Sconfinando

Già da tempo ho l'impressione (e non penso proprio di essere l'unico) che in Italia il calcio venga usato come palestra per le forze dell'ordine. Un po' come aveva l'aria di essere l'Irlanda del nord per l'esercito inglese. Una volta i tifosi si scannavano tra di loro. Adesso, in aggiunta a odii antichi tra certe tifoserie, che sono rimasti tali, ogni tifoseria ce l'ha a morte con la polizia. Il che non significa che è colpa della polizia, se ci sono disordini, ma quantomeno significa che la polizia sembra come essersi "intromessa" nella guerriglia, richiamando l'attenzione dei tifosi, "sfidando" quelli più incazzosi. Non sto dicendo che sono i poliziotti ad andare a cercarsela, anche se è accertato che certuni sono cani rabbiosi peggio di certi tifosi, e che li stuzzicano anche verbalmente. Ma qualcosa di sballato c'è sicuramente nel sistema. C'è qualcosa si assurdo nel fatto che tifosi in trasferta vengano scortati da camionette e camionette di polizia, che nonostante questo alcuni di loro facciano fermare la macchina sulla quale viaggiano, per fermarsi a picchiarsi con tifosi della fazione opposta e, per sedare la situazione, i poliziotti e/o carabinieri delle camionette coi lampeggianti accesi debbano fermarsi e scendere, e cercare di sistemare. Come dice l'articolista del corriere, è impossibile che non si conosca nome, cognome, numero di scarpa e precedenti di questi signori che viaggiano scortati come neanche un presidente della repubblica (dunque, tra l'altro, per non perdere il privilegio, devono obbligatoriamente dar mostra della loro "pericolosità" ad ogni occasione). Cosa ci vorrebbe non dico a farli stare a casa, ma anche di peggio? Cosa ci vuole ad imporgli l'obbligo di firma ogni sei ore nel loro comune di residenza, durante le trasferte? Forse che non hanno già fatto qualcosa che lo giustifichi? Il solo fatto che ci voglia la scorta, con quello che costa, giustifica l'obbligo di starsene a casa a chi si scalda troppo facilmente. È per questo che secondo me c'è un'intenzionalità da parte delle istituzioni. È una cosa un po' come con il G8 di Genova, dove un clima di tensione viene alimentato invece di cercare di ridimensionarlo. E si finisce per resistere a stento a randellare anche quelli che si limitano a sedersi per terra. Scusa il post nel post.

Scusa??? Grazie semmai. Spunti di riflessione importanti. Grazie red!

Le mie idee, mi hanno sempre portato a guardare le forze dell'ordine, con un occhio di diffidenza.
Forse saranno state le randellate prese alle manifestazioni, oppure ad un vero e proprio pestaggio di cui sono stato vittima per aver fatto un incidente con ragione piena (sono passati con lo stop) a 16 anni con una pattuglia di "falchi".
Ma questa volta consentimi un po' di indulgenza nei loro confronti in rapporto a quello che hai espresso.
Forse hai i tuoi motivi, o addirittura le prove, per dire che "in Italia il calcio venga usato come palestra per le forze dell'ordine" perche' e' un'affermazione molto pesante.
Perche' se come dici tu "significa che la polizia sembra come essersi "intromessa" nella guerriglia, richiamando l'attenzione dei tifosi, "sfidando" quelli più incazzosi." forse quell'"intromettersi" significa che la polizia finalmente ha deciso che il calcio non dev'essere piu' zona franca in cui poter fare qualsiasi cosa, e di intervenire come dovrebbe fare in presenza di qualsiasi altro reato.

Nel mio commento specifico già dall'inizio che è una mia impressione. Ciò che ho visto sono le scene dei poliziotti che stuzzicano le squadre dei tifosi "accaldati", e le scorte assurdamente abbondanti ai veicoli che trasportavano non molti di questi "accaldati". Così come lo stop di tali veicoli, i tifosi che ne escono e tentano di fare a botte coi "locali", per cui tutta la processione scortata deve fermarsi ed aspettare che i tutori dell'ordine facciano rientrare la cosa. Dividiamo la questione in due aspetti.
1. Siccome sono convinto che queste cose potrebbero essere risolte un attimo più a monte, penso che il lasciare che siano, che arrivino ad un certo livello, è colposo. Non dico colposo da parte di chi, che non lo so, e sicuramente non da parte dei poliziotti, né dei loro superiori. È prima di tutto un problema normativo che negligentemente non viene preso in considerazione, nonostante siano ormai anni e anni e anni che certe cose si ripetono (e nemmeno siamo al primo morto allo stadio). Non siamo in guerra, e dunque tutto questo è veramente assurdo. A livello organizzativo-normativo si può guardare alle cose per tempo, a tavolino, con freddezza. Quando ti trovi di fronte uno con una spranga, devi pensare solo a come neutralizzare il colpo, se possibile, ed anche a dargliele per neutralizzare il colpitore. Che tu sia poliziotto o teppista. Ma quando qualcosa (non un evento calcistico particolare, ma la solita domenica del calcio che viene ogni settimana) sai già che c'è, sai già che devi scortare i tifosi, sai già che devi presidiare una stazione ferroviaria come se arrivasse il nemico, con le peggiori intenzioni, penso che hai tutto il tempo per prendere provvedimenti in anticipo. Con largo anticipo. Non è solo una questione di questure, ma anche di legislazione.
2. È mai possibile che quando c'è un qualsiasi evento dal quale ci si possa aspettare gente arrabbiata, le istituzioni si pongano nell'ottica di fronteggiarla, come per farle vedere chi è il più forte? Perché da come la vedo io, l'atteggiamento mentale è proprio questo, e va oltre la questione delle partite di calcio. Allora succede che, invece di prevenire, di eliminare per quanto possibile il problema alla fonte, ci si pone in contrasto preventivo con i contrastatori. Come successe al tristemente famoso G8 di Genova. Praticamente li si avverte: venite in guerra? Guerra troverete! Avrete pane per i vostri denti, e ve la facciamo vedere noi, chi è il più forte! Dato questo punto di partenza, le istituzioni si preparano a questo "confronto". Così poi mandano in un'arena i poliziotti come fossero gladiatori. Ed ovviamente questi gladiatori devono anche un po' preoccuparsi di tornare a casa per cena, sani e salvi, pur dovendo fare il loro dovere/mestiere (che esclude che possano dire: non sono d'accordo, torno a casa subito). Così è ovvio che i poliziotti, quelli che sono proprio lì, siano su di giri. Ovviamente ce ne sono anche di quelli a cui piace, che secondo me sono della stessa risma dei tifosi contro cui si contrappongono. Ma fondamentalmente il problema della rabbiosità con cui si svolgono tutte queste scene è che tutto viene impostato come fosse necessariamente così, come non potesse essere altrimenti. Lo stesso che se fossimo invasi da un qualche paese straniero voglioso di guerra ed in cerca di rogne.
Per cui se mai è come mi viene da pensare (dunque è un mio sospetto, e nient'altro, basato su quello che vedo), non è la polizia a fare del calcio una palestra, ma chi lascia che allo stadio si presenti certa gente, e le manda contro la polizia, perché si "alleni". Visto che monitorare quella certa gente (almeno per il peggio) non dovrebbe essere impossibile. De facto quell'intromettersi non porta alla soluzione che prospetti. Sotto questo aspetto il fallimento strategico è sotto i nostri occhi da un sacco di tempo.

Spero che tu mi possa perdonare se non argomento in maniera vasta come te, non e' superficialita' nei tuoi confronti, ma il mio modo di esprimermi scrivendo.
Forse non ho la tua visione del mondo, o forse il mio e' un modo di pensare, ma non ho questa impressione, cioe' come tu dici che la guerriglia con i tifosi sia una palestra per la polizia scientificamente predisposta prima. Ma, ripeto, forse e' una mia mancanza di visione (o d'impressione se preferisci) e me ne dolgo per primo, rispettando la tua, di impressione. La mia opinione invece e' che finora, sotto la fortissima spinta di poteri forti, si e' agito all'insegna del "the show must go on" a qualsiasi costo. Chi ha il potere di decidere ha pensato che il calcio e' un evento che muove decine di migliaia di persone, interessi economici, politici (basta guardare l'elenco dei proprietari delle squadre di calcio) ed emotivi fortissimi e per ultimo, ma non meno importante, e' il panem et circenses dei giorni nostri. Per questo ha cercato di mediare fra le diverse esigenze, chiudendo ora un occhio sulle partite truccate, sugli arbitri telecomandati, sui calciatori dopati, sui tifosi che ricattano la societa' e fanno del tifo un mestiere, a spese delle squadre. No, non c'e' una parte sana. Anche la maggioranza dei tifosi "normali", non violenti, ha la parte di colpa: l'omerta' e l'indifferenza con cui reagisce alle imprese dei teppisti. Alcuni giornalisti che montano le vigilie delle partite come se fossero una chiamata alle armi. Ed in tutto questo, esclusi quei poliziotti fascistoidi che si fanno assegnare apposta allo stadio per menare le mani, non me la sento di colpevolizzare gli agenti di polizia che facendo il proprio lavoro sono costretti a rischiare la vita per pochi euro al mese. E' dove si e' deciso oggi di fermare il circo del calcio, che andava deciso prima di non chiudere tutti e due gli occhi. Al governo, in parlamento, in prefettura, in tribunale, in Comune. Ognuno di questi poteri ha la sua parte di colpa, di omerta', di indifferrenza. Il poliziotto fa quello che gli si chiede in questi casi, fa finta di nulla o calca la mano come gli impongono dall'alto. I tifosi violenti, o ricattatori, li conoscono tutti uno per uno. Manca la volonta', in alto, di fermarli davvero. Lo faranno ora? Mi sembra la classica situazione da ora o mai piu'.

Beh, il discorso della "palestra" non esclude il resto. E per quanto riguarda i poliziotti, non sono loro a decidere di lasciar andare in giro certa gente. Che il problema stia a monte è proprio quello che intendo. Anche la questione della "palestra", se mai fosse realistica, sarebbe decisa dai piani alti.
È una situazione da ora o mai più, ma ricordo il primo morto sugli spalti, a Roma, durante un derby di non so più quanti anni fa. Ucciso da una specie di razzo proveniente dalla parte opposta dello stadio, più o meno. Allora si proclamò che la misura era colma, con le "attrezzature" introdotte allo stadio. Oggi i fuochi artificiali e gli pseudo-razzi sono sacri. Lo scooter di san Siro fu di molti anni dopo quel caso.

Il vero punto, che credo entrambi, se pure da prospettive differenti, state enfatizzando, è che a monte non solo non c'è stata mai in questi anni una vera strategia di opposizione al fenomeno, ma addirittura è mancata l'intenzione reale, cioè fattiva, di porvi fine. Per tutelare pesantissimi interessi è evidente. Oggi tutti hanno portato ad esempio l'Inghilterra con il fenomeno degli hooligans e gli idranti della polizia. Di certo il segreto non sta negli idranti, ma nella volontà politica. Una volontà che deve partire da un approccio serio al problema, senza prendere in giro il cittadino. Perchè se è vero, come è vero, che i famosi biglietti nominali possono essere prenotati anche da Pippo Pluto e Paperino (ammissione pubblica di oggi) c'è di che pensare. Per lo meno c'è da pensare che qualsiasi contromisura finora intrapresa sia stata lo specchietto per le allodole. Anzi, per gli allocchi che ci hanno creduto. (anche io, ammetto)

Io da ragazzina andavo allo stadio con mio padre e mi piaceva parecchio;pian piano mi sono disamorata quasi totalmente ,mi è rimasta soltanto la voglia di buttare l'occhio ogni tanto...sui colori nerazzurri.Credo che per quello che riguarda la violenza ,quella di ieri e di sempre negli stadi ci sia da riflettere in generale ;mi ha colpito il fatto del ragazzino che a buttato un torsolo di mela in una macchina ed è stato pestato a sangue.Ci sono razioni spropositate.L'altro ieri nel piazzale di un supermercato facevo manovra con relativa calma ,mi sono sentita apostrofare in malo modo ,mi è venuto da ridere ma il tipo non aveva nessuna voglia di ridere e mi ha guardato in cagnesco.Siamo fitti come le mosche,forse una prima risposta è li ,non abbiamo l'aria necessaria...

Sono anni che il calcio e' diventato una farsa, che si e' svuotato del tutto della sportivita' ed e' diventato al contempo da una parte uno spettacolo che produce un grande fatturato, con repliche infinite ogni giorno della settimana, e dall'altra parte il posto, la discarica emotiva in cui riversare tutte le frustrazioni di tanti poveretti che nel deserto di idee ed ideali, trova un malsano conforto in una zona franca dove tutto e' permesso, protetti dall'omerta' e l'anonimato del branco.

Qui, a Torino, gli ultras storici della Juve, i Fighters, sono stati quasi cancellati dalle gradinate della curva dai nuovi Arancia Meccanica. Sono volate sonore randellate tra i due gruppi, con accoltellamenti e pistolettate. Perchè tutto questo? Eppure sono entrambi costituiti da tifosi bianconeri. Molto semplice: ci sono i soldi di mezzo, quelli che la società versa agli ultras per le trasferte, ecc ecc. A Catania, come a Roma ( lato Lazio ), due presidenti hanno deciso di chiudere i rubinetti. Non vorrei che fatti violenti, come quello di ieri sera, siano messaggi subliminali: se non ci pagate, facciamo casino. Come dire: che senso ha non pagare dieci, se poi dovete sborsarne mille? Nulla, a questo mondo, accade mai per caso.

Se ha ragione JAP, mi vien da dire 'Che schifo'. ciao