Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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« IL RITORNO | GIORNI PESANTI » |
SABATO POMERIGGIO
LIBERA USCITA
Rodolfo Siviero e la sua casa-museo a Firenze
Ieri pomeriggio sono andata a una visita turistica organizzata dal Touring Club alla casa di Rodolfo Siviero, qui a Firenze.
Chi è costui? Molti chiederanno.
Se dico “007 dell’arte” è più chiaro? Forse non ancora.
Se dico “monument men”? Chissà quanti ci capiscono qualcosa…
Insomma, è un personaggio fiorentino, nato nel 1911 e morto nel 1983, che ha speso gran parte della sua vita al recupero di opere d’arte trafugate durante la guerra oppure rubate, è merito suo se così tante sono ritornate in Italia. Ma ciò che affascina è la sua vita avventurosa e ancora piena di misteri e punti interrogativi, che offrirà molte ghiotte occasioni agli studiosi che vorranno conoscerlo e capirlo a fondo. Da tanto mi incuriosiva, finalmente non mi sono lasciata sfuggire l’occasione e ne sono stata ampiamente soddisfatta.
Non dico altro su di lui, se digitate il suo nome su Google e dedicate un po’ di tempo alla lettura dei risultati ne scoprirete delle belle…
Il motivo per cui ne parlo qui è un altro. Io e il marito ci eravamo iscritti insieme alla visita, poi a lui è venuto un forte attacco di sciatica che gli impedisce di muoversi, così sono andata da sola, coi mezzi pubblici, non in auto.
E mi sono resa conto che…
Innanzitutto è stato complicato capire il percorso e i cambi di autobus per arrivare. Ora che a Firenze c’è un nuovo gestore del trasporto pubblico, il suo sito su internet è tutto diverso da prima e secondo me più caotico: non ci sono più le mappe con i percorsi degli autobus, gli orari non sono dettagliati, ma vengono indicati solo i passaggi alle principali fermate. Molti autisti in questo periodo sono ammalati, quindi spesso le corse saltano, senza preavvisi. Già che al sabato le corse erano diradate ancora prima del Covid…
Arrivare in tempo è un’incognita: io sono arrivata all’ultimo minuto, nonostante fossi partita molto in anticipo, ma dovevo combinare insieme due bus e una tramvia!
C’era il sole, ma un vento freddo e sgarbato. Io per strada mi sentivo a disagio e un po’ disorientata: ho scoperto di non ricordare più i percorsi di certi bus, di aver perso la familiarità con le strade di certe zone. Abituata a girare a piedi per la città nei miei antichi pomeriggi di “libera uscita”, ormai da due anni invece questi sono spariti, se vado fuori è solo per commissioni ben specifiche e con ritorni rapidi a casa, senza vagabondaggi, per ridurre i rischi e per non sforare troppo gli orari nel caso saltassero i bus. E confesso anche di stancarmi molto più rapidamente, forse la perdita dell’abitudine, forse due anni di vita (e di vecchiaia) in più si fanno sentire.
Però all’uscita dalla interessantissima visita (circa un’ora e mezza di spiegazioni coinvolgenti, passata in un lampo) ho voluto lo stesso utilizzare le forze che mi restavano per una passeggiata… vecchio tipo, quasi senza meta, ma verso pasticcerie in cui sapevo di trovare ottime frittelle di riso da portare a casa.
Dove, manco a dirlo, sono arrivata distrutta, e per fortuna che l’ultimo autobus da prendere non mi ha fatto aspettare troppo.
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