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Messaggi di Maggio 2012

FINE MESE

Post n°845 pubblicato il 31 Maggio 2012 da atapo
 

 

BILANCIO

 


 

Siamo alla fine. Ultime ore di questo mese. Maggio nella mia vita è stato spesso un mese complicato, spesso difficile e pieno di contrasti, essere nata di maggio non mi ha mai risparmiato nulla...mai, tranne l'anno scorso, quando maggio fu incredibilmente generoso e fu l'inizio di quello che ho già chiamato UN ANNO MAGICO.

Quest'anno no, è ritornato come sempre: la vita prende direzioni che non vorresti, ci sono momenti pesanti, giorno per giorno ti trovi a rifare il punto su te stessa e sulle tue scelte, pensi alle felicità passate e con fatica ti ripeti che torneranno, o che ne verranno altre, perchè te ne vuoi convincere oltre l'evidenza attuale.

E quel terremoto...proprio nell'Emilia delle mie origini e della mia infanzia mi ha colpito ancora di più, è come se non fosse stato soltanto esterno a me, ma mi ha scosso qualcosa dentro, mi ha rovesciato e buttato all'aria pensieri e sensazioni che cercavo di dominare...bouleversé, la parola francese mi rende l'idea più di quella italiana, e tutto continua ad essere difficile e poco chiaro, dentro ho un silenzio affollato di domande ed ancora scarse risposte.

Come quando finisci sott'acqua, fatichi a risalire e vorresti qualcuno che ti tirasse su prima di esaurire tutte le forze...

Mi sento di dovermi ricostruire, non so ancora come, so solo che non voglio cambiare, devo mantenere l'essenza di come sono stata finora, voglio che mi si riconosca sempre.

Pochi giorni fa gli amici del teatro ancora una volta mi hanno scherzosamente chiamata VOLPE: l'imprinting di quel mio primo fortunato personaggio mi farà essere volpe per sempre...

E mi è venuta in mente un'immagine:

avrei voluto essere ancora, in questa nuova primavera, quella volpe che vidi in Basilicata, una notte, nella radura sotto la luna, sembrava che danzasse, sembrava felice...

...invece ora mi sento soltanto una piccola volpe che vorrebbe restare nascosta nella sua tana a leccarsi le ferite...



 

 
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LASSU'

Post n°844 pubblicato il 29 Maggio 2012 da atapo
 
Tag: cronaca

 

ANCORA

Stavolta ero alla fermata dell'autobus, stavo andando in piscina.

Lo avevo appena perso, ero sola e nell'attesa del successivo mi ero seduta sulla panchina, cosa che non faccio quasi mai.

All'improvviso la panchina ha cominciato a muoversi, quell'ondeggiare già provato domenica notte, poi un leggero capogiro per l'equilibrio che si faceva instabile, mancava solo quel rumore terribile...erano passate le nove da qualche minuto.

Quando tutto è tornato...immobile il mio primo pensiero è stato: dove sarà l'epicentro? Ancora lassù? E altri pensieri su pensieri...

Al ritorno dalla piscina, mio marito era in casa col viso un po' sconvolto e guardava gli aggiornamenti alla TV, stavo per telefonare a Ferrara, ma ho deciso di guardare prima Facebook: mia cognata aveva già scritto che stavano tutti bene e pregava di non telefonare per non intasare le linee. Aggiungeva che oggi era il primo giorno in cui aveva riportato a scuola il bambino, per poi correre a riprenderlo mezz'ora dopo...

Meno male! Anche se resta l'angoscia per le distruzioni e per le vite perdute...e la paura per il futuro.

E' una delle rare volte in cui riconosco a Facebook una certa utilità...

Ormai erano quasi le tredici e il lampadario ha cominciato a oscillare...

 

 
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LUI

Post n°843 pubblicato il 28 Maggio 2012 da atapo
 

 

PICCOLO GRANDE AMORE

Ieri doveva venire da me. Finalmente! Perchè anche se non abitiamo proprio lontanissimi ognuno di noi ha i suoi impegni e combinare i nostri incontri non è facile...dipendiamo sempre da altri...

Ci sono le telefonate, ci guardiamo nelle foto, ma non basta, abbiamo tanta voglia di stare insieme...

Avevo preparato tutto con la cura e l'emozione dell'attesa: la stanza come piace a lui, gli oggetti preferiti a portata di mano, i cibi che gradisce, sicura di farlo contento.

Non vedevo l'ora di provare ancora quella gioia che per un attimo pare soffocarti quando finalmente lo abbracci, lo baci e rivedi il suo bellissimo sguardo che sembra aspettare solo te...

Ecco, è l'ora, il suono del campanello...apro la porta, è lui...

Nonna!!!” mi allunga le braccia e le sue piccole mani si avvicinano al mio viso per la prima carezza...

Dedicato al nipotino figlio di mio figlio. Non è che io lo preferisca rispetto agli altri due, li amo ugualmente tutti e tre, ma gli altri abitano più vicini, quasi tutti i giorni ci vediamo o ci sentiamo anche attraverso i contatti con la loro mamma, questo invece me lo “godo” molto meno.

E poi...

Mia nuora da diversi mesi è disoccupata, ora tramite un conoscente ha trovato lavoro per alcuni giorni della settimana in un locale (bar, pizzeria...) che è in piena attività durante la stagione estiva, in un altro paese rispetto a dove loro abitano. E' un lavoro serale: significa che parte da casa nel pomeriggio e ritorna a notte fonda. In quei giorni il bimbo rientra dall'asilo col papà e restano soli per tutta la sera, vede la mamma solo la mattina dopo al risveglio, per poco tempo perchè poi il papà lo accompagna all'asilo. E purtroppo ne sta risentendo...ogni tanto va alla porta e chiede: “Mamma?” La vorrebbe accanto alla sera per addormentarsi e spesso sono pianti col papà, fa più capricci a mangiare rispetto ai mesi passati: mio figlio dice che è perchè sta cambiando i suoi gusti alimentari, ma io credo che dentro di sè non sia sereno. Mi pare anche che rida di meno rispetto al passato...

Ultimamente quando sono soli a volte sono venuti a cena da noi, per poi rientrare nel loro paese.

Questo cucciolo mi fa tanta tenerezza, in questo primo momento difficile della sua vita: mi sta sempre attaccato, anche quando cucino, mi porta a posto gli oggetti che gli affido, non vede l'ora di spegnere il contaminuti che suona quando i cibi sono cotti, questo è diventato il suo compito e guai se qualcuno lo fa al posto suo! Se sparisco dalla sua vista passano pochi minuti ed ecco “Nonna?”

Non è una bella situazione ...


 
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DA UN FILM

Post n°842 pubblicato il 25 Maggio 2012 da atapo
 

 

INFANZIA

Sono andata a vedere il film “Il primo uomo”, di Gianni Amelio. E' tratto dall'ultimo romanzo di Albert Camus, incompiuto a causa della morte dello scrittore.

 


 

Camus racconta di sé stesso come scrittore famoso tornato in Algeria sua terra natale, nel 1957, durante la ricerca delle tracce del proprio passato, soprattutto del padre che morì nel 1914 poco dopo la sua nascita, appena partito per la prima guerra mondiale.

Un film bello, secondo me ricco di una sensibilità non comune, dove la grande storia è lo sfondo per la narrazione degli affetti e dei momenti indimenticabili della propria infanzia. Forse perchè anch'io in questo momento della mia vita mi sorprendo spesso a ripensare al mio passato e cerco di riscoprirlo, di fissarlo in qualche modo per non dimenticarlo più, con la consapevolezza sempre maggiore che mi ha fatto come sono ora.

Alcuni aspetti e personaggi del film mi hanno fatto tornare in mente cose della mia infanzia, di tanti anni fa.

Io avevo imparato a leggere da sola ben prima di andare a scuola e in casa leggevo di tutto, perchè niente mi veniva nascosto o proibito: nel 1957 e dopo leggevo le cronache delle guerre coloniali in Algeria, degli attentati, sapevo già tutto e certe immagini cruente le vedevo e me le ricordo ancora. Anch'io, da piccola, ero in una famiglia povera, quasi come il protagonista, e come lui alla fine della quinta dovetti vincere la borsa di studio per poter continuare a studiare alla scuola media, ero sostenuta dalla mia mamma e dalla mia maestra, mentre mio padre diceva che avrei dovuto fare l'avviamento e andare poi subito a imparare un mestiere...



 

La mia maestra credeva in me, come nel film è il maestro che crede nel suo piccolo alunno e ne convince i familiari a fargli proseguire gli studi, restando un vero maestro di vita che lo scrittore incontrerà di nuovo al suo ritorno in Algeria.

Nel film c'è una nonna terribile, quasi un dittatore: anch'io avevo un nonno che non raggiungeva simili crudeltà, ma era considerato il capo indiscusso di tutta la famiglia allargata, ciò che diceva era legge nella sua casa e nel suo famoso giardino dei “finti contini”, tutti ne avevano soggezione.

 


 

E le canzoni del film...due in particolare: “Ramona” e Marjolaine mio primo amor” (questa su youtube non l'ho nemmeno ritrovata). Mi sono rivista da piccola ad ascoltarle alla radio, le imparavo subito e le cantavo, tormentando tutti perchè ero e sono stonata!

In casa mia la radio era quasi sempre accesa, spesso sulla musica e le canzoni. La mia mamma cantava volentieri mentre lavorava (cantava anche bene, oltre ad essere molto bella), cantava di tutto, anche canzoni della sua infanzia e giovinezza e considerando che era nata nel 1920 capite che la sua giovinezza era passata in un periodo particolare...anche se lei non è mai stata fascista, soprattutto dopo ciò che il fascismo aveva significato per la sua famiglia d'origine...Insomma, a volte in casa io sentivo ritornelli e strofe allegri ed orecchiabili, ma...di un periodo che era meglio dimenticare...

E un giorno ero in giardino, ero molto piccola in quegli anni '50, in una bella giornata di sole, forse era primavera ed ero contenta, decisi di mettermi a cantare a voce alta e stonata una canzone che per me era molto carina: “Faccetta nera piccola abissina, ti porteremo a Roma liberata, dal sole nostro tu sarai baciata...”

Alla finestra vidi di colpo affacciarsi mia madre con l'espressione sconvolta: “Vieni subito in casa!!!”

Ubbidii un po' sorpresa: cosa avevo combinato stavolta?

Non si canta questa canzone!”

Perchè? Ma se tu la canti sempre!”

Non importa, fuori non si può cantare, guai a te se ti sento ancora!”

A quel tempo non si discuteva, si ubbidiva e basta, anche perchè i castighi...mi lasciavano il segno!

Però quella proibizione rimase per me un mistero, tra i misteri di quei NON SI PUO' FARE che costellavano la mia vita e la mia educazione in quei tempi, un mistero che durò molti anni, finchè non studiai sui libri e capii finalmente...

Mi è tornato in mente questo piccolo episodio dopo il film di ieri, mentre mi sorprendevo a canticchiare ancora “Marjoleine mio primo amor una dolce primavera in fior...” e il resto? Chissà! Non c'è nemmeno su youtube, dovrei rivedere il film...

 
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MEMORIA, OGGI

Post n°841 pubblicato il 23 Maggio 2012 da atapo
 
Tag: memoria

 

 

 

Nel ricordo,

non perdiamo le forze e la speranza

 
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VENTI SECONDI

Post n°840 pubblicato il 21 Maggio 2012 da atapo
 

 

ANDANTE … MOLTO MOSSO

 

Una stupenda serata rinascimentale: corteo, musica, giochi, danze...Poi la cena in contrada e alle due di notte finalmente a dormire!

Sono appena passate le quattro, mi sveglia il letto che dondola bruscamente e uno strano rombo come di aerei che partono lontano, ma non nel cielo, da sottoterra... “Sto sognando il terremoto” mi dico, ma poi: “...no! Non si sogna un terremoto così forte, questo è terremoto vero!”

Rapidissima allungo una gamba per scendere dal letto...ma urto contro la parete di legno...mi rendo conto che non sono a casa mia, ma in camper, sono a Ferrara, alla festa del Palio. In camper, in una strada di periferia abbastanza distante da edifici, sono al sicuro, devo solo aspettare che finisca... non finisce mai, il letto che salta, quel rombo cupo...Diranno il giorno dopo che sono stati 20 secondi, ma lunghissimi...e la scossa è arrivata a 6 di potenza. Finalmente silenzio, anche se mi sembra ancora di sussultare. Io e mio marito col cuore in gola apriamo i finestrini e guardiamo fuori, col timore di ciò che avremmo potuto vedere. Pare tutto tranquillo, le case sono ancora in piedi. Tentiamo di tornare a dormire. Sentiamo che a poco a poco dalle case escono persone, famiglie che partono in auto, ci sono sirene lontane.

Nel dormiveglia più tardi mi sembra di sentirmi ancora scuotere, ma sono convinta che il camper è sicuro, forse riesco anche a dormire un poco e quando suona la sveglia comincia la nuova giornata.

Ci telefoniamo con mio fratello, che abita verso il centro: in casa sua è caduto il televisore che si trovava in alto in camera di mia nipote e cadendo ha trascinato uno specchio, il tutto sfiorando la ragazzina, ora la camera è piena di vetri. Mia cognata muovendosi al buio verso i ragazzi ha inciampato e ha preso una forte capocciata al muro, ora si sta curando il bernoccolo...Per il resto, solo tanta paura. Ci ritroviamo, leggiamo le notizie su internet, abbiamo prenotato in un ristorante dall'altra parte della città e ci andremo (ammesso che sia ancora in piedi), così vedremo la situazione nel centro storico: ci sono molti palazzi antichi lesionati, strade bloccate, detriti per terra, nel castello una parte alta di torre è crollata...è ciò che si vede dall'esterno, molti però hanno danni grossi e crepe all'interno delle case.

 


Il ristorante funziona e anche molto bene, si chiama “IL SORPASSO” (il gestore è appassionato di cinema) e merita una citazione e un po' di pubblicità. E' un po' tardi, siamo al dolce, anzi ai dolci di cucina siciliana personalizzata: cassata, cioccolato di Modica, mandorle. Ecco di nuovo il tremolio sotto i piedi, attorno, dappertutto...stavolta è più breve ma potente quasi come alla notte, l'uscita è vicina, anche se fuori piove a dirotto... Dopo, che fare? Esorcizziamo la paura rientrando e finendo i desserts! Ci si deve abituare a tutto ed essere un po' fatalisti, altrimenti...

Come sembra già lontana la bellissima serata precedente, quasi un sogno o un viaggio indietro nel tempo!

"Omaggio al duca" si chiama la manifestazione a cui avevamo assistito, fa parte delle cerimonie per il palio di Ferrara che si svolgerà domenica prossima: un corteo storico, poi ognuna delle otto contrade presenta uno spettacolo in costume: tutti molto belli, coreografici, pieni di colori e di musiche, fino a tarda notte, sotto un cielo che si era riempito di stelle.

 


Il figlio di mio fratello, che ha 10 anni, fa parte degli sbandieratori, è uno dei più giovani ed era anche per ammirarlo che già da molte settimane avevamo programmato questo fine settimana a Ferrara. Purtroppo sabato non sono riuscita a fotografarlo perchè nel corteo era troppo buio quando “lavorava” lui, ma eccolo in una foto scattata dalla sua mamma nella manifestazione precedente...


 
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PIAZZA MONDO

Post n°839 pubblicato il 17 Maggio 2012 da atapo
 

 

REPLICA

 

Ne avevo parlato qui, poi qui.

Sembrava tutto concluso con successo, ma invece...circa un mese fa ci è stata richiesta una replica!!!

E così noi attori abbiamo ripreso gli incontri nel palazzo medievale in centro a Firenze per “rinfrescare” la nostra interpretazione di PIAZZA MONDO.

La regista aveva apportato dei cambiamenti al testo: invertito l'ordine degli episodi, quindi ora nel primo tempo i fatti del Messico e noi madri dei desaparecidos argentini nel secondo tempo, migliorato diverse battute nella parte messicana, creato un nuovo personaggio che inizia la parte dell'Argentina: una ragazza che si presenta figlia di...non lo sa bene nemmeno lei, credeva di conoscere i genitori che l'avevano allevata e invece...

Quindi abbiamo introdotto una nuova attrice, anzi due perchè una delle madri è stata sostituita.

Però, con un po' di impegno, non abbiamo avuto problemi a rimettere in scena lo spettacolo e ieri alle 18 c'è stata la replica, stavolta nella sala-teatro di una Società di Mutuo Soccorso a Firenze.

Siamo stati più bravi della volta precedente! Perchè in diversi del gruppo siamo ben affiatati dato che già lavoriamo insieme nel teatro francese, ma anche perchè ormai i nostri personaggi, quelli buoni e quelli cattivi, li abbiamo così interiorizzati da renderci conto (e ce lo siamo confessato l'uno all'altro) che in scena ci trasformiamo realmente, riusciamo a rendere al massimo ogni sentimento e reagiamo di conseguenza anche alle battute degli altri. E l'argomento è veramente forte, crudo e coinvolgente...

Gli spettatori ieri erano più di quanti potessimo sperare, in fondo siamo solo un piccolo gruppo di teatranti. E anche stavolta molti si sono commossi...noi quattro madri abbiamo strappato applausi a scena aperta ancora prima di arrivare alla conclusione del nostro atto...

Devo confessare una cosa: io quando sono in scena non porto gli occhiali. Non mi servono per il personaggio, inoltre lo stare senza mi “isola” dal resto del teatro, quindi dal pubblico, che vedo solo come poco più che ombre, quasi mai distinguo e riconosco le singole persone. Così sento di rivolgermi a un TUTTI che in realtà non so chi siano, o che posso immaginare io chi vorrei che fossero...e dedicare a loro la mia interpretazione. Quasi come Cora al suo spettacolo di debutto, quando su una poltrona vuota vedeva chi aveva amato e che non poteva essere lì, e con tutte le sue forze recitava per lui...

Dopo la fine dello spettacolo (e dopo essermi rimessa gli occhiali) il solito incontro col pubblico: parenti, amici, sconosciuti che vengono a complimentarsi...E' venuto da me, insieme a sua moglie, quel signore argentino che avevamo conosciuto all'inizio del nostro lavoro, quando la regista l'aveva chiamato come “consulente”. Entrambi erano molto commossi, la moglie mi ha detto che assomigliavo tanto ad una VERA madre che loro conoscevano in quegli anni di dittatura, quindi la mia interpretazione li aveva colpiti ancora di più...

Per concludere, cena in pizzeria. Eravamo una quindicina, con qualche coniuge compreso il mio che prima era stato “arruolato” dagli attori uomini per aiutarli a smontare i pannelli di scenografia. Questi gli hanno raccomandato anche di non mancare al nostro prossimo spettacolo in francese, perchè la scena che mi hanno affidato stavolta è molto comica e già ora alle prove li sto facendo molto ridere...

Siamo stati un bel gruppo, i più giovani hanno poco più di trent'anni, i più anziani oltre settanta...

Dopo le pizze, i commenti e le chiacchiere abbiamo cantato, il nostro musicista (anche lui è nello spettacolo...) ha suonato la chitarra per accompagnarci, poi ha cantato delle sue composizioni in vernacolo...abbiamo coinvolto anche i ragazzi dei tavoli vicini...una bella allegria, col pensiero che andava talvolta verso il passato e verso il futuro, verso gli incontri e le lontananze, verso le vecchie e le nuove esperienze...

 

le quattro madri parlano col giornalista

 

 
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DOMENICA A SCUOLA

Post n°838 pubblicato il 14 Maggio 2012 da atapo
 

 

CONVEGNO

Il CIDI, associazione di insegnanti a cui sono iscritta da molto tempo, ogni anno organizza nel mese di maggio un Convegno Nazionale, quasi sempre qui a Firenze, in cui si formano gruppi di lavoro a seconda dei livelli di scuola, delle materie e delle aree di insegnamento. I relatori sono insegnanti che presentano delle esperienze significative attuate nelle loro classi.

Visto che il convegno si svolge di domenica e dura tutta la giornata, in qualche anno ci sono andata, ma più spesso no: la domenica cerco di stare “in famiglia”, altrimenti il marito mette su un muso troppo lungo, occorre scendere a compromessi.

Alcuni mesi fa la vicepresidente del CIDI mi informò che stavolta volevano presentare  attività sull'intercultura e sull'insegnamento della lingua, sia italiana che straniera, nella scuola primaria e, con mia grande sorpresa, mi invitò a presentare qualcosa che avevo attuato nelle mie classi.

Subito mi misi a ridere e di gusto! Ma come, dopo cinque anni che sono in pensione! Avrei dovuto andare a ricercare, a buttare all'aria tra vecchie documentazioni...e cosa poi? Io sono dell'idea che se si esce dal lavoro attivo nella scuola pian piano si perde il polso della situazione reale, poi i tempi cambiano...Sinceramente, per quanto resti ancora dentro al CIDI, ho molto diradato la mia partecipazione ai gruppi di ricerca-azione che si svolgono durante l'anno, perchè mi sento ormai un po' fuori, ascolto discorsi e progetti belli e stimolanti, ma il non poterli poi attuare diminuisce la mia motivazione. L'impegnarmi ad aggiornare i più giovani, se un tempo mi avrebbe interessato, ora mi costringerebbe a rimettermi a studiare e, sinceramente, non ne ho voglia. Più che il lavoro nella scuola confesso che mi interessa il mio lavoro teatrale di attrice dilettante, il punto di riferimento del mio mondo adesso non è più solo la scuola, come prima, ma...in realtà i punti di riferimento che mi impegnano ora sono diversi, la mia vita ora è cambiata molto...

Argomentavo in questo modo con la vicepresidente, anche cara amica, per cercare di convincerla, ma lei insisteva, insisteva...finchè mi è venuta in mente un'esperienza che avevo attuato molti anni fa quando insegnavo il francese, nel 1997 figuratevi, e senza troppa convinzione gliel'ho riassunta. Accettata e arruolata! Per vincere le mie ultime resistenze, mi ha messo in coppia, per relazionare, con una maestra giovane che presentava un lavoro attinente al mio. Questa ragazza, che già conoscevo dalle riunioni del gruppo di lingua italiana e straniera, è piena di entusiasmo, ci siamo contattate per telefono, per mail, voleva preparare una presentazione in power point, come va di moda adesso.

Bimba, le ho detto, io non so nemmeno da che parte si comincia!

Non ti preoccupare, tu mi mandi delle foto e un testo, poi faccio tutto io!

Così sono saltate fuori alcune diapositive di presentazione, ma io avrei portato anche in visione il materiale prodotto dalla classe. Non vi racconto tutto il percorso, basti sapere che il prodotto finale consiste in un grande libro scritto e illustrato dai bambini, in cui mettono in comparazione la vita in Europa, in Cina e in Africa, attraverso disegni e brevi frasi, per far capire che ci sono situazioni e sentimenti che i bambini vivono in modo uguale in qualsiasi paese della Terra.

Ieri dunque ho passato la domenica al convegno, nel gruppo di lingua.

Bello sentire raccontare tante esperienze interessanti, che rendono i bambini partecipi e attivi nelle scoperte e nella costruzione del loro sapere!

Bello notare quanta ricchezza e fantasia ci sono in un tipo di scuola che cerca di partire dai bisogni e dalla vita degli alunni!

Bello incontrare ancora così tanti colleghi entusiasti del lavoro che svolgono e pronti a rimetterlo in discussione per migliorarlo sempre!

Triste constatare  che tutto questo si scontra e lotta e cerca di resistere alle politiche di tagli, disinteresse, scarsa considerazione per la scuola che ci sono attualmente in Italia...

Ed io, ormai sentendomi molto all'esterno, meditavo su tutto questo e su altro...di questo mondo di banchi, quaderni, libri, computer (pochi), lavagne interattive (rare)...ma un mondo sempre vivo dentro di me, in cui sono stata immersa per la maggior parte della vita.

Il convegno si svolge alla Scuola-Città Pestalozzi, una delle pochissime scuole sperimentali riconosciute ufficialmente in Italia: ha una storia molto interessante, ha rischiato di essere eliminata dalla scure-Gelmini...

Il suo attuale dirigente, mio coetaneo, nei primi anni in cui insegnai a Firenze era maestro nella mia scuola, lavorammo insieme con le nostre classi, eravamo nel gruppetto che una volta ricevette la proposta di fondare una scuola privata, per insegnare finalmente...a modo nostro! Ieri sono andata a salutarlo, mi ha riconosciuto e abbiamo parlato con rimpianto del passato e con rincrescimento e rabbia del presente: “Che anni lontani, ha detto, tempi preistorici, ma...tempi gloriosi!”

Lui ha fatto carriera come dirigente: è soddisfatto delle esperienze lavorative che ha vissuto, sempre un po' di trincea e d'avanguardia, come era a quei nostri tempi, ma è ancora ben saldo sulla breccia.

Io...sono già pensionata, ma non mi lamento affatto delle mie esperienze nella scuola...

Pochi minuti di conversazione nel suo ufficio, poi sono venuti a cercarlo per le solite incombenze dell'organizzare quella giornata così impegnativa. Mi ha fatto piacere averlo rivisto, aver ricordato quegli anni lontani, quando eravamo molto giovani e molto entusiasti.

La giornata si è svolta bene, la mia relazione, come le altre, ha destato interesse, ho dato ancora qualche stimolo ai colleghi giovani, dunque ciò che ho fatto tanto tempo fa non è ancora da considerarsi superato...ma non so se di questo devo esserne contenta oppure no...

 

 

alcune pagine del libro preparato dai bambini

 
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LA CREDENZA

Post n°837 pubblicato il 11 Maggio 2012 da atapo
 

 

ULTIMO ATTO

Fra pochi giorni fanno due anni dalla morte della mia mamma. Mio fratello, proprietario dell'appartamento in cui lei abitava, ha tentato di conservarlo affittandolo a studenti, ma nel primo anno ciò non ha molto funzionato quindi l'ha messo in vendita. Anche qui sul blog avevo scritto la notizia, nel caso in cui...Dopo vari mesi in cui la casa è rimasta disabitata, tanto che anche mia figlia con marito e bimbi ci hanno passato una settimana di vacanza l'estate scorsa, finalmente, nonostante i tempi poco felici, è stato trovato un compratore.

Nel settembre 2009 avevo già portato a Firenze in casa mia diversi mobili ed oggetti, gli amici di antica data forse ricorderanno, ormai lassù era rimasto poco di ricordo familiare, ora però bisognava sgomberare tutto, definitivamente. Io, mio fratello e sua moglie ci siamo scambiati molte telefonate per decidere cosa buttare e cosa tenere, ma...dove sistemare? Soprattutto alcuni mobili: un armadio ben tenuto, un tavolo e una credenza di inizio novecento. Per i primi due hanno trovato posto da mio fratello, restava la credenza, che a me fra l'altro piace molto. A questo punto ho dovuto far entrare in causa mio marito e gli ho proposto di prenderla noi, mettendola nella stanza dove già c'erano gli altri mobili presi due anni fa. Avremmo dovuto smontare due ante di un armadio componibile molto spartano “reduce” dal tempo in cui ci stava mio figlio, per mettere la credenza al loro posto. E questo lavoro l'avrebbe dovuto fare mio marito, anche perchè in quegli armadi, pur semivuoti, c'era soprattutto roba sua ed era meglio che la sistemasse lui. Sapevo i rischi che correvo: i suoi tempi lunghissimi, la sua pignoleria, il suo essere “ufficio complicazioni affari semplici”, come dice mia figlia, per questo la volta precedente per il trasloco-mobili avevo fatto da sola, contattato la ditta, preso accordi, controllato il lavoro ecc... Ma stavolta non era possibile, anzi, pure gli accordi doveva prenderli lui, per trovare il giorno buono tra i suoi numerosi impegni.

E il tempo passava e lui non si decideva, non si ricordava nemmeno più dove aveva messo le misure della credenza, finchè la settimana scorsa un SMS di mia cognata chiedeva a che punto eravamo perchè loro stavano per firmare la vendita. Così ha deciso di telefonare alla ditta di due anni fa che però per alcuni giorni l'ha lasciato in sospeso: dicevano che forse un giro così da una città all'altra non lo facevano più...Lui non ha più sollecitato e sono passati altri giorni, finchè sabato scorso da Ferrara è arrivata la notizia che il mobile doveva “partire” da là entro il 12, perchè sarebbe subentrato il nuovo proprietario. Lunedì 7 io ero fuori città tutto il giorno, lui ha chiamato la ditta ma ancora non gli hanno chiarito niente, allora martedì, giorno del mio compleanno, ho deciso che non ci saremmo staccati dal telefono finchè non avessimo risolto la faccenda. Lui ha tentato di dire che doveva uscire (per comprarmi la torta), ma io mi ero proprio arrabbiata: gli ho aperto l'elenco telefonico alle ditte per traslochi e gli sono stata alle costole durante le varie telefonate...Alla fine ce l'abbiamo fatta: un'altra ditta sarebbe venuta giovedì, cioè ieri.

Tutto sistemato? Quasi. Perchè ora restavano solo da svuotare e smontare le due ante dell'armadio componibile...Quindi mercoledì e giovedì mattina io e lui abbiamo fatto tutto questo, insieme alle grandi pulizie e al rimontaggio di una parte dell'armadio in un'altra stanza.

Io ero nervosa, lo ammetto, ma lui era intrattabile: dover fare lavori velocemente entro un tempo stabilito (da altri) gli facevano vedere nero dappertutto: le misure non gli tornavano ... forse non ce l'avrebbero fatta a passare i pianerottoli stretti, che si dovevano svuotare... bisognava togliere le piante dalle scale... era meglio approfittare della situazione per vedere se si poteva buttare qualcosa che non serviva più... io lascio sempre un grande disordine e compro sempre un sacco di cose per cui i mobili son sempre pieni...

Quando è così è inutile chiedergli di aiutarlo perchè le cose le fa bene solo lui, io non sono precisa...Lascio immaginare il “clima”, la mia voglia di scappare...invece era bene che continuassi a stargli alle costole ed anche che prendessi qualche iniziativa autonoma per sveltire i lavori, nonostante tutto. Contavamo sul traffico in autostrada per avere a disposizione un'ora in più!

Diciamo che quando hanno suonato i facchini con la credenza almeno lo spazio per appoggiarla era stato liberato.

Per il resto è tutto a soqquadro e si rischia che ci resti per molto. Io ieri sera ero distrutta, psicologicamente e fisicamente, perchè questi lavori di manovalanza pesante non dovrei assolutamente farli. Guardando la credenza, pensavo che con questo ultimo atto è definitivamente “sparito” tutto il nucleo che materialmente aveva composto la mia famiglia d'origine: gli oggetti sono stati suddivisi, restano come ricordo, ma vanno a far parte di altre famiglie...da me sono tutti in una stanza, ne parlerò un'altra volta.

E' il tempo che passa, è la storia che va avanti...solo la memoria dei giorni passati non va suddivisa, ma possiamo moltiplicarla passandola ad altri, cercando che resti il più possibile intatta...

Anche questo fa parte della malinconia dei giorni scorsi. Non è stato un gran compleanno, ma lo ricorderò...

Ecco la credenza, quando era ancora a Ferrara.

Che dite, ne valeva la pena?

 
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DEDICA

Post n°836 pubblicato il 08 Maggio 2012 da atapo
 

 

UN ANNO MAGICO

 


 

Da qualche tempo ci rifletto sopra: questo ultimo anno è stato qualcosa di inaspettato, di straordinariamente, splendidamente e completamente bello, un anno magico, sono arrivata a concludere che questa è la definizione giusta con cui lo ricorderò per il resto della vita. Per quanto mi sforzi, non riesco a ricordarne nel mio passato un altro simile, così ricco, sorprendente e positivo in tutti i campi, senza alcuna negatività. Forse è stata Cora che mi ha portato fortuna, perchè è più o meno cominciato con l'incontro di questo personaggio...

Un anno fa compivo sessant'anni e sentivo questo passaggio di decina come un traguardo importante, facevo i conti col mio passato e vedevo nel futuro un grande punto interrogativo verso il quale però mi sentivo molto curiosa e molto disponibile, convinta che avevo ancora tanto da aspettarmi. E così è stato finora: questi dodici mesi mi hanno regalato più di quanto potessi sperare.

Ma certe meraviglie non durano in eterno, mi viene in mente l'immagine della stella cometa che ho visto per un periodo nelle notti di molti anni fa: l'avevo trovata nel cielo, era lì, lucente e il vederla tutte le sere fedele all'appuntamento mi illuminava anche il cuore e la mente. Impercettibilmente però si allontanava, perdeva luminosità finchè non mi arresi all'evidenza che non l'avrei più vista e avrebbe lasciato un vuoto nel cielo e dentro di me.

Però ci sono comete che ritornano, si tratta di avere pazienza, oppure se ne incontrano altre e il ricordo di quella già vista rimane sempre bellissimo anche se velato da un po' di malinconia...

Così sono arrivata ad un nuovo inizio di maggio, al nuovo compleanno e la cometa dell'anno che ora termina si è un po' offuscata, allontanata, la vita è tornata normale con alti, bassi, cose che funzionano ed altre che funzionano molto meno. Quella magia non poteva durare in eterno, lo sapevo, ma quando accade e te ne rendi conto è sempre un momento duro.

Oggi gli anni diventano sessant'uno, mi addentro nella nuova decina: sono sempre curiosa e disponibile verso il punto interrogativo del futuro, ma qualche volta sento come un piccolo disagio, la sensazione che il tempo scorra troppo in fretta, che il tempo del futuro si stia accorciando ed io me ne accorgo soltanto ora...e forse non ne avrò abbastanza per...forse non ho ben chiaro nemmeno io per cosa, questo è il fatto.

Voglio riempire il meglio possibile i miei giorni uno dopo l'altro, questo anno magico mi ha fornito una dose massiccia di felicità che sicuramente mi sarà di aiuto.

E mi faccio un regalo: mi dedico una canzone che sento molto vicina, in questo periodo, al mio stato d'animo un po' malinconico.

 


 

 
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COMPLEANNO

Post n°835 pubblicato il 05 Maggio 2012 da atapo
 

 

AUGURI, CUCCIOLO !

 


regalo di icaro95

Un anno passa veloce...sembra ieri che salivamo alla maternità di Borgo San Lorenzo per conoscerti...e oggi spegni la tua prima candelina, o meglio: l'hanno spenta tuo fratello e i tanti bimbi cuginetti ed amici, tu sorridevi e allungavi le mani per afferrare la torta, per te molto più gustosa e interessante della candelina!



Sei ancora il nostro cucciolo, Damiano, il più piccolo della famiglia.

Sei stato il mio più bel regalo di compleanno, l'anno scorso, bambino dolcissimo ed affettuoso, tranquillo ma ben determinato, che offri a tutti sorrisi stupendi, ti fai coccolare e sbaciucchiare con il tuo aspetto e la tua morbidezza da bambolotto. Sei molto diverso da quel terremoto di tuo fratello Martino, sopporti senza batter ciglio le sue spinte, i suoi “abbracci” stritolanti e un po' ambigui di odio-amore, il suo toglierti di mano i giocattoli che scegli (ma tu senza scomporti vai a cercarne altri)...anzi, lo guardi ammirato e ridente nel suo vorticoso saltellarti intorno e nelle esibizioni teatrali che inventa di continuo.

 


Oggi alla festa del tuo primo compleanno eravamo in tanti, grandi e piccoli di ogni età, tu avevi un cappello da “ometto serio” di cui andavi molto fiero, perchè quando qualcuno te lo faceva cadere lo riprendevi e te lo rimettevi in testa. In tutta quella confusione osservavi tutti e tutto, sgattaiolavi ogni tanto a quattro zampe (ancora non cammini da solo, hai un po' di ciccia da tenere in equilibrio) verso i tavolini bassi delle cibarie (golosone!) o verso un giocattolo lasciato in giro...sei quello che ha fatto meno confusione di tutti!

In questo anno non ho parlato molto di te, è vero, un terzo nipote ormai diventa quasi una routine, ma sei lo stesso una meraviglia perchè sei unico ed è bellissimo scoprirti e ri-conoscerti ogni volta che sto con te, quando divento la tua baby sitter e il momento più bello è il tuo risveglio dal pisolino del pomeriggio, io ti sento, entro nella stanza in penombra, tu sei già seduto nel lettino con gli occhioni sbarrati, appena mi vedi mi fai un gran sorriso e mi tendi le braccia perchè io ti sollevi, poi ti rannicchi tutto contro di me per sonnecchiare ancora qualche minuto...mio piccolo e saggio principino...


 
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A CASA

Post n°834 pubblicato il 02 Maggio 2012 da atapo
 

 

Ritornare a casa e scoprire che il collegamento ad internet è diventato ballerino, ora c'è e ora non c'è, poi sparisce del tutto...ora è tornato ma chissà ...non è il massimo della soddisfazione! Mio marito dice che è tutto a posto...boh! Provo comunque a raccontare come è andata, con questo

DIARIO DI VIAGGIO

25 aprile, mercoledì

Partiti, come al solito, con calma, arriviamo a Bomarzo giusto in tempo per l'inizio del corteo in costume che dà il via al Palio. E' uno dei paesi arroccati sulle cime dell'Appennino, con una visuale strepitosa sulla valle del Tevere. Il Palio è in onore del protettore sant'Anselmo vescovo, che raccontano aver sconfitto i Barbari facendo piovere dal cielo proiettili di pietra...Per la delizia di noi due fotografi ci sono bellissimi costumi rinascimentali, coreografie degli sbandieratori, duelli degli spadaccini.



 

E' un palio di Siena in miniatura: in una zona pianeggiante fuori dal paese c'è la pista proprio per questa corsa, di forma un po' irregolare, tipo Piazza del Campo. Le cinque contrade presentano i propri campioni, cavalli e cavalieri, i primi quasi ingovernabili da cavalcare a pelo, i secondi incitati e osannati dalla folla. Il tempo pare un po' incerto, poi un vento abbastanza sostenuto allontana le nubi e la corsa che inizia alle 18 si fa col sole che si abbassa e noi spettatori che cominciamo ad avere freddo, tra il vento, l'ombra e...il fatto che i cavalli tra i canapi non ne vogliono sapere di mettersi in ordine e fino alle sette e un quarto è un susseguirsi di false partenze.



 

Finalmente è la buona, forse, perchè scoppiano subito contestazioni: forse il mossiere ha deciso di farla finita...Comunque un bello spettacolo, e al ritorno in paese dietro ai contradaioli vincitori che sventolano il drappo cantando a squarciagola è tutto un susseguirsi di commenti. Concludiamo la giornata nel camper cenando con una squisita porchetta...se non la mangi buona in queste terre laziali...

26 aprile, giovedì

Il sole è caldo, il vento si è fatto gentile. A valle del paese c'è il famoso Parco dei Mostri, che vogliamo visitare. E' un grande parco rinascimentale, allestito a metà del '500 da Vicino Orsini, in ricordo della sua amatissima moglie. In mezzo a folte zone boscose e a radure si scoprono enormi statue di pietra: animali, personaggi mitologici, mostri, bizzarrie tipiche dell'epoca. Il senso di tutto questo non è chiaro agli storici, non c'è una documentazione attendibile: sono scelte e collocazioni casuali? Il fatto che all'ingresso si incontrino subito due sfingi fa pensare a significati misteriosi, forse dei percorsi esoterici in voga nel Rinascimento, ma il complesso resta indecifrabile, prodotto di un pensiero e di una mentalità ben lontana da quella attuale. Ci si potrebbe sbizzarrire a ragionarci sopra e a cercare significati nostri...anche vari artisti moderni sono rimasti suggestionati da questo luogo, che dopo molti secoli di abbandono ora è stato restaurato ed è indubbiamente una meta turistica fuori dall'ordinario.



 

Nel pomeriggio inoltrato ripartiamo verso sud; dopo Roma, usciti dall'autostrada, il navigatore dovrebbe condurci ad un agriturismo, ma ci propone strade che sono bloccate per lavori, allora decidiamo di fare da soli e ci avventuriamo sui colli Albani, costeggiamo laghi, attraversiamo paesi, boschi, campi, pinete (i grandi pini romani!) e scopriamo una quantità enorme di ristoranti e trattorie...per sfamare i Romani nei fine settimana! Un giro davvero piacevole, io non ero mai stata in questa zona, riusciamo ad arrivare in tempo per la cena all'agriturismo Colle di Maggio, dalle parti di Velletri: cucina già collaudata con successo un anno fa, cantina ben fornita che fa la gioia di mio marito. A proposito di marito, il viaggio non era iniziato molto bene ieri: era nervosissimo, se la prendeva con niente e io non sapevo più come parlare: proprio una bella vacanza! Stasera è molto più tranquillo, ma la ricreazione è finita, domani si va dalla suocera!

27 aprile, venerdì

Mia suocera è tornata il 25 dal viaggio in Egitto, è felicissima, si è divertita un mondo, ma è stanchissima. Dovrebbe starsene riposata ancora un po', invece c'è questo benedetto impianto elettrico, ci sono da scegliere e comprare i lampadari...così ce la portiamo in camper in centri commerciali e mercati dell'usato, al mattino e al pomeriggio, finchè non alza bandiera bianca e ci chiede di rientrare a casa per stendersi un po'. E c'è una sorpresa: questa sera arriverà in treno anche il fratello minore di mio marito, con compagna e figlia (quella della comunione in...abito da sposa), alloggeranno fino a martedì in albergo. Non sapevamo di questo, né lui sapeva di noi...Li vado a prendere in stazione, devo vedere gli orari dei treni per Roma: domani avevo in programma di “scappare”, ma ora mi faccio i soliti scrupoli: sarà poco gentile piantare lì tutto il parentado...

Poi mi dico: “Al diavolo! Se non vado domani, domenica sarà più complicato, ci sono meno treni, c'è la messa...” Ci saranno anche due sagre poco lontano e col marito eravamo d'accordo che ci potevamo andare con sua mamma, ora con questi altri come andrà a finire? Stavolta faccio l'egoista e penso a me: domani a Roma!

28 aprile, sabato

La mia fuga romana ha goduto di un tempo splendido, il sole caldo mi ha iniziato ad abbronzare, il venticello romano era piacevolissimo. Ho passeggiato, passeggiato, guardato i negozi, comprato un libro per ricordo...una meta ce l'avevo: il palazzo Barberini, riaperto da poco, col museo di arte antica e la mostra del Guercino, ma anche con un delizioso giardino all'italiana. Peccato che fossi sola...



 

Uscita dal palazzo avrei voluto arrivare alla fontana di Trevi, che mi piace tanto, ma un sms del marito mi diceva di non fare tardi perchè in serata saremmo tutti tornati a cenare all'agriturismo e bisognava partire per tempo. Stavolta da la brava moglie mi sono diretta alla stazione anziché alla fontana...

In serata ho saputo che il marito e suo fratello hanno lavorato insieme all'impianto elettrico tutto il giorno, la cognata e la bambina sono rimaste sempre in casa perchè c'erano tanti compiti di scuola da fare e nessuna voglia di farli...Per fortuna che me ne sono scappata!!! Mia suocera, in poltrona tutto il giorno, finalmente si è riposata.

29 aprile, domenica

I lavori di bricolage non sono finiti, ma mio cognato assicura che stamattina, lavorando dopo la messa dalle 10,30 alle 12,30, tutto sarà completato, così avremo il pomeriggio libero. Io sono molto scettica...

In quelle due ore trovo la scusa di prendere il giornale per fare un giro nel paese, cercare prodotti tipici nei negozi aperti, comperare i kiwi (coltivati in zona) nelle bancarelle dei fruttivendoli, dove scopro anche una verdura che non ho mai assaggiato, le puntarelle, mi faccio spiegare la ricetta e mi regalano l'aglio fresco per condirle. Anche mia cognata con la bimba, uscite dall'albergo, sono in giro a far spese, ma non ci incontriamo, perchè la maggior parte del tempo si sono “nascoste” in un negozio di giocattoli, da cui poi usciranno con tre sacchi enormi di “mercanzia”. Loro devono comperare le fragole per il pranzo, io contribuisco con le puntarelle.

Naturalmente i lavori continueranno tutto il pomeriggio, altrochè sagre! Stiamo tutti insieme in casa, la bambina si trascina i compiti facendo arrabbiare i genitori, si fa qualche chiacchiera, io “collaudo” il nuovo smalto blu che mi sono comprata ieri l'altro, leggo vecchie riviste che ho portato da Firenze e che poi lascerò a mia suocera. Mia cognata ad un tratto dice: “Però domani andremo a fare un giro da qualche parte...” Penso che anche lei si aspettasse giorni di vacanza un po' diversi, non chiusi in casa a montare mobiletti e a tirare fili.

Nemmeno a sera gli uomini avrebbero finito, ma noi la mattina successiva ripartiamo e si fa punto.

Ultima notte in camper: abbiamo parcheggiato vicino ad un agrumeto e si sente, delicatissimo, un profumo di zagara che è penetrato nel camper e rende i pensieri dolci e gentili...E' un peccato non averlo più i prossimi giorni...oh sì, esistono i profumi e i deodoranti ai fiori d'arancio, ma sono tutt'altra cosa da quello che emana, naturale, dagli alberi fioriti, l'unico che mi piaccia.

30 aprile, lunedì

Viaggio di ritorno, con sosta a fare provvista di vini locali. Tutto tranquillo, peccato che piova di nuovo.

1 maggio, martedì (appendice)

Oggi lasciamo da parte riordini e valigie, perchè vengono i nostri amici Bolognesi, quelli di Tenerife. Passiamo una bella giornata insieme, visitiamo una mostra in centro, pranziamo in trattoria, chiacchieriamo tanto...

Mi dicono che, viste le idee di mio marito, se a loro capiterà l'occasione di qualche viaggio in piccoli gruppi, ce lo faranno sapere e ci inviteranno: chissà che non riusciamo a “sbloccarlo”...

E ora si torna alla vita normale...

 

 

 

 
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