Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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« PREPARATIVI | DEBITO » |
NATALE IN RITARDO
Doveva essere tutto perfetto, era l’anno giusto: Riccardo affidato al papà nel giorno di Natale, quindi si poteva fare il pranzo tutti insieme, la famosa festa dei Bimbi-Natale, che ormai crescono di età e la maggior parte sono già ragazzini. Non saremmo dovuti fuggire presto, come le volte che fissammo l’incontro per la sera della vigilia, quando mio marito non vuole assolutamente mancare alla messa notturna e alla veglia precedente che comincia alle 21,30. Avevamo definito per tempo le suddivisioni dei piatti da preparare, niente era rimasto in forse per l’ultimo minuto, nemmeno la ricerca e il confezionamento dei regali ed io finalmente ero arrivata ai giorni precedenti senza affaticarmi troppo, avevo inframmezzato le incombenze con le telefonate ad amici che non sentivo da anni, tutto era molto tranquillo…
Poi è arrivata l’influenza a fare strage: prima Riccardo, poi Cesare, poi suo padre, un quotidiano bollettino di guerra. Le misurazioni della febbre diventavano messaggi a tutto il resto della famiglia: 38,6… 37,5… 39… antipiretico… 36,5!
38 ancora, ma è vispo… 39, non sta in piedi… ce la farà? E’ in peggioramento, ma il brodo dei tortellini l’ho comunque preparato…
Infine la mattina del 25 ci siamo dovuti arrendere verso le 11, era chiaro che i due ammalati erano troppo malridotti:
- Proviamo domani – è stata la decisione.
E noi nonni, i più in salute di tutti a questo punto, abbiamo stipato in frigorifero i due chili abbondanti di cinghiale cucinato, incrociando le dita di poterlo mangiare oggi, altrimenti bisognava farne porzioni e congelarlo, avrebbe riempito mezzo congelatore.
Io ieri mi sentivo molto rattristata, la serenità che mi pareva di aver raggiunto nell’ultimo periodo scricchiolava parecchio, il restare da soli ancora una volta il giorno di Natale, io e il marito, mi ha pesato dopo le illusioni che mi ero fatta, mi davo della stupida per prendermela così, c’è ben di peggio, però c’era poco da fare, ne soffrivo, ho cincischiato tutto il pomeriggio senza trovare soddisfazione in niente.
Per fortuna il bollettino di stamattina era discreto e l’organizzazione si è rimessa in moto: noi a impacchettare, da mio figlio a fare le torte salate dell’ultimo minuto, da mia figlia a spalmare crostini. Un po’ ritardato il pranzo, ma con tanta soddisfazione. E’ stato l’incontro come doveva essere: bello, caldo, pieno di affetto e di allegria. Gli ammalati stavano decisamente meglio, hanno apprezzato il pranzo come chi era in salute, i nuovi regali aperti oggi si sono aggiunti a quelli che i giovani hanno ricevuto ieri, mi pare che a Babbo Natale ormai credano solo i due più piccoli, anche se nessuno scopre le carte e il gioco continua.
Abbiamo passato il pomeriggio a chiacchierare sgranocchiando struffoli e mandarini, c’erano molte notizie di famiglia su cui aggiornarci, finalmente seduti tranquilli tutti insieme, non di corsa incontrandoci di sfuggita come quando andiamo a prendere i bambini da scuola e stiamo a fare i babysitter o quando uno dei figli passa velocemente da casa nostra per darci o ritirare qualcosa di urgente. Mi sembra un periodo positivo: i giovani non hanno problemi a scuola, Martino si comporta bene, Riccardo ha fatto con convinzione la scelta della scuola superiore per il prossimo anno, andrà a un liceo scientifico con indirizzo ambientale, mio figlio con la nuova compagna sono affiatati.
Così in me è tornata la serenità, mi sono goduta la famiglia, la vicinanza dei miei cari, le confidenze e pure qualche abbraccio dei nipoti. Diletta, unica femmina, mi pare che avrebbe voglia di stare più spesso insieme a me, le piace coinvolgermi a giocare o a farmi vedere le sue cose. Stavolta le ho regalato un maglioncino natalizio della stessa serie, anche se non uguale, di quello che ho comperato per me, a rinnovare un po’ il mio guardaroba.
Siamo stati insieme fino all’ora di cena, che tutti avremmo saltato perché sazi del ben di Dio consumato a pranzo: il Natale in ritardo si è fatto perdonare col delizioso pomeriggio passato in compagnia.
Io stavolta non ho scattato nessuna foto: per il calendario 2024, che gli preparerò al computer come tutti gli anni, stavolta voglio usare una fotografia in cui ci siamo proprio tutti, grandi e piccoli, fatta in occasione delle nostre nozze d’oro, il 7 ottobre scorso.
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