Creato da SandaliAlSole il 29/07/2005

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Lavor.ando

Post n°1338 pubblicato il 27 Febbraio 2007 da SandaliAlSole
 
Tag: Bla-bla

Va bene, lo ammetto: nessuno nella mia vita mi ha ancora offerto di andare a fare la perforatrice di torte o la verificatrice della perfetta rotondità delle pastiglie. Non tolgo brioscine ammaccate dal nastro trasportatore e neppure mele marce dalla vasca di lavaggio. Il che fa di me una fortunata mortale, visto che non ho (finora) mai sperimentato cosa significhi un crap job. Almeno secondo la classificazione fatta dalla rivista inglese The Idler, che ha persin tratto un instant book sui peggiori lavori al mondo. Prendendo lo spunto dall'articolo di Repubblica, ho anche dato un'occhiata a qualcuno dei racconti pubblicati da The Idler. Nella media, si parla di esperienze estive, di lavori temporanei, dei classici primi impieghi del dopo-scuola, in attesa di qualcosa di più definitivo.
Ora, dal baby sitting all'assistente in colonia, dalla distribuzione di volantini alla friggitoria di MacDonald, racconti suggestivi si possono trovare anche qui. Giusto l'altro giorno parlavo con una amica di mia figlia: dopo ore a frigger chiacchiere in pasticceria non riusciva nemmeno ad avvicinarsi al suo moroso, nauseato dall'odore di zucchero a velo che la fanciulla emanava. (tzè.. uomini)
Si sorride, certo.
Poi però vien da pensare che per quanto crap un lavoro sia, sempre lavoro è. E quando serve non per pagarsi gli sfizi o le vacanze ma per poter vivere o per mantenersi agli studi, credo che non ci sia nulla di troppo crap.
Ci sarebbe semmai da ragionare su altri aspetti, che vanno dalla sicurezza alla retribuzione alla tutela dei lavoratori. Ma lì, si cade nell'abisso. Inesorabilmente.

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Commenti al Post:
ossimora
ossimora il 27/02/07 alle 13:50 via WEB
Ciao mIti,mi è tornato in mente il mio lavoro estivo dopo la scuola.Seccatoi del tabacco.temperature alle stelle,Tera mista a polvere di tabacco che si infilava ovunque,amarissima,non c'era lavaggio che tenesse quando mangiavi avevi sempre sotto al naso l'amaro e l'acre di quelle polveri.
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 27/02/07 alle 13:59 via WEB
Io mi ricordo di baby sitting terrificanti. Quando inizia l'università però per un paio d'anni insegnavo inglese ai corsi serali per adulti. E dal terzo anno in poi trovai un lavoro part time. Sottopagatissimo, ma fu l'inizio del lavoro che svolgo oggi. Per questo mi reputo fortunata.
 
magdalene57
magdalene57 il 27/02/07 alle 15:18 via WEB
a parte esperienze di raccolta patate/cipolla/pomodori durante due estati, lavori pesanti direi ma remunerativi, poi il lavoro me lo procurarono i miei genitori, direttamente... e puzzavo di cinghiale e polenta o patatine fritte che era un piacere. ma poi quando era ora di tornare a casa, venivo regolarmente retribuita da mio padre, che era pure generoso, e una bela doccia toglieva ogni sentore di cucina, rendendomi la mia bella aria scanzonata.... quindi io son della scuola, l'importate è lavorare. e di quello vivere. il resto, arriva.
 
reduced_noise
reduced_noise il 27/02/07 alle 23:36 via WEB
La vera essenza dell'essere crap job, secondo me, non consiste nel quanto sia schifoso, faticoso, polveroso quello che fai, ma in un rapporto tra il che cos'è e la condizione in cui sei mentre lo fai. Può essere più crap lavorare in una catena di montaggio pulitissima ed asettica, che svuotare pozzi neri. Può essere più crap lo stesso lavoro se fatto per mantenere una famiglia per chi il lavoro lo ha perso e per età è fuori dal mercato, che se fatto per mantenersi gli studi. Senza nulla togliere del crap che c'è in certe situazione, bensì osservando che ce ne può essere ancora di più in altre.
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 27/02/07 alle 23:43 via WEB
Direi che una delle condizioni basilari del crap è quello essere l'unica alternativa. Per uno studente (faccio l'esempio classico) fare il o la telefonista erotica (uno dei crap jobs della ricerca) per tirar su qualcosa per pagarsi l'estate in vacanza è un'opportunità, da cogliere o meno valutando la contropartita. Lo stesso lavoro per una donna (magari sola e con figli a carico) diventa inevitabilmente crap se è l'unica alternativa che si propone al momento.
 
   
reduced_noise
reduced_noise il 28/02/07 alle 00:08 via WEB
Sì, questa è la condizione che sta a monte di tutte le altre. L'unica possibilità e la (non negoziabile) necessità. Che la mancanza di alternativa sia oggettiva o presunta (dal lavoratore), è reale a tutti gli effetti, e reale è la conseguenza.
 
upmarine
upmarine il 28/02/07 alle 00:09 via WEB
Come crap job, durante l'università ho fatto il facchino di traslochi. Lavoro molto faticoso ma dignitoso e ben retribuito. Per quanto riguarda un lavoro puzzolente, anche se non retribuito, durante la mia tesi sperimentale ho sintetizzato composti solforati dalle puzze più nauseabonde che mi impregnavano pelle, vestiti, capelli ecc. Quando salivo sull'autobus sentivo spesso dire: vergogna, almeno una volta alla settimana uno dovrebbe lavarsi.
 
lilith_0404
lilith_0404 il 28/02/07 alle 06:27 via WEB
sono stata fortunata e a parte qualche lezione privata ai ragazzini delle medie, non ho fatto altri lavori, oltre a quello che faccio tuttora. Però quando ero ragazzina, la minaccia che arrivava regolarmente da parte di mia mamma per stigmatizzare la mancanza di buona volontà nel fare i lavori di casa, era di mandarci a fare la serva (parlo al plurale, perché la minaccia era rivolta indifferentemente a me e alle mie sorelle) ... nella sua concezione, quella doveva essere la peggior sorte che ci potesse capitare
 
 
magdalene57
magdalene57 il 28/02/07 alle 07:04 via WEB
sorrido.... anche mia mamma me lo paventava.... unito all'incubo di andare in fabbrica sarà che lei lo aveva provato in situazioni di emergenza e raccontava di donne/caporioni veramente cattive....
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 28/02/07 alle 07:18 via WEB
I miei erano meno terroristici. Però quando mi iscrissi all'università mio padre mi disse: se vuoi andare avanti va bene, purchè l'impegno sia serio. se no te ne vai a lavorare. Mi ricordo anche che non fu contento quando iniziai a lavorare,soprattutto con il part time. Secondo lui quell'impegno mi avrebbe rallentato (cosa che in effetti fu).Quel che non poteva prevedere fu invece lo sviluppo di quel lavoro un po' osteggiato.
Devo dire che in altre situazioni, ho sentito amiche che nel timore di rimanere senza lavoro dicevano: Piuttosto che non aver niente da fare vado a fare i mestieri nelle case. Non so nella scala del crap dove si colloca. Sono contenta per loro, che alla fine sono riuscite a conservare il posto.
 
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