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Post n°699 pubblicato il 16 Giugno 2011 da atapo
 

 

Renoir, Ragazze al pianoforte

Cara  L. ,

la prima volta che ti vidi fu il primo giorno di scuola del 1985: camminavi sul marciapiede davanti a me, tenevi per mano una bimba piccola col grembiule nero e una massa di capelli ricci.

Poco dopo, in classe, scoprivo che quella bambina sarebbe stata una mia scolara, Rossella, e che tu eri la sua mamma. Fare scuola ai figli dei colleghi (e mi è capitato diverse volte) non è sempre facile, con te invece è stato bello, è stata una marcia in più.

Perchè ci siamo conosciute meglio dall'anno successivo, quando hai avuto il trasferimento da noi, in quella scuola che allora portava ancora il nome glorioso e storico di "Cavalla", quel nome che ricorda a noi "vecchi maestri" tempi difficili, ma ricchi di soddisfazioni, quel nome che abbiamo difeso strenuamente finchè ci è stato possibile...

...e che rimane ora solo sulle copertine dei nostri vecchi giornalini, chissà se qualcuno ne è rimasto in giro dai nostri ex-scolari...

Abbiamo fatto scuola insieme, per tanti anni, come ci piaceva, come volevamo noi e come credevamo fosse più giusto: avevamo scoperto, io, te ed altri colleghi che ci hanno affiancate, come suscitare nei bambini che ci erano affidati l'entusiasmo e la curiosità di imparare, la gioia di stare insieme e di volersi bene, la soddisfazione e, perchè no, l'orgoglio di portare a termine le nostre "imprese" e i nostri progetti, che nascevano dalla fantasia, dal confronto e dall'impegno di noi adulti. Il fatto che le nostre due classi non fossero parallele, ma che i miei avessero un anno di più, non ha mai costituito un ostacolo, anzi ci stimolava ad organizzare laboratori a classi aperte in cui anche le età diverse funzionassero, col rispetto dei differenti livelli e con l'aiuto scambievole. Più facile per le attività espressive e manuali, ricordi l'orto, il teatro, la pittura, la ceramica...ma fu una sfida quando ci venne in mente di lavorare a gruppi aperti anche su parte del programma di italiano...una sfida che ci ha visto vincenti! Ricordi quell'anno in cui facemmo i gruppi di attività espressiva mescolando i tuoi alunni di quinta con i miei di prima? Tutti ricevettero molto e crebbero insieme.

Insieme, anche se in modi diversi, ad un certo punto abbiamo iniziato la bellissima avventura del francese: ricordi i rompicapo le prime volte in cui c'erano da preparare i documenti per i progetti Comenius? Sono stati anni che ci hanno arricchito molto e al mio fianco tu c'eri sempre, anzi, devo ringraziare la tua vulcanica energia e la tua spinta se ho trovato il coraggio di buttarmi nell'universo degli scambi di classi!

Perchè tu sei così, o almeno lo sei stata per me, che sono più timida: contagi con le tue proposte, travolgi col tuo entusiasmo e...si parte! Cioè, si partiva...

Ma sei stata anche altro: l'amicizia che era nata tra le nostre due figlie ha rafforzato anche la nostra al di fuori delle aule. So di aver potuto contare su di te, quando l'adolescenza delle nostre ragazze era più burrascosa, Laura credo che trovasse nel vostro nucleo familiare un rifugio positivo in momenti in cui nella sua famiglia si sentiva a disagio e si stavano creando fratture rischiose...Cose che possono succedere, ma...grazie per essere state presenti!

Negli ultimi anni ci siamo viste di meno. Da quando sono andata in pensione la mia vita ha dovuto conoscere pian piano altre strade e altri interessi, altrimenti non sarei riuscita a sopportare l'acuta nostalgia e il rimpianto di quel mondo scolastico che avevo amato per tanto tempo.

Non puoi immaginare la gioia che ho provato per te, dopo il dispiacere di saperti con una gamba rotta, quando all'ospedale mi raccontavi raggiante della tua nuova vita sentimentale!

E' quello che ti auguro in questo momento, di essere tanto felice con lui! Ora avrai i giorni per voi due, come vorrai, non dovrai dividerli col lavoro che per tutti questi anni ha assorbito il tuo tempo e le tue energie!

Ti ho scritto anche per dirti che, da stasera, mi sento in pensione anch'io...in modo più definitivo. E' come se ti aspettassi da quattro anni, tu vai in pensione come avrei voluto andarci io, alla fine di un ciclo, preparandoti pian piano, elaborando un po' l'idea dentro (se è mai possibile elaborarla, questo me lo svelerai tu fra qualche mese), con l'idea di un qualcosa che si è compiuto...non mollando tutto da un momento all'altro, quasi fuggendo di nascosto da ciò che mi stava diventando insostenibile...come feci io, e preferisco non chiedermi più se è stato giusto o meno, tanto ormai...

Lascia allora che io mi senta stasera molto vicina a te, dopo che siamo state vicine a dare tanto alla nostra scuola ora ti offro con affetto la mano per accompagnarti ...fuori dalle barricate, verso nuove storie e nuove avventure, magari in francese, la lingua che amiamo tanto!

Penso che mi commuoverò alla tua festa stasera, anche se riuscirò a non usare fazzoletti...beh, dentro di me il mio cuore trema, perchè ne occupi uno spazio importante...

Ti abbraccio con tanto affetto.

La tua collega e amica R.

 

 

 
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