Creato da SandaliAlSole il 29/07/2005

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Delle classi ponte, ovvero prove pratiche di isolamento

Post n°2154 pubblicato il 15 Ottobre 2008 da SandaliAlSole
 

Che cosa c'è in un nome? Ciò che chiamiamo una rosa
con qualsiasi altro nome avrebbe un profumo altrettanto dolce.
[William Shakespeare - Romeo e Giulietta - Atto II Scena II]

Ovviamente, vale anche il contrario: una schifezza resta una schifezza anche se le cambi il nome. E se le classi ponte a un certo punto diventan classi di inserimento, la sostanza sempre quella resta. Isolamento. Classi speciali. Sperando che non preludano a scuole speciali, abolite, se non ricordo male, nel 1975. Tutto questo, per altro, tralasciando quel paio di questioni fondamentali, come una scuola che insegni a chi non sa. E se avessi voglia di fare dell'ironia su questa faccenda, mi verrebbe da chiedere a chi ha avanzato questa proposta quante volte ha chiesto per sè o per i propri figli i famosi corsi "full immersion" per meglio imparare una lingua straniera. Ma forse la full immersion vale solo per l'inglese. Però, a dirla tutta, a me questa cosa puzza assai. Perchè la chiave non è nella barriera linguistica, che davvero, soprattutto nei più piccoli si risolve in qualche mese di immersione quotidiana nella vita e nei giochi con i compagni (e con l'aiuto di qualche mediatore, va da sè). La chiave sta in questo stralcio del provvedimento: "attuazione di percorsi monodisciplinari e interdisciplinari, attraverso l'elaborazione di un curriculum formativo essenziale, che tenga conto di progetti interculturali, oltre che dell'educazione alla legalità e alla cittadinanza". Mi domando quale sia l'assioma: illegali e incapaci di civile convivenza in quanto stranieri, forse? Chissà perchè le cronache di qualche manciata di mesi fa, quotidianamente riportavano gesti e azioni illegali e incivili da parte di italianissimi studenti. Ma per loro le classi ponte non sono previste, mi pare.

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>> il seme della violenza, Gelmini e Cota giardinieri su dagherrotipi
Ricevuto in data 15/10/08 @ 20:04
Me lo ricordo questo film, mi colpì moltissimo perché non avevo mai visto (ancora) tutti insieme ...

 
Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 15/10/08 alle 07:33 via WEB
Mi aspetto che chi ha previsto le "classi ponte" abbia anche già le "aule pronte", possibilmente più appartate rispetto alle altre. Magari in una apposita succursale più vicina alla stazione dei treni merci, che nella Sede Centrale della scuola è più bello vedere lindi grembiulini lindi ben stirati e fiocchi sgargianti. Mica stracci.
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 15/10/08 alle 08:59 via WEB
oddio, non vorrei mettere nel testo della mozione intenzioni che alla lettera non ci sono. ribadisco quello che sdcritto nel testo e detto anche a nick nel commento più sotto: fosse solo un problema di mediazione linguistica, credo che le soluzioni pottrebbero essere tante e varie, senza necessità di classi ponte (nelle primarie, ad esempio, qualche laboratorio pomeridiano potrebbe essere dedicato proprio all'apprendimento della nostra lingua). il punto cruciale sta invece in quell'educazione alla legalità e alla cittadinanza, che mi domando perchè debba essere inserito in percorsi speciali destinati agli stranbieri e non in percori generali dedicati a tutti gli alunni, di ogni ordine e grado :)
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 15/10/08 alle 14:04 via WEB
Lo sai che io sono uno che si diverte a leggere le intenzioni e questo può essere preso per pregiudizio, ma, nel caso in questione, già il solo attento esame letterale del testo a cui mi richiami dà un ulteriore aiuto alla mia lettura. A me per leggere le intenzioni basta mettere in fila gli atti che una persona, un ente o chi per esso produce. Metto tutto su un grafico, interpolo e poi estrapolo, ma, si sa, non è un gioco per tutti. Stamattina (o ieri mattina, non so se l'ho letto sul giornale via web o su stampa), per dire, a Varese o lì vicino hanno ri-dipinto di bianco due sagome di bimbi neri che servivano ad avvisare gli automobilisti della presenza di una scuola elementare. A occhio, così, possono leggersi delle intenzioni in chi ha compiuto questo atto? E' chiaro che poi per un eventuale processo, o semplicemente in Aula quando si discute una legge (si discutono ancora le leggi?), servono le prove. Il processo (diverso dal tentativo di lettura delle stesse) alle intenzioni, infatti, non si fa. Questo è noto.
 
cinico_nick
cinico_nick il 15/10/08 alle 08:15 via WEB
in francia, paese che notoriamente subisce flussi migratori molto più consistenti dei nostri, esistono le classi di inserimento, cioè classi nelle quali si insegna praticamente solo la lingua e poco altro... beh, a detta di italiani che le hanno frequentate, sono utili, consentono poi di accedere, l'anno successivo, alle classi normali avendo quanto meno una più che accettabile conoscenza della lingua.. non so...
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 15/10/08 alle 08:55 via WEB
se non ho mal compreso, le classi di inserimento in Francia si intendono a livello di College, come per altro capisco anche leggendo questo testo, ovvero laddove l'acquisizione di specifiche competenze nelle singole discipline supera i livelli base richiesti nelle primarie. Quello che a me fa specie, non è la necessità di un supporto all'acquisizione di competenze linguistiche (che potrebbe avvenire a parer mio anche con l'ausilio di mediatori linguistici o con un percorso su misura - cavallo di battaglia della precedente riforma Moratti, se la memoria non mi inganna) quanto piuttosto la sensazione (che sensasione è e resta) che la competenza linguistica sia la foglia di fico e che la sostanzia stia in quel passaggio da me riportato.
 
fattodiniente
fattodiniente il 15/10/08 alle 13:36 via WEB
Vediamo di essere pragmatici, vuoi? Le classi-ponte sono una buona idea, per un bel po' di buone ragioni, e non sono assolutamente il solo insegnante a pensarla così: anzi ti dirò che è un pensiero largamente condiviso. L'alternativa, attualmente, è predisporre percorsi di alfabetizzazione all'interno della scuola, che sono: a) parziali; b) frammentari; c) che portano comunque l'alunno fuori della classe (o da solo, o insieme ad altri nella sua situazione... per cui...). A stare in classe e basta l'italiano lo si impara sì e no: a volte sì, spesso parzialmente, a volte no. E con la barriera linguistica di mezzo, tutto il resto diventa molto relativo. Le classi ponte sono una semplice soluzione di buon senso. Poi, si può far polemica su tutto, e vedere qualsiasi cosa in qualunque altra. :-)
 
fattodiniente
fattodiniente il 15/10/08 alle 13:59 via WEB
Prendiamo ad esempio la cosa dei mediatori. Sono pochi e saltuari. E cosa credi che facciano? Portano gli alunni fuori della classe a insegnar loro la lingua. E allora? Ma credimi, per i bambini stranieri appena arrivati, l'arrivo in una classe è un doppio shock, perché si risolve in un non capire niente di niente: non le regole della scuola (diversissime per una miriade di piccole cose dalla loro esperienza, perciò del tutto incomprensibili) e nella incapacità di fare anche ciò che in condizioni normali saprebbero fare benissimo. E il discorso della full immersion non sta in piedi proprio per niente, perché intanto tu vai a fare full immersion in età ben più grande, ma soprattutto vai in un paese che hai studiato per anni, della cui lingua conosci quantomeno le regole grammaticali e di cui possiedi un vocabolario di base ben solido. La fai facile tu: "qualche mese di immersione quotidiana..." Si vede che non hai la minima idea di cosa sia quel qualche mese per i bambini, che si portano dietro questo choc per anni, e poi per gli insegnanti, che vivono con sincera pena la loro drammatica inadeguatezza a gestire la maggior parte di questi bambini, che spesso sono più d'uno, e di culture e lingue e livelli culturali diversissimi (un maghrebino e una cinese hanno quanto di meno in comune si possa immaginare, non sto a spiegare perché)...
 
helga2008
helga2008 il 15/10/08 alle 15:06 via WEB
brevemente, per fattodiniente, 1) Lei sta accorpando i problemi di bambini delle elementari con quelli delle medie, 2) giacchè ci siamo, facciamo dei distinguo fra bambini in cui entrambi i genitori lavorano e quelli le cui madri son "obbligate" a restare a casa o quelle le cui famiglie sono cattolici praticanti,3) frequenta un anno "intensivo" di lingua e se non supera l' esame di Stato quando s'integrirà ?? 4) adesso da dove troveranno gli inseganti? Dalle chiamate di supplenza di tre mesi in tre mesi???
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 15/10/08 alle 19:18 via WEB
Perché, alle medie chi non parla la lingua se la cava e se la passa meglio? Non capisco in cosa consista la differenza nello specifico. Il punto 2) mi è poi del tutto incomprensibile... 3) Scuola o non scuola, se uno non impara la lingua, non si integra, c'è ben poco da dire, e che c'è di razzista in questo? E se dopo un anno di insegnamento della lingua uno ancora non l'ha imparata, non mi si verrà mica a dire che invece la impara stando a scuola, al massimo con poche ore di mediatore culturale (di regola, sono tra la decina e la ventina). 4) Dove troveranno gli insegnanti sarà compito del Governo che ha fatto la legge. A meno di non pensare che sian tutti idioti che prima fanno una legge e poi si industriano di trovare il modo per non farla funzionare... Stia tranquilla che chi ha voluto fortemente questa legge, farà anche del tutto per farla appliacare. fdn.
 
helga2008
helga2008 il 15/10/08 alle 22:52 via WEB
grazie Sandalialsole :-)) vado a rispondere a fattodiniente da me, perchè come dice...arthur Bloch " Quando piove, diluvia" serenanotte
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 16/10/08 alle 00:23 via WEB
scusate se vi riunisco tutti in una risposta cumulativa, ma visto che sono arrivata alla fine della discussione, mi sembra meglio.
è vero, non essendo un'insegnante non ho esperienza. da madre e, se questo vale, da madre che da sempre vive in scuole multi-tutto (lingue-razze-religioni), credo un minimo di osservatorio di averlo avuto anche io. oltre a parecchie esperienze dirette, con gli amici e le amiche delle mie figlie e i loro genitori.
credo sia importante capire di quale scuola si sta parlando. per quanto riguarda le scuole primarie, la mia esperienza diretta è che i bambini più sono inseriti nella classe più presto imparano. e non mi riferisco alla sola lingua. l'ultmo che ho avuto modo di osservare è un piccolo dello shri lanka, che a settembre dello scorso anno sapeva solo rispondere "si-no" e nemmeno a proposito. alla fine dell'anno scolastico era in grado non solo di capire, ma di esprimere pensieri compiuti e articolati. dopo l'estate, trascorsa tra centri estivi e oratori, ha aggiunto quel che gli mancava, inclusa la capacità di bisticciare nella nostra lingua :)
ho avutomodo di osservare da vicino anche l'inserimento di ragazzini e ragazzine straniere alle scuole medie (secondarie di primo grado? boh mi perdo con le nuove definizioni). Lì alla difficoltà linguistica spesso si aggiungono le difficoltà legate a percorsi scolastici e formativi differenti. Ma devo riconoscere che nei casi che ho potuto toccare con mano, la scuola dell'accoglienza è quella che dài migliori risultati. Parimenti, mi è capitato anche di stigmatizzare le scelte di una delle scuole del nostro territorio, che lo scoro anno ha accolto un ragazzino proveniente dalla nigeria nel mese di febbraio. il ragazzo, arrivato a febbraio, non conosceva una parola di italiano e le sue conoscenze erano paragonabili a quelle di un bimbo di seconda elementare. è stato inserito, per motivi di età, in terza media, dove ha vissuto più o meno come uno zombie fino all'esame di licenza, che ha passato non si sa in virtù di cosa. questa, giusto per essere concreta, non è la scuola dell'accoglienza: è la scuola del "rimpallismo". Il ragazzo, che ha ancora due anni di obbligo scolastico da assolvere, parcheggerà per un paio di anni in qualche scuola superiore, in attesa di raggiungere l'età giusta per andare a lavorare, senza che nessuno si sia davvero impegnato ad accrescerne competenze e conoscenze.
io credo nei percorsi integrati, anche perchè mi domando quale omogeneità ci possa essere in una classe di stranieri, nella quale dovrebbero convivere maghrebini e cinesi, sudamericani e coreani, russi e romeni. ognuno finirebbe per ricostruire un microcosmo temporaneo con chi gli è affine linguisticamente, salvo poi romperlo l'anno successivo, per un nuovo inserimento, in un altrove comunque estraneo.
resta poi l'ultimo punto: io sno e resto convinta che la conoscenza linguistica sia una foglia di fico. e che la vera chiave di lettura sia in quella frase riportata nel virgolettato.
 
 
72rosalux72
72rosalux72 il 16/10/08 alle 23:06 via WEB
assolutamente d'accordo. come genitore posso portare anche io l'esperienza della scuola di mio figlio, dove i primi due anni di scuola mai i bambini sono usciti dalla classe, ma hanno frequentato due volte la settimana di pomeriggio e con la loro maestra. poi sono state anche preziose le ore di compresenza, ma visto che dall'anno prossimo ci sarà l'insegnante unico, come dire, meglio pararsi per tempo. ... l'ho detto anche da me, non credo all'ostacolo della lingua per i bambini della scuola elementare, specie nella prima classe. ho avuto e ho modo di vedere che non è così.
 
   
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 17/10/08 alle 09:03 via WEB
Grazie rosa. Mi fa piacere che il nostro vissuto, prima ancora che il nostro sentire, confermi ciò che a pelle e per coscienza sentiamo come profondamente stonato. :)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 16/10/08 alle 14:56 via WEB
Ciao.. interessante questo post! L'ho scelto per la prossima puntata Post-iT, in onda su C6.TV SE VUOI INTERVENIRE DURANTE LA DIRETTA, PARLANDO TU DIRETTAMENTE DI QUESTO POST E DEL TUO BLOG IN GENERALE, CONTATTAMI IL PRIMA POSSIBILE! L'autore, Daniel Enrique C. ◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘ QUESTO ARTICOLO è STATO SCELTO PER LA PUNTATA DI POST-IT DEL 17 OTTOBRE.. in diretta alle 11:20 su c6.tv (la registrazione la troverete poi su c6postit.blogspot ) Grazie per l'interessante articolo. Chiunque voglia segnalare un post letto o scritto troverà nel nostro blog c6postit.blogspot un ottimo strumento per amplificare le proprie idee. Aspettiamo tuoi appunti e segnalazioni su altri articoli interessanti.! ◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘ ◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘ C6.TV ◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘ Oltre 1500 ore di diretta con la partecipazione di 3000 utenti. Ha segnato alcuni record dell'informazione via Web riuscendo ad avere in streaminghttp://danielesensi.blogspot.com/2008/10/antonio-tabucchi-litalia-di-berlusconi.html 12000 utenti in contemporanea!... 200 000 nella stessa giornata! C6.tv è informazione in diretta fatta da ogni luogo e da ogni persona. Realizzata con strumenti alla portata di tutti come Skype e videofonini. Permette a chiunque voglia di produrre contenuti video e di proporli ad un pubblico di utenti attivi.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 16/10/08 alle 14:56 via WEB
Ciao.. interessante questo post! L'ho scelto per la prossima puntata Post-iT, in onda su C6.TV SE VUOI INTERVENIRE DURANTE LA DIRETTA, PARLANDO TU DIRETTAMENTE DI QUESTO POST E DEL TUO BLOG IN GENERALE, CONTATTAMI IL PRIMA POSSIBILE! L'autore, Daniel Enrique C. *************************** QUESTO ARTICOLO è STATO SCELTO PER LA PUNTATA DI POST-IT DEL 17 OTTOBRE.. in diretta alle 11.20 su http://www.c6.tv la registrazione la troverete poi su http://c6postit.blogspot.com Grazie per l'interessante articolo. Chiunque voglia segnalare un post letto o scritto troverà nel nostro blog (c6postit.blogspot.com) un ottimo strumento per amplificare le proprie idee. Aspettiamo i tuoi appunti e segnalazioni su altri articoli interessanti! *************************** ********** C6.TV ********** Oltre 1500 ore di diretta con la partecipazione di 3000 utenti. Ha segnato alcuni record dell'informazione via Web riuscendo ad avere in streaming 12000 utenti in contemporanea!... 200 000 nella stessa giornata! C6.tv è informazione in diretta fatta da ogni luogo e da ogni persona. Realizzata con strumenti alla portata di tutti come Skype e videofonini. Permette a chiunque voglia di produrre contenuti video e di proporli ad un pubblico di utenti attivi.
 
fattodiniente
fattodiniente il 19/10/08 alle 01:00 via WEB
FORSE NON TUTTI SANNO CHE... che in un certo senso le classi differenziali esistono già in Italia: una norma (applicatissima alla lettera) prevede che un alunno proveniente da un paese straniero sia ammesso nella scuola italiana NELLA CLASSE INFERIORE A QUELLA FREQUENTATA NEL PAESE D'ORIGINE. Il che significa che bambini di prima media vengono ammessi in quinta elementare, che quelli di terza elementare vanno in seconda e così via. Di fatto, quindi, qualunque bambino straniero frequenta le scuole non con i suoi coetanei, ma CON BAMBINI PIU' PICCOLI DI UN ANNO di lui, e questo che parli o no l'italiano. Il disagio psicologico di questa condizione non frega niente a nessuno. Nel caso dei bambini cinesi la cosa diventa poi ridicola, giacché i programmi di matematica sono anticipati di un anno rispetto ai nostri, il che significa che un bambino cinese svolge in Italia un programma di due anni indietro rispetto a quello che sa fare. Ma anche su questo, la pedagogia illuminata non trova niente di niente da ridire. Tanto per dire, non sarebbe meglio un mese o due di alfabetizzazione e poi l'inserimento nella classe di appartenenza?
 
 
fattodiniente
fattodiniente il 19/10/08 alle 09:59 via WEB
"Sei un bambino straniero, e frequenterai una classe inferiore della tua perché sei straniero: ergo sei di una cultura inferiore". "Sei un bambino straniero: ora ti insegniamo i rudimenti della nostra lingua, quindi ti mettiamo con i tuoi nuovi compagni della tua età". Rispondere: Quale delle due è la posizione razzista? :-)
 
   
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 19/10/08 alle 11:36 via WEB
Lungi da me mettere in dubbio quello che stai dicendo. Dalla mia esperienza (e può darsi che nelle scuola frequentate dalle mie figlie sia accaduta qualche deroga) però i bambini stranieri frequentanti la scuola sono sempre stati inseriti nella classe corrispondente alla loro età con l'unica eccezione rappresentata dai bambini romeni e ucraini, per i quali l'oblligo scolastico inizia a sette anni, e di conseguenza, a sette anni frequentano la prima, a ottola seconda e via discorrendo. quelli che sono arrivati alla materna, hanno iniziato in linea con la loro età e solo quelli che avevano già frequentato uno due o piùanni di scuola nel loro Paese sono stati inseriti tenendo come punto di riferimento gli anni scolastici già frequentati nel loro Paese. Non ho esperienza diretta di bambini cinesi, ma di certo per i coreani è avvenuta la stessa cosa.Pealtro, il caso limite di cui ho parlato nel mio intervento più in alto, di nuovo parla di un ragazzino inserito in terza media nel mese di febbraio senza alcuna preparazione linguistica nè scolastica (in matematica aveva fatto solo addizioni e sottrazioni, giusto per andare sulconcreto), tenendo conto in questo casolo solo ed esclusivamente dell'età.
 
     
fattodiniente
fattodiniente il 19/10/08 alle 12:41 via WEB
Miti, la norma è quella, che ti devo dire? Ed è una norma violentemente e stupidamente razzista. Da me è applicata regolarmente, che poi per puro e lodevole buon senso, insegnanti e presidi la disattendano, è solo il segnale che occorre metter mano alla legge, seguendo il modello applicato serenamente e proficuamente in tutta Europa. Capisco che sia facile e suggestivo gridare al razzismo, ma se non è così, non è così...
 
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