Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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GRECIA 4
PERSONE E INCONTRI
Nel viaggio, le emozioni arrivano non solo dai luoghi nuovi o dalle esperienze, a volte anche dagli imprevisti, ma anche dagli incontri con le persone. I compagni di viaggio sono spesso una scoperta e anche chi credi di conoscere già, durante un viaggio a causa della situazione fuori dall'ordinario, può riservarti delle sorprese, senza contare poi gli incontri occasionali e le nuove conoscenze.
Allora anche le persone di quella settimana in Grecia sono state importanti...
Innanzitutto mia cognata: ho già detto che non ci eravamo mai frequentate più di una giornata e quasi sempre con le famiglie al seguito. Potrebbe essere mia figlia, se io fossi diventata mamma ancora più giovane, eppure ci siamo trovate molto bene insieme, ha un'allegria di fondo che è contagiosa, ama le novità ed è curiosa di tutto...Abbiamo finalmente parlato tanto, al mattino davanti al caffè di colazione mentre aspettavamo che si svegliassero i ragazzi, alla sera, anzi alla notte, prima di addormentarci tardissimo dopo essere rientrati a casa sempre...molto tardi.
Parlavamo delle nostre vite, dei figli, dei rapporti con chi amiano o abbiamo amato...ho avuto la conferma che la mia mamma è stata mamma anche per lei, non suocera ed entrambe ne sentiamo ugualmente la nostalgia.
Ora c'è un rapporto più forte tra noi, ci sentiamo più vicine, la differenza d'età non conta più niente.
Nemmeno i miei nipoti li conoscevo bene. Sono tranquilli e abbastanza timidi, quando li andavo a trovare a Ferrara per poche ore oltre a sapere le ultime novità e le ultime imprese scolastiche ci si diceva poco altro. Laggiù, sempre insieme, G., la ragazzina sedicenne si è sciolta ascoltando le mie prodezze di ...quando ero giovane e ci siamo ritrovate parecchio a discutere di fotografia, passione di entrambe, in cui lavoriamo in modo abbastanza simile (ma lei mi auguro che faccia molta più strada di me). Abbiamo parecchio in comune, per curiosità le ho guardato le linee della mano e come immaginavo c'è qualcosa di simile tra noi...
Il bambino I., di dieci anni, è bravissimo a scuola, anche molto paziente perchè era l'unico piccolo nel gruppo e qualche volta (per esempio dal parrucchiere della sposa) doveva combattere la noia col GameBoy. Però era felice di essere lì, di giocare insieme, di parlare di piante, di animali, di costellazioni in quelle notti limpidissime in cui abbiamo cercato nel cielo e per la prima volta nella mia vita sono riuscita a vedere, e l'ho indicata a loro, tutta intera la bellissima costellazione dello scorpione...Andavamo a esplorare la pineta e la spiaggia, abbiamo scoperto il mondo pieno di vita nell'acqua bassa attorno agli scogli, abbiamo raccolto le carcasse dei ricci e dei grossi granchi, abbiamo catturato i paguri e gli abbiamo fatto fare una maratona per vedere chi arrivava prima al mare...
il paguro Achille e la pagura Elena (rosa!)
L'esperienza più forte è stato il giorno in cui ci siamo recati alla "spiaggia privata dei gabbiani" : era una spiaggia libera, ma la chiamavamo così perchè era sempre affollatissima di gabbiani, gli adulti e i bebè che cominciavano a volare. Passavano in volo sfiorandoti la testa, stavano a distanza minima di sicurezza (loro) dalle persone accampate, tenendo tutto sotto controllo.
Ebbene, con l'aiuto dei panini secchi del giorno prima, io e I. siamo riusciti quasi ad addomesticare uno dei gabbiani più grossi, che pian piano è arrivato a beccare fino ai nostri piedi. Mio nipote era emozionatissimo e così anche noi altri. Mia cognata dice che ho il dono di addomesticare gli animali, anche per i rapporti che ho instaurato con le sue due gatte, e sentirsi dire da I.: "Che forza che è la zia!" non ha prezzo.
"ora siamo amici, o quasi..."
Insieme a noi in queste avventure di spiaggia veniva spesso CH., il fratello diciottenne della sposa, un bellissimo ragazzo molto simpatico che probabilmente "ammirava" mia nipote sedicenne.
Di C., la sposa, ho già detto la grande disponibilità e quel punto in comune importante che aveva con me: l'amore per il teatro. Anche suo marito B. mi sembra un carissimo ragazzo, peccato che parlasse greco o inglese, entrambe le lingue non mi permettevano una grande conversazione.
A questo punto mi tornano in mente quelle lunghe e piacevoli serate passate tutti insieme, quelli che ho detto e gli altri Italiani: ai ristorantini, ma soprattutto in casa della mamma di C., una donna con un grande cuore , per la quale la vita non è stata per nulla facile, che deve avere dentro di sè una grande forza e serenità. Parlavamo dei nostri luoghi di provenienza, delle nostre esperienze, generazioni diverse che si confrontavano e stavano bene insieme, i giovani coi loro dubbi e i loro entusiasmi, gli anziani con le loro esperienze, ma pronti ad entusiasmarsi ancora. C. ci ha fatto amare quella cultura e quella lingua che lei ama così tanto da sceglierla, lasciando l'Italia: ci spiegava un sacco di cose, ci ha insegnato delle parole bellissime, mi ha fatto venire voglia di non dimenticarle più, anzi, di impararne ancora...davvero una lingua rappresenta l'anima di un popolo e la Grecia ha dato tanto alla cultura e alla civiltà.
Oltre a B. , di Greci doc abbiamo conosciuto la nostra gentilissima padrona di casa, che si sforzava di parlarci in italiano perchè lo ama molto e l'ha un poco studiato.
Infine i parenti di B.: la mamma e i nonni, da cui praticamente è stato allevato. Il nonno è un soggetto molto originale: chiacchierone, gran bevitore, ma le sbornie lo portano...ad una grande allegria e a...cantare!
E così fu che...
Il nonno ci aveva invitato tutti a cena l'ultima sera, al suo paese, sulle montagne dell'interno. Eravamo nella "taverna" gestita da altri parenti, praticamente la tavolata era sulla piazza del paese...così immagino che per almeno un mese avranno da parlare degli Italiani ospiti!
La cena, iniziata ben prima del tramonto, si svolgeva con ritmi lenti e quasi cerimoniosi, chiacchierando e scherzando tra le portate, le bottiglie di retsina si svuotavano una dopo l'altra (io e mia cognata pensavamo alle curve sulla strada del ritorno...).Il nonno beveva, era allegro, cantava canzoni greche d'amore, abbracciava e baciava tutti e soprattutto tutte ...il tempo passava e il cielo era ormai molto scuro, era stato servito anche il dolce. Io e mia cognata abbiamo detto a C.: "E' tardi, dobbiamo ridiscendere sulla costa, forse è ora che andiamo."
"Non si può" ha risposto lei decisa.
"Come, non si può?"
"L'usanza è che colui che invita a cena è lui che decide quando la cena è finita, alzandosi per primo, allora anche gli altri si possono alzare"
Ci siamo sentite mancare. Il nonno continuava a bere, a cantare, si commuoveva per averci suoi ospiti e tirava fuori il piccolo repertorio delle parole italiane che conosceva...non accennava minimamente a voler concludere la serata! Indubbiamente era felice per l'occasione di offrirci ospitalità, ma noi cominciavamo a preoccuparci...gli abbiamo mandato di fronte, a tavola, i tre ragazzi che dovevano ascoltarlo, ma sbadigliando un pochino, chissà che capisse...
Quando Zeus gli ha dato l'ispirazione, finalmente si è alzato e con tutti i parenti ci ha accompagnato al parcheggio delle auto, sempre continuando a cantare e a tessere elogi all'Italia e alla Grecia e all'amicizia e all'amore...
L'ultimo saluto sotto uno stupendo cielo stellato da notte fonda, dove si vedeva la via Lattea e un sacco di costellazioni...roba che in Italia non si ammira quasi più da nessuna parte...
Non siamo mai andati a dormire così tardi...quella sera mio marito ha aspettato invano un SMS di buonanotte...gli ho spiegato direttamente con l'SMS di buongiorno, la mattina dopo!
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