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Mammografia: prevenzione o pericolo?

Post n°100 pubblicato il 27 Luglio 2009 da solonelcielo
 

Copio quì di sana pianta un post di Lucedoriente23, che reputo utilissimo, sia dal punto di vista pratico, sia in quanto spunto di riflessione sulla nostra disponibilità ad affidarci ai nostri "esperti", della medicina, della scienza, della politica, dimenticandoci che sono tutti uomini come noi, imperfetti come noi, fallaci come noi. Ritengo che questa società, per come è strutturata, ci richieda una forte dose di credulità verso i poteri canonici, che noi diamo volentieri, fiduciosi, ma che non è giustificata, mai! Dovremmo ricordarci che il popolo sovrano siamo noi, e che dovremmo quindi impegnarci un poco di più a far funzionare il nostro cervello, invece di delegare, più per pigrizia che per altro, ai cosiddetti "esperti" dei vari settori. Non dico di essere plurilaureati su ogni materia, ma almeno di interessarci  razionalemente per quanto possibile, con la giusta dose di diffidenza, anche nei casi più insospettabili.

Mammografia come screening

Tutto quello che non ci viene detto, ma che dovremmo sapere  sulla "mammografia come screening",  per poter fare scelte consapevoli, quando ci invitano  a sottoporci a tale esame a scopo di "prevenzione".

Viene data come una buona notizia: milioni di euro stanziati dalla Regione per l’estensione dello screening gratuito per la diagnosi dei tumori alla mammella alle donne tra i 45 e i 74 anni. (fascia precedente 50/69) http://www.regione.emilia-romagna.it/wcm/ERMES/notizie/news/2009/lug/liste_attesa.htm
Una notizia positiva, che le donne dovrebbero accogliere con soddisfazione…La fascia di età è stata ampliata adducendo non ben specificate “evidenze scientifiche”.
Ma è davvero una buona notizia? Decidiamolo dopo aver letto quanto segue:

Le mammografie non offrono benefici, cominciano a dirlo i medici
Di David Gutierrez – mercoledì 14 febbraio 2007
Aumenta il numero dei medici che contestano l’affermazione che le mammografie a cadenza annuale diminuiscano il rischio di morte per cancro al seno nelle donne.
Il ricercatore danese dott. Peter Gotzsche ha sollevato per primo la questione in uno studio pubblicato nel "The Lancet" nell’Ottobre 2006. Gotzsche ha riesaminato gli studi svolti originalmente sui benefici delle mammografie e li ha trovati insoddisfacenti. Da allora, altri medici hanno iniziato ad affermare che oltre a non fornire protezione, le mammografie – che richiedono un’esposizione a radiazione delle pazienti – in realtà possono aumentare il rischio di cancro nelle donne.

"Le ultime evidenze spostano il bilancio dalla parte del danno e lontano dai benefici", dice il dott. Michael Baum dell’University College di Londra.
Secondo il giornalista canadese dott. W. Gifford -Jones, le donne con età compresa tra i 40 e i 49 anni che si sottopongano a mammografia con regolarità hanno il doppio delle probabilità di morire per cancro al seno rispetto alle donne che non si sottopongano allo screening. Gifford-Jones sottolinea anche altri rischi, sia fisici che psicologici. Secondo alcuni esperti, comprimendo il seno delle donne durante la mammografia si possono rompere alcuni vasi sanguigni, provocando la diffusione di un eventuale cancro nelle altre parti del corpo e aumentando pertanto il rischio di mortalità della paziente. Egli ha anche indicato il trauma sofferto dalle donne che ricevono esiti falsamente positivi della loro mammografia, e il pericoloso senso di sicurezza di quelle che ricevono esiti falsamente negativi.
Gli studi mostrano che le mammografie non riescono a rilevare il cancro nel 30 percento dei casi nelle donne in età compresa tra 40 e 49 anni. Inoltre, possono volerci otto anni prima che un tumore al seno sia abbastanza grosso da essere rilevato, e nel frattempo il cancro potrebbe essersi diffuso in altre parti del corpo.

"Le mammografie in realtà danneggiano molte più donne di quante ne aiutino", dice Mike Adams, autore di "The Healing Power of Sunlight and Vitamin D," un report liberamente disponibile che illustra alcune strategie per la prevenzione del cancro al seno e alla prostata. "Le mammografie vengono usate per lo più come strumento per invischiare le donne in un sistema di controllo medico basato su diagnosi errate e tattiche che inducono paura. La maggior parte delle donne vanno allora in chemioterapia, si sottopongono a operazioni chirurgiche o a trattamenti radioterapici che possono provocare ulteriori danni o anche uccidere".

"...Sin dal 1976 la stessa American Cancer Society ed il suo analogo governativo, il National Cancer Institute, posero fine al regolare utilizzo della mammografia per donne al di sotto dei 50 anni di età, a causa dei suoi effetti 'nocivi' (cancerogeni). Più di recente, un esteso studio svolto in Canada ha rilevato che le donne sottoposte a regolari mammografie prima dei 50 anni presentavano anche tassi di decesso da cancro al seno superiori del 36% (Miller).
"Lorraine Day sottolinea i medesimi riscontri nell'introduzione del suo video dal titolo Cancer Doesn't Scare Me Any More (Il cancro non mi fa più paura, ndt). Il lettore viene rimandato a queste fonti e, prima di prendere qualsiasi decisione, dovrebbe forse prendere in considerazione fonti diverse da quelle che vendono la procedura."

"John McDougall, MD, ha eseguito un'esaustiva rassegna della letteratura relativa alle mammografie, e sottolinea che i 5-13 miliardi di dollari annui generati dalle mammografie controllano le informazioni destinate alle donne. Paura e dati incompleti sono gli strumenti normalmente utilizzati per persuadere le donne a sottoporsi a regolari mammografie.
...

"L'altro insopportabile inganno è che le mammografie prevengono il cancro al seno, il che non è; al contrario, la dolorosa compressione dei tessuti del seno che si verifica durante il trattamento stesso può aumentare persino dell'80% la possibilità di metastasi!
Il Dr. McDougall nota che tra il 10% e il 17% del tempo il cancro al seno è un tipo di carcinoma auto-limitante, non letale chiamato 'carcinoma dottale in situ'. Questo innocuo cancro può essere attivato dalla forza compressiva della mammografia di routine (McDougall,p.105).
"Studi assai esaustivi non rilevano alcun accresciuto tasso di sopravvivenza derivato dalle mammografie di routine. Il Dr Wright ed il Dr Mueller, rinomati ricercatori dell'Università della British Columbia, dopo aver esaminato tutta la letteratura mondiale disponibile sull'argomento, raccomandarono l'interruzione dei finanziamenti pubblici alla mammografia, in quanto il 'vantaggio acquisito' è marginale, mentre il 'danno causato è sostanziale'". (Lancet. 1 luglio 1995)
Il danno cui fanno riferimento comprende costante preoccupazione ed angoscia, nonché la tendenza a sottoporsi a terapie e test non necessari, i quali si basano su risultati che, fino al 50% dei casi, si rivelano erroneamente positivi." (New York Times, 14 dicembre 1997)”


La mammografia, un'indagine controversa
...”Come si legge nel sito internet dell’FDA americano, « la mammografia come strumento di indagine di massa individua le lesioni benigne insieme a quelle più pericolose, e le rileva quando hanno dimensioni più ridotte di quelle individuabili con qualunque altro mezzo. Per questo è associata a un numero più elevato di test diagnostici, di interventi chirurgici o radioterapici e a livelli maggiori di ansia. Alcune delle lesioni individuate non diventerebbero mai significative dal punto di vista clinico, per cui la loro diagnosi e il loro trattamento costituisce un eccesso diagnostico e terapeutico ».

D’altra parte lo screening mammografico, non essendo sempre in grado di individuare la presenza di un tumore in donne con un tessuto opaco ai raggi X, o di un tumore a crescita rapida, può generare false certezze."

Mammografia sì, mammografia no
“Rispetto alle tecniche di diagnosi basate sull’uso di radiazioni ionizzanti, quale per esempio la mammografia, ci sembra opportuno innanzi tutto suggerire qualche cautela.Se è vero che l’esposizione dovuta ai test diagnostici rappresenta un beneficio maggiore del danno quando la diagnosi è necessaria, i possibili danni non risultano statisticamente compensati quando invece l’indagine è inutile.
Per limitare i rischi, compresi quelli indotti dall’effetto cumulativo della esposizione alle radiazioni, quindi, crediamo che debba essere la storia clinica della paziente, più che l’offerta del sistema sanitario, a suggerire il ricorso a un’indagine come la mammografia.
La mammografia è sicuramente un utile strumento di verifica e controllo, a qualunque età, quando è il proprio medico a richiederlo sulla base di sospetti emersi dalla visita senologica, da riscontri ecografici (tanto più innocui della mammografia, anche se meno sensibili e quindi meno efficaci, da soli, sul piano della predittività), dall’autopalpazione e dall’eventuale presenza di fattori di rischio per il tumore del seno.
Nei programmi di screening, come in altri interventi sanitari ad ampio raggio, siamo convinti che vada innanzi tutto valorizzato il ruolo dell’informazione agli utenti, per esempio attraverso una presentazione realistica dei pro e dei contro, e quindi l’adesione consapevole dei cittadini, che richiede ovviamente uno spazio maggiore per le rinunce e un maggiore rispetto delle opzioni psicologiche e culturali che possono portare a quella rinuncia.”
...

Le pubblicazioni sull'argomento sono ormai numerosissime:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19332586?ordinalpos=2&itool=EntrezSystem2.PEntrez.Pubmed.Pubmed_ResultsPanel.Pubmed
_DefaultReportPanel.Pubmed_RVDocSum

http://www.disinformazione.it/mammografie.htm
http://www.cochrane.dk/screening/mammografia-it.
http://www.disinformazione.it/screening.htm
http://www.diseaseproof.com/archives/breast-cancer-the-mammogram
-debate-cause-or-cure.html

http://wellnessshow.blogspot.com/2009/01/case-against-mammograms-what-you-should.html

Prevenzione e diagnosi precoce
Le posizioni più sagge in fatto di prevenzione tendono, come in altri casi, a privilegiare gli interventi di sostegno alle difese individuali (prevenzione primaria), ovviamente associati agli opportuni strumenti per la diagnosi precoce che si rendano via via necessari.
Le politiche sanitarie in materia mostrano probabilmente il loro limite nell’ipervalutazione degli strumenti tecnologici per la diagnosi precoce - non di rado fonte di ansia e di falsi positivi - rispetto all’uso di interventi semplici ma concretamente efficaci, quali l’approccio dietetico.”

Troppo spesso si dimentica che:
Lo stile di vita e l'atteggiamento mentale contano più dei geni!
http://www.occhioclinico.it/occhio/nonslfar/0009nsf.html (studi Franco Berrino, Epidemiologia Ist. Tumori Milano)
http://video.google.it/videoplay?docid=8984100529565061308 (Teorie di Bruce Lipton, vedi anche post di Fioreselvatico3 e Orma Libera)

Come video, di meglio non ho trovato, quindi sorbitevi questo... ;-)

 
 
 
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