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LA STRADA PICCOLA

Post n°1586 pubblicato il 18 Gennaio 2019 da atapo
 

 

NONNA NATA”

 


 

Il più piccolo dei miei nipotini, Cesare, tocca a me se io e mio marito siamo i babysitter di turno per andare a riprendere i quattro all'uscita dalle scuole.

Quando all'asilo nido io entro nella stanza dove i cuccioli di due anni aspettano di essere “prelevati” giocando o ascoltando l'educatrice che legge qualche libretto, appena mi vede si illumina tutto e scatta a venirmi incontro, c'è un bel saluto affettuoso, poi mi guida al suo armadietto da cui preleva tutto l'abbigliamento invernale per uscire.

Ritorniamo a casa a piedi, lentamente, dieci minuti di strada e il rito è sempre il medesimo: pestacchia le foglie cadute e si diverte al loro rumore, guardiamo se ci sono le nuvole, se passa il treno, poi comincia a cercare se c'è qualche cane a passeggio col padrone, se c'è in giro qualche gatto randagio che frequenta una piccola gattaia organizzata nell'angolo del giardino pubblico. E come è scrupoloso nel cercarli! Controlla sotto le siepi, dietro alle auto, dove ci sono le mangiatoie con le crocchette, esamina dal marciapiede tutto il prato. E' facile che se ne vedano e allora li ammira tutto soddisfatto, ma non si avvicina troppo. E' un po' timoroso, non ha avuto, come i suoi fratellini, la bella convivenza col gatto Beto, che morì pochi mesi dopo la sua nascita, non si azzarda ad accarezzare i gatti che incontra. Però gli piacciono, li studia a distanza, poi quando li salutiamo e riprendiamo il cammino ripete tutto soddisfatto: “Gatto… miao miao...”

Prima di arrivare a casa ci sono alcuni alberi con tante piccole bacche rosse sui rami e cadute per terra. Io gli avevo detto: -Quelle sono la pappa degli uccellini.- E un giorno è rimasto a bocca aperta, senza fiato per la meraviglia quando sui rami ha davvero visto gli uccellini che svolazzavano e beccavano le bacche!

La nostra passeggiata del ritorno è tutta una scoperta, poi entriamo in casa e ci godiamo ancora alcuni minuti da soli, in cui mi fa vedere qualche giocattolo, prima che arrivi la sorellina dalla scuola materna e, dopo una mezz'ora, i due fratelli più grandi dalla scuola elementare. E a quel punto c'è una bella confusione ed io, insieme a mio marito, dobbiamo dare ascolto a tutti.

Cesare si è affezionato moltissimo a me: dice mia figlia che quando sa che verranno a casa mia è sempre molto contento, che all'asilo se lo va a prendere qualche babysitter o a volte anche la mamma mette il muso. Una volta si era arrabbiato coi genitori per non so quale motivo, allora è andato alla porta di casa e tentava di aprirla dicendo: - Io vado dalla nonna Renata.- ed è rimasto a lungo a dare pugni alla porta prima di arrendersi, dopo la promessa che sarebbe venuto da me il giorno dopo.

Stamattina mi è stato detto che al momento dell'uscita per l'asilo ha chiesto se si poteva andare dalla nonna Renata, prendendo con sé anche la volpe di peluche che gli ho regalato, e si è rassegnato solo quando mia figlia è riuscito a convincerlo che non poteva perché i nonni dormivano ancora.

Chissà come mai questo affetto… io non faccio niente di particolarmente seduttivo nei suoi confronti, forse dentro di me sento molto forte la tenerezza per questo cucciolo giunto così inaspettato e… travolto dalla confusione che gli fanno attorno i tre fratelli maggiori! A volte penso che sia stato l'imprinting di quei primi mesi in cui quasi ogni giorno lui e la sua mamma venivano a casa nostra per il pranzo, in fondo con noi lui ha vissuto a lungo, molto più degli altri fratelli, che sono sì affezionati a noi nonni fin da quando erano piccoli, ma nessuno in modo così evidente.

Devo stare attenta a non viziarlo, ma anche a non deluderlo.

Intanto, da poco tempo ha iniziato a chiamarmi col mio nome: sono “Nonna Nata”.

 
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