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PIAZZA MONDO

Post n°839 pubblicato il 17 Maggio 2012 da atapo
 

 

REPLICA

 

Ne avevo parlato qui, poi qui.

Sembrava tutto concluso con successo, ma invece...circa un mese fa ci è stata richiesta una replica!!!

E così noi attori abbiamo ripreso gli incontri nel palazzo medievale in centro a Firenze per “rinfrescare” la nostra interpretazione di PIAZZA MONDO.

La regista aveva apportato dei cambiamenti al testo: invertito l'ordine degli episodi, quindi ora nel primo tempo i fatti del Messico e noi madri dei desaparecidos argentini nel secondo tempo, migliorato diverse battute nella parte messicana, creato un nuovo personaggio che inizia la parte dell'Argentina: una ragazza che si presenta figlia di...non lo sa bene nemmeno lei, credeva di conoscere i genitori che l'avevano allevata e invece...

Quindi abbiamo introdotto una nuova attrice, anzi due perchè una delle madri è stata sostituita.

Però, con un po' di impegno, non abbiamo avuto problemi a rimettere in scena lo spettacolo e ieri alle 18 c'è stata la replica, stavolta nella sala-teatro di una Società di Mutuo Soccorso a Firenze.

Siamo stati più bravi della volta precedente! Perchè in diversi del gruppo siamo ben affiatati dato che già lavoriamo insieme nel teatro francese, ma anche perchè ormai i nostri personaggi, quelli buoni e quelli cattivi, li abbiamo così interiorizzati da renderci conto (e ce lo siamo confessato l'uno all'altro) che in scena ci trasformiamo realmente, riusciamo a rendere al massimo ogni sentimento e reagiamo di conseguenza anche alle battute degli altri. E l'argomento è veramente forte, crudo e coinvolgente...

Gli spettatori ieri erano più di quanti potessimo sperare, in fondo siamo solo un piccolo gruppo di teatranti. E anche stavolta molti si sono commossi...noi quattro madri abbiamo strappato applausi a scena aperta ancora prima di arrivare alla conclusione del nostro atto...

Devo confessare una cosa: io quando sono in scena non porto gli occhiali. Non mi servono per il personaggio, inoltre lo stare senza mi “isola” dal resto del teatro, quindi dal pubblico, che vedo solo come poco più che ombre, quasi mai distinguo e riconosco le singole persone. Così sento di rivolgermi a un TUTTI che in realtà non so chi siano, o che posso immaginare io chi vorrei che fossero...e dedicare a loro la mia interpretazione. Quasi come Cora al suo spettacolo di debutto, quando su una poltrona vuota vedeva chi aveva amato e che non poteva essere lì, e con tutte le sue forze recitava per lui...

Dopo la fine dello spettacolo (e dopo essermi rimessa gli occhiali) il solito incontro col pubblico: parenti, amici, sconosciuti che vengono a complimentarsi...E' venuto da me, insieme a sua moglie, quel signore argentino che avevamo conosciuto all'inizio del nostro lavoro, quando la regista l'aveva chiamato come “consulente”. Entrambi erano molto commossi, la moglie mi ha detto che assomigliavo tanto ad una VERA madre che loro conoscevano in quegli anni di dittatura, quindi la mia interpretazione li aveva colpiti ancora di più...

Per concludere, cena in pizzeria. Eravamo una quindicina, con qualche coniuge compreso il mio che prima era stato “arruolato” dagli attori uomini per aiutarli a smontare i pannelli di scenografia. Questi gli hanno raccomandato anche di non mancare al nostro prossimo spettacolo in francese, perchè la scena che mi hanno affidato stavolta è molto comica e già ora alle prove li sto facendo molto ridere...

Siamo stati un bel gruppo, i più giovani hanno poco più di trent'anni, i più anziani oltre settanta...

Dopo le pizze, i commenti e le chiacchiere abbiamo cantato, il nostro musicista (anche lui è nello spettacolo...) ha suonato la chitarra per accompagnarci, poi ha cantato delle sue composizioni in vernacolo...abbiamo coinvolto anche i ragazzi dei tavoli vicini...una bella allegria, col pensiero che andava talvolta verso il passato e verso il futuro, verso gli incontri e le lontananze, verso le vecchie e le nuove esperienze...

 

le quattro madri parlano col giornalista

 

 
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