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Messaggi di Gennaio 2023

BLACKOUT

Post n°1862 pubblicato il 30 Gennaio 2023 da atapo
 
Tag: cronaca

SILENZIO



Come tutti sanno, Libero è andato in tilt e per diversi giorni non funzionava la mail e nemmeno la community: posta e blog irraggiungibili.

Poi qualcosa ha ripreso, a singhiozzo, chi era più fortunato poteva accedere, altri no. Io credo di essere stata tra gli ultimi a riavere tutto funzionante, praticamente una settimana intera tagliata fuori.

Ci si abitua e il fatto che fossimo in tanti ... mal comune mezzo gaudio, si dice, ma un po' di preoccupazione c'era: cos'era successo? I dati, le pagine, la posta, che fine avrebbero fatto?

Perchè c'è sempre in fondo il pensiero che le nuove tecnologie possano avere rischi e fare danni... quanto riparabili? Quanto importanti?

Restavano altri luoghi virtuali in cui rifugiarsi, Facebook ha avuto un'impennata, almeno tra le mie conoscenze, però è inutile, è mancato qualcosa di grosso.

In compenso ho avuto più tempo per altro: riordini casalinghi, cucina, rammendi (udite udite!) e soprattutto lettura: in poco tempo ho "fatto fuori" "Le nostre anime di notte", una bella storia di grande dolcezza e malinconia, una scrittura asciutta e sintetica che lascia tanto all'immaginazione, speri sempre, leggendo, che la serenità e gli affetti dei due protagonisti non vengano guastati dagli altri, dalla sorte, dalla vita...

Non riesco a riprendere a scrivere: formo, nella mente, periodi, pagine e capitoli, ma poi, davanti allo schermo e alla tastiera, non mi decido ad iniziare. Non so perchè, mi sento in un periodo di incertezza, di insicurezza, di attesa... di cosa poi?

E ora sono giornate molto fredde, ventose, è la stagione giusta così, però questo mi ha impedito di uscire salvo per l'indispensabile spesa. Anche rimanere obbligatoriamente chiusa in casa rischia di portarmi a meditazioni e a rimuginii non sempre felici. E questo si univa alla preoccupazione del "come andrà a finire" in rete, dove ormai sta una parte di vita non indifferente.

Da ieri pare tutto ritornato alla normalità, stamattina come piccolo festeggiamento ho fatto una torta per le colazioni dei prossimi giorni, una ricetta nuova con la farina di grano saraceno e la marmellata, assomiglia a un dolce tedesco, la "torta di Linz": è venuta bene, spero che sia di buon auspicio!

 

 
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DAL PASSATO

Post n°1861 pubblicato il 21 Gennaio 2023 da atapo
 

BAMBINO DAGLI OCCHI AZZURRI


dal film "Una gita scolastica"

Era il 1973, i miei primissimi anni da maestra, ebbi l'incarico a tempo indeterminato nel Comune di Bologna, nella scuola elementare come insegnante di doposcuola, che si stava trasformando in quegli anni in tempo pieno.

Avevo un gruppo di bambini di seconda e di terza, la scuola “del mattino” finiva alle 12,30, io raccoglievo dalle classi chi restava al pomeriggio, poi il pranzo, la ricreazione, l’assistenza ai compiti che avevano assegnato le maestre “del mattino”, avevamo anche del tempo per attività insieme, artistiche, di drammatizzazione, letture. Si usciva alle 17, alle 17,30 dalla primavera.

C’era un bambino di seconda che mi colpì dai primi giorni: piccoletto, grassottello, coi capelli a caschetto un po’ lunghi, quasi da femmina, due enormi occhi azzurri sempre spalancati. Si chiamava D. era tranquillo, amava disegnare, ben inseritonella classe, parlava sempre pacatamente, non si arrabbiava mai, argomentava con osservazioni mature, quasi filosofiche, era un po’ diverso dai quei monelli dei suoi compagni, pareva più maturo, autonomo e sicuro di sé. Era portato per le materie linguistiche, non gli mancava la fantasia, la matematica invece gli risultava un po’ ostica. Un giorno (non l’ho più dimenticato) doveva imparare a memoria una poesia; io gli chiesi di dirmela, lui rispose tranquillamente che non era capace di imparare a memoria, però se volevo me la spiegava con le sue parole. Io accettai e rimasi sorpresa di come lui riuscisse a farne una parafrasi esatta, a “raccontarmi” in prosa tutta la poesia e a spiegarmene il significato. Per un bimbo di sette anni mi sembrò notevole, lo lodai, ma dovetti spiegargli anche che forse la maestra del mattino avrebbe gradito la ripetizione a memoria… Non ricordo poi come andò il seguito, comunque lui rimase un personaggio particolare in quel gruppo. Non avevo fatto caso al suo cognome, Celli, fu la sua mamma (una signora molto simpatica) a farmi notare che il papà era l’etologo che in quegli anni stava acquisendo notorietà per i suoi interventi sull’ambiente. Così poi gli chiedemmo consulenza quando tentammo di allevare e fare riprodurre in classe una coppia di criceti… ma questa è un’altra storia.

L’anno successivo non ebbi più quel gruppo, entrai a lavorare in una classe a tempo pieno, persi le tracce di D.Celli. Incontrai per strada una o due volte ancora la mamma, seppi che si era separata dal marito, poi più nulla.

D. lo rividi sullo schermo, diversi anni dopo, già ragazzo, in alcuni films di Pupi Avati, per esempio il bellissimo “Una gita scolastica” e mi dissi: -Ma guarda un po’, vuole fare l’attore nella vita?-

La sua recitazione non mi pareva per niente eccezionale, speravo che non avesse ambizioni in quel campo, non mi pareva il tipo da sopravvivere in quell’ambiente.

Ancora lunghissimi anni di oblio…

Qualche tempo fa facebook, che fa riemergere di tutto nelle nostre vite, me lo ha riproposto: forse a causa delle mie curiosità ambientaliste, perché ora D.Celli, maturo signore oltre la cinquantina, sempre grassoccio e adesso molto somigliante al suo celebre padre, si occupa proprio di natura, di ambiente, di animali, sta ancora a Bologna o almeno nei suoi dintorni, in montagna mi pare, è consigliere comunale, insomma una vita un po’ alternativa che non mi stupisce affatto, anzi lo ammiro.

Digitai SEGUI perché mi incuriosiva saperne di più e sono sempre affezionata ai miei antichi scolari che ogni tanto “ripesco”; qualche giorno fa era il suo compleanno e io gli scrissi AUGURI, poi pensai che forse avrebbe detto: -Ma chi è questa?- allora aggiunsi "sono stata la tua maestra al doposcuola quando eri in seconda elementare, scuola Lunetta Gamberini”

Ecco il seguito:

-Mi ricordo benissimo, peccato non averti avuta fino in quinta, fu una tragedia per me avere il maestro che prese il tuo posto.-

Io: -Mi dispiace, purtroppo nella vita non sempre si può scegliere.-D:- In realtà sarebbe bastato parlarne in casa, ma i miei si stavano separando, ogni questione diventava oggetto di lite da coltello, così mi tenni quel supplizio per 2 lunghissimi interminabili anni. A lui devo il mio odio per la matematica. Quando sbagliavo un'operazione mi prendeva per un orecchio e con la testa puliva la lavagna.-

Piacere e dispiacere nello stesso tempo. Noi insegnanti siamo felici quando i nostri ragazzi mantengono un buon ricordo di noi e del tempo passato insieme, però è molto triste che ci sia chi fa soffrire così gli alunni e li danneggia per tutto il resto del loro percorso di studio e di vita…

    Mi ha chiesto l’amicizia su Facebook e gliel’ho concessa con gioia.

 
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LA PAGHERO'

Post n°1860 pubblicato il 15 Gennaio 2023 da atapo
 

MAI ‘NA GIOIA

 


 

Come ero contenta e leggera venerdì sera, dopo quel pomeriggio di ore piacevoli tra musica, cultura, incontri!

Poi, la sera, la lavapiatti appena avviata ha pian piano rallentato il ritmo fino a spegnersi, inesorabilmente. Tentativi, pulizia filtro, controlli, riavvii… niente da fare. MORTA!

Ipotesi del marito, riflessioni sul fatto che l’abbiamo in funzione da ben prima del 2015, data che ricordiamo a causa del trasloco nell’attuale casa… temiamo che abbia fatto il suo tempo: eh, le cose non durano più come una volta! Forse va cambiata. Però il marito vuole studiarci sopra, guardare le istruzioni e controllare dei pezzi, chissà che si trovi ciò che si è guastato e che lo riesca poi a riparare. Ora ha capovolto la lavapiatti, ne ha sparso pezzi per tutta la cucina.

Intanto io lavo i piatti a mano. Siamo in due in famiglia, non è una gran fatica e non è un lavoro che mi stia troppo antipatico, però… ne faccio volentieri a meno, quel tempo preferirei usarlo in altri modi. E per quanto durerà?

Ecco che arriva un messaggio dalla figlia: il nipote più piccolo ha la febbre, lei domani al lavoro è incasinata, le baby sitter non sono disponibili per tutte le ore che servono: potremmo magari noi nonni, nonna soprattutto…?

Telefonata per studiare gli incastri degli orari, quelli delle corriere e quelli di figlia e babysitter: ce la possiamo fare, bisogna anche riprendere gli altri nipoti dalle rispettive scuole, dovrà correre anche il nonno. Consideriamo che abitano a Poggio a Caiano e due vanno a scuola a Prato.

Io, alle 15,30 del pomeriggio, ho infine una “bella” seduta dal dentista, dovrò essere rientrata a Firenze, su e giù di corriere.

Che giornatina si prospetta domani!

E’ così che devo scontare la bellezza di venerdì scorso? Non credevo di dover essere punita per un pomeriggio piacevole...

 

 
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POMERIGGIO CULTURALE

Post n°1859 pubblicato il 13 Gennaio 2023 da atapo
 

PAROLE e MUSICA

 

Muhammed al Idrisi - Tabula Rogeriana

 

Oggi avevo il pomeriggio completamente libero. Di solito il venerdì c'è il teatro dei ragazzi over 65, ma oggi ci siamo presi una sosta, dopo il doppio spettacolo della Befana (si sa, i vecchietti hanno bisogno di recuperare le forze...).

Un regalo di ore tutte per me, non erano da disperdere... ma volevo qualcosa degno di nota, non relax e basta: rimpiango un poco quando il venerdì non avevo il gruppo di teatro e così a fine settimana mi prendevo a volte una "libera uscita". Ecco, cercavo qualcosa di simile.

Il caso mi ha aiutato perchè ho saputo che all'Università, dipartimento di storia, ci sarebbe stata una tavola rotonda interculturale: "Il Mediterraneo nel Medioevo", per scoprire uno scienziato cartografo mussulmano che lavorò poco dopo il Mille a Palermo, alla corte di Ruggero II. Si chiamava Muhammed al Idrisi, io ne avevo sentito vagamente parlare e mi incuriosiva molto saperne di più, scoprire punti di vista differenti da quelli diffusi nel nostro mondo occidentale.

Di seguito a ciò era previsto un concerto del gruppo musicale interculturale che ci aveva accompagnato allo spettacolo sulle donne nel mese di ottobre.

Tutto capitava oggi, al momento giusto, non me lo sarei lasciata sfuggire!

E così è stato un bellissimo pomeriggio, interessante e coinvolgente. Ho rivisto con tanto piacere alcune delle donne che parteciparono con me in ottobre, grandi saluti affettuosi, ho ritrovato due antiche colleghe di scuola, che non vedevo da anni e questi incontri mi hanno proprio rallegrato.

Ascoltavo affascinata le parole sulle diverse cartografie di quel medioevo e riflettevo che di tutto questo mai si è parlato nelle scuole, la geografia è sempre stata una cenerentola di materia, mentre invece ci fa conoscere il mondo e il vedere i cambiamenti di rappresentazioni nel tempo e nelle diverse civiltà ci ragguaglia sulle diverse idee relative alle realtà. Credo che ciò che è stato detto oggi pomeriggio potrebbe affascinare qualsiasi classe, durante l'ora di geografia. E' lo storicizzare le materie scientifiche, le renderebbe meno ostiche e più vicine.

Poi il concerto, le musiche di vari paesi del Mediterraneo erano coinvolgenti e a tutti veniva da seguire i ritmi, con le mani, coi piedi, con leggeri movimenti del corpo, anche se da seduti.

Io mi guardavo attorno, notavo le provenienze e le età del pubblico. Era normale vedere persone... di tutti i colori in un incontro così e Firenze è sempre di più... colorata!

Le età... c'erano persone di ogni età; la maggior parte erano giovani, penso studenti universitari perchè, come ho detto, l'iniziativa è nata nell'Università. Bellissimi ragazzi e ragazze, che io invidiavo un poco per la loro possibilità di studiare e partecipare a un pomeriggio così, ricordavo i miei affannosi studi universitari, tra il lavoro e la famiglia, possibilità culturali di cui non ho mai potuto godere. Anche professori dell'ateneo erano presenti, altri insegnanti come le mie ex colleghe. Io mi sono scoperta tra pochissimi anziani, come me più o meno: saremmo stati due o tre. E, come spesso mi accade, parte la fantasia: perchè sono lì, che vita fanno? E la domanda si allarga a tutti gli altri presenti: cosa spinge a passare un pomeriggio a sentir parlare di geografia, poi a battere il tempo su musiche mediterranee? Amore per la cultura, curiosità, è così bello scoprire qualcosa di nuovo...

 
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BEFANA A TEATRO

Post n°1858 pubblicato il 08 Gennaio 2023 da atapo
 
Tag: teatro

PROVA DIFFICILE


 

Gli attori lavorano quando il pubblico fa festa, lavorano per allietare la festa del pubblico. Per l’Epifania il pubblico privilegiato sono i bambini e tanti teatri organizzano spettacoli per loro, alla fine dei quali c’è immancabilmente l’arrivo della Befana e la distribuzione delle calze piene di dolciumi.

E non crediate che uno spettacolo teatrale per bambini sia cosa semplice: loro sono il pubblico più esigente e impietoso; se però si riesce a coinvolgerli è bellissimo, una grande soddisfazione! Bisogna divertirci noi attori per primi, per riuscire a far divertire loro.

La giovane regista del nostro gruppo “I ragazzi over ‘65” ci ha fatto superare anche questa prova: abbiamo preparato uno spettacolo per bambini e l’abbiamo recitato il 6 gennaio due volte in due teatri diversi, al mattino e al pomeriggio.

Storie pazze nella calza” era il titolo, otto scenette tratte da altrettante “Favole al telefono” di Gianni Rodari, storie moderne e surreali, tra le più celebri del grande autore. Tutte un po’ strane, alcune molto buffe, tutte coinvolgenti nella messa in scena, dove mi sono impegnata anch’io a suggerire movimenti e trovate varie: essere stata maestra e aver fatto teatro tanti anni coi bambini mi dà il vantaggio di immaginarmi facilmente cosa li possa interessare e divertire di più.

Alcuni miei colleghi teatranti, da poco inseriti nel gruppo, avevano molta paura di sbagliare, poi hanno capito che, soprattutto in recite simili, non è tanto importante ricordare la parola esatta, quanto trasmettere anche con parole nostre il susseguirsi delle azioni e delle battute e soprattutto è importante divertirci noi per primi, cosa che ci mette subito in sintonia coi i piccoli spettatori. E alla fine è andata proprio così: anche gli attori più impauriti hanno confessato di essersi divertiti molto sul palcoscenico. Abbiamo “catturato” l’attenzione del pubblico (bimbi e familiari accompagnatori) entrambe le volte e di conseguenza… grandi applausi!

A me sembrava di essere ritornata giovane, quando a scuola raccontavo storie ai bambini drammatizzandole, e qualcuno di loro ascoltava a bocca aperta… oppure ancora adesso, quando leggo o racconto storie ai miei nipotini… ma li vedo così raramente…

Il 6 gennaio però i più piccoli sono venuti a vedere recitare la nonna!

Insomma, la prova più difficile per un attore, riuscire ad avere successo con i bambini, i “ragazzi over 65” l’hanno superata bene! E alla fine di ogni spettacolo la Befana aveva una calza piena di dolcetti anche per ognuno di noi! Dolcetti che passerò per la maggior parte ai miei nipoti, appena ci vedremo, li metteranno insieme a quelli delle loro calze: per me tengo soltanto cioccolate e cioccolatini.

 
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