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VIAGGIO PICCOLO

Post n°1628 pubblicato il 30 Agosto 2019 da atapo
 

LA  MIA  AFRICA  (e non solo)


 

La mia Africa stavolta è a Bologna.
In questi giorni c'è una grande mostra di arte africana, inserita nella storia e nelle culture dell'Africa, circa dall'anno 1000 alla contemporaneità, compresi i rapporti con l'Europa.
Dico culture, perchè in quel continente ci sono stati regni e storie complessi, culture ricche  e fenomeni artistici notevoli che solo da poco sono studiati e riconosciuti di grande valore per la storia generale dell'umanità.
Questa esposizione, durata tutta l'estate, chiude la settimana prossima.
Da tanto ci volevamo andare, l'argomento interessa molto sia me che mio marito, ma non si riusciva ad organizzarci per fare la gita insieme.
Gli ho dato l'ultimatum, come succede spesso in casi simili: - O trovi un giorno per lasciare il lavoro in montagna e andare, o ci vado da sola.-
E, finalmente, deciso pochi giorni prima, minacciato che non lo dimenticasse e non prendesse impegni, finalmente ieri siamo andati, gli ho fatto il tour operator, ho organizzato tutta la giornata, lui doveva solo guidare la macchina, poi seguirmi per Bologna senza preoccuparsi di niente.
La mostra  è stata molto bella, superiore alle mie aspettative: c'è veramente una rappresentanza di sculture e oggetti provenienti da varie culture dell'Africa sub sahariana ed equatoriale, molti di una raffinatezza incredibile, reperti di antichi regni e antiche popolazioni oggi perduti, da studiare a fondo e rivalutare. Lavorazione dei metalli, lavorazione dell'avorio... ho scoperto che provenivano da artisti africani certi corni e certe saliere d'avorio lavorate in modo incredibile che avevo già visto nei tesori dei Medici: c'era un vivace commercio di questi capolavori fra Africa ed Europa.
Poi, tra l'elenco dei ristoranti che gli avevo preparato, abbiamo preferito un veloce quasi self-service, perchè la mostra ci aveva trattenuto con le sue meraviglie ben oltre l'orario canonico di pranzo.
Per sfruttare la giornata a Bologna, abbiamo fatto ciò che da anni mi ripromettevo: col trenino turistico siamo saliti alla basilica di San Luca, collegata alla città dal famoso portico lungo quasi 4 chilometri.
Una volta, in gioventù, il percorso, un po' per devozione e un po' per divertimento, si faceva a piedi: i ragazzi bolognesi spesso in maggio o giugno salgono a gruppi per ... supplicare la promozione e anch'io l'avevo fatto varie volte, con le amiche.
Ora gli anni sono moltiplicati e le forze quasi azzerate, allora questo trenino è molto simpatico, ti fa rimescolare le sensazioni della giovinezza a quelle del turista, perchè l'audioguida dà molte informazioni su ciò che si vede lungo il percorso, notizie che in gran parte non sapevo, visto che da Bologna me ne sono allontanata a 30 anni.
Lassù il caldo era ... africano, tanto da rimanere in tema con la giornata, per fortuna la basilica barocca nelle sue sinuosità architettoniche all'aperto forma diverse zone piacevoli di ombra, dove fare sosta.
Davanti a una certa scalinata, mentre mio marito diceva: - Io non credo di esserci mai stato qui.-, gli ho ricordato che una volta, c'eravamo conosciuti da poco, invece eravamo saliti e proprio in cima a quella scalinata mi aveva scattato alcune foto, in un album le conserviamo ancora. E gli ho proposto di farmi una foto nello stesso punto...
Mentre lui scattava è arrivata una coppia di sposi col fotografo, per qualche foto di rito in quel luogo che per i Bolognesi è molto importante. Hanno aspettato che noi finissimo, per salire la stessa scalinata. Io ne scendevo e ci siamo incrociati.
Gli ho fatto un augurio e, mentre loro già mi stavano ringraziando, gli ho aggiunto: - Aspettate, vi faccio un augurio più importante: che voi possiate tornare qui insieme a rifare le foto fra cinquant'anni, come stiamo facendo noi due adesso.-
Commozione generale, anche del fotografo e della mamma della sposa, che li accompagnava.

A sera, a casa, abbiamo riaperto l'album e riguardato quelle foto di cinquanta anni fa, in bianco e nero: mi ricordavo bene, dietro ad ognuna c'è scritto "agosto 1969": un altro po' di commozione...

 
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