Creato da ex_pre il 16/03/2006

Cuore e regole

Ex, ex, ex-tante-cose e fino a quando non diventerò anche ex vivo sarò in via di definizione, sempre coerente con me stesso; sempre io

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UN TEST CHE MI RAPPRESENTA


Which angel are you?
You are a balanced person, you may be bad at times, and good at others, but your a good balance. You can be on the receiving end or the giving end but no matter what, you always seem to come out balanced. You give good advice and direct people to lead a good balance of life. Your the ying and the yang. Your level-headed and rarely fail in life. You can be in the crowd and not seen, but you have the ability to shine aswell.
Molto carino anche questo:
for some reason you have felt very distant from everyone else and you try to follow your own path. throughout the years you have seen a lot of freaky shit and sometimes it overcomes you and you get stuck in the rabbit hole trying to figure out what it is. All you know is that humans aren't the only ones out there and there is something about yourself that is still a myster. 
What is your true nature: the psychiatrist
You take the problems of others with you wherever you go. In your spare time you try to think of some way to resolve the dilemmas of your friends. You have an attraction to those who are in need and you feel that you always have to contribute in some way to make those around you like you. The respect of others is important to you.
 

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Lavorare con la luce di una candela

Post n°302 pubblicato il 18 Aprile 2009 da ex_pre
 




12) Di coloro che ancora non vedono la Cittadella
Non tutti vanno nella direzione giusta, abbiamo detto. Non è il loro momento oppure non è una cosa della quale sentono il bisogno. Non tutti cercano la porta e non tutti riescono ad attraversare la soglia dopo averla cercata.  

Cos'è che fanno dunque queste persone o meglio, cos'è che possono fare? 
Queste persone pur con gli occhi che non vedono e gli orecchi che non sentono possono e devono comportarsi come dei cittadini appartenenti alla Cittadella. La Cittadella è ciò che sono, è la la parte più profonda del loro essere e non importa se non la conoscono! Essi devono lavorare su di se con la debole luce che hanno a disposizione, non vedono orizzonti, non scorgono montagne, non vedono lontano ma solo attorno a se. Essi devono fidarsi delle parole di chi insegna loro le cose, ecc Essi seguano le leggi morali ed etiche con lo stesso impegno di chi vede e sente, devono cercare la virtù allo stesso modo ma non sapendo bene perché devono farlo. Essi pregano e studiano, seguono la religione con umiltà e obbedienza.

Essi possono fare tante cose e tanto del bene a se stessi pur non essendo consapevoli, perche tutto quello che fanno ha eco dentro la parte più intima del loro essere. Non si deve stare fermi perché non si sa mai in quale momento della loro vita essi possono essere risvegliati. Quando essi dovessero risvegliarsi scoprirebbero di avere già fatto tanto. Scoprirebbero di avere già un equipaggiamento adatto alla Grande Scalata. Perché non basta attraversare il muro!

 
 
 

I casi speciali

Post n°300 pubblicato il 08 Aprile 2009 da ex_pre
 




11) Di coloro che vedono cose che altri non vedono
Ci sono altre categorie di persone che riescono a penetrare la mura della cittadella. E'una categoria un po' anomala ma molto più diffusa di quanto si possa credere. Sono quelli che hanno una sensibiltà superiore e fin da piccoli sono in contatto con le realtà ultrasensibili, ossia quelle che vanno oltre i nostri cinque sensi. Queste persone sono avvantaggiate nella presa di coscienza e forse si potrebbe dire che essi inconsapevolmente già guardano la realtà dalla prospettiva della Cittadella. 

Tante di queste persone soffrono perché non capiscono e non vengono capite da chi è al di fuori del cerchio delle Mura o da chi non abbia la loro stessa abilità, perché di abilità si tratta! 
Queste persone sono tentate o invitate a sopprimere ciò che sentono e vedono. A volte sentono o vedono cose, sanno ed hanno esperienze che li spaventano, che li disorientano. In genere  queste persone non sanno come trovare aiuto e tanti passano per pazzi o squilibrati. A volte trovano una loro strada per convivere con questa sensibilità.  Essi sono testimoni di una "realtà-non-visibile" che ci circonda e che non possono condividere. Essi si trovano spesso in conflitto con se stessi e con la loro fede di appartenenza (se ne hanno una) perché non sanno che risposte darsi e con chi parlare e cosa sono le cose che si  manifestano.

Questo non vuol dire essere Dentro, loro vedono attorno a se le cose che altri non vedono, hanno aperto o trovato aperte delle finestre di conoscenza del mondo spirituale. Quello di cui stiamo parlando noi è una realtà diversa è l'ingresso nel Se. Non è la stessa cosa entrare nella Cittadella e conoscere o avere contatto con la realtà non-sensibile. 
Essi però hanno strumenti molto migliori per entrare in questa Città.

 
 
 

Click, e sei dentro

Post n°299 pubblicato il 02 Aprile 2009 da ex_pre
 



°°° 10) Di coloro che trovano la porta per caso
Siamo sempre al di fuori delle mura della Cittadella, non abbiamo inziato a camminare dentro le mura, lo faremo, per ora stiamo considerando quelli che hanno trovato un modo per entrare...già, come si fa ad entrare? A molti capita che dentro di loro scatti un qualcosa ed essi improvvisamente acquistino questa coscienza e quel qualcosa che scatta i loro è imprevedibile e individuale. Molte persone che sono entrate all'interno vivono un evento improvviso che li mette a contatto con il mondo spirituale, li senti dire: "ma allora è reale!!!" In seguito ad eventi di carattere benigno ma anche maligno succede che la persona si renda conto di un nuovo livello dell'esistenza che fino ad allora era sconosciuto. Questa presa di coscienza pone la persona a un livello più alto di comprensione o consapevolezza. Questa è l'illuminazione, o meglio, una prima illuminazione.
 
Il bisogno di trovare questo livello di conoscenza può nascere da tanti eventi; spesso ci sono d'aiuto eventi negativi che distruggono le nostre sicurezze, i punti di riferimento. L'effetto di queste tempeste può essere molto positivo perché nel silenzio grandioso che segue una grande tempesta noi diventiamo capaci di sentire la direzione. Ci sono situazioni che ci spiazzano e creano dentro di noi il silenzio. E'in quel silenzio che noi troviamo la via giusta per riorganizzare le nostre energie, la nostra mente e la nostra vita. Si crea dentro di noi un nuovo ordine e una nuova disciplina ossia un ambiente interiore ed esteriore favorevole alla ricerca. 
Come dicevo, è molto difficile che seguendo delle istruzioni si possa entrare nella Cittàdella Interiore, però ci sono atteggiamenti che possono favorire quest'evento. Quando non sono gli eventi fortuiti a dettare le condizioni allora dobbiamo attivare la forza di volontà, la disciplina... ma chi si assume un simile impegno se non chi ne sente profondamente il bisogno? Tutto parte da questo bisogno, secondo alcuni questo è il più grande dono che si può ricevere.

 
 
 

Cercare la porta

Post n°297 pubblicato il 25 Marzo 2009 da ex_pre
 




9) Sulla direzione da prendere e sulla porta da cercare

I cercatori a un certo punto capiscono che la Montagna Sacra che devono scalare non è da qualche parte fuori, che non si trova sui libri, dentro i templi e i gruppi di persone non sono in grado di dirlo. Costoro intuiscono che devono cambiare la direzione perché le pratiche iniziano a diventare aride e senza prospettiva, le conoscenze arrivano ad ingombrare la mente, le esperienze iniziano a disorientare. E'così che si arriva all'ostacolo, al muro. E'a questo punto che ti dicono: "va bene così, non c'è altro da aggiungere, rimani fedele, segui le regole, continua a studiare, continua a pregare..."

C'è chi insoddisfatto inizia ad aggirarsi attorno alle mura. L'unica cosa che gli può essere utile a questo punto è sapere che esiste un modo per entrare e soprattutto che esiste un "DENTRO". E'una grande fortuna trovare un maestro che incoraggi e susciti il desiderio di andare oltre. Penso che nessuno ci possa insegnare come entrare, forse se ce lo dicesse ci metterebbe in condizione di non trovare il nostro modo. Siamo noi che abbiamo quella chiave; da sempre ci siamo portati in tasca quela chiave ma non sapevamo a cosa servisse. Quella chiave non solo aprirà la porta, essa ci indicherà anche il nostro sentiero.

Già, ma come si fa a trovare la porta? Cosa si deve fare quando ci troviamo davanti al muro?
Ecco un indizio... Si può trovare una chiave persa nell'acqua torbida? Non sarà il caso di rimanere immobili il tempo necessario che il fango si posi e l'acqua ritorni limpida? Come puoi pensare che l'acqua diventi limpida se continui a dibatterti nella tua ricerca? Non è strano come si trovino le cose proprio nel momento nel quale abbiamo smesso di cercarle? D'altronde una porta cos'è se non uno spazio vuoto su un muro? 

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Oltrepassare la soglia, perchè c'è una soglia da oltrepassare

Post n°296 pubblicato il 23 Marzo 2009 da ex_pre
 




°°° 8) Riguardo la direzione da prendere

Tante cose si dovrebbero ancora dire a proposito dell'Esterno ma bisogna volgere lo sguardo verso la Cittadella. Conosciamo da sempre l'Esterno mentre di ciò che si trova aldilà del muro sono pochi che ne parlano. Sembra che tutti si occupino di dire come vivere "fuori". Come comportarci bene e come far progredire "il fuori" dandoci norme di comportamento e predicando senza indicare la Cittadella costruita sulle pendici della Montagna. Non c'è solo l'ortoprassi e l'ortodossia c'è anche l'ascesi, non solo l'oggetto ma anche il soggetto. Non solo gli antichi e preziosi testi sacri ma la storia sacra di ogni spirito che cerca, cammina e cade e poi trova. Sono tante case senza inquilino, tante chiome senza radici. Come se un albero potesse crescere senza radici, come se una casa avesse senso senza inquilino. I maestri che ci parlano della Cittadella sono oramai rari.  

Alcuni cercatori hanno cercato a lungo, hanno letto, si sono informati, hanno viaggiato, hanno fatto esperienze e pratiche, hanno agito con buona volontà per trovare la Montagna Sacra che sentivano esistere aldilà delle parole. Quante persone compiono viaggi alla ricerca di se stessi e non si trovano, quanti cercano Dio senza trovare se stessi, quanti credono di aver trovato la soluzione in pratiche e conoscenze senza aver mai individuato la via e qual'è la Montagna da scalare? Bisogna cambiare direzione: non si deve andare lontano da se. Questi cercatori scopriranno quale direzione prendere dopo aver vagato ed essersi stancati. Ciò che essi hanno imparato nei loro viaggi, con le letture, grazie agli incontri ecc può essere molto utile. Non si deve disprezzare il sapere, la lettura, la devozione, la ricerca, il rito, la preghiera, l'incontro! Non si deve mai disprezzare niente perché le cose più preziose si trovano la dove meno te le aspetti. 

Cosa vuol dire trovare la direzione giusta? Chi ce la indica? Cosa bisogna fare in pratica per avviarsi verso la Montagna? Come si fa a entrare nella Cittadella fortificata? 


PS. Scusate la moderazione ma mi hanno preso di mira mettendo spazzatura sul mio blog, appena posso la toglierò.

 
 
 

A qualcuno si e a qualcuno no

Post n°295 pubblicato il 20 Marzo 2009 da ex_pre
 




°°° 7) Riguardo all'esclusione di molti e l'elezione di pochi 
La porta della Cittadella Interiore è aperta a tutti ma non tutti sono intertessati. Nessuno è escluso e chiunque potrebbe riuscire a entrare dentro se stesso. Le parole, i gesti, i moti che portano le persone ad entrare in contatto con questa parte di se sono molto semplici ma di fatto sono pochi coloro che si attivano. Le persone si escludono da sole da questo percorso perché semplicemente non sono pronte.

Chi è dentro le mura della Cittadella e si sta incamminando sulla Montagna non è staccato dal mondo esteriore che osserva con occhi diversi. Chi è dentro si rende conto della miseria delle persone che vagano prive di direzione. Queste persone sono sempre assetate  e impiegano tanta fatica a scavare cisterne screpolate, incapaci di contenere acqua. Chi li osserva ed ha già un nuovo e diverso livello di consapevolezza soffre ed è turbato a causa della propria impotenza. (Di questo si parlerà più in la.) La persona illuminata mossa a compassione desidera stare vicino a queste persone, egli sa che il favore più grande che potrebbe fare loro è risvegliarli dal sonno ma egli sa anche che per quanto si sforzi essi apriranno gli occhi solo quando si compirà il loro tempo. 

Le persone in cammino sanno che a nulla è valso che altri dicessero loro cose per le quali erano sordi. Solo dopo che si è aperto il loro orecchio del cuore essi hanno capito le parole di coloro che cercavano di risvegliarli.
Ci sono cose però che vale la pena di insegnare e imparare anche se non si sta compiendo ancora il cammino. Lo vedremo più in la.

 
 
 

OK, la strada è giusta

Post n°294 pubblicato il 17 Marzo 2009 da ex_pre
 




°°° 6) Chiamiamolo per comodità: Maya

Quand'è che le forze dell'Oltre si manifestano davvero? In genere per primo si manifesta Chi non vuole che noi vediamo. Colui-che-mette-i-veli si allarma per primo. Nonostante il torpore che egli fa cadere sulle nostre membra, nonostante egli distragga il nostro sguardo noi percepiamo una voce che ci chiama oltre, noi tendiamo il nostro orecchio verso un qualcosa che nemmeno sapevamo potesse esistere, verso una direzione che non avevamo mai osservato perché non c'era niente da vedere.

C'è una voce che oltrepassa le mura e i miraggi di Colui che ci vuole tranquilli, docili e senza domande. Una voce che proviene dalla cima del Monte ed entra nelle fibre del nostro essere. Prima che questa voce giunga veramente alla nostra mente il nostro cuore già soffre di nostalgia verso un luogo dove potremmo veramente essere a casa anche se non ci siamo mai entrati. C'è qualcosa di profondamente nostro la dentro che ci appartiene da sempre e che ci siamo scordati.

Pian piano ci svegliamo inquieti. Colui che mette i veli interviene con i suoi stratagemmi, senza mai romepere i nostri schemi di pensiero, la nostra conoscenza della realtà perché sa che cambiare qualcosa potrebbe metterci sulla buona strada.

 
 
 

Bocche ma non orecchi

Post n°293 pubblicato il 16 Marzo 2009 da ex_pre
 



°°° 5) La sordità spirituale

Qualcuno in classe chiedeva: "esiste il diavolo?" Un altro sottolineava: "Se la preghiera è un dialogo, quand'è che Dio risponde? Io non ho mai sentito una risposta dall'"altra parte" Non è forse un monologo questo?"

A volte può succedere che le azioni o la presenza di Satana e di Dio tocchi le realtà sensibili, che entri nell'evidenza con la quale siamo soliti maneggiare nella nostra vita quotidiana. Capita che queste realtà irrompano nell'area sensibile che conosciamo e controlliamo però la presenza è percepibile veramente solo attraverso il senso spirituale. E' a livello dello spirito che noi sentiamo cose spirituali.
E' lo spirito che trema, si ritrae e si piega alla presenza del Male è lo spirito che viene illuminato e vivificato, guarito e nutrito ricevendo lo splendore e calore della presenza di Dio.
Per chi possiede il senso spirituale è impossibile riportare la propria esperienza a chi non ce l'ha. A quelli che vengono a dire: "dimostramelo scientificamente" purtroppo non si può dare niente, è come se uno venisse con la vanga e dicesse: "se davvero esistono le onde radio delle quali parli allora le dovrei raccogliere anche con la vanga." 

 
 
 

Guardare e non vedere

Post n°292 pubblicato il 14 Marzo 2009 da ex_pre
 





°°° 4) Macchè, è fantasia! ...o no?
Ho chiesto ai ragazzi: Com'è possibile che le persone non si rendano conto di questa enorme realtà che abbiamo al centro del nostro essere? Una montagna talmente grande che serve una vita intera per scalarla. 
 
Ci sono alcuni che hanno già avvertito la presenza di una realtà con la quale non hanno mai preso contatto realmente. E' come se avessero sentito che quacuno o qualcosa si muovesse dietro ad un muro, un muro dietro al quale non c'è niente... non ci dovrebbe essere niente! Essi si sono insospettiti, hanno dei dubbi, si fanno delle domande ma non hanno raccontato a nessuno ciò che è successo, qualcuno ha dato poca importanza al fatto ma stranamente non l'hanno mai dimenticato. 
A loro si può incominciare a parlare mentre gli altri rimangono dubbiosi e increduli, oramai iniziano a distrarsi: "non c'è niente, falso allarme!"

E'difficile entrare a contatto con la Montagna. Noi esseri umani sviluppiamo solo le capacità che usiamo. 
Ad es. se ci viene messo un gesso ad un braccio dopo un mese abbiamo bisogno di una serie di sedute per riattivare i muscoli ecc perché si sono indeboliti. Se un bambino nascesse con una cataratta ad un occhio si svilupperebbe solo quello senza cataratta e se dopo un anno si togliesse la cataratta probabilmente quell'occhio, anche se sano non potrebbe vedere perché non si sarebbero sviluppati i centri della vista.

Io penso sia così anche per i nostri sensi spirituali. Nessuno ci parla di ciò e nessuno ci insegna a "vedere oltre", vedere le cose spirituali per questo noi non vediamo. Questo è uno (non solo questo!) dei motivi per il quale è difficile parlare di queste cose in questi termini. E'difficile parlare di quese cose a chi pur avendo gli occhi non vede e a chi pur avendo gli orecchi non ode.


 
 
 

Porte invisibili agli occhi

Post n°291 pubblicato il 11 Marzo 2009 da ex_pre
 





°°° 3) Continuando a parlare della Cittadella
I "miei ragazzi" stanno iniziando ad interessarsi, qualcuno sta iniziando a guardarmi con lo sguardo di chi vuole capire e forse si sta dicendo: "ma allora potrebbe essere vero!" 

Ci sono persone che non sanno che esista una cittadella interiore. Essi sono completamente distratti da altre cose. Soffrono e non si chiedono il perché, mangiano senza sentire sapore,  essi osservano lo specchio e non riescono a vedersi, ricurvi alla terra maledicono la loro condizione di schiavitù che accettano inconsapevoli ascoltando chi dice loro: "non c'è altro, è tutto quì". A loro ogni direzione va bene perché non devono arrivare da nessuna parte.

Essi deridono coloro che non si accontentano, coloro che insoddisfatti cercano altro, cercano l'oltre, si spingono al limite e sfidano l'impossibile. "Ah, che persone strane, che persone problematiche coloro che non fanno ciò che si è sempre fatto e si complicano inutilmente la vita!" Sempre insoddisfatti, sempre inquieti, sempre alla ricerca di cose che altri non desiderano. Ogni meta è solo una posizione per andare oltre, per ripartire.

C'è chi si mette alla ricerca e sbagia direzione facendo viaggi, esperienze e c'è chi si aggira attorno alle mura della Cittadella perché riesce a sentire che la voce di quella profonda nostalgia proviene dall'interno. Essi si aggirano attorno alle alte mura, inquieti. 
Non ci sono porte tranne quelle che hanno sempre davanti ai loro occhi.

 
 
 

Cristallo, tersissimo cristallo

Post n°290 pubblicato il 08 Marzo 2009 da ex_pre
 




°°° 2) Una cosa è sapere un'altra essere consapevoli
Nel post precedente ho fatto riferimento alla psiche come una dimensione sensibile del nostro essere della quale le persone spesso non tengono molto conto ma con la quale è possibile entare in contatto. Per anima io intendevo il nostro principio soprannaturale, la nostra parte divina, astrale, metafisica, il nostro corpo sottile... ecc ecc ossia quella parte che è in contatto con il divino.

Io penso che la maggior parte delle persone non riesca a mettersi in comunicazione con questa parte di se stessi e che questa rimanga ignota. Magari ci sono quelli che ne parlano ma non sanno di che cosa stanno parlando.

Quello che ho spiegato ai ragazzi è questo: le persone si muovono, caminano, vivono all'esterno di una cittadella fortificata vagando ignari tra i boschi ma la maggior parte di loro non sanno che c'è e nemmeno che questa cittadella esista. Al centro del nostro essere c'è una cittadella luminosa e tersa come cristallo attorno alla quale si svolge la nostra esitenza.  Ci sono persone che hanno il sospetto che oltre ai prati e ai boschi ci sia qualcosa, qualcosa di importante che gli sfugge e che non riescono a trovare.

 
 
 

Realtà o finzione?

Post n°289 pubblicato il 04 Marzo 2009 da ex_pre
 





 °°° 1) Riflessione sulla spiritualità (forse un viaggio) 

Ho proposto ai ragazzi un tema:  "Tutti quanti si dicono più o meno credenti dicono di avere un corpo una psiche ma anche un'anima. L'anima è una parte di noi e ci costituisce come esseri umani ma quanti di voi hanno mai sentito la propria anima?  Noi possiamo entrare in contatto con il nostro corpo e con la nostra psiche, è possibile entrare in contatto con la nostra parte soprannaturale?"

Tutti mi hanno guardato in modo strano, poi uno mi ha chiesto: "Ma lei prof ha mai sentito la propria anima?" Ho risposto e a quel punto mi hanno guardato ancora più increduli. 

Mi interesserebbe sentire cosa ne pensano i lettori di questo blog. (Non sulla mia risposta ma sulla mia domanda!  )

 
 
 

Le mie ore di Religione

Post n°288 pubblicato il 27 Febbraio 2009 da ex_pre
 


°°° Riflessione a esperienza conclusa
Si sta concludendo oramai la mia esperienza d'insegnamento della Religione al Liceo. Sono riuscito a cavarmela abbastanza bene per come la vedevo io.
Il primo impatto è stato molto positivo, sono stato accolto bene e questo è stato molto incoraggiante. In alcune classi sono stato addirittura accompagnato dall'applauso e così è capitato che fossi accolto in qualche classe con l'applauso ed altri segni di "approvazione adolescenziale". Sapevo che la cosa non poteva durare e prima che mi montassi la testa siamo rapidamente scesi alla dura realtà prevista.

Me la sono cavata  meglio la dove mantenevo il mio buon umore e rimanevo consapevole che ho da fare con degli adolescenti che non ce l'hanno con me ma stanno "adolescendo"... è un diritto che i ragazzi a quell'età adolescano! Ho sbagliato la dove l'ho presa male e dove ho affrontato la classe con forza come se mimancassero di rispetto; il risultato è stato uno scontro frontale, ho imposto o tentato di imporre la mia "autorità non riconosciuta" ma chi ha perso sono io. Non c'è nulla che un professore di Religione possa fare quando uno studente si rifiuta di fare ciò che gli viene detto. Di fatti la scuola come sistema non ti da la possibilità di ottenere un risultato che non derivi dalla volontà dei ragazzi, se loro non vogliono il professore è in balia della loro volontà.

Conta poco il professore di Religione perché il suo voto non "fa media" e come sistema lui non da note. In genere non si usa un libro di testo e non si scrive niente ed è quindi visto come una cosa senza capo ne coda. I ragazzi si sentono liberi di svolgere cose di altre materie durante l'ora di Religione. Spesso, molto spesso quello che viene trattato sono questioni di interesse (sic!) dei ragazzi e ciò che viene proposto dal professore è interessante tanto quanto non riguarda la sua materia. Quanto poco conta allora il sostituto del professore di Religione?

Non so se i miei ragazzi alla fine hanno imparato chi era Mosè e cosa ha fatto, non sono nenche entrato a spiegare il senso della Pasqua, mi sono limitato a spiegare come si calcola la data della Pasqua, non so se hanno capito i fondamenti della religione cristiana o quello che tutte le religioni hanno in comune, non so se servirà a qualcosa aver inseganto loro qualcosa che io reputo importante. Sono cose che non saprò mai.

La mia speranza è che un giorno qualcosa emerga dalla loro memoria e magari serva a qualcosa. Certo è che i ragazzi che ho avuto sono quasi tutti cattolici e la stragrande parte di loro ha non solo fatto il catechismo ma anche anni di Religione a scuola e quello che ho potuto costatare è che sono completamente a diguno delle nozioni più elementari di cosa sia la religione alla quale dicono di appartenere... appartenere?

A me rimane la profonda frustrazione di "non essere riuscito a dire". E'durato un mese, poco più, chissà se ce la farei se facessi con loro un percorso di 5 anni ! Quest'idea mi stuzzica.
Qual'è il più grosso ostacolo che ho trovato? E' il cambiamento del paradigma... l'ignoranza di questa parola sta portando il cristianesimo a estinguersi, si, perché è questa la realtà... 

 
 
 

Il Vangelo segreto di Marco

Post n°287 pubblicato il 24 Febbraio 2009 da ex_pre
 

°°° I pamphlettisti amano queste cose
Questo è un testo che una persona mi ha fatto leggere per avere un commento. Sinceramente mi ha fatto pensare e non poco perché è veramente molto perniciosa la notizia di un secondo vangelo di Marco che scrive cose che Pietro dettò in segreto e la notizia di ciò viene data nientepopodimeno che da Clemente Alessandrino.

Il 1958 il prof. Morton Smith della Columbia University rinvenne una lettera contenente un frammento del Vangelo di Marco presso un monastero in Gerusalemme. Tale frammento non era stato perso ma volutamente soppresso dal vescovo Clemente di Alessandria, un tra i più venerati padri della Chiesa delle origini, che sembra avesse ricevuto notizia da un tal Teodoro, suo discepolo, circa il diffondersi dell'eresia promossa dalla setta dei Carpocraziani. Tale setta sembra interpretasse il Vangelo di Marco secondo propri principi non in linea con l'ortodossia del tempo. Di ciò Teodoro si lamentò con Clemente che, nella lettera rinvenuta, così rispose:

"Bene hai fatto a ridurre al silenzio gli innominabili insegnamenti dei carpocraziani. Perchè essi sono le stelle vagabonde di cui parla la profezia, che si allontanano dalla stretta via dei comandamenti e sprofondano nell'abisso sconfinato dei peccati della carne e del corpo. Perchè gloriandosi della conoscenza, come essi dicono, delle cose profonde di Satana, essi non sanno che così si gettano nel mondo infero delle tenebre della falsità e, vantandosi di essere liberi, sono divenuti schiavi di desideri servili. A costoro ci si deve opporre in ogni modo e interamente. Perchè se dicessero qualcosa di vero, chi ama la verità non deve, neppure in tal caso, essere d'accordo con loro. Perchè non tutte le cose vere sono la verità, e la verità che non sembra vera, secondo le opinioni umane, non deve essere preferita alla 
verità vera, quella in armonia con la fede."

In poche parole Clemente afferma che, seppure gli avversari dicono la verità, essa deve essere smentita in nome della stabilità dell'impianto fideistico faticosamente costruito! La lettera continua trattando il Vangelo di Marco e l'abuso che di esso ne avrebbero fatto i carpocraziani.

"In quanto a Marco, dunque, durante il soggiorno di Pietro a Roma, scrisse una cronaca dei fatti del Signore, non già, tuttavia, narrandoli tutti, e neppure accennando a quelli segreti, bensì scegliendo quelli che giudicava più utili per accrescere la fede di coloro che venivano istruiti. Ma quando Pietro morì martire, Marco venne ad Alessandria portando i suoi scritti e quelli di Pietro, e da essi trasferì nel suo libro preesistente le cose adatte a favorire il progresso verso la conoscenza. Egli, perciò, compose un Vangelo più spirituale a uso di coloro che venivano perfezionati. Tuttavia non divulgò ancora le cose che non dovevano essere dette, nè mise per iscritto gli insegnamenti gerofantici del Signore; ma alle storie già scritte altre ne aggiunse e inoltre introdusse certi detti dei quali, come mistagogo, sapeva che l'interpretazione avrebbe guidato gli ascoltatori nell'intimo santuario della verità celata dai sette (veli). Così, insomma, egli preordinò le cose, nè malvolentieri nè incautamente, secondo il mio giudizio, e morendo lasciò la sua composizione alla chiesa di Alessandria, dove è tutt'ora scrupolosamente custodita, e viene letta soltanto a coloro che vengono iniziati ai grandi misteri. Ma poichè i demoni immondi tramano sempre la distruzione della razza degli uomini, Carpocrate, da loro istruito e usando arti ingannevoli, a tal punto asservì un certo presbyter della Chiesa di Alessandria che ottenne da lui una copia del Vangelo segreto e lo interpretò secondo la sua dottrina blasfema e carnale e inoltre lo inquinò, mescolando alle parole immacolate e sante menzogne spudorate."

 
Clemente, dunque, ammette che esiste un Vangelo segreto ed autentico di Marco ma, nella parte della lettera che segue, ordina a Teodoro di negarlo!
 
" Perciò, come ho detto più sopra, non si deve cedere a loro, e quando propugnano le loro falsificazioni non si deve ammettere che il Vangelo segreto è di Marco, bensì lo si deve negare per giuramento. Perchè non tutto il vero deve essere detto a tutti gli uomini"

A questo punto Clemente, sempre nella lettera, riferisce parola per parola un passo del Vangelo segreto che Teodoro aveva il compito di negare per screditare i carpocraziani che ne stavano facendo un uso improprio con i principi imposti.

"A te, quindi, non esiterò a rispondere a ciò che mi hai chiesto, confutando le falsificazioni mediante le stesse parole del Vangelo, ad esempio, dopo "ed essi erano per via diretti a Gerusalemme" e ciò che segue, fino a "dopo tre giorni egli risorgerà", (il Vangelo segreto) contiene quanto segue parola per parola: "Ed essi giunsero a Betania dove era una certa donna, il cui fratello era morto. Ed ella venne, si prosternò davanti a Gesù e gli disse" figlio di Davide, abbi pietà di me". Ma i discepoli la rimproverarono. E Gesù, incollerito, andò con lei nel giardino dove era la tomba, e subito dalla tomba si udì giungere una grande grido. E avvicinandosi Gesù rimosse la pietra che chiudeva la porta del sepolcro. E subito, andando dove giaceva il giovane, tese la mano e lo fece levare, prendendolo per mano. Ma il giovane, vedendolo, subito lo amò e gli chiese di poter rimanere con lui. E uscendo dalla tomba entrarono nella casa del giovane, poichè egli era ricco. E dopo sei giorni, Gesù gli disse ciò che doveva fare, e la sera il giovane venne a lui portando un drappo di lino sulle sue nudità. E quella notte rimase con lui, perchè Gesù gli insegnò il mistero del regno di Dio. E lasciato quel luogo, ritornò sull'altra sponda del Giordano."

Se questo può sembrare sconvolgente e se qualcuno è interessato a conoscere la verità allora invito a fare una visita a questo sito. Se non ti informi e non confronti ciò che leggi è questo quello che diventa verità ed è per questo che i pamphlet hanno successo: perché la gente non si informa.

 
 
 

Hikikimori

Post n°286 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da ex_pre
 

°°° Riflettendo su ciò che accade in giro per il mondo
Sono incuriosito da un fenomeno che da anni si sta sviluppando nella società giapponese. Si tratta di un processo di alienazione dalla società che interessa sopratutto i giovani e gli adolescenti. All'inizio erano gli otaku; ragazzi che si isolavano dalla società e vivevano una realtà propria fatta di tecnologia, di fumetti e cartoni animati. Giovani che vivono la condizione di separati creando e comunicando i loro mondi fantastici, personaggi della loro fantasia ecc ecc. C'era anche un'accezione positiva perché gli otaku erano anche visti come delle persone creative e non soltanto dei consumatori dei prodotti dell'editoria. Gli otaku sono persone talmente "prese" dalle loro passioni che alla fine finscono per viverci dentro. Questo fenomeno conosciuto già negli anni Ottanta si è via via evoluto.

Internet e le applicazioni legate ad esso hanno permesso un ulteriore passo in questo processo di atomizzazione e alienazione ed ha creato il fenomeno degli hikikimori. Questi ultimi sono persone che vivono una totale separazione dalla società che vivono per anni chiusi nelle loro stanze. Si tratta in genere di adolescenti e giovani che si fanno lasciare davanti alla porta della loro stanza il cibo per sopravvivere. Escono di notte per andare in bagno evitando ogni contatto, tanti escono di casa e si recano ai distributori automatici di cibo. Chi ha la possibilità ordina ciò che gli serve tramite internet o telefono. Gli hikikimori sono una reazione ad una società stressante, iperattiva, estremamente esigente e formale. Essi vivono il proprio disagio sottraendosi dal confronto, scontro con gli adulti e le famiglie ne diventano vittime e complici in quanto intente a salvare il tradizionale onore familiare.

Secondo le stime del Ministero della Sanità Giapponese il fenomeno coinvolge in modo più o meno grave circa un milione di persone, cifra che rappresenta il 20% dei maschi del Paese.Da qualche anno questo fenomeno è presente anche fuori dal Giappone e anche da noi ed è in crescita. Sta nascendo una nuova società parallela alla nostra? Un società di cyber-eremiti iperconnessi e ipertecnologici, senza un corpo, senza una storia coerente, con tante identità diverse.

 
 
 

Una nuova esperienza

Post n°285 pubblicato il 14 Febbraio 2009 da ex_pre
 





°°° Il blog è leggermente in crisi

Sono oramai tre settimane che insegno religione in tre scuole: 19 classi tra liceo, scuola geometri e Istituto tecnico.  E'una cosa che mi da tantissima soddisfazione e mi prende tutte le energie. Purtroppo al momento non so cosa scrivere nel blog e forse non scrivo perché mi sento appagato di parlare e spiegare le cose ai miei alunni. 
Oltre a questo mi sono buttato su Yahoo Answers che è abbastanza interessante come spazio.
Infine sono stato anch'io catturato da Facebook...
Il blog continuerà la sua attività, certo! 


 
 
 

Synballo 2

Post n°284 pubblicato il 22 Gennaio 2009 da ex_pre
 

 


                                   °°° La mentalità del cristianesimo tradizionale
Il linguaggio della spiritualità predilige il simbolo così come lo fa la liturgia che è eminentemente simbolica. Sia la spiritualità che la liturgia lasciano il mistero intatto perché queste riguardano l’ esperienza più che una comunicazione di concetti. La liturgia e la spiritualità sono un immergersi nel mistero più che enunciazione del mistero, per questo fanno uso di simboli. La spiritualità e la liturgia vogliono mettersi in contatto con il mistero, lo contemplano, si lasciano illuminare dalle mille sfaccettature che esso possiede e si nutrono del mistero. La teologia si preoccupa di descriverlo, di esplicitare i contenuti e questo è un'operazione che in parte aiuta a capire e penetrare il simbolo ma dall'altra parte la teologia lo tradisce perché gli pone limiti, la teologia offre delle chiavi di lettura univoche e gli toglie la sua componente emotiva. La spiritualità ama il simbolo perché nella vita interiore noi abbiamo bisogno di riferimenti che aiutino l’intuizione, nessuno può farci veramente da guida nel nostro mondo interiore. Tutti si limitano ad indicarci la soglia ma solo noi possiamo attraversarla. Certo, ci sono i riferimenti concettuali, razionali, morali ma come si svolge questo processo interiore, come si evolve alla fine può essere descritto solo attraverso metafore. La metafora è quella che comunica un "oltre", la metafora è quella che ci sprona a superare la soglia del razionale, della banale realtà e cerca di farci entrare nel processo dell'intuizione. Accettare la metafora vuol dire entrare nel mondo del non-verbale ossia in un mondo di simboli.

Per es. come potremmo descrivere il progredire nella spiritualità: è un scendere nell'abisso oscuro accogliente e caldo del proprio cuore oppure è un salire ed un innalzarsi alla luce splendente della verità oppure è un cammino faticoso e insidioso sotto la nube splendida della presenza del Divino. Questi tre esempi mostrano un diverso linguaggio diverso che intende la medesima cosa.

 

 
 
 

Symballo


°°° Protestanti e cattolici a confronto... sembrerà strano
Quante parole servono per descrivere un gesto? Quante parole servono a dire tutto ciò che un bacio riesce a dire? Parole superflue che nulla aggiungono a ciò che è detto. Questo vale anche per un’immagine o una qualsiasi altra cosa che per noi non è banale o neutra.  Tutto ciò che possiede un contenuto implicito diventa un simbolo. Un vino diventa simbolo di un territorio perché esso non è banale succo d’uva fermentata ma in se quel vino rappresenta il lavoro, l’arte di chi lo produce, la storia, la stagione. Egli contiene profumi e colori che noi interpretiamo come appartenenti a un paesaggio, agli odori del suolo, delle piante circostanti. Quel vino contiene in se molti messaggi e siamo noi a poterli leggere, interpretare, descrivere a seconda del tempo e di ciò che abbiamo passato in quella regione e la qualità del legame che abbiamo con essa. 
Non c'è comunicazione più perfetta di quella che usa il simbolo. Il simbolo è la sintesi di tanti elementi diversi sia razionali che non. Il simbolo possiede un contenuto intrinseco che va oltre le parole necessarie a descriverlo. Il simbolo è capace di  trasmettere concetti ma va anche oltre perché è in grado di accendere emozioni  esso è un linguaggio emotivo. 

Un sapore ci può mettere in comunicazione con fatti che abbiamo vissuto. I fichi secchi accompagnati da un bicchierino di grappa mi hanno fatto ricordare mio nonno e nessuna altra cosa me lo fa ricordare così vivamente. I fichi secchi che chiunque mangia senza pensare per me sono diventati portatori di un ricordo a me caro, sono diventati il linguaggio della memoria e non un semplice alimento. 

Anche altri sapori e odori in questi giorni di feste penso abbiano risvegliato in noi ricordi cari oppure ci hanno deluso proprio perché non ci hanno messo in contatto con niente di tutto ciò che speravamo. Quanti pensieri sono riemersi in me questi giorni mentre visitavo chiese profumate d'incenso, profumo denso di significati per i quali è impossibile cercare parole. Portare al naso il profumo dell'incenso vuol dire ripercorrere con la mente episodi, eventi che solo io conosco ma com'è per me così anche per altri questo profumo ha altri significati. Un unica sostanza odorosa si carica di significati che coincidono, si contraddicono e completano. Il profumo dell'incenso diventa linguaggio che accende emozioni e parole nascoste nel nostro intimo.  

Quando nel post precedente ho parlato della bambina che affermava che Dio non legge ne scrive ma con le sue mani crea io sono rimasto colpito dal fatto che in fondo non sono le parole, soprattutto quelle scritte, scarne, povere senza intonazione, senza il volto espressivo di chi le pronuncia, senza inflessioni, non sono quelle parole a rappresentare la perfezione della comunicazione di Dio. 

 
 
 

Le mani del vasaio

Post n°282 pubblicato il 05 Gennaio 2009 da ex_pre
 


°°° La parola ed i suoi limiti
Tanti anni fa un bambina di cinque anni disse una cosa che mi lasciò di stucco e che ho meditato per tanto tempo: "Dio non sa ne leggere ne scrivere però sa disegnare". 
Il vero modo di comunicare di Dio è l'azione, le sue mani continuano a plasmare perché lui è il Creatore. Dio non dice, Dio fa, egli dicendo fa e ciò che dice E'.

 
 
 

Un luogo dove sostare

Post n°281 pubblicato il 25 Dicembre 2008 da ex_pre
 

C'è una caverna oscura e disadorna che viene usata dai pastori di tanto in tanto come rifugio e anche i viandanti e senza tetto a volte ci passano.
 Non c'è niente di particolare da notare, niente che la renda differente da tanti altri piccoli e rozzi  rifugi della zona tirati su alla meglio.
La porta in legno non chiude tutta l'entrata, e la luce penetra senza difficoltà. Il pavimento è di pietre sconnesse e terra battuta. C'è polvere, pochi rimasugli di biada sono sparsi qua e la e in un angolo ci sono resti di un focolare. Un posto dove legare le bestie, una magiatoia e un abbeveratoio scavati nella pietra.
Eppure questa caverna non è come le altre. C'è qualcosa di strano nell'aria, come un profumo impercettibile che ti seduce. Senti che il cuore palpita ma non sai perché.  Nella penombra ti sembra di vedere cose che in piena luce non vedresti. Una gaiezza filtra dentro di te e muta il tuo umore. Senti sul tuo corpo quasi una carezza che penetra nell'intimo e sembra quasi che tu possa guarire se tu fossi ammalato. 
Chi è passato per caso da quel rifugio e non ha notato nulla in un momento della sua vita si accorge che dentro di lui sta crescendo una sottile nostalgia per quel posto. Come se quel rozzo rifugio fosse l'unica casa che tu abbia mai avuto.

Buon Natale a tutti

 
 
 
 
 

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