Sconfinando

La famiglia

L’Italia è una Repubblica fondata sulla famiglia. 
Confesso che mi viene inevitabile il confronto tra l’atteggiamento, la gestione mediatica, l’impatto emotivo delle vicende Cogne-Gravina, Ahmetovic-Vernarelli. Non discuto sugli esiti giudiziari, che spero siano e saranno guidati da riscontri e valutazioni oggettive. Discuto sulla diversità di trattamento.
E quando ne cerco le ragioni, a me sembra che la famiglia sia l’elemento chiave.
Una famiglia che fa quadrato intorno a Mariagrazia Franzoni. Una famiglia disgregata, quella di Filippo Pappalardo e Rosa Carlucci, pronti a lanciarsi terribili accuse reciproche.
Una famiglia, un padre, che urla all’opinione pubblica e probabilmente a se stesso la disperazione del figlio per Friedrich Vernarelli. Un campo rom per Marco Ahmetovic, un clan al posto della famiglia.

E la famiglia diventa elemento di garanzia e attenuante generica e il crimine, qualora vi sia, si trasforma in momentanea devianza, in colpa, anziché dolo.

[Detto questo, sono favorevole a una revisione dell’impianto legislativo attuale in base al quale la persona che, trovandosi alla guida di un autoveicolo o motoveicolo, in stato di ebbrezza alcoolica o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, provochi un incidente stradale cui consegua la morte od il ferimenti di terze persone, risponde a titolo di colpa del proprio gesto. Che l’omicidio non fosse nelle intenzioni mi sembra palese, ma che la guida in stato di alterazione rappresenti atto gravissimo mi sembra altrettanto chiaro. Mi avevano fatto specie i domiciliari ad Ahmetovic. Mi fanno altrettanto effetto quelli a Vernarelli].