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Messaggi di Maggio 2016

CASANOVELA

Post n°1340 pubblicato il 28 Maggio 2016 da atapo
 

...E IL GIARDINO DEL POVERO

Anzi della povera, che sarei io. Non poverissima, ma in confronto al principe Hercolani...

E il mio giardino, l'ho detto e ridetto, non è certo da ammirare! Però...

Notate che ho "adornato" la pagina di questo blog con foglie verdi e fiorellini bianchi: sono zagare, fiorite sull'alberino di limone che ora abita il MIO giardino!

 


 

Qualcosa sta cambiando: a un mercatino di beneficenza mio marito ha comperato alcune piantine grasse di cui è appassionato, poi qualche geranio in offerta speciale...

Nei supermercati ci sono molte offerte di piante in questo periodo, volevo approfittarne, ma LUI dice che le piante dei supermercati sono "pompate" e stressate, che non campano, per ora ho lasciato perdere...

Un giorno su un gruppo compra-vendita di Facebook una signora svendeva causa trasloco le piante del suo giardino: mi interessava un bel cespuglio di rosmarino, siamo andati a casa sua e ne siamo usciti non solo col rosmarino, ma con altre piante grasse, l'alberino di limone in vaso e un fascio di piante di calle, queste ultime ce le ha regalate, ma anche il resto era a prezzi molto ragionevoli.

Beh, per ora sta sopravvivendo tutto!

Le povere zagare sono state molto strapazzate dai vento furiosi dei giorni scorsi, ma anche se i petali sono caduti mi pare di vedere già molti limoncini neonati.... Le calle continuano a fiorire, nonostante il vento e la pioggia, sembra che la posizione scelta per trapiantarle sia di loro gradimento.

Il ceppo della yucca tagliata dalla casa di mio figlio da pochi giorni ha aperto due piccolissime gemme: evviva! Forse ce la faremo ad avere una nuova pianta! Anche un cactus ha dei boccioli.

E ciò che non mi aspettavo è il melograno che si sta riempiendo di fiori rossi: l'anno scorso ne fece circa una decina e basta, ora si è svegliato! Forse si sente più a suo agio quest'anno, senza avere addosso i lavori dei muratori...

Sono rispuntate anche piantine di belle di notte che erano sparite al momento del taglio generale e, in un angolo, piccoli tralci di una vite mai vista prima si stanno arrampicando sul muro di confine. Le piante infestanti stanno crescendo e le teniamo d'occhio, sono da tagliare prima che facciano fiori e semi, ma intanto per ora mettono un po' di verde sul terreno senza erba.

L'oleandro, unica pianta che traslocò con noi e sopravvisse, si sta azzardando a fiorire...

Insomma, nonostante i molti residui dei muratori ancora in giro, il giardino sta acquistando un minimo aspetto da... GIARDINO, anche se molto selvaggio e disordinato

Ed io ogni mattina faccio la passeggiatina di controllo e di saluto alla vegetazione, arrivo fino in fondo, ad omaggiare il sempre più frondoso acer negundo.

 
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PICCOLI BIRBANTI

Post n°1339 pubblicato il 24 Maggio 2016 da atapo
 
Tag: memoria

IL GIARDINO DEL PRINCIPE

 

Qualche giorno fa seguivo distrattamente il blabla della tv (in coda al telegiornale, annuncio di aperture straordinarie di ville e luoghi italici normalmente chiusi al pubblico) e alcune parole mi hanno colpito all'improvviso: "Bologna... villa Hercolani...", poi le immagini di salotti sontuosi e stanze principesche.

Non mi era nuovo quel nome, aveva mosso in me qualcosa... ma che avevo in comune io con "villa Hercolani"?

Ho cercato su Google...Google maps... ho visto in quale zona di Bologna si trova questa villa ed ecco l'illuminazione! Ho ricordato tutto...


Avevo 8 o 9 anni, erano i tempi del castellaccio (vedi qui) e della polveriera (vedi qui), quando con le mie amichette A e M insieme ad altri bambini passavamo i pomeriggi dopo la scuola a zonzo per le colline dietro casa, esplorando e cercando avventure...

Come tutti i cuccioli curiosi ogni tanto prendevamo strade nuove per vedere dove portavano, se mai avessimo trovato altri angoli perfetti per i nostri giochi.

Un giorno ci avventurammo lungo una strada appena asfaltata che tagliava la collina, su cui si affacciavano palazzine con giardini e cantieri di nuove costruzioni, si era alla fine degli anni '50 quando un boom edilizio ricopriva pian piano di quartieri residenziali le terre che erano state dei contadini e boscaioli. Nulla di interessante per noi, nemmeno un prato o un frutteto sfuggito agli sbancamenti e alle nuove case. Eravamo arrivate abbastanza lontano...

A un tratto la sequenza di case si interruppe e cominciò un bosco: scuro, enorme, alberi centenari altissimi, un sottobosco folto di cespugli, una meraviglia! Peccato che fosse recintato da una rete metallica più alta di noi. Il marciapiede costeggiava questo bosco fino all'incrocio con una stradina stretta, ripida, a curve e senza marciapiede, che saliva su per la collina sempre costeggiando il bosco recintato e gli alberi enormi la rendevano cupa e poco invitante anche per tre bambine avventurose come noi. Allora tornammo indietro osservando meglio, sbirciando tra la rete e i punti in cui gli alberi erano meno folti: si intravedevano al di là dei grandi prati, poi in fondo altri boschi, dietro a tutto una traccia di tetti di un grande palazzo appariva a tratti tra il verde. Silenzio e nessuna persona in quel luogo meraviglioso. Eravamo eccitate dalla scoperta, dalla bellezza, dall'impossibilità di penetrare in quel paradiso che il reticolato ci proibiva.

A casa raccontai tutto alla mamma che mi spiegò: -E' il palazzo dei principi Ercolani!-

Principi! Tutto diventava ancora più fiabesco! Dissi alla mamma che mi sarebbe piaciuto entrare in quel parco, chissà se la rete era rotta da qualche parte (come già ci era successo in altre occasioni)...

-Non ci provate! Si raccomandò la mamma, -Nella villa tengono i cani da guardia, non cacciatevi nei guai!-

Che fosse vero o no, l'argomento era convincente, ma la tentazione era grande.

Noi tre amiche tornavamo quasi tutti i giorni a passeggiare lungo quella rete, a fantasticare su quel luogo, a immaginare carrozze, principi e principesse in abiti antichi che andavano e venivano al palazzo, come nelle illustrazioni dei nostri libri di fiabe. L'ingresso non era su quel lato, non vedevamo mai nessuno, nemmeno cani, però si sentiva abbaiare a volte, giusto per ricordarci le raccomandazioni materne, ma forse chi abbaiava non era nemmeno lì, ma in altri giardini più moderni e meno affascinanti.

Avevamo coinvolto in questi giri anche due amichetti coetanei, M e L e fra tutti e cinque il desiderio di trovare un modo per entrare e godere di quel luogo di delizie andava aumentando sempre più. La rete in alto non aveva nemmeno il filo spinato, si fantasticava di scalarla, oppure di abbassarla... Intanto ad ogni passeggiata osservavamo tutto con sempre maggiore attenzione finchè scoprimmo che in un punto in basso, seminascosto tra l'erba, i ferri che intrecciavano la rete erano un po'... allentati. Forse se avessimo continuato con pazienza il lavoro di disintreccio dei fili di ferro saremmo riusciti ad aprirla a sufficienza per passare... E così dal basso il danno non sarebbe stato molto evidente.

Il lavoro durò diversi pomeriggi e fu un lavoro organizzato: a turni qualcuno districava pian piano i fili della rete, allargando e sfilando, altri coprivano questo manovale stando davanti seduti sul marciapiede a chiacchierare, qualcuno, un po' distante, controllava e avvisava se lungo la strada si avvicinava un passante, in modo da sospendere il lavoro. Arrivava l'ora di rientrare a casa, coprivamo il buco alla meglio con erba e rami, il giorno dopo si continuava. Volevamo fare un'apertura comoda, perchè doveva essere una via di fuga agevole nel caso in cui, una volta entrati, si fossero visti i terribili CANI, da noi temuti più di eventuali esseri umani.

Un giorno finalmente riuscimmo ad intrufolarci, ma era tardi, era ormai ora di rincasare, facemmo qualche passo col fiato sospeso in quel posto magico... tutto tranquillo, nessun cane, solo i rami che frusciavano e scricchiolavano al nostro passaggio. L'emozione era così forte che uscimmo quasi subito, riaccostammo i lembi dell'apertura tirando la rete e mettendo erba, progettando di fare ben altro e più avventuroso la volta successiva!

Che non ci fu mai, perchè quando ritornammo trovammo tutto richiuso, tutto ben rammendato con nuovo filo di ferro, ancora più stretto!

Eravamo stati scoperti! Non avremmo visto nè principi nè principesse!

Un po' di delusione, ma i bambini hanno mille risorse... e ci rivolgemmo ad altre avventure in altri luoghi.

Ora in questa villa principesca dal parco enorme fanno visite guidate... mi piacerebbe andarci, finalmente entrando dall'ingresso principale... chissà se quella rete c'è ancora, col suo rattoppo...

Ecco una foto di villa Hercolani, che ho trovato in rete...


 
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FOTO DI SCENA 2

Post n°1338 pubblicato il 21 Maggio 2016 da atapo
 
Tag: teatro

FOTO  di  MAUPASSANT

 

Ecco alcune foto dell'altro spettacolo: "Mademoiselle Rousset", tratto dalla novella "Boule de suif" di Maupassant.

Stavolta mio marito non aveva compiti particolari, si era anche piazzato bene per scattare foto, ma i movimenti di noi attori hanno creato lo stesso problema: difficile trovare scatti in cui tutti fossimo a fuoco... Eccone alcuni non male...

l'attesa della diligenza per Le Havre

 

durante il viaggio... buon appetito!

 

l'ufficiale prussiano controlla i documenti

 

la persuasione

 

il viaggio riprende

 
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FOTO DI SCENA 1

Post n°1337 pubblicato il 19 Maggio 2016 da atapo
 

FOTO  di  BRECHT.

Poichè mio marito stavolta era impegnato come tecnico delle luci, non ha potuto scattare facilmente delle foto. Anzi, nella prima parte dello spettacolo non ne ha scattate affatto, poi è riuscito ad organizzarsi spostandosi quel tanto che bastava...

Molte foto purtroppo non sono venute bene, dice che ci muovevamo troppo... ma le scene erano vivaci!

Pazienza! Però si vede bene il fondale (che non si muoveva!), con disegni riassuntivi di tutta la storia, dipinto da un artista che, oltre che pittore, ha suonato il pianoforte per accompagnarci nelle parti cantate.

Mi sono divertita a mettere come didascalie alcune battute dello spettacolo...

"Costringere una madre onorata a venire in carcere, a tirarti fuori!"
"Lasciami qui mamma, tu non sai..."

 

"Signora, dunque non possiamo ricevere l'onorario per aver assicurato Mac alla giustizia?"

 

"Ah signor Macheath!

E pensare che ancora una settimana fa ballavamo insieme all'hotel della Seppia!"

 

"Oh, chi vien? Del re un messaggero vien!"

 

"Tutto è finito, tutto è sistemato.

Sarebbe bello il mondo se davvero al punto giusto arrivasse il messaggero!"

 
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LA MIA FRANCIA 5

Post n°1336 pubblicato il 16 Maggio 2016 da atapo
 

ALSAZIA

 


 

Avevo pensato ad altro luogo per questo mese, però come tutti gli anni qualcosa in maggio mi fa tornare alla mente ricordi alsaziani, quindi è doveroso seguire questa traccia emotiva...

Il primo rapido incontro con l'Alsazia avvenne in maggio, parecchi anni fa...

Durante la settimana di scambio nel progetto europeo Socrates-Comenius, nel giorno in cui gli alunni erano ospiti a Vesoul nelle famiglie dei corrispondenti, gli insegnanti francesi nostri angeli custodi organizzarono per noi colleghi italiani una gita in Alsazia. Giusto dietro l'angolo, l'Alsazia è confinante con la Franche-Comté in cui si trova Vesoul (vedi La mia Francia di marzo). Tutte le strade che percorremmo erano costeggiate di altissimi alberi, quelli che alcuni chiamano acacie, altri robinie, ma credo siano due nomi che indicano in realtà la stessa pianta delle zone a clima continentale. Lassù erano molto più numerosi e imponenti di quelli che avevo visto in Italia, in certe zone boschi interi e in maggio erano ancora quasi senza foglie, ma tutti fioriti, hanno quei fiori bianchi a grappolo che si possono cucinare fritti.


 

Noi viaggiammo a lungo come dentro queste nuvole bianche di fioriture, un paesaggio strano, irreale, era una bella giornata di sole, lassù cosa rara e questa prima immagine alsaziana non l'ho più scordata. Se a questo aggiungi le cittadine con le casette dai tetti a punta, l'architettura del legno nelle costruzioni, i vasi di fiori alle finestre, l'atmosfera da fiaba ti avvolge. Il paesino che ci portarono a visitare,Riquewihr, è la quintessenza di tutto questo, un po' la San Gimignano d'Alsazia, il più conosciuto e turistico di tutti, è chiamato appunto “Il paese delle fiabe”.

 


 

L'Alsazia è famosa per i suoi vini, in particolare i bianchi, questo invogliava mio marito ad andarci... Così qualche anno dopo, in estate, tornando col camper da una vacanza umida e piovosissima nell'estremo nord della Francia, decidemmo di attraversare l'Alsazia per scendere verso l'Italia.

 


 

Era luglio, niente più nuvole di fiori sulle acacie, ma molto verde dappertutto sulle colline rivestite di boschi e vigneti. Riguardo i miei appunti di viaggio per ricordare meglio...giusto pochi giorni, dopo una doverosa anche se breve visita a Strasburgo, di cui avevo annotato impressioni piacevoli, prendemmo la famosa Route des vins, il percorso da nord a sud attraverso varie cittadine celebri per le loro cantine.


Al primo pasto scoprimmo, ahimè, che in quella regione i ristoranti erano costosissimi, le specialità alsaziane si pagavano a caro prezzo! Ripiegammo il più possibile sulle tavole calde dei centri commerciali, sulle squisitezze di un ristorante turco (in Alsazia!) dal conto ragionevole, sfruttammo una festa popolare dove assaggiammo, su consiglio dei vicini di tavolo, il Munster, uno dei formaggi francesi più... odorosi (!) che ci siano, e la flammekueche, o tarte flambée in francese, che sarebbe la pizza alsaziana: pasta di pane sottile condita con panna, formaggi, patate, cipolla, pancetta (lardons): niente a che vedere con la pizza italica, ma molto gustosa lo stesso.

 

 

Una volta sola ci concedemmo un VERO ristorante, per mangiare la tourte alsacienne ripiena di ragù e il dolce tipico, il Kouglof, in quel caso profumato al Marc (acquavite) di Gewurztraminer.

 

 

 

A volte sulle panchine di un giardino pubblico pranzavamo a quiches, mentre intorno a noi zampettavano... le cicogne!

Sì, cicogne! L'Alsazia è piena di cicogne dappertutto, nelle cittadine di cui ho parlato prima i tetti ospitano i loro nidi, girellano per le strade e attorno alle panchine aspettano di becchettare le briciole delle merende. Si avvicinano quel tanto che basta per mantenere una distanza di sicurezza dagli umani, come di solito fanno i passeri o i merli.

 



 

Nelle immagini tipiche alsaziane si vedono, per esempio in quelle dell'illustratore famoso Hansi , l'autore di quei disegni decorativi sulla maggior parte degli oggetti-souvenirs. Nella realtà sono ancora più numerose e... talvolta ingombranti!

 


Una notte sostammo col camper sulla piazza principale alberata di Munster (città stavolta, non formaggio!). Al mattino presto fummo svegliati da un forte tonfo sul tetto del camper, seguito da rumori come uno strusciare sordo, dei piccoli colpi... Uscimmo a controllare, ma non vedemmo niente. Nelle ore successive, osservando le abitudini delle cicogne locali, arrivammo alla conclusione che senz'altro una cicogna aveva preso il nostro camper come base di atterraggio e passeggiatina!

A Hunawir c'è il “Centro di reintroduzione delle cicogne e delle lontre”, un enorme parco dove questi animali vengono studiati e protetti. Per i bambini è un posto bellissimo con tanti animali oltre ai due principali e anche gli adulti restano affascinati: vedemmo da vicino i nidi con le cicogne bebè ed io restai incantata dalla agilità e simpatia delle lontre, che sembrava sorridessero e ammiccassero ai visitatori.

 

Così decisi che la tee-shirt ricordo di quel viaggio l'avrei comperata proprio lì, con l'immagine di una lontra sorridente che fa le sue giocose piroette...E insieme comperai una piccola cicogna di peluche dalle ali morbidissime. Mio marito invece fece provvista di... indovinate un po'...

 


 

E mi fermo... certo l'Alsazia ha una storia importante e tragica ed io vi ho raccontato solo piccole cose dei miei ricordi... ma per le notizie importanti basta cliccare in rete...

 
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Post n°1335 pubblicato il 12 Maggio 2016 da atapo
 

UFFICIALMENTE ANZIANA



 

Appena dopo Brecht c'è stato il compleanno.

Compleanno passato a fare il mercato svuotacantine del mio quartiere, dove ho venduto diversi oggetti soprattutto dell'eredità dei suoceri e per ognuno di questi un piccolo sospiro liberatorio:"Evvai!". Così la giornata è trascorsa in queste faccende affaccendata, senza neppure una torta, ma questo nuovo compleanno mi rimescolava dentro da un po'...

Perchè avevo casualmente scoperto che a causa degli anni bisestili e del calendario questa volta il mio compleanno cadeva di domenica, esattamente come cinque anni fa. Allora compivo 60 anni, un passaggio di decina che mi faceva riflettere molto, in un momento tutto sommato abbastanza positivo e proteso con curiosità verso il futuro.

Ero andata a rileggere ciò che scrivevo qui sul blog, ritrovando una Atapo che mi piaceva, con entusiasmi, progetti, così scrivevo:

"Si sentono di più gli anni volati via, ma si cerca lo stesso di continuare ad andare, a fare, a volte ci si arrischia a strafare, se può valerne la pena...si cerca di accumulare ricordi ed esperienze, si cercano sempre cose belle, per VIVERE e sentirsi contenti..."

Avevo appena scoperto che dentro di me, ma proprio nascosto, c'era una somiglianza col personaggio che interpretavo nel teatro francese di quell'anno e mi sentivo forte come lei.

Questi cinque anni sono passati in un soffio, la decina che allora iniziavo è già arrivata a metà ed è stato un percorso accidentato, che mi ha logorato e continua a logorarmi.

Dopo Cora i personaggi teatrali sono stati tanti, come le soddisfazioni in questo hobby che mi aiuta a reggere altre situazioni di vita più difficili e frustranti. Ora però mi sento stanca, stanca dentro, mi lascio quasi trascinare dalla corrente degli eventi, vorrei "sedermi" in senso metaforico, magari solo per un poco, per riprendere le forze, so che non tornerò quella di prima, ma vorrei provare di nuovo un entusiasmo simile ad allora, che adesso mi pare perduto.

Mio marito mi ha fatto notare (gentile!) che ho raggiunto l'età che mi concede riduzioni e sconti in varie situazioni, ora sono ufficialmente ANZIANA. Una bella soddisfazione, è il caso di rallegrarsene! Ma come sarà Atapo da anziana... non ne ho la più pallida idea, nè mi va di pensarci.

E ho ricevuto un "regalo" di compleanno inaspettato, che mi ha scombussolato non poco: mia figlia aspetta il suo quarto bambino!

 
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SPETTACOLO 2

Post n°1334 pubblicato il 09 Maggio 2016 da atapo
 
Tag: teatro

DIVERTENTE BRECHT

 


 

Ora che è tutto finito posso affermare che questa opera da tre soldi è stato uno degli spettacoli in cui mi sono divertita di più a recitare.

E quando l'ho detto ai miei compagni di palcoscenico più di uno ha confermato che era stato così anche per lui...

Probabilmente per il bel clima che si è creato fra di noi, persone di varie età che amano il teatro e l'impegno serio anche se così... "ideale" in questi gruppi amatoriali che non portano guadagno e fama, ma solo gloria e applausi nel giro di amici e conoscenti. Nessuno voleva primeggiare, tutti collaborativi ci siamo aiutati e sostenuti fino all'ultimo momento di "crisi" che uno di noi ha avuto poco prima di andare in scena. Attimi di ansia... insieme al trasformatore della pianola che si era appena rotto! Senza musiche saltava tutto! Per fortuna mio marito, che era stato coinvolto per manovrare le luci, è riuscito a ripararlo e ci ha salvato.

Anche mio marito è contento e dice che è stato tutto molto divertente, si trova bene con queste persone, ora che ha capito la "follia" della regista la quale lo adora per la sua competenza.

In certi passaggi, alle prove, veniva da ridere e da applaudire pure a noi... chissà il pubblico...

...Il pubblico ha riso e applaudito... e tanto!

Io ero la signora Peatchum, uno dei personaggi principali, già dalla lettura sul testo originale di Brecht me la immaginavo benissimo e fin dall'inizio non ho avuto grandi difficoltà a rendere i suoi momenti di ubriachezza, di disperazione, di furbizia, di crudeltà e tutto il resto, spesso sopra le righe come per altri personaggi...

E' strano: un personaggio così negativo in cui non mi identificherei mai... ma lo "vedevo" e "vivevo" con così tanta naturalezza... Ho ricevuto complimenti da molte persone per la mia interpretazione e confesso che anch'io ne sono soddisfatta.

La regista ha detto che ha ricevuto richieste per delle repliche: mi piacerebbe davvero tanto "divertirmi" ancora con questo spettacolo, ma so che non è semplice, ci sono da combinare luoghi, date, impegni degli attori che non sono tutti pensionati e i giovani spesso dovevano fare i salti mortali per conciliare le prove con gli impegni di lavoro.

Per ora, aspetto di divertirmi ancora quando ci troveremo ad una cena tutti insieme e quando rivedremo il video dello spettacolo e saranno in evidenza i momenti critici, le battute saltate o riaggiustate di cui, comunque, non si è accorto nessuno, spesso nemmeno gli altri sul palcoscenico...

E aspetto le foto che ha scattato mio marito durante lo spettacolo, spero che non le scarichi fra un anno, per ora ha detto che ha altro da fare, come al solito.

E adesso cominciano le mie vacanze! Ho già riposto i copioni nel mio scaffale TEATRO, in un raccoglitore ormai abbastanza pieno.

 
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SPETTACOLO 1

Post n°1333 pubblicato il 06 Maggio 2016 da atapo
 
Tag: teatro

ADDIO  MAUPASSANT !

 


 

E' andato il primo spettacolo!

Ed è andato bene.  Nonostante piccoli errori subito ripresi, di cui il pubblico non si è accorto e questo è l'importante!

La vicenda di Boule de suif ambientata in inverno ci ha costretto a cappotti, sciarpe e pellicce e, tra la stagione tiepida e le luci del teatro, unito all'emozione, abbiamo fatto tutti la sauna!

Io ero un personaggio maschile, M. Loiseau, commerciante volgarotto e arricchito, mi sono dovuta sopportare sulla testa un gigantesco colbacco russo che perlomeno mi faceva sembrare più alta...

E ora... avanti ad affrontare Brecht!

 
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