Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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RITROVARSI A MONTMARTRE
23 settembre
E' un giorno importante: finalmente, dopo dieci anni, nel pomeriggio incontrerò di nuovo H., la mia amica parigina! Era l'insegnante della classe con cui facemmo lo scambio nel 2003: un bel progetto di lavoro sui giardini, noi su Boboli e loro sul Luxembourg... Continuammo a scriverci per qualche anno, fui io a interrompere i contatti quando andai in pensione, in quei mesi di amarezza. Ora le avevo fatto sapere di questo viaggio e oggi ci aspetta a casa sua. Mio marito dice che si vede che sono emozionata, e come potrei non esserlo? Quanti ricordi, quanta curiosità di rivederla e di parlare con lei di questi dieci anni...
Al mattino (c'è sempre un bellissimo sole) non ci vogliamo stancare, ne approfittiamo per fare un'esplorazione tra le vie e i negozi di Batignolles attorno all'hotel, io cerco un fioraio, voglio portare ad H una piantina che resti a memoria di questa giornata. I fiorai francesi hanno sempre negozi molto belli e forniti, hanno il culto per le composizioni di fiori, la venditrice asserisce che la mia idea di una pianta di ciclamini è l'ideale: non sapendo che tipo di appartamento ha la mia amica il ciclamino si adatta a molte situazioni. Pranziamo velocemente con una pizzetta (buona, anche se siamo a Parigi), io raccomando a mio marito di stare leggero perchè, dalle esperienze di ospitalità precedenti, suppongo che stasera a casa di H ci sarà un pranzo completo “alla francese”...
Lei abita a Montmartre, quartiere al confine con Batignolles, tutti i giorni vedo in fondo alla strada la sagoma della bianca basilica, a due fermate di metrò usciamo di fronte al Moulin Rouge e prendiamo la rue Lepic, dove al mattino c'è un vivace mercato alimentare.
Presto passiamo il bar di Amélie Poulain e del suo favoloso mondo e alla seconda traversa siamo a casa di H.
Abita all'ultimo piano, ha una terrazza romantica e soleggiata sui tetti di Parigi e verso la torre Eiffel, tante belle piante che faranno compagnia al mio ciclamino e tra le sue piante... guarda chi c'è! Il nano di Amélie!
Che emozione l'incontro e quante cose vogliamo raccontarci! Il riassunto di dieci anni, tra scuole e famiglie... anche lei è in pensione, i suoi figli abitano lontano, ha un nipotino...
Usciamo insieme e ci accompagna per le vie di Montmartre, lei che ci ha sempre vissuto ci fa da guida, soprattutto per mio marito, come fece con i bambini nello scambio, ci racconta che ora il quartiere non è più multiculturale come dieci anni fa, molte famiglie di origine straniera sono state spostate nelle periferie, hanno ristrutturato le case ed è diventato più di élite. Ci fa notare che nei giardinetti ci sono tante baby sitter di colore per bambini bianchi... è un segno significativo della nuova realtà sociale.
Andiamo al muro dei “je t'aime”, luogo poco conosciuto,dove TI AMO è scritto, dicono, in tutte le lingue del mondo,
poi alla casina rosa di Utrillo,
alla vigna dove tra pochi giorni si vendemmierà,
al Moulin de la Galette dove si ballava al tempo di Renoir e ieri avevamo appena visto il quadro famoso nel museo d'Orsay...
Fra strade e stradine, casette e palazzi liberty, scorci sulla città là in basso, non saliamo alla basilica che ormai conosciamo a memoria. Mi sono affezionata a Montmartre anche per merito della mia amica...
Al tramonto rientriamo e, tornato dal lavoro anche il marito di H, inizia la cena. Avevo intuito giusto:
aperitivo con salatini (per fortuna senza champagne, altrimenti sarei già in difficoltà...),
entrée di insalata vietnamita ai gamberetti, papaya e noccioline,
piatto principale di pollo ruspante al forno con puré di patate normali e patate dolci rosse ( per noi è una gradita novità),
dessert di vari formaggi di cui io e mio marito ci divertiamo a indovinare i nomi, quasi tutti giustamente (ormai siamo esperti...).
Almeno, io credo che sia questo il dessert... potrebbe essere così nelle abitudini francesi, perchè H sta dicendo. “Io non sono brava a preparare i dolci...” però continua: “...e allora li compro!” e porta in tavola vari gusti di gelato e dei budini tipici di Bordeaux! Per fortuna eravamo stati leggeri a pranzo, così abbiamo fatto onore a tutto!
L'italiano e il francese si intrecciano, è ancora una piacevole conversazione tutti e quattro insieme fino a tardi, mentre oltre i vetri Parigi si è accesa di luci e la torre Eiffel scintilla illuminandosi allo scoccare di ogni ora.
Una bella serata, un bellissimo ritrovarsi, una grande speranza di non dover aspettare altri dieci anni per rivedersi... e questo mio post lo dedico tutto a lei, alla mia amica!
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