Sconfinando

Conteg-giando

A volte vorrei esistesse la conta universale. Il pin-pin-cavalin o il pimpiripettenuse-pimpiripette-pam della vita.
Anche la sfera di cristallo andrebbe bene.
Qualcosa che dica che sì, quella è la scelta giusta.
L'unica scelta possibile.
Nonostante tutto.
E in questi giorni è difficile. Telefonate su telefonate, incontri, appuntamenti. Ogni volta ripercorrere ciò che succede e ciò che è successo. La lista dei pro. La lista dei contro. Tanti pro. Troppi pro.
Un unico contro.
La sua paura bambina.

Irritando-si

Resto sempre spiacevolmente colpita dai livelli di sgradevolezza che si raggiungono quando si sceglie di passare dal confronto al contraddittorio alla sterile polemica.
Inutile e gonfia di livore.
Dimentica del fatto che un pc, fortunatamente, si spegne.
....puff....
tutto... sparito.

grazie......

(Simona Diddi,http://digilander.libero.it/matastocie/images/quadri/margherite.jpg)

ancora non si sono espressi sul tipo di zia che hanno conosciuto.
ma di certo si sono sentiti coccolati...

grazie, col cuore
margherita

Rimborsi spese

E' una vita che viaggio, quasi solo per lavoro. Mio padre mi portava dietro quando aveva da sbrigare degli affari fuori e poi mi chiedeva una mano nel ricordare tutti i numeri di cui si era discusso a tavola. E che numeri. Sarà per questo che sono abituato, direi da sempre, a ricostruire ogni mio spostamento con le fatture/ricevute da cui cerco di recuperare il possibile. E' divertente come gioco. Si comincia col biglietto di andata, il primo pasto, il secondo pasto, poi ci può essere uno spostamento intermedio, poi un altro pasto. Si chiude in genere con un bel fogliettone che rilasciano gli alberghi di alto livello (of course) ed il biglietto del ritorno. Alla fine, anche in soli 2-3 giorni, so' soldi.

Ma è una magra consolazione quella di recuperare il denaro speso, anche se la cifra (vedansi spese per aerei ed alberghi) è notevole. E' come un'implicita ammissione che a quel viaggio, a quell'albergo o a quel ristorante, senza rimborso, non si sarebbe mai arrivati. Mi piacerebbe a volte buttare tutte le ricevute, tutti i biglietti, ma non posso. Eppure, lo so, ci sono persone a cui basta vivere di rimborsi spese, che non puntano a crescere di reddito, ma a cui basta poter avere tetti di spesa concessi sempre più alti, purché rimborsabili.

La stessa cosa accade in altri ambiti. Supponiamo che il viaggio di lavoro sia paragonabile ad un'esperienza di vita, una qualunque. Supponiamo che l'albergo sia il posto in cui mi sono mosso in un'esperienza appunto, che i ristoranti siano i punti in cui mi sono rifocillato di confronti, casomai solo dialettici. Io vorrei sempre uscirne arricchito, non so come spiegare. Non mi bastano le ricevute, che, nell'esempio, potrebbero essere le rassicurazioni che, tutto sommato, le mie attività siano rimborsabili, per così dire. La sensazione è che, viceversa, ci si dovrebbe accontentare di essere dove si era prima, di aver potuto chiudere una parentesi che si era aperta come si fa con i rimborsi, senza che nulla sia realmente cambiato tra il prima ed il dopo. Anzi, godere del fatto che, in quella parentesi non finalizzata già dall'inizio ad una crescita, si sia potuto godere di un piacere artificiale, chiaramente al di sopra delle normali possibilità. Come per me un 5 stelle. 

Meleggiando

E visto che la torta di mele piace, oh se piace,
ecco la ricetta di Lilith.
Che, naturalmente, ringrazio.

300 gr.di farina
200 gr di zucchero
150 gr di burro
1/2 bicchiere di latte
1 uovo intero e 2 tuorli
1 bustina di lievito
3 o 4 mele, a seconda di quanto son grosse.
tre cucchiai di marmellata
Un goccio di rum, o di latte per ammorbidire la marmellata.
Si mescola la farina con lo zucchero, l'uovo e i tuorli, il burro fatto fondere a fuoco dolce, e il mezzo bicchiere di latte. Si amalgama tutto, si aggiunge il lievito e si versa nella tortiera.
Si sbucciano le mele, si tagliano a grossi spicchi ( o a quarti, se sono piccole) e si appoggiano sull'impasto, premendo un poco per farle un po' affondare nella pasta. Si scioglie la marmellata con il rum (o il latte), scaldandola un poco sul fuoco, finché diventa abbastanza fluida, e si versa sulle mele. Si inforna a 180 gradi finché la torta risulta cotta (circa 45 minuti)

Elogio dell'im-perfezione

Ovviamente, anche se l'uscita dal tunnel è sempre più lontana, anzi, quasi quasi mi conviene posticiparla di 22 ore da ora, mi sono lasciata tentare da questa scemenzucola del nick ancestrale.
Visto che non faccio i solitari al pc perchè non posso barare e visto che ho bisogno di 5 minuti di spegnimento cerebrale, l'ho fatto.
Va bene. Lo ammetto. Ho provato a barare anche lì.
Ho cambiato i parametri.
Ho pure promesso un rimborso in torta di mele.
Niente da fare.
Il risultato è sempre e solo questo:

Mantra(s)

May the force be with me...
                                        Only the brave....
May the force be with me...
                                        Only the brave....
May the force be with me...
                                        Only the brave....
May the force be with me...
                                        Only the brave....
 
Solo 14 ore nel tunnel

Della scaramanzia

Che io sia scaramantica non l'ho mai nascosto.
Soprattutto mi riconosco questa sistematica ricerca di segni che
in qualche modo forzino al bello l'avvio faticoso di giornate
che si preannunciano impegnative.
Anche barando, se necessario.
Se il random play sbaglia, lo si fa ripartire.
Prima o poi trova la traccia giusta.
Una volta baravo anche nei solitari.
Per questo non mi diverto a farli al pc.

Di torta e di mele

Certo è la mia fantasia, ma sento nell’aria il profumo di torta di mele. E sto pensando se stasera ce la faccio arrivando a casa. Soprattutto se ho le mele giuste. Che non tutte van bene per la torta. Torta di mele e crostata: gli unici dolci davvero amati da lui e da loro. Con tutti i distinguo del caso. Torta come, torta quale. Con o senza cannella. Con o senza uvetta. E la ciotola da pulire mentre infilo la teglia nel forno. E i pizzicotti portati via dalla pasta frolla. E le fette di mela rubate mentre ancora le sbuccio.  
Finisce che brontolo. Ma loro lo sanno che rido.

Il tempo delle mele

Breve, ma doverosa premessa. Dopo un paio d'anni di laboratori da campo mi è stato concesso l'uso di questo splendido laboratorio in un complesso residenziale principesco. Una fortuna unica. La particolarità di questo laboratorio è che è anti-atomico in senso biunivoco. Se c'è un'esplosione all'esterno, qui dentro non la sento. Se esplodo io con i miei marchingegni, fuori non se ne accorge nessuno.

Bene. Passiamo al tempo delle mele. Sarà che sono nato alla fine dell'estate, sarà che l'autunno mi piace tantissimo per i suoi colori e i suoi odori, fatto sta che quando "entra" questa nuova stagione sono felicissimo di poter riassaporare tante varietà di mele. La Golden, la Golden Perlim, la Fuji, la Verdedoncella, la Pink Lady (ma questo mi sembra un nick più che una mela). Non è semplice beccarle però al giusto punto di maturazione. E, anche per questo, la mia preferita resta la mela Annurca, molto poco conosciuta in giro per l'Italia, ma buonissima. Il suo segreto sta nell'essere portata a maturazione a terra, su dei lettini appositi, con delle persone che si prendono cura di lei spostandola millimetricamente ogni tanto per seguire i raggi del sole e portare a maturazione ogni suo punto, anche il più nascosto. Da provare, per chi non la conosce ancora.

Ma lo sappiamo che c'è anche un altro tempo delle mele in questo titolo. E' quello che ho avuto modo di osservare nei miei due anni di campeggio libero, dal mio laboratorio-osservatorio privilegiato (ma poi sempre saltato in aria o spazzato via dal vento). Mi ha sempre colpito un dato inconfutabile. Le donne, notoriamente più mature degli uomini già dalla culletta, in rete sono come certe mele. Le vedi eleganti, impegnate tra i vari lavori che svolgono, dolcissime madri, freschissime fidanzate, ma, purtroppo, spesso un po' immature. O meglio, spesso mi sono sembrate de-maturate. E' innegabile che abbiano spesso un percorso di tutto rispetto alle loro spalle, che le ha provate e le ha formate, ma, quando leggono certe frasi che qualche maschietto invia con gradita imprudenza, ecco la de-maturazione. Si sciolgono. Sarà forse che il video è un potentissimo nuovo lubrificante da brevettare? Non so. La mia conclusione è che sono come certe mele, che sembrano mature, ma che poi, in alcuni punti, non lo sono mai state o non lo sono più. E quando le addenti proprio in uno di quei punti il gusto è un po' allappante, diciamocelo. Ci vorrebbe una donna Annurca, ma forse c'è pure, chissà.

Chiudo con una breve, ma piacevolissima conclusione. In rete ho incontrato tante donne, molte signore ed anche una SAS, che non è una società in accomandita semplice scritta in maiuscolo. SAS è una Signora Alla Settima, non una signora e basta.