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Post n°1663 pubblicato il 14 Marzo 2020 da atapo
 

SEDENTARIETA'

 


 

Questa è la prima parola che mi viene in mente pensando a come trascorro le mie giornate, ora.
Molto tempo seduta davanti al computer; forse è lo stesso tempo di prima, chissà, ma adesso c'è quel senso di “non poter fare altro”, soprattutto di non poter uscire, andare in autobus, fare la spesa o una passeggiata, prendere l'auto e passare qualche ora con i nipoti. Fortunatamente per ora stiamo tutti bene: mi è arrivata una foto e un video della piccola festa in famiglia per il compleanno di Diletta, i fratellini a cantarle gli auguri e lei a spegnere le candeline. Mi sono commossa, chissà quando ci potremo rivedere!
Mi commuovo, a volte, anche quando vedo o leggo certe notizie, tipo le situazioni drammatiche negli ospedali lombardi, i bimbi nati in questi giorni e allontanati dalle mamme ammalate, le offerte di stanze e appartamenti ai nuovi infermieri che arrivano a Firenze appena assunti, le forme generose di volontariato che stanno sorgendo, i flashmob di canti in certi quartieri cittadini, i cartelloni e i lenzuoli colorati dai bimbi con la scritta “TUTTO ANDRA' BENE”. E' un segno di fragilità del mio spirito, man mano che si va avanti?
Mi ripeto che probabilmente tra una settimana si vedrà un miglioramento nei contagi, visti i tempi delle misure adottate, ma forse è solo per farmi coraggio, per non ascoltare certe tristezze che mi sento affiorare dentro e mi deprimono. Nemmeno un quadratino di cioccolata fondente ho voglia di mangiare, dicono che sia antidepressivo.
Ogni tanto, sottile, ho un po' di paura: perché noi siamo anziani, perché fra poco dovremo uscire a fare la spesa. Chi andrà? Io o il marito? Credo che andrò io, non compreremo molto e ce la farò col carrellino, io ritengo di avere difese immunitarie più forti, perché ogni inverno faccio una cura per rafforzarle, e sono più “vaccinata” dai contatti con molte persone; mio marito non esce quasi mai, incontra solo qualcuno della parrocchia.
C'è una grossa novità, da ieri sera: sul cellulare ho messo Wathsapp! Lo scambio di messaggi e telefonate con gli amici, nei giorni scorsi, mi aveva aiutato molto a mantenermi di buon umore. Però stanno sorgendo problemi, soprattutto col corso di inglese, in cui la professoressa vorrebbe continuare on line, con skype e quant'altro. Io non ho tutti questi marchingegni, temo che, come ogni altra volta che ho iniziato nella mia vita un corso di inglese, neppure stavolta riuscirò a terminarlo, pare una maledizione! Però almeno avere la possibilità di sapere i compiti o altre comunicazioni…

Finora stavo bene anche senza questo social, inoltre mio marito aveva sempre minacciato: “Vedrai che il cellulare ti si rallenta e non riesci più a fare nulla!” e io ero propensa a credergli, visto che in effetti le prestazioni del mio apparecchio lasciano abbastanza a desiderare.
Però ieri sera ho deciso di rischiare, vorrei restare in contatto con più persone, almeno in questo periodo, poi vedrò, mi sono detta. E così è andata, per ora il telefono continua a funzionare (e mi viene l'idea che fosse il solito disfattismo del marito), io devo “istruirmi” per poter usare al meglio questa ulteriore possibilità, ecco un altro impegno per farmi trascorrere le giornate.

 
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