Creato da SandaliAlSole il 29/07/2005

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[In]polver.ando

Post n°1510 pubblicato il 01 Giugno 2007 da SandaliAlSole
 
Tag: Bla-bla


Tra i miliardi di parole lette, dette e ascoltate, ferma in coda sorrido pensando al clamore per la cocaina nell'acqua e nei cieli di Roma. Che poi Milano sarebbe probabilmente la stessa cosa. E mando indietro le facili battute sui dintorni di Montecitorio, pensando a me e ai milioni di altri me fermi su strade come queste.

Sto inquinando.

Io e i milioni di altri me inscatolati su tangenziali e autostrade ci lasciamo alle spalle spruzzi di polveri sottili confortati dall'alibi dell'assenza di alternative sostenibili.
Ho sperimentato l'ultima proposta messa a punto dal mio comune.
La sequenza auto-parcheggiodiprossimità-autobus-metro-tram mi vale su per giù un'ora e mezza, salvo imprevisti. Salvo, cioè, i tempi di attesa nelle interconnessioni o qualche ingorgo nei tratti senza corsie preferenziali.
Il tutto per 35 chilometri di strada.
Sospiro e alzo il piede dalla frizione.
La coda si smolla un po'.

[l'immagine è di Hugo De Wolf]

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Commenti al Post:
AliceVirtu
AliceVirtu il 01/06/07 alle 15:48 via WEB
Dimmi, non sarebbe dunque il caso di farci lavorare tutti da casa? (noi che usiamo il Mac/Piccì)... Strade libere, aria respirrabile, aumento della qualità della vita e sostanziosa diminuzione di nanoparticolati nell'aria... So, I Have A Dream!
 
scalzasempre
scalzasempre il 01/06/07 alle 21:33 via WEB
voglio un mondo inquinato di amore. Anzi, di Amore.
 
elioliquido
elioliquido il 02/06/07 alle 00:05 via WEB
Ogni tanto fantastico di mezzi a due ruote obbligatori, con deroghe che per ottenerle dovessi fare una trafila impossibile (non come per quelli che vanno, se ancora ci vanno, con i gipponi sulle corsie preferenziali a milano, muniti di "inspiegabile" permesso). Tutti più svegli, tutti meno ingombranti. Con un consumo che sarebbe un quinto di quello attuale. Poi uno mi attraversa la strada a tradimento, e torno sulla terra.
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 02/06/07 alle 00:26 via WEB
Leggevo recentemente una serie di analisi sull'impatto ambientale di mutati stili di vita. Il nocciolo della questione, in sintesi estrema, non sta semplicemente nello sviluppare prodotti che consumano poco o meno, ma nel promuovere stili di vita differenti, magari utilizzando proprio le nuove tecnologie come facilitatori. L'home banking e le relazioni con la pubblica amministrazione,laddove condotte per via telematica, riducono gli spostamenti (spesso in macchina) e la produzione di documentazione cartacea.
Favorire il telelavoro, secondo uno studio che risale ancora al 2004 e promosso dall'Iiieee, consente ai soggetti interessati di risparmiare in media 242 km alla settimana di viaggio,con benefici in termini di inquinamento atmosferico,consumo energetico e stress.
Ma chissà perchè restano sempre parole.
 
 
elioliquido
elioliquido il 02/06/07 alle 00:38 via WEB
Prima di tutto per inerzia mentale. Poi dell'home banking non mi fido. L'usavo fino a quattro anni fa, ma poi ho lasciato perdere. Una volta avevo tentato un doppio ingresso contemporaneo nel mio stesso conto, e me l'aveva lasciato fare senza nessun problema. Si direbbe che le banche si affidino di più alla mancanza di volontà di sfondarle, da parte di pirati informatici, che ad una sicurezza intrinseca della loro struttura. Comunque c'è molta, ma molta gente che non usa internet, che non ha e non sa usare un computer. E poi, una cosa che ha il suo peso è che per molti è importante la relazione personale diretta. Quando lavoravo al 90% con il computer non mi sarebbe piaciuto molto fare telelavoro. Lo farei magari più volentieri per la mia attività attuale. Ma non è possibile risolverla a carriolate di 0 e 1.
 
   
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 02/06/07 alle 09:14 via WEB
Non vagheggio, per carità, un mondo nei quali i rapporti si tra persone e istituzioni corrano tutti sui bit. Ci mancherebbe. Credo però che un equilibrio tra le diverse modalità operative relazionali possa avere due effetti positvi: da un lato l'alleggerimento di alcune pressioni ambientali, dall'altro una diminuzione di stress e tensioni. Nel mio caso, già la possibilità di lavorare due giorni alla settimana da casa significa 140 km in meno alla settimana, 560 al mese e via discorrendo. L'unificazione degli sportelli di servizio al cittadino, con la possibilità di effettuare più operazioni e più richieste in un sololuogo fisico altrettanto. poi ci sono i comportamenti individuali. Ma rischio di andare un po' troppo off topic. Ciao franco.
 
     
pelino55
pelino55 il 02/06/07 alle 09:49 via WEB
non vai o.t. Il telelavoro può avere una componente alienante se non siamo inseriti in un tessuto sociale altro (famiglia, amici, paese, osteria). Ma una certa dose di alienazione esiste anche nel lavorare e basta. Io, a parte operazioni frequenti di home banking, ho un lavoro che richiede presenza. Però, nei rapporti con la pubblica amministrazione, per esempio, ci sarebbe molto da fare: procedure, moduli da scaricare in rete, un rapporto trasparente con i responsabili dotati di posta elettronica e con l'obbligo di rispondere. Qualche cosa esiste in questo senso, ma di scarsissima efficacia. Ho capito, sono andato off topic anch'io.
 
     
elioliquido
elioliquido il 02/06/07 alle 10:30 via WEB
Infatti il telelavoro sarebbe un'ottima soluzione per certe attività, ma chi lo pratica avrebbe bisogno di organizzarsi la vita in modo adeguato, se già non l'ha fatto. Inoltre mi è parso di capire che attualmente, al pari della produzione di bigiotteria e dell'allevamento di cincillà (ma anche di lavori più seri, tra cui la sartoria), oggigiorno una parte di chi offre opportunità di telelavoro tenda a sfruttare il lavoratore. Ti do lavoro da fare a casa, ma ti pago niente e ti costringo di fatto a lavorare dodici ore al giorno. Si tende a vedere chi lavorerebbe da casa, come uno che ha paura a mettere il naso fuori, per così dire, e che dunque non ha alternative. Chi offre lavoro che non vede l'opportunità, e chi dovrebbe incentivarla per razionalizzare il paese la vede ancora meno. Abbiamo anche un'esagerazione di camion che girano sulle strade, perché non si razionalizza il trasporto su rotaia. Sul fronte degli sportelli delle amministrazioni pubbliche, anche lì è l'amministrazione stessa, ad essere la grande assente. Il caso del sito di italia.it è emblematico di come siano gestiti questi aspetti. Nessuno si preoccupa dell'efficienza, della fruibilità. Anche se si tratta di un sito "privato", ho dovuto rinunciare di recente alla lettura online del contatore del gas, perché con l'ultimo aggiornamento, hanno riempito il sito di script che funzionano solo con windows (loro stessi mi hanno confermato di averlo testato solo con internet explorer). Il che significa che i preposti (webmasters e chi gli assegna i compiti) non hanno alba di quale sia lo scopo del lavoro che stanno facendo. E dato che questo inizia dalle persone, anche i siti privati seguono lo stesso trend. Per quanto mi sia possibile, e per quanto me ne occorra, quello che posso lo utilizzo, della sportelleria online disponibile.
 
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