Sconfinando

Bordeggi.ando

Signori bambini?

Di/a/da[lla] Francia

Che mille e un pezzo chilometri attraverso la Francia per arrivare a Bordeaux alla fine son tanti. Ma scorrono in un mutar continuo di paesaggi e luci. Cupa, piovosa e uggiosa la Savoia, che ci lasciamo alle spalle in cerca di qualcosa oltre le nuvole. Un incanto l'Auverne, con i vulcani spenti ricoperti di erica. I campi di girasole, Bergerac, e poi i vignoble che fan tanto Gerard Depardieu. E gli scherzi dei bambini, a Varicelle e Millevache, le nostre battute sul Lardin. E finalmente Bordeaux. Il tempo di una passeggiata serale. Il resto lo scopriremo domani.

Salut.ismi [tre]

Sembra (dico sembra) che tutto sia pronto. E sembra (dico sembra) che io sia riuscita a mantenere la calma, senza trascendere. Nemmeno con me stessa, il che è tutto dire. Domattina, prima dell'alba, la carovana si mette in movimento. Bordeaux, la prima tappa, e poi via verso i Paesi Baschi.

Non ho fazzoletti bianchi da sventolare, e qualcosa vorrei raccontarla anche durante, oltre che prima e dopo.

L'unica cosa è che non potrò leggervi. Ma recupererò tutto al mio rientro. Questa è una promessa.

A presto, dunque.

p.s. un grazie a magdalene, che in questo periodo farà da post.ina e da equilibrista dell'html. :) 

Fonda.mentali

Mi si perdoni la levità.
So bene che ben altro c’è a cui pensare e di cui pre.occuparsi.
Però, nella calura estiva che nemmeno la pioggia allevia, fa sorridere leggere notizie così .
ma mi domando: che ci faceva un coccodrillo al dodicesimo piano? E soprattutto, come è arrivato fin lì?

Post N° 1628

Tanti colori per augurarti una bella vacanza.

[S]valigi.ando

Siamo ancora nella fase uno dei preparativi per la partenza. Quella, per intenderci, in cui io sono ancora amabile. Quella delle chiamate alle amiche: tu cosa porti, lo porto io o lo porta lei, non dimenticarti i documenti. I bambini ne approfittano e si attaccano al telefono in conciliaboli infiniti dei quali colgo carte, skateboard, pallone, Harry Potter. Siamo nella fase del riordino delle idee. Tra un po' inizia il riordino della casa. E lì parte del mio aplomb, lo so già, se ne andrà a ramengo. Ma sono fiera di me: ho macchiato una gonna mentre la stiravo e l'ho rilavata. Senza fare un plissè.

Nessun malgrè

E ci son giorni così.
Ho ciò che desidero. Desidero ciò che ho.
Cerchio perfetto. E sto bene. Dimentico i malgrè.
Mica male.

Per J.A.P.

Questa è una comunicazione ufficiale di inizio lavori.

Vacan[t][z]e

E c'è da far la conta per capire chi è ancora aperto e chi ha chiuso. E per quanto. Che girar per la città è un tripudio di saracinesche giù, con cartelli colorati e i loro dal..al..
Anche il giornale non arriva in questi giorni. Niente busta cellofanata in giardino, umida della rugiada del mattino. Va bene. Andrò a comprarlo. Posto di trovare un'edicola aperta. C'è sempre il centro commerciale, va da sè. E capisco quegli anziani che di questi tempi ci van due-tre volte al giorno. Al mattino per il pane. Il pomeriggio per il latte. Magari la frutta dopo. O la carne. Due euro di carne trita, chiedeva l'altro giorno, arrivato il suo turno, la monetina in mano, già pronta per pagare dopo l'altra fila, alla cassa. E le due chiacchiere con la cassiera. Che scelgono sempre quelle. Quelle che conoscono e li conoscono. Che le ferie le han già fatte e han voglia di perder quei cinque minuti. Per chieder come stanno. E coccolarli un po' con un sorriso e un saluto. Quell'a-domani consapevole. Perchè domani, loro, torneranno.