

 

 
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DA PERPIGNAN

Post n°531 pubblicato il 07 Maggio 2010 da atapo

Un veloce Saluto.....

Non so perchè, ma qui Libero si scollega di continuo, non mi azzardo a scrivere molto.

Ormai la vacanza, ahimè, si avvia alla fine...

Tutto OK, solo il tempo è stato pessimo, bufere di vento e pioggia, forse le notizie sono arrivate fino all' Italia...per fortuna ci sono i musei e i centri commerciali!

Cercheremo di concludere in bellezza con una gita...d'arte.

A risentirci in Italia 

 
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L' IMPRESA

Post n°530 pubblicato il 01 Maggio 2010 da atapo
 

ME NE VADO...PER UN PO'

Quando ero insegnante di francese (quanto tempo fa...), seguivo i progetti europei Comenius e accompagnavo le classi in Francia per le settimane di scambio. Così ho conosciuto alcuni colleghi insegnanti con cui negli anni ho mantenuto un po' di corrispondenza tramite mail: qualche novità, gli auguri natalizi. Una collega l'ho incontrata di nuovo e ne ho raccontato anche qui, gli altri non li avevo più rivisti di persona. Qualche mese fa una di loro mi ha scritto che è andata in pensione e mi ha rinnovato l'invito ad andarla a trovare, visto che finalmente ha meno impegni (beata lei)! Per invogliarmi ancora di più, mi ha ricordato che ora non abita più a Reims, dove ci eravamo conosciute, luoghi splendidi, ma “nordici”, perchè da qualche anno ha traslocato nella sua zona di origine: PERPIGNAN, terra catalana quasi al confine con la Spagna, vicino al mare e dal clima più mite.

E stavolta ho accettato!!!

Complice anche lo stress dell'affare-suocera, ho deciso che era la volta buona per affrontare l'impresa. Ogni tanto sento il bisogno di cambiare aria...se mio marito si muove poco volentieri...se alle proposte di viaggio risponde con la sua necessità di studiare (spesso una scusa)...mi muoverò da sola!

Ho scoperto un pullman delle linee europee che per una cifra ragionevole e viaggiando di notte mi trasporterà direttamente da Firenze a Perpignan e così domani sera inizierò questo VIAGGIO.

Ecco il progetto a cui avevo accennato: per me, per le mie abitudini, non è da poco.

Ormai da dieci anni non viaggio da sola, ho perso l'abitudine, una sottile ansia la provo...mi dico che è solo emozione, è voglia di ritrovare questa amica dopo tanti anni, è voglia di immergermi e di conoscere qualcosa di nuovo, voglia di ritornare dopo una settimana con qualcosa di più...

Sono contenta di questa decisione e nello stesso tempo ora, all'ultimo momento, mi sento un po' in crisi: lasciare qui tutto per una settimana, marito, nipoti, impegni...mi ripeto che è quel sottile rimorso che spesso noi donne proviamo quando decidiamo di fare qualcosa tutto e solo per noi...ma che in fondo nessuno è indispensabile e pochi giorni passano veloci...

A Firenze sopravviveranno tutti senza di me e ormai non si torna indietro, questa sarà la MIA VACANZA !

Non so se da laggiù potrò scrivere, non voglio approfittare troppo dell'ospitalità della mia amica, che ha promesso di farmi conoscere le bellezze della sua terra, forse staremo spesso fuori, speriamo che il tempo sia buono...speriamo...speriamo...

Arrivederci a tutti dunque ...anzi... AU  REVOIR  A  TOUS !


Perpignan, Castillet

 

 
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PRIMO MAGGIO

Post n°529 pubblicato il 01 Maggio 2010 da atapo
 



Nel primo maggio di quest'anno, un pensiero ancora a Gianni Rodari

Io so i colori dei mestieri:
sono bianchi i panettieri,
s’alzano prima degli uccelli
e han la farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori son gli imbianchini;
gli operai dell’officina
hanno una bella tuta azzurrina,
hanno la mani sporche di grasso:
i fannulloni vanno a spasso,
non si sporcano nemmeno un dito,
ma il loro mestiere non è pulito.

Io so gli odori dei mestieri:
di noce moscata sanno i droghieri,
sa d’olio la tuta dell’operaio,
di farina sa il fornaio,
sanno di terra i contadini,
di vernice gli imbianchini,
sul camice bianco del dottore
di medicine c’è buon odore.
I fannulloni, strano però,
non sanno di nulla e puzzano un po’.

Gianni Rodari

E quali sono gli odori e i colori degli insegnanti?


 

BUON  PRIMO  MAGGIO  A  TUTTI  !

 
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