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STORIA DI...

Post n°376 pubblicato il 28 Aprile 2009 da atapo
 

...DI FIORI,

...DI BAMBINE,

...DI DOPOGUERRA...


 

 

Qualcuno ha apprezzato qui il nuovo sfondo di pervinche, che forse chi non ha lo schermo abbastanza grande nel computer non vede nemmeno.

E' andata così: cercavo uno sfondo, primaverile, erba, fiorellini,...Almeno la bella stagione arrivasse nel mio blog, visto che altrove... Girando tra le proposte del Web, quando sono arrivata a questa ho avuto un tuffo al cuore... 

PERVINCHE !

E sono precipitata nel vortice dei ricordi...

Era la fine degli anni '50, ero piccola, sei-sette anni, a Bologna la mia periferia si arrampicava sulle colline e poco dopo la mia casa iniziava un mondo di prati, di boschi, di campi e frutteti. La scuola finiva alle 12,30 e dopo pranzo insieme a due amiche della stessa età andavano a giocare in tutto quel verde dietro casa. Tutto da esplorare...così man mano ci facevamo più audaci e ci allontanavamo sempre di più, alla ricerca di nuovi posti magici per le nostre avventure.

La maestra, a scuola, a primavera ci aveva parlato delle viole, che io non avevo mai visto: diceva che erano fiori piccoli, timidi, che si nascondevano tra l'erba e non si trovavano facilmente...così la mia gioia fu alle stelle quando un giorno le nostre scorribande ci portarono in un prato illuminato dal sole e punteggiato da tutti questi fiorellini viola, che erano tanti, tanti...ne raccolsi un mazzo e trionfante le portai a casa.

"Mamma, guarda, ho trovato le viole!!!"

"Ma queste non sono viole!"

"E allora cosa sono?"

"Non so come si chiamano..."

Delusione...così grande che non raccontai nemmeno alla maestra questo mio errore, anche perchè in fondo avevo l'idea che fosse...una razza di viole un po' particolare, finchè non scoprii da sola in seguito il loro nome, in qualche libro dove erano presentati i fiori di campo.

E, mese dopo mese, anno dopo anno, le esplorazioni continuavano, spesso con altri bambini che si aggiungevano al nostro terzetto. Di ogni luogo scoperto prendevamo possesso, dandogli un nome:

il boschetto, il castellaccio, il frutteto selvaggio,

e in ogni luogo inventavamo i nostri giochi, le nostre bande, le nostre battaglie. Era da poco finita la guerra, nelle scuole c'erano ancora i manifesti con le bombe che si rischiava di trovare nelle campagne, eravamo consapevoli del pericolo, ma le buche che anni prima bombe più grosse avevano lasciato nel nostro frutteto selvaggio erano diventati i nostri fortini, perchè le avevamo arricchite di palizzate e ripari...

Giungemmo pian piano a "conquistare" una collina a cui si arrivava dopo una passeggiata non semplice, c'era da scendere un pendio ripido, attraversare un fossato quasi sempre asciutto...ma la fatica era ricompensata perchè quello era un luogo da sogno per un gruppetto di bambini pieni di fantasia:

lì i boschi, le siepi e i prati erano ancora quanto di più selvaggio potessimo trovare, anche perchè in altri nostri luoghi di gioco stava arrivando pian piano la "civiltà", ossia iniziava la costruzione di nuovi quarteri.

In ogni stagione quella collina offriva doni alla nostra voglia di gioco e di scoperta...ed anche rischi, perchè tentavamo di rubare l'uva o i frutti nei terreni di un contadino, che a volte ci inseguiva...

La mia mamma però stava in ansia: mi aveva raccontato che quella collina era chiamata La Polveriera, perchè durante la guerra aveva nascosto un deposito d'armi, finchè non fu colpita durante il passaggio del fronte (la linea gotica) con esplosioni e boati che si udirono a grande distanza...

Ma tutto questo non fece che accrescere in noi il fascino della Polveriera, dove continuammo imperterriti ad andare a giocare per tutta la nostra infanzia, dove scoprimmo anche l'ingresso di una grotta: la paura del buio ci fermò per molto tempo, finchè qualcuno si procurò di nascosto una pila, entrammo col cuore in gola e...dopo un breve percorso... dovemmo fermarci davanti a rocce e terra franata: fine del viaggio.

E fine anche di questo viaggio nel passato, partito da un piccolo fiore viola...

Provo a mettere qui, in un altro modo, l'immagine che avevo pubblicato all'inizio del post e che è sparita...non so il perchè...proverò ad indagare. Non è che qualche amico lettore mi possa chiarire questa faccenda che ogni tanto mi capita con le immagini che inserisco (o meglio, che vorrei inserire)?

 
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Commenti al Post:
magdalene57
magdalene57 il 28/04/09 alle 15:42 via WEB
ma che racconto bellissimo. li adoro..:-))) e questi fiori son proprio carini...:-))
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 28/04/09 alle 21:56 via WEB
Le storie del nostro passato a volte sono meglio dei romanzi...
(Rispondi)
stelladanzanteforeve
stelladanzanteforeve il 28/04/09 alle 17:53 via WEB
Incredibile il potere evocativo delle immagini...delizioso davvero lo sfondo ! ^__^ Un bacione, Marie.
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 28/04/09 alle 21:57 via WEB
Avevo messo anche qui l'immagine delle pervinche, ma ora è sparita...vorrei proprio sapere perchè, cosa ho sbagliato nel copiare l'indirizzo... Un bacio anche a te!
(Rispondi)
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 29/04/09 alle 16:42 via WEB
Io non sono nemmeno riuscita ad inserire uno sfondo sul mio blog. Credo che sia il motivo per il quale ho smesso di inserire foto nel blog: ogni tanto sparivano!
Bello sapere il perché delle pervinche :)
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 30/04/09 alle 22:19 via WEB
Un bel mistero! E siamo in due. Ma succede anche ad altri? E perchè?
(Rispondi)
longu
longu il 30/04/09 alle 02:31 via WEB
pare che un decotto di foglie di pervinca faccia bene alla memoria. potrebbe dunque essere la pervinca la pianta del 25 aprile
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 30/04/09 alle 22:21 via WEB
Non sapevo questa "dote" del fiore di pervinca. Si potrebbe diffondere la notizia in tempo per il prossimo 25 aprile...Benvenuto qui da me!
(Rispondi)
amoildeserto
amoildeserto il 01/05/09 alle 09:12 via WEB
Anch'io giocavo nei prati intorno alle nuove case appena costruite in cui andammo ad abitare appena giunti a Bologna. Anch'io andavo a rubare la frutta e ricordo che poi si passava dalla fornaia a farla pesare ... per vedere a quanto ammontasse il bottino! Una volta ci rincorsero e buttammo le fragole a terra, sperando così di farla franca. A soli sei, sette anni passavamo la nostra giornata solcando territori fra Arcoveggio, Lame e Corticella ... tutto in un giorno ... fra Navile, sostegni e fornaci. La mia libertà si interruppe in quarta, quando andammo ad abitare in centro ... fu una grande tristezza il non aver più nulla da esplorare.
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 01/05/09 alle 11:02 via WEB
Splendida e libera anche la tua infanzia, nella mia stessa città: tu a correre in pianura, io sulle colline...I miei figli non hanno avuto esperienze così, anche se per fortuna non gli sono mancati spazi e luoghi, ma coseguenti ad una maggiore urbanizzazione. Mio nipote...chissà...
(Rispondi)
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