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« L'aggressività ed il si...La Verità Sull'Amore »

La Gelmini e gli immigrati

Oggi ho ascoltato la Gelmini a "Mezz'Ora", la trasmissione di Lucia Annunziata su RAI 3.

Prima di questo, avevo sentito qualcosa su questa legge, ma mi chiedevo cosa ne sarebbe stato degli alunni immigrati in eccesso nelle scuole dove la percentuale di alunni immigrati sulla totalità è maggiore del 30%.

Speravo che le solite accuse della sinistra fossero strumentali, e che la legge prevedesse questo limite solo lì dove può essere applicato senza discriminazioni, ovvero dove la percentuale degli immigrati sul totale fosse inferiore al 30%, in modo da poter "spalmare" con tranquillità gli alunni immigrati nelle varie classi, ma accettare il superamento del limite lì dove comunque la percentuale di immigrati sul totale fosse superiore al 30%.

E invece no! La legge sarà applicata sempre e dovunque, in ogni caso.

Lucia Annunziata ha dovuto faticare per porre una domanda chiara, legittima ed ovvia a questo punto, alla Gelmini, e già questa difficoltà nel tentare di porre questa domanda mi ha preoccupato ulteriormente:

"Che fine faranno gli alunni in eccesso?"

Dopo svariati tentativi di "svicolamento", alla fine la Gelmini ha diciharato che gli alunni in eccesso verranno trasferiti in altre strutture scolastiche, aggiungendo che saranno previsti ove necessario appositi servizi bus, e chiarendo che molto spesso nei quartieri delle grandi città ci sono molte strutture scolastiche limitrofe, e che quindi non dovrebbe esserci particolari problemi.

Non ho letto il testo della legge, ma a questo punto io faccio alcune considerazioni:

Io non me la sarei mai sentita di tirar fuori una legge così categorica, proprio perchè avrei immaginato tutta la serie di problemi che può innescare, e che ritengo sicuramente innescherà, ma li discuterò dopo.

Il mio primo pensiero, dato il problema, è quello della pacifica e reale integrazione, per cui l'obiettivo principale è quello di non creare ghetti nè separazioni, ma inserire i ragazzi immigrati nel tessuto sociale italiano senza stravolgerlo, mantenendo l'impronta delle nostre tradizioni, usi e costumi e cultura, accettando gradualmente quelle novità provenienti da altre culture, che in dose adeguata e appunto graduale permettono l'inevitabile cambiamento della nostra società nei tempi e modi più opportuni per l'arricchimento culturale reciproco e la pacifica convivenza.

A questo punto devo fare una grossa parentesi: io ritengo che in ogni caso il fenomeno dell'immigrazione sia un grave problema, difficilmente risolvibile, perchè c'è un flusso migratorio troppo grande, e troppo veloce. L'impatto forzato tra popoli diversi non è e non potrà mai essere indolore. L'incontro fra diversità, lì dove non è cercato da entrambi i popoli, e quindi con la giusta reciproca predisposizione, porta inevitaiblmente a conflitti, anche dove le culture siano le più aperte possibili. Noi possiamo essere "universali" quanto vogliamo, ma dobbiamo ricordarci che siamo esseri umani, con dei limiti. Possiamo sopportare, e cambiare,  siamo gli esseri che più hanno capacità di adattamento a questo mondo, si sà, ma ci vuole la giusta dose ed il giusto tempo, o altrimenti la volontà di farlo, come per esempio gli immigrati italiani quando emigravano negli USA, e come gli immigrati africani che emigrano ora in Italia, che si adattano anche alle condizioni peggiori. Ma gli italiani che li ricevono non hanno, giustamente, questa volontà, e quindi il cambiamento in questo caso può essere indolore solo con quantità e tempi graduali, tali da creare nel tempo nuovi equilibri sociali positivi, come spesso accade se non si forzano le situazioni, dando a tutti il tempo di adeguarsi, nel reciproco rispetto e soprattutto il rispetto della storia e cultura del paese ospitante. Quindi, il problema reale credo che esista, in ogni caso, e che situazioni di attrito non possano essere evitate. Di questo dobbiamo prenderne atto.

Aggungo che secondo me, ma anche secondo svariate istituzioni di peso internazionali,  la causa prima di questa ondata di immigrazione sono le multinazionali, che sfruttano i paesi di provenienza degli immigrati, utilizzando i loro fertili territori per produrre alimenti che non sono destinati a loro, ma a noi, impedendo quindi la produzione autonoma di alimenti necessari al loro fabbisogno. Oltretutto vengono utilizzati per lavorare questi territori esseri umani in situazione di oppressione, sfruttati, malpagati, spesso con sfruttamento minorile, impedendo quindi anche l'educazione scolastica. Aggiungiamo lo sfruttamento delle ricchezze delle loro terre, petrolio, oro, diamanti, ma anche altri minerali utili per la produzione ad esempio dei nostri cellulari. O semplicemente l'installazione in quei luoghi di impianti di produzoine di prodotti che sempre e comunque verranno venduti da noi, ma possono essere prodotti a costi irrisori sfruttando risorse umane e non preoccupandosi dell'i9nquinamento. Ricordo che quasi sempre il problema dell'acuqa in quei paesi è dovuto all'inquinamento degli impianti di produizine o lavoraizone delle multinazionali, in particolare dove si ha a che fare col petrolio, ma anche per esempio per la produzione di caffè. Le svariate pestilenze e malattie che affliggono quelle popolazioni sono causate, per chi non lo sapesse, dall'inquinamento delle falde acquifere da parte delle multinazionali, dalla mancanza quindi dell'acqua potabile. Infine, spesso le multinazionali, per poter agire liberamente in quei territori, li rendono deliberatamente destabilizzati, corrompendo governi, creando o aiutando forme di ribellione armata, oltretutto ottenendo ulteriore vantaggio con il traffico d'armi, che sempre dalle multinazionai sono prodotte. Un esempio per tutti, la ExxonMobil, la più potente multinazionale del mondo, accusata più volte di aver fomentato guerre ed attentati in svariati paesi dove ha i suoi interessi. Tutto ciò nasce da un preciso disegno voluto ed attuato inizialmente dagli USA, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, seguendo la teoria del consumismo, che si è appoggiata tra l'altro sul neo colonialismo, e poi da tutto il resto del mondo occidentale, e non, fino a coinvolgere URSS ed ora anche la Cina (e ci sarebbe quì da riflettere su quanto conti ancora interpretare gli avvenimenti mondiali secondo le varie ideologie, piuttosto che secondo la legge del  più forte, vera legge che sempre ha dominato le nostre culture, nascosta tra svariati tipi di ideologie). Di questo sistema globale noi ne siamo, volenti o nolenti, beneficiari. Guardiamo ci intorno a casa nostra, e troveremo che la quasi totalità di alimenti e oggetti che utilizziamo provengono da quei paesi, pagati da noi a prezzi convenienti sulle spalle di quei popoli. E la tendenza è in aumento, ovunque, viste le politiche occidentali di smembramento delle realtà economiche locali a vantaggio di quelle delle multinazionali, smepre più pressanti (ultima trovata è la privatizzazione della gestione dell'acqua potabile, consegnata a multinazionali, francesi per di più).

Gli abitanti di quelle terre quindi, quando ne hanno l'occasione, scappano, venendo quì da noi. Dobbiamo tenere sempre a mente che questa situazione è una forzatura, che la causa sono le multinazionali, il sistema globale, che noi occidentali ne beneficiamo a scapito di quei popoli, e che la reale ed unica soluzione a questo problema è di obbligare le multinazionali a rispettare diritti umani e territori. Questo interromperebbe il flusso migratorio, nonchè numerosi altri problemi della nostra società occidentale, che quì accenno appena ma che ho già evidenziato altrre volte: disoccupazione, perdita dei tessuti economico-sociali locali, aumento della differenza tra poveri e ricchi, inquinamento, immondizia, corruzoine dei media informativi a cusa degli sponsor pubblicitari, e dei governi e politici in generale, corruzione della moralità comune, a causa della necessità di nascondere le reali cause di questi problemi distraendo la "corte" occidentale (noi) degli oligarchi mondiali. Intanto però, nell'attesa che nasca il nuovo messia che ci risvegli le cosicenze e ci guidi nella epica lotta contro questo potere, dobbiamo in qualche modo attutire gli effetti di questo problema.

Questa realtà che io ho descritto non è qualcosa che spunta dall'oggi al domani come i funghi. Era indubbiamente chiara e conosciuta, ai governanti e politici di tutte le nazioni, sin dal dopoguerra, se non prima, e la situazione attuale era già stata prevista, anche perchè ciò che ora stà accadendo quì è già accaduto molto prima in paesi come la Francia, e ancora prima negli USA, e tuttavia previsto, e voluto quindi, da ancora prima.

Avremmo quindi dovuto prepararci a dovere a tempo debito, eppure non è stato così. Nè la destra nè la sinistra, da decenni, sembrano averci mai pensato, così come non lo hanno fatto a tempo debito riguardo alla immigrazione interna degli immigrati meridionali verso il nord, i figli dei quali ora forse si ritrovano a votare la Lega Nord e additare i meridionali rimasti al Sud.
Credo sia significativa quella scena del film "Cado dalle nuvole" nella quale, dopo una riunione della Lega in un paesino del nord, con tanto di rito "ampollare", a causa di un problema i vari partecipanti, che prima si esprimevano in chiaro accento del luogo, cominciavano a smadonnare chi in calabrese, chi in siciliano, ecc... Comunque, dicevo...

Ci ritroviamo ora a fronteggiare questa problematica situazione: da una parte un popolo più o meno sovrano del suo territorio, e dall'altra svariati popoli che arrivano in modo disordinato, velocemente ed in gran quantità. Anche con la massima e dovuta attenzione, che tuttavia non c'è neanche stata nonostante si sapeva che si arrivava a questo punto, gli attriti e le situazioni di conflitto nascono fisiologicamente. Quello che il nostro governo dovrebbe fare, oltre a combattere soprattutto la causa, ovvero le multinazionali, per interrompere il flusso in modo corretto,  è di accogliere questo flusso nel modo più controllato possiibile, e per controllato non intendo il respingerli ove clandestini, che tanto riuscirebbero comunque ad entrare, come si è già visto nonostante la Bossi-Fini e le ultime leggi, ma l'incanalarli, il renderli "conosciuti" allo stato italiano, e gestirli quindi in modo che si integrino il più pacificamente possibile nel tessuto sociale italiano. Questo vuol dire che da una parte si deve tener conto dei diritti umani degli immigrati, e rispettarli, ma dall'altra anche e soprattutto storia, tradizione e cultura del popolo ospitante, ovvero noi. Si dovrebbe essere attentissimi e prevenire ogni fisiologico o voluto concentramento di immigrati per evitare la formazione di territori o zone a maggioranza straniera, redistribuendoli correttamente nel territorio prima che si stanzino, perchè dopo, una volta che hano lavoro, famiglia, casa e auto, non è più corretto spostarli. Ma questo non è stato fatto. Invece di prendere atto di un problema inevitabile, e quindi gestirlo in modo trasparente, e con la massima attenzione e delicatezza nel cercare di attutire inevitabili risentimenti xenofobi, si è preferito perdere tempo a cavalcare l'onda popolare del risentimento, o la opposta onda, egualmente irresponsabile, dell'amore universale per cui dovevamo unirci tutti felici e contenti alla come viene viene, pretendendo che il periferico romano si ritrovi improvvisamente circondato da neri, e si ritrovi costretto a fare lo spuntio pomeridiano con il kebab, invece che con la gloriosa pizza a taglio, senza che potesse scegliere e soprattutto abituarsi ai cambiamenti con calma e controllo.

Non nego che il problema è delicato, ed anzi l'ho già evidenziato che gli attriti sono inevitabili. Ma proprio per questo, oltretutto sapendolo da tempo memore, perchè loro, i politici, lo sapevano sicuramente, nessuno me lo leva dalla testa, si doveva insieme, destra e sinistra, cercare di affrontare e risolvere il problema nel miglior modo da subito. Invece ecco che vediamo vergogne come il signor Borghezio che vuole prendere a calci in culo gli imam, o la sinistra che vuole eleggere a rappresentanti politici immigrati che ancora devono imparare correttamente l'italiano.

Ed è così che l'altro giorno spunta in modo allarmante il problema delle sacche di immigrati clandestini sfruttati per anni nelle campagne del sud senza che nessuno se ne curasse, nè sinistra, nè destra, fino a lasciare che si arrivasse ad una vera e propria guerra civile nel paese di Rosarno. Questo è un primo avviso, di quello che accadrà dopo, se continuiamo su questa linea di doppia ingestione irresponsabile dle problema, da parte della sinistra e della destra, senza che si uniscano e che presentino a tutto il popolo italiano una risposta comunemente accettata, che non poggi sui più bassi istinti xenofobi o di sfruttamento italiani, nè esageri con l'afflusso incontrollato di questi immigrati, rispettanod, per il possibile, i diritti di uni e la storia e tradizioni degli altri.

E come candelina sulla torta invece cosa esce fuori dal cappelo magico del nostro buon governo?

Un'altra legge che, a partire da un problema obiettivo,  tuttavia, con la sua soluzione che mostra tutti i suoi limiti non farà altro che alimentare gli attriti esistenti. sia fra italiani e immigrati, sia tra sinistra e destra.

E veniamo al contesto:

Che ci sia il problema di evitare per il possibile classi tutte di un "colore", ma di favorire l'integrazione, rispettando la prevalenza della cultura del paese ospitante, e quindi mantenendo dove possibile la maggioranza italiana, lo ritengo ovvio, in quanto si parte dal presupposto che siano gli immigrati a dover fare lo sforzo maggiore di adattarsi, seppure anche gli italiani debbano riconoscere il dovere di ospitarli, sia perchè delle cause della loro immigrazione, ovvero lo sfruttamento dei loro territori, noi ne beneficiamo direttamente, sia perchè la maggior parte di loro una volta venuti quì lavorano, producono ricchezza che per la gran parte viene incamerata da noi (gli imprenditori ovviamente, non i dipendenti), visto che si accontentano di salari minori e di lavori che noi non faremmo più, o almeno non volevamo fare, e che forse ora stiamo riconsidernado, vista la crisi. E se gli immigrati sono evidentemente disponibili ad accettare di adeguarsi in un paese straniero, a patto ovviamente di rispettarli come esseri umani, gli italiani giustamente devono sentire tutelata la loro storia e le loro tradizioni, cultura e religione. Il tutto sempre rispettando le leggi democratiche, ovvero che di base siamo tutti uguali.

Quindi, di primo "acchitto" a me sarebbe venuto in mente di pensare ad una legge che obblighi ad una pari distribuzione degli alunni immigrati per tutte le classi di una unica scuola, senza parlare di percentuali. Potrei anche accettare che la distribuzione avvenga in un ambito territoriale ristretto, lì' dove possibile, perchè, anche se sempre meno, dati i giri di vite dell'attuale govenro, è pur vero che in molte realtà di quartieri di grandi città ci sono molte scuole vicine tra loro. Per esempio quando ho dovuito iscrivere i miei figli io avevo la scelta fra 5 o 6 scuole tutte più o meno accettabilmente vicine. La legge avrebbe potuto  quindi obbligare, ma io l'avrei lasciata a livello di semplice indirizzo, allo "spalmamento" in egual misura in zone equivalenti rispetto alla dislocaizone delle residenze delle famiglie di imigrati interessate ed una distanza massima. Ovvero, per fare un chiaro esempio, se un determinato alunno immigrato fosse in eccesso in una detemrinata classe di una determinata sucola, e la famiglia risiedesse in una zona dove, entro il raggio per esempio di 4 chilometri, ma se ne può discutere, ci fossero altre scuole con percentuale di immigrati minore, avrei potuto accettare che quella famiglia facesse obbligatoriamente lo sforzo di iscrivere il proprio figlio nell'altra scuola. Ma se non ci fosse stata questa possibilità, allora mai mi sognerei di obbligare la famiglia ad iscrivere il figlio in una scuola lontana, con evidenti problemi logistici per quella famiglia per tutti i 5 anni di scuola elementare, o 3 di scuola media, o 5 di superiore, famiglia dove viene facile pensare che entrambi i genitori debbano lavorare, e magari  con orari in conflitto con quelli di entrata e uscita dalla scuola. Lo riterrei un atto irrispettoso nei confronti di quelle famiglie, che, sono sicuro, alla lunga accumulerebbero risentimento nei confronti del nostro paese, risentimento che dopo anni di duro lavoro e sacrifici, maturato giustamente il diritto ad essere trattati come una famiglia italiana, creerebbe continue tensioni sociali, e prima o poi potrebbe sfociare in azioni non  opportune. E neanche risolverei il problema con degli appositi bus. Già me li immagino, questi bus, pieni di bambini di colore, spstarsi lungo le strade dei quartieri. E' una immagine che mi riporta immediatamente al Sud Africa e a certe realtà negli USA, e che non appartiene alla nostra storia e cultura. I bambini in quell'autobus si sentirebbero discriminati, le famiglie anche, e gli italiani si abituerebbero a certi tipi di separazione, propedeutici per peggiori soluzioni. No, mi fa ribrezzo solo a pensarci. Creerebbe ulteriori tensioni sociali. La mia soluzione quindi prevederebbe che lo spalmamento arrivi fin dove possibile, senza generare soluzioni di separazione forzata, umiliante, e ghettizzante.

Il problema che questa legge tenta di risolvere secondo me è quello delle zone ad altissima concentreazione di immigrati perchè nel resto delle scuole il problema secondo me neanche si crea, a meno di superficiale gestione delle scuole da parte dei rispettivi dirigenti scolastici locali.

In queste zone si arriva addirittura a punte di quasi totalità degli alunni immigrati. Ma questa percentuale rispecchia la realtà sociale di quelle zone. E se si è lasciato che si creassero delle zone a popolazione quasi interamente di immigrati, o c'è un motivo particolar,e per esempio l'esistenza di una fabbrica o attività dove solo gli immigrati accettano di lavorare, o addirittura è stato voluto così, come presumo in cete realtà del nord dove i proprietari di certe fabbriche assumono solo immigrati, secondo percorsi stabiliti, ovviamente al fine di pagarli meno, oppure queste realtà sono state create da organizzazioni con fini poco chiari, come per esempio è successo nel quartiere di Piazza Vittorio a Roma, dove fra cinesi e africani sono riusciti a conquistare, palazzo dopo palazzo, l'inteor quartiere, che è diventato un ghetto, all'interno del quale solo loro sanno cosa combinano. E questa è una grve colpa delle amministrazioni locali, che non hanno preso in tempo opportuni provvedimenit, oltretutto diffici da trovare, ma sarebbe necessario approfondire, oppure le realtà come quelle delle campagne del sud, sempre per fini di sfruttamento. Insomma, se ci sono delle situazioni di concentramento di immigrati, la colpa di questo, che secondo me non dovrebbe avvenire, è da imputare alle amministraizoni locali che l'hann permesso, e quindi la soluzione deve essere trovata ad altro livello, non a discapito di bambini che nulla c'entrano con l'incapacità dei governanti locali di gestire queste realtà. Lì dove queste concentrazioni ormai esistono, si può analizzarle e cercare soluzioni di altro tipo, se possibile, ma quella scelta dal governo attuale è la peggiore che potessero trovare. Saranno felicisismi gli italiani xenofobi o comunque attentissimi alla nostra storia e cultura, ma si devono aspettare un futuro carico di tensioni e prima o poi di sicuri sbocchi violenti. se si continua in questa direzione.

Ma la soluzione della Gelmini è quanto lei auspica. E' da vedere se realmente le istituzioni italiane, in quelle realtà locali, si prenderanno cura di trovare scuole alternative vicine e di attivare linee di autobus. Potrei mettere la mano sul fuoco che da qualche parte si creerà una situaione tale che i bambini per andare a scuola sarebbero costretti a perocrrere anche 50 chilometri, in altri paesi o dall'altra parte delle città, o ancora peggio che non ci siano alternative e che i bambini restino senza scuola.

Ovviamente voglio bene sperare che questa legge venga applicata, dal prossimo anno, solo a partire dalle prime classi, e non crei traumi ai bambini che già hanno creato rapporti di amcizia e integrazione con i compagni di classe, nonchè di fiducia e affetto verso gli insegnanti.

Tutto ciò mi rattrista, crea desolazione in me. E vedere il volto della Gelmini, che alle obiezini della Annunziata rispondeva "si fidi che tutto andà bene", con quegli occhialetti appositamente scelti, con quella sicurezza da professorina che vive in tutt'altre realtà, e che non si rende conto di quell oche andrà a creare, così come non si sono resi conto di quello che andava ad accadere a Rosarno, mi angoscia.

Queste sono le sensazioni che ho.

Non vedo via di uscita, a questa situazione, che può solo peggiorare. Il flusso continua, le soluzioni sono sempre più dannose, l'aggressdività diffusa aumenta, la vedo male.

Mai come ora sento la necessità di staccarci da tutto ciò, fermare questo treno che ci porterà a qualcosa di brutto, far scendere gli atttuali manovratori, e prendere la guida noi. Purtroppo mi rendo conto che non siamo preparati. C'è una incapacità diffusa di controllare la propria agggressività, e una mancanza di cultura e sensibilizzazione, di educazione, di rispetto per il prossimo, sia da destra che da sinistra, che mi fa tanto venire voglia di emigrare in Australia, e mandare a quel bel paese tutta l'Italia.

Solo ieri su Facebook sono stato bannato e ingiuriato da un gruppo di "nauseati di Berlusconi", solo perchè ho invitato alcuni dei loro componenti ad usare l'educazione contro un berlusconiano che era entrato lì con intenti provocatori.

Ho paura che abbiamo l'Italia che ci meritiamo, basta vedere l'aggressività di alcuni commenti ai miei precedenti post.

CERCASI DISERATAMENTE CHI MI SPIEGA COME SI FA' COL TETTO DEL 30% A RISOLVERE IL PROBLEMA DEL RALLENTAMENTO DELL'APPRENDIMENTO DEGLI SCOLARI ITALIANI!

 
 
 
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