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Messaggi di Marzo 2022

DOVE VORREI TORNARE

Post n°1814 pubblicato il 30 Marzo 2022 da atapo
 
Tag: viaggi

PASSO FALZAREGO

 


 

Era un luogo mitico per noi che frequentavamo il gruppo parrocchiale dei giovani, in quegli anni lontanissimi: 1968 e dintorni.

A poche centinaia di metri dal Passo Falzarego c’era (chissà se c’è ancora?) una di quelle “case” tra l’albergo e l’ostello, in cui si svolgevano, soprattutto d’estate, settimane di vacanze- formazione per i gruppi cattolici provenienti dalle parrocchie, diocesi e così via. Non solo giovani, c’erano quelle per gli adulti, per i religiosi, per le famiglie “impegnate” e altri.

Almeno per i ragazzi era anche occasione di divertimento: oltre alle messe, alle conferenze, alle meditazioni e alle discussioni c’erano escursioni, giochi, films, ore libere per socializzare…

E si sa che a quell’età ci si diverte con poco e le occasioni di allegria si creano anche autonomamente. Insomma, chi partecipava a quelle settimane ritornava sempre contento e ne raccontava con entusiasmo.

Io solo nel 1968 riuscii ad andarci, avevo già 17 anni e fino ad allora i miei genitori severissimi non vedevano di buon occhio che io restassi “fuori casa”. Lì però l’organizzazione parrocchiale avrebbe garantito la serietà, così potei partire, con tanta emozione e tante aspettative. Non furono affatto deluse, anch’io al ritorno ero entusiasta, col valore aggiunto di aver conosciuto alcuni ragazzi che mi erano sembrati favolosi (succedeva più o meno a tutte… forse a tutti, ma i maschi non ce lo raccontavano). Feci la mia prima (e ultima) escursione in alta montagna, su una delle cime dei dintorni (Lagazuoi?): dicevano fosse facile, ma per me fu un’impresa, partita coi primi, arrivai tra gli ultimi, con la lingua di fuori.

Cinque anni dopo tornai lassù, in un’altra estate, in un’altra settimana di vacanza-formazione per giovani adulti. Mi sarei sposata dopo pochi mesi, con me venne il fidanzato, con un braccio ingessato perché poco prima aveva avuto un incidente sul lavoro. Tutti sapevano di noi, eravamo “gli sposini” ancora prima del matrimonio, ma ciò non ci permetteva ulteriori intimità, visti i tempi e l’ambiente molto religioso. Ci divertimmo lo stesso, c’erano con noi amici cari e persone simpatiche.

Qualche anno dopo, avevamo il figlio di un anno, decidemmo di fare una vacanza sulle Alpi in estate e ripassammo dal passo Falzarego, a rievocare i tempi di quella giovinezza che si stava allontanando. Fu una settimana piacevole, di aria buona e di giornate serene. Ho belle foto di picnic sui prati soleggiati, col nostro cucciolo che fa le sue prime corse in mezzo ai fiori.

Non sono più tornata da quelle parti. I miei problemi motori, aggravatisi con gli anni, non mi permettono lunghe escursioni e senza queste per me l’alta montagna è noia associata a bei panorami di luoghi che non posso esplorare.

Ogni tanto penso che mi piacerebbe rivedere il passo Falzarego, la val Parola, Alleghe e i dintorni; ho saputo che hanno sistemato e reso agibili i camminamenti e le trincee della prima guerra mondiale: nel 1968 se ne parlava come di luoghi misteriosi e segreti, non erano visitabili, quei tristi ricordi li rievocavamo nei cori dei canti degli Alpini, che noi ragazzi cantavamo la sera sotto le stelle.

 
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PEGGIO DI COSI'

Post n°1813 pubblicato il 26 Marzo 2022 da atapo
 
Tag: teatro

DALLA PADELLA ALLA BRACE

 


 

Si può sempre peggiorare... ecco che alle già descritte difficoltà nella preparazione del prossimo spettacolo, da qualche giorno se ne è aggiunta un'altra: uno degli attori principali si è beccato il Covid!

Per fortuna sua dopo una nottata di febbre ora sta bene, ma è sempre positivo e ormai manca meno di due settimane al debutto.

Con una serie di spostamenti a scacchiera nei vari ruoli secondari, la regista pensa, alla peggio, di sostituirlo con un altro, uno del nuovo gruppo che si è dimostrato serio e impegnato e che dicono abbia una memoria prodigiosa. Comunque la regista sta lavorando per tagliare delle battute in modo da agevolargli la preparazione.

Io sono molto coinvolta in questa nuova "sfortuna", perchè avrei diverse scene con lui, fra quelle più lunghe e impegnative della storia: sarebbe infatti, tra i personaggi, proprio mio marito!

Cambiando o accorciando le battute anch'io dovrò rivedere la preparazione e riadattarmi, inoltre non è facile di punto in bianco lavorare con una persona nuova, nuova anche perchè prima di questo spettacolo non era con noi, quindi non lo conosco per niente.

All'ultima prova abbiamo fatto per prime tutte le sue scene, in modo da indicargli gli spostamenti sul palco, le sue azioni e così via... una faticata per me!

A ciò si sommano i problemi consueti, cioè le assenze: possibile che alla sopraddetta prova su tredici attori ne mancassero ben cinque?

Chi è sempre presente è molto scoraggiato e avvilito, la regista è arrabbiatissima; dà ancora più sui nervi il fatto che proprio chi manca più spesso (ed è gente del gruppo nuovo) si permette di mandare messaggi su whatsapp lamentandosi che siamo indietro, che si dovrebbero fare prove tutti i giorni, anche la domenica per molte ore... poi quando la regista stabilisce giorni e orari si affrettano a rispondere "Io non posso!" oppure "Ho appena fatto un altro spettacolo, mi devo riposare".

E' che non hanno capito che gli spettacoli allestiti dalla nostra regista sono più impegnativi e con azioni di gruppo (canti, balli) da coordinare tutti insieme, rispetto a ciò che loro erano abituati a preparare: commediole giusto per far ridere il pubblico.

Dire, raccomandare, non è servito a nulla finora.

Non ho idea di come finirà, per ora c'è solo rabbia e amarezza, si sta sciupando uno spettacolo che, fatto diversi anni fa, fu uno dei più belli e di successo degli Spostati.

 

 
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MA COME SARA' ?

Post n°1812 pubblicato il 20 Marzo 2022 da atapo
 

PRIMAVERA


Botticelli

 

Gli astronomi dicono che sia arrivata oggi, con un giorno di anticipo quest’anno, all’incirca alle 16,30.

Ma che primavera squallida!

Non si ritrova per nulla nelle immagini e nelle cronache tragiche di guerra che continuano e assillano, bisogna seguirle con attenzione sì, ma con moderazione per non affondare nell’angoscia.

C’è questo vento gelido, continuo, da giorni ormai, non rincuora e non porta primavera, le piante non si svegliano, i rami sono secchi e senza gemme, gli alberi che hanno avuto il coraggio di fiorire hanno già perso quasi tutti i fiori, strappati dal vento; il freddo annulla l’allegria del sole che continua a splendere, ma anche lui è angosciante, ormai si diffonde una temuta siccità. Il vento viene da nord e da est.

Da est… mi fa tornare il pensiero alla guerra e rabbrividisco, non so più se per l’ansia o per il gelo: ho sempre troppo freddo, non riesco a lasciare il piumino, il berretto di lana e i guanti.

C’è mio marito che continua a non stare bene, la sciatica gli ha aggravato altri precedenti problemi motori, migliora, ma molto, molto lentamente e ha perso gran parte delle forze, si stanca con niente.

Io sono assillata dal teatro: ormai, come temevo, abbiamo prove quasi tutti i giorni… ma continuano ad esserci assenti, il solito problema. Non ho più tempo per altro: se la sera ho prove non posso stancarmi durante il giorno, devo organizzare, anzi incastrare, tutte le altre necessità e impegni di vita e di famiglia, difficilmente riesco ad andare a ginnastica in piscina almeno una volta alla settimana. Non parliamo poi di passeggiate, viaggi, telefonate o incontri con amici.

Così il teatro non è più un’attività piacevole, ma diventa uno stress infinito e con tanta rabbia per lo scarso impegno di certe persone; la regista arrabbiatissima continua a dire che fa ancora in tempo a mandare tutto all’aria… ci mancherebbe pure dovesse arrivare a questo, dopo tutti i mesi di lavoro e, almeno per me, anche di rinunce per portare a buon fine lo spettacolo!

Insomma, questa primavera inizia parecchio in salita.

 
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TEATRO A SINGHIOZZO

Post n°1811 pubblicato il 13 Marzo 2022 da atapo
 
Tag: teatro

MA SI ANDRA’ IN SCENA ?

 

Picasso

 

Nell’ormai lontano agosto 2021 accennai al fatto che il mio gruppo teatrale degli SPOSTATI si sarebbe fuso con un’altra compagnia amatoriale, il CAMERINO VOLANTE, per poter continuare a sopravvivere, date le nuove regole burocratiche imposte alle compagnie amatoriali.

In quel momento l’unione ci permetteva di riportare in scena rapidamente, in una rassegna cittadina, il nostro spettacolo “Piazza Mondo”, poi, ci dicevamo, pian piano ci saremmo conosciuti meglio e avremmo cominciato ad amalgamarci verso futuri successi.

Ebbene, la faccenda si sta dimostrando più difficile del previsto. Innanzitutto, ora siamo un gruppo molto numeroso e in futuro non tutti riusciremo a “lavorare”, qualcuno verrà chiamato poche volte… ma a questo c’è tempo per pensarci.

Poi, il repertorio dell’altro gruppo è di solito abbastanza leggero, storielle da farsi quattro risate, spesso sfruttando il vernacolo, la regista degli “Spostati” invece ha sempre scelto opere di un certo spessore, che trasmettano valori e facciano riflettere, oltre che divertire, per questo io mi trovavo molto bene.

In queste settimane i vecchi “Camerini” stanno portando in giro un loro spettacolo precedente, in cui hanno inserito anche alcuni di noi (io no), la nostra regista ha ripreso uno spettacolo che alcuni anni fa riuscì molto bene, di cui per ora non posso svelare il titolo, per ragioni legate ai diritti d’autore. Qualcuno che recitò nel passato ora non c’è più nel gruppo, per cui sono stati chiamati dei “Camerini” a completare il cast. Ma le prove stanno andando a singhiozzo: mettiamo pure che ci sia stato il covid per qualcuno, però il problema è che alcuni dei nuovi entrati spesso sono assenti, i motivi non li conosco, si saranno giustificati con la regista, so solo che a volte dipende dalle repliche dell’altro loro spettacolo.

Soprattutto accade con una signora, che ha una parte principale e accumula assenze e ritardi: a me non piace parlar male, mi permetto solo di dire che i suoi atteggiamenti da primadonna (lei recita anche in una compagnia di un teatro cittadino!) mi stanno rompendo molto.

Naturalmente quando mancano attori è difficilissimo provare: non soltanto per le battute, tanto qualcuno che legge le parti degli assenti si trova, ma soprattutto per gli spostamenti negli spazi che si definiscono male a dover immaginare sulla scena con te… dei fantasmi!

Come temevo, la prova settimanale ora è raddoppiata, ci vediamo due sere, e dalla prossima settimana diventeranno tre; per me è faticosissimo. Lo spettacolo, che mi entusiasmava tanto, dove mi sentivo coinvolta e anche molto a mio agio, sta diventando una corvé estenuante.

Ciò che fa più rabbia, a me e ad altri che sono sempre presenti e che lavorano seriamente, è che a rimetterci e ad affaticarci di più siamo proprio noi più seri, mentre se non ci fossero le numerose assenze il lavoro procederebbe più disteso e più facile per tutti.

Si sta ripetendo la situazione dei primi anni in cui lavoravo con questa regista, poi certe persone se ne andarono, chi era subentrato lavorava seriamente e ha permesso di essere veramente uniti e impegnati, portando a termine bellissimi spettacoli, non per niente da qualche anno, prima della chiusura covid, eravamo nel cartellone di un teatro a Sesto Fiorentino.

Lo siamo anche adesso con l’attuale spettacolo, la cui gestazione è così faticosa: il direttore del teatro dice che conta molto su di noi, che siamo un pezzo forte della programmazione di quest’anno, la regista minaccia di non andare neppure in scena se non saremo pronti a un livello più che dignitoso, quasi perfetto.

Manca circa un mese e la vedo dura...

 
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DAL PASSATO

Post n°1810 pubblicato il 07 Marzo 2022 da atapo
 

RICORDI

 

Riolunato, centro storico

E' passato il compleanno di mio figlio e nel pomeriggio ci siamo ritrovati tutti insieme a casa sua per festeggiarlo.

C'è voglia di incontrarci ora che la pandemia morde meno: una volta non facevamo queste riunioni di famiglia per festeggiare compleanni, adesso... ne sentiamo il bisogno!

Il nonno, cioè mio marito, non è affatto guarito dalla sciatica, è stato trasportato in auto a Montelupo con mille precauzioni e, arrivato a destinazione, si è mosso il meno possibile, passando le ore tra sedie e divano.

I nipoti uscivano a giocare, non solo nel giardino, ma anche nei campi intorno. Infatti la casa è al limite estremo del paese, in collina, e attorno resistono ancora terreni incolti e boscosi, per la gioia dei bambini. Tirava un vento gelido, ma loro non se ne accorgevano e si divertivano molto.

Intanto noi adulti, dentro casa, passavamo il tempo chiacchierando, soprattutto di cose di famiglia, di fatti lontani negli anni, di aggiornamenti su persone conosciute. E proprio su questi argomenti a mio figlio è venuta un'idea, quando i bambini sono rientrati perchè il tramonto portava un freddo troppo forte anche per loro.

-Mettetevi davanti al televisore- ha detto a tutti -Vi faccio vedere una cosa.-

Erano alcuni video che aveva girato a Riolunato nella casa in montagna dei nonni, quando era andato, col padre e lo zio, a fare dei sopralluoghi prima che venisse messa in vendita.

Martino ricordava di quando ci recammo tutti insieme lassù, quando ancora pensavamo di tenerla noi: era piccolo, ma riconosceva i luoghi, ricordava certi mobili, i rumori delle scale di legno, l'oscurità di certi angoli... tutto così diverso dalla sua abitazione di città!

Anch'io ho rivisto, ho ricordato, le immagini conservavano parte della mia vita di nuora ...

Ma soprattutto i miei figli si sono abbandonati all'onda dei ricordi della loro infanzia, che hanno raccontato soprattutto ai loro compagni e ai piccoli.

Così ho scoperto quanto fossero state belle per loro quelle poche settimane che abbiamo passato lassù, durante le estati, e rievocavano fatti, abitudini, momenti, anche frasi dei nonni... Alcuni di questi io li avevo dimenticati, mentre per loro, per entrambi, erano così vivi e ne parlavano con gioia.

Per me quelli non erano anni facili, nè era facile la convivenza coi suoceri, naturalmente non ne ho accennato, anzi, sono stata molto contenta che per loro invece fosse tutto così degno di essere ricordato come una parte importante nella loro vita.

 
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