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La paura del megafono

Post n°1759 pubblicato il 08 Novembre 2007 da SandaliAlSole
 

I ragazzi di Perugia avevano un blog. E usavano Facebook. Magari Flickr, chissà. E mettevano online i loro pensieri e le loro piccole/grandi storie di tutti i giorni. Ah, ecco. Anche il ragazzo finlandese aveva un blog. E ha lasciato un messaggio su YouTube prima di commettere la strage. Messaggio che evidentemente non è stato colto nè visto in tempo perchè qualcuno capisse cosa stava per succedere e intervenire. Il timore che si insinua in non poche menti è che Internet sia o possa diventare una cassa di risonanza pericolosa, troppo pericolosa con il rischio emulazione dietro l'angolo. "Anche un singolo elemento, attraverso Internet, può amplificare il proprio gesto conquistando l'attenzione generale. A volte è sufficiente la minaccia per ottenere una grande copertura mediatica", scrive Guido Olimpio sul Corriere.
Non saprei. Mi vengono in mente le polemiche dello scorso anno, quando su YouTube finirono i filmati degli atti di bullismo commessi a scuola, e la parola emulazione era sulla bocca di tutti. Esattamente come quando ero ragazzina io e a scuola arrivavano le telefonate delle finte bombe, che obbligavano i presidi a un'evacuazione forzata degli edifici regalando un paio d'ore di libera uscita agli studenti. L'effetto domino, in quegli anni, era più che evidente. Anche senza Internet.
E così, tra il link al blog dell'uno e a quello dell'altra, a me vien da pensare che un tempo l'inquirente di turno avrebbe vagliato riga per riga i diari. Dell'uno e dell'altra.
Per questo, trovo molto interessante questa riflessione pubblicata da Cnet.com stamane: Blaming Youtube in such a situation woul be equivalent to holding the U.S. Postal Service responsible for delivering the messages sent by the Zodiac Killer.

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I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
>> La rete su La Toga Strappata®
Ricevuto in data 08/11/07 @ 09:29
...come covo di assassini? ... Finlandia. Un ragazzo 18enne impugna una pistola e per le aule del...

 
Commenti al Post:
realfreeway
realfreeway il 08/11/07 alle 12:39 via WEB
La paura del megafono, titoli. Dopo fatti di cronaca come quelli di questi giorni viene un po' da pensare. A me, leggendoti, è venuto in mente quel periodo di molti anni fa in cui cominciò una serie di suicidi, in Italia, tutti con lo stesso metodo, in un box con l'auto accesa ed una serie di dettagli che qui non voglio riportare, ma che, per un bel po', molti quotidiani continuavano anche a raffigurare con dei grafici molto precisi. Il comune buon senso fece sì che, dopo decine di morti, si ridusse l'enfasi con cui si riportavano quelle tristi notizie (senza censure imposte da alcuno). Finirono le emulazioni più eclatanti.
 
 
incubo.oscuro
incubo.oscuro il 20/11/07 alle 00:34 via WEB
La bomba all'idrogeno o bomba H (più propriamente bomba a fusione termonucleare incontrollata, in gergo "la superbomba") è una bomba a fissione-fusione-fissione in cui una normale bomba A, che serve da innesco, viene posta all'interno di un contenitore di materiale fissile insieme a degli atomi leggeri. Quando la bomba A esplode, innesca la fusione termonucleare dei nuclei degli atomi leggeri; questo processo provoca a sua volta la fissione nucleare del materiale che la circonda. In questo tipo di bomba dunque l'energia liberata deriva oltre che dalla fissione nucleare anche dalla fusione termonucleare fra nuclei di isotopi diversi dell'idrogeno: il deuterio ed il trizio. Nel caso della bomba al deuterio e litio, tale processo avviene secondo una reazione nucleare del tipo: 2H + 3H → 4He + n + 17,6 MeV Il trizio non è di per sé presente nella composizione iniziale della bomba ma viene prodotto dall'urto di neutroni veloci contro nuclei dell'isotopo del litio avente numero di massa 6 e nuclei di deuterio secondo queste due reazioni nucleari: 6Li + n → 3H + 4He + 4,8 MeV e 2H + n → 3H + 6,2 MeV La temperatura e la pressione elevatissime necessarie affinché avvenga la fusione termonucleare nonché i neutroni veloci indispensabili per generare l'idrogeno 3 vengono forniti, come già detto, da una bomba A. A differenza della bomba A, con quella H non vi è alcuna limitazione teorica di potenza. Tale potenza è una funzione a scalino di un certo numero di variabili; non trattandosi di una funzione continua non vale il teorema di Weierstrass e dunque non possiede un massimo teorico. Inoltre la bomba termonucleare non necessita di una massa critica a differenza della bomba A. In realtà, però, essendo necessaria quest'ultima per attivare il processo di fusione termonucleare, rimane ugualmente la necessità a monte di una massa critica. Nel 1961, in una serie di test nucleari, l'URSS fece esplodere la più potente bomba H mai realizzata (la bomba Zar) che liberò energia pari a 57 megatoni, ovvero oltre 4 500 volte più potente della bomba all'uranio lanciata su Hiroshima (Little Boy). Indice [nascondi] 1 Bombe di tipo Teller-Ulam 2 I danni 3 Voci correlate 4 Collegamenti esterni Bombe di tipo Teller-Ulam [modifica] Si tratta del più classico tipo di bombe a fusione. Tale design viene spesso applicato ai missili balistici intercontinentali con testata nucleare di elevato potenziale e il nome deriva dai due scienziati Edward Teller e Stanislaw Ulam. In questo tipo di ordigno, la fissione è provocata da una bomba ad implosione; in più è presente un tamper costituito da un cilindro di uranio 238, contenente il solido composto da litio e deuterio (deuterato di litio) oltre ad una canna vuota di plutonio 239 posta al centro del cilindro. La necessaria separazione tra la bomba a fissione e il cilindro è permessa da uno scudo in uranio 238 e da una schiuma che riempie in sicurezza gli spazi vuoti rimasti. Una volta che la bomba a fissione viene fatta brillare, si verifica tutta una serie di complessi eventi: i raggi X dovuti allo scoppio della bomba a implosione riscaldano l'intero nucleo, mentre le protezioni prevengono una detonazione prematura; il riscaldamento provoca un forte aumento di pressione che comprime il deuterato solido; nel frattempo comincia un processo di fissione nella canna di plutonio, il che provoca emissione di radiazioni e di neutroni; l'urto fra questi neutroni e il composto solido porta alla formazione del trizio; a questo punto si verifica la vera e propria fusione; all'enorme energia e calore appena sviluppati si aggiungono quelli della fissione indotta nei frammenti di uranio 238 interni all'ordigno (provenienti da cilindro e scudo); le energie prodotte da fissione e fusione si sommano dando vita ad una potentissima esplosione nucleare, dell'ordine di grandezza dei 10 megatoni. L'intero processo dura soltanto 600 miliardesimi di secondo I danni [modifica] Sono quattro i fattori distruttivi dovuti all'esplosione di un ordigno nucleare: onda di calore (fino a 300 milioni di gradi centigradi in corrispondenza del punto di detonazione); onda d'urto; emissione di radiazioni (direttamente con l'esplosione e tramite successivo Fall-out radioattivo); effetto EMP (Electro Magnetic Pulse), questo scoperto solo a partire da alcuni test nucleari dei primi anni sessanta. Le esplosioni nucleari possono essere a loro volta classificate in cinque tipi: aero-alte: esplosione nella stratosfera, con forte rilascio di particelle alfa e beta e scarso rilascio di radiazioni gamma, che però vengono fermate dall'atmosfera; nessun danno agli esseri umani ma viene rilasciato un gigantesco impulso elettromagnetico (EMP, Electro Magnetic Pulse) che distrugge qualunque apparecchiatura elettronica non protetta da adeguata schermatura; inoltre vengono azzerate le comunicazioni radio per un certo periodo a causa dei disturbi; aero-basse: esplosione nell'atmosfera a poche centinaia di metri di altezza, con forte rilascio di particelle alfa e beta e scarso rilascio di radiazioni gamma, letali nel raggio di diversi chilometri in un tempo breve. Scarso fall-out; superficiali: esplosione a terra, con forte rilascio di particelle gamma, e scarso rilascio di particelle alfa e beta; elevata ricaduta radioattiva dovuta alle polveri sollevate, pesantemente contaminate. Danni anche di tipo sismico alle cose, ma minori effetti immediati sulle persone; sotterranee: nessun rilascio di particelle, che vengono schermate dal terreno, e di onde elettromagnetiche. Forte onda sismica, proporzionale alla potenza dell'arma. È usata principalmente nei test per le armi nucleari; sottomarine.
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 08/11/07 alle 16:51 via WEB
L'impressione che ne ho è che i nostri ragazzi si sentano delle nullità e che cerchino qualsiasi modo per dimostrare che esistono. Al limite scegliendo di non esistere più. Triste.
 
What_your_soul_sings
What_your_soul_sings il 08/11/07 alle 18:07 via WEB
ciao :-) concordo pienamente ... tentativi di eliminare le libertà alla fine sono sempre negativi e forse anche (purtroppo o per fortuna) destinati a fallire, secondo me Internet riesce sempre a fuggire di mano, anche i cinesi, i sauditi, i birmaniani, tutti lo scopriranno prima o poi.
 
 
incubo.oscuro
incubo.oscuro il 20/11/07 alle 00:34 via WEB
La bomba all'idrogeno o bomba H (più propriamente bomba a fusione termonucleare incontrollata, in gergo "la superbomba") è una bomba a fissione-fusione-fissione in cui una normale bomba A, che serve da innesco, viene posta all'interno di un contenitore di materiale fissile insieme a degli atomi leggeri. Quando la bomba A esplode, innesca la fusione termonucleare dei nuclei degli atomi leggeri; questo processo provoca a sua volta la fissione nucleare del materiale che la circonda. In questo tipo di bomba dunque l'energia liberata deriva oltre che dalla fissione nucleare anche dalla fusione termonucleare fra nuclei di isotopi diversi dell'idrogeno: il deuterio ed il trizio. Nel caso della bomba al deuterio e litio, tale processo avviene secondo una reazione nucleare del tipo: 2H + 3H → 4He + n + 17,6 MeV Il trizio non è di per sé presente nella composizione iniziale della bomba ma viene prodotto dall'urto di neutroni veloci contro nuclei dell'isotopo del litio avente numero di massa 6 e nuclei di deuterio secondo queste due reazioni nucleari: 6Li + n → 3H + 4He + 4,8 MeV e 2H + n → 3H + 6,2 MeV La temperatura e la pressione elevatissime necessarie affinché avvenga la fusione termonucleare nonché i neutroni veloci indispensabili per generare l'idrogeno 3 vengono forniti, come già detto, da una bomba A. A differenza della bomba A, con quella H non vi è alcuna limitazione teorica di potenza. Tale potenza è una funzione a scalino di un certo numero di variabili; non trattandosi di una funzione continua non vale il teorema di Weierstrass e dunque non possiede un massimo teorico. Inoltre la bomba termonucleare non necessita di una massa critica a differenza della bomba A. In realtà, però, essendo necessaria quest'ultima per attivare il processo di fusione termonucleare, rimane ugualmente la necessità a monte di una massa critica. Nel 1961, in una serie di test nucleari, l'URSS fece esplodere la più potente bomba H mai realizzata (la bomba Zar) che liberò energia pari a 57 megatoni, ovvero oltre 4 500 volte più potente della bomba all'uranio lanciata su Hiroshima (Little Boy). Indice [nascondi] 1 Bombe di tipo Teller-Ulam 2 I danni 3 Voci correlate 4 Collegamenti esterni Bombe di tipo Teller-Ulam [modifica] Si tratta del più classico tipo di bombe a fusione. Tale design viene spesso applicato ai missili balistici intercontinentali con testata nucleare di elevato potenziale e il nome deriva dai due scienziati Edward Teller e Stanislaw Ulam. In questo tipo di ordigno, la fissione è provocata da una bomba ad implosione; in più è presente un tamper costituito da un cilindro di uranio 238, contenente il solido composto da litio e deuterio (deuterato di litio) oltre ad una canna vuota di plutonio 239 posta al centro del cilindro. La necessaria separazione tra la bomba a fissione e il cilindro è permessa da uno scudo in uranio 238 e da una schiuma che riempie in sicurezza gli spazi vuoti rimasti. Una volta che la bomba a fissione viene fatta brillare, si verifica tutta una serie di complessi eventi: i raggi X dovuti allo scoppio della bomba a implosione riscaldano l'intero nucleo, mentre le protezioni prevengono una detonazione prematura; il riscaldamento provoca un forte aumento di pressione che comprime il deuterato solido; nel frattempo comincia un processo di fissione nella canna di plutonio, il che provoca emissione di radiazioni e di neutroni; l'urto fra questi neutroni e il composto solido porta alla formazione del trizio; a questo punto si verifica la vera e propria fusione; all'enorme energia e calore appena sviluppati si aggiungono quelli della fissione indotta nei frammenti di uranio 238 interni all'ordigno (provenienti da cilindro e scudo); le energie prodotte da fissione e fusione si sommano dando vita ad una potentissima esplosione nucleare, dell'ordine di grandezza dei 10 megatoni. L'intero processo dura soltanto 600 miliardesimi di secondo I danni [modifica] Sono quattro i fattori distruttivi dovuti all'esplosione di un ordigno nucleare: onda di calore (fino a 300 milioni di gradi centigradi in corrispondenza del punto di detonazione); onda d'urto; emissione di radiazioni (direttamente con l'esplosione e tramite successivo Fall-out radioattivo); effetto EMP (Electro Magnetic Pulse), questo scoperto solo a partire da alcuni test nucleari dei primi anni sessanta. Le esplosioni nucleari possono essere a loro volta classificate in cinque tipi: aero-alte: esplosione nella stratosfera, con forte rilascio di particelle alfa e beta e scarso rilascio di radiazioni gamma, che però vengono fermate dall'atmosfera; nessun danno agli esseri umani ma viene rilasciato un gigantesco impulso elettromagnetico (EMP, Electro Magnetic Pulse) che distrugge qualunque apparecchiatura elettronica non protetta da adeguata schermatura; inoltre vengono azzerate le comunicazioni radio per un certo periodo a causa dei disturbi; aero-basse: esplosione nell'atmosfera a poche centinaia di metri di altezza, con forte rilascio di particelle alfa e beta e scarso rilascio di radiazioni gamma, letali nel raggio di diversi chilometri in un tempo breve. Scarso fall-out; superficiali: esplosione a terra, con forte rilascio di particelle gamma, e scarso rilascio di particelle alfa e beta; elevata ricaduta radioattiva dovuta alle polveri sollevate, pesantemente contaminate. Danni anche di tipo sismico alle cose, ma minori effetti immediati sulle persone; sotterranee: nessun rilascio di particelle, che vengono schermate dal terreno, e di onde elettromagnetiche. Forte onda sismica, proporzionale alla potenza dell'arma. È usata principalmente nei test per le armi nucleari; sottomarine.
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 08/11/07 alle 23:55 via WEB
siamo solo impauriti di frionte a qualcosa che non sappiamo usare, né di cui sappiamo prevere sviluppi e conseguenze. ricorda tanto la famosa paura all'epoca dei telai meccanici.
 
 
incubo.oscuro
incubo.oscuro il 20/11/07 alle 00:34 via WEB
La bomba all'idrogeno o bomba H (più propriamente bomba a fusione termonucleare incontrollata, in gergo "la superbomba") è una bomba a fissione-fusione-fissione in cui una normale bomba A, che serve da innesco, viene posta all'interno di un contenitore di materiale fissile insieme a degli atomi leggeri. Quando la bomba A esplode, innesca la fusione termonucleare dei nuclei degli atomi leggeri; questo processo provoca a sua volta la fissione nucleare del materiale che la circonda. In questo tipo di bomba dunque l'energia liberata deriva oltre che dalla fissione nucleare anche dalla fusione termonucleare fra nuclei di isotopi diversi dell'idrogeno: il deuterio ed il trizio. Nel caso della bomba al deuterio e litio, tale processo avviene secondo una reazione nucleare del tipo: 2H + 3H → 4He + n + 17,6 MeV Il trizio non è di per sé presente nella composizione iniziale della bomba ma viene prodotto dall'urto di neutroni veloci contro nuclei dell'isotopo del litio avente numero di massa 6 e nuclei di deuterio secondo queste due reazioni nucleari: 6Li + n → 3H + 4He + 4,8 MeV e 2H + n → 3H + 6,2 MeV La temperatura e la pressione elevatissime necessarie affinché avvenga la fusione termonucleare nonché i neutroni veloci indispensabili per generare l'idrogeno 3 vengono forniti, come già detto, da una bomba A. A differenza della bomba A, con quella H non vi è alcuna limitazione teorica di potenza. Tale potenza è una funzione a scalino di un certo numero di variabili; non trattandosi di una funzione continua non vale il teorema di Weierstrass e dunque non possiede un massimo teorico. Inoltre la bomba termonucleare non necessita di una massa critica a differenza della bomba A. In realtà, però, essendo necessaria quest'ultima per attivare il processo di fusione termonucleare, rimane ugualmente la necessità a monte di una massa critica. Nel 1961, in una serie di test nucleari, l'URSS fece esplodere la più potente bomba H mai realizzata (la bomba Zar) che liberò energia pari a 57 megatoni, ovvero oltre 4 500 volte più potente della bomba all'uranio lanciata su Hiroshima (Little Boy). Indice [nascondi] 1 Bombe di tipo Teller-Ulam 2 I danni 3 Voci correlate 4 Collegamenti esterni Bombe di tipo Teller-Ulam [modifica] Si tratta del più classico tipo di bombe a fusione. Tale design viene spesso applicato ai missili balistici intercontinentali con testata nucleare di elevato potenziale e il nome deriva dai due scienziati Edward Teller e Stanislaw Ulam. In questo tipo di ordigno, la fissione è provocata da una bomba ad implosione; in più è presente un tamper costituito da un cilindro di uranio 238, contenente il solido composto da litio e deuterio (deuterato di litio) oltre ad una canna vuota di plutonio 239 posta al centro del cilindro. La necessaria separazione tra la bomba a fissione e il cilindro è permessa da uno scudo in uranio 238 e da una schiuma che riempie in sicurezza gli spazi vuoti rimasti. Una volta che la bomba a fissione viene fatta brillare, si verifica tutta una serie di complessi eventi: i raggi X dovuti allo scoppio della bomba a implosione riscaldano l'intero nucleo, mentre le protezioni prevengono una detonazione prematura; il riscaldamento provoca un forte aumento di pressione che comprime il deuterato solido; nel frattempo comincia un processo di fissione nella canna di plutonio, il che provoca emissione di radiazioni e di neutroni; l'urto fra questi neutroni e il composto solido porta alla formazione del trizio; a questo punto si verifica la vera e propria fusione; all'enorme energia e calore appena sviluppati si aggiungono quelli della fissione indotta nei frammenti di uranio 238 interni all'ordigno (provenienti da cilindro e scudo); le energie prodotte da fissione e fusione si sommano dando vita ad una potentissima esplosione nucleare, dell'ordine di grandezza dei 10 megatoni. L'intero processo dura soltanto 600 miliardesimi di secondo I danni [modifica] Sono quattro i fattori distruttivi dovuti all'esplosione di un ordigno nucleare: onda di calore (fino a 300 milioni di gradi centigradi in corrispondenza del punto di detonazione); onda d'urto; emissione di radiazioni (direttamente con l'esplosione e tramite successivo Fall-out radioattivo); effetto EMP (Electro Magnetic Pulse), questo scoperto solo a partire da alcuni test nucleari dei primi anni sessanta. Le esplosioni nucleari possono essere a loro volta classificate in cinque tipi: aero-alte: esplosione nella stratosfera, con forte rilascio di particelle alfa e beta e scarso rilascio di radiazioni gamma, che però vengono fermate dall'atmosfera; nessun danno agli esseri umani ma viene rilasciato un gigantesco impulso elettromagnetico (EMP, Electro Magnetic Pulse) che distrugge qualunque apparecchiatura elettronica non protetta da adeguata schermatura; inoltre vengono azzerate le comunicazioni radio per un certo periodo a causa dei disturbi; aero-basse: esplosione nell'atmosfera a poche centinaia di metri di altezza, con forte rilascio di particelle alfa e beta e scarso rilascio di radiazioni gamma, letali nel raggio di diversi chilometri in un tempo breve. Scarso fall-out; superficiali: esplosione a terra, con forte rilascio di particelle gamma, e scarso rilascio di particelle alfa e beta; elevata ricaduta radioattiva dovuta alle polveri sollevate, pesantemente contaminate. Danni anche di tipo sismico alle cose, ma minori effetti immediati sulle persone; sotterranee: nessun rilascio di particelle, che vengono schermate dal terreno, e di onde elettromagnetiche. Forte onda sismica, proporzionale alla potenza dell'arma. È usata principalmente nei test per le armi nucleari; sottomarine.
 
elioliquido
elioliquido il 09/11/07 alle 00:03 via WEB
Ma dove aveva trovato la pistola? Se non aveva quella, hai voglia a minacciare su youtube. Sicuramente internet fa la sua parte, come tutti i mezzi d'informazione. I mitomani non hanno aspettato la rete telematica per darsi da fare. I ragazzi che buttavano le pietre dai cavalcavia? Quando una curva o un incrocio sono pericolosi intrinsecamente, è tipico che le amministrazioni aspettino quel paio di incidenti mortali, prima di prendere provvedimenti per ridurne la pericolosità. Eppure molto spesso quella pericolosità è evidente già da molto prima. Ma qui non è la stessa cosa. Qui un precedente non può essere considerato tale se non dopo che precede la sua stessa emulazione. Non c'è un'azione preventiva che si possa indovinare, prima di aver capito qual è il rischio che si corre, a meno di chiudere tutto. Ma allora chiudere tutti i giornali, anche, ed i telefoni, e tutto ciò che permette di comunicare qualunque cosa possa poi essere nota a più persone. E torno alla domanda iniziale.
 
 
incubo.oscuro
incubo.oscuro il 20/11/07 alle 00:35 via WEB
La bomba all'idrogeno o bomba H (più propriamente bomba a fusione termonucleare incontrollata, in gergo "la superbomba") è una bomba a fissione-fusione-fissione in cui una normale bomba A, che serve da innesco, viene posta all'interno di un contenitore di materiale fissile insieme a degli atomi leggeri. Quando la bomba A esplode, innesca la fusione termonucleare dei nuclei degli atomi leggeri; questo processo provoca a sua volta la fissione nucleare del materiale che la circonda. In questo tipo di bomba dunque l'energia liberata deriva oltre che dalla fissione nucleare anche dalla fusione termonucleare fra nuclei di isotopi diversi dell'idrogeno: il deuterio ed il trizio. Nel caso della bomba al deuterio e litio, tale processo avviene secondo una reazione nucleare del tipo: 2H + 3H → 4He + n + 17,6 MeV Il trizio non è di per sé presente nella composizione iniziale della bomba ma viene prodotto dall'urto di neutroni veloci contro nuclei dell'isotopo del litio avente numero di massa 6 e nuclei di deuterio secondo queste due reazioni nucleari: 6Li + n → 3H + 4He + 4,8 MeV e 2H + n → 3H + 6,2 MeV La temperatura e la pressione elevatissime necessarie affinché avvenga la fusione termonucleare nonché i neutroni veloci indispensabili per generare l'idrogeno 3 vengono forniti, come già detto, da una bomba A. A differenza della bomba A, con quella H non vi è alcuna limitazione teorica di potenza. Tale potenza è una funzione a scalino di un certo numero di variabili; non trattandosi di una funzione continua non vale il teorema di Weierstrass e dunque non possiede un massimo teorico. Inoltre la bomba termonucleare non necessita di una massa critica a differenza della bomba A. In realtà, però, essendo necessaria quest'ultima per attivare il processo di fusione termonucleare, rimane ugualmente la necessità a monte di una massa critica. Nel 1961, in una serie di test nucleari, l'URSS fece esplodere la più potente bomba H mai realizzata (la bomba Zar) che liberò energia pari a 57 megatoni, ovvero oltre 4 500 volte più potente della bomba all'uranio lanciata su Hiroshima (Little Boy). Indice [nascondi] 1 Bombe di tipo Teller-Ulam 2 I danni 3 Voci correlate 4 Collegamenti esterni Bombe di tipo Teller-Ulam [modifica] Si tratta del più classico tipo di bombe a fusione. Tale design viene spesso applicato ai missili balistici intercontinentali con testata nucleare di elevato potenziale e il nome deriva dai due scienziati Edward Teller e Stanislaw Ulam. In questo tipo di ordigno, la fissione è provocata da una bomba ad implosione; in più è presente un tamper costituito da un cilindro di uranio 238, contenente il solido composto da litio e deuterio (deuterato di litio) oltre ad una canna vuota di plutonio 239 posta al centro del cilindro. La necessaria separazione tra la bomba a fissione e il cilindro è permessa da uno scudo in uranio 238 e da una schiuma che riempie in sicurezza gli spazi vuoti rimasti. Una volta che la bomba a fissione viene fatta brillare, si verifica tutta una serie di complessi eventi: i raggi X dovuti allo scoppio della bomba a implosione riscaldano l'intero nucleo, mentre le protezioni prevengono una detonazione prematura; il riscaldamento provoca un forte aumento di pressione che comprime il deuterato solido; nel frattempo comincia un processo di fissione nella canna di plutonio, il che provoca emissione di radiazioni e di neutroni; l'urto fra questi neutroni e il composto solido porta alla formazione del trizio; a questo punto si verifica la vera e propria fusione; all'enorme energia e calore appena sviluppati si aggiungono quelli della fissione indotta nei frammenti di uranio 238 interni all'ordigno (provenienti da cilindro e scudo); le energie prodotte da fissione e fusione si sommano dando vita ad una potentissima esplosione nucleare, dell'ordine di grandezza dei 10 megatoni. L'intero processo dura soltanto 600 miliardesimi di secondo I danni [modifica] Sono quattro i fattori distruttivi dovuti all'esplosione di un ordigno nucleare: onda di calore (fino a 300 milioni di gradi centigradi in corrispondenza del punto di detonazione); onda d'urto; emissione di radiazioni (direttamente con l'esplosione e tramite successivo Fall-out radioattivo); effetto EMP (Electro Magnetic Pulse), questo scoperto solo a partire da alcuni test nucleari dei primi anni sessanta. Le esplosioni nucleari possono essere a loro volta classificate in cinque tipi: aero-alte: esplosione nella stratosfera, con forte rilascio di particelle alfa e beta e scarso rilascio di radiazioni gamma, che però vengono fermate dall'atmosfera; nessun danno agli esseri umani ma viene rilasciato un gigantesco impulso elettromagnetico (EMP, Electro Magnetic Pulse) che distrugge qualunque apparecchiatura elettronica non protetta da adeguata schermatura; inoltre vengono azzerate le comunicazioni radio per un certo periodo a causa dei disturbi; aero-basse: esplosione nell'atmosfera a poche centinaia di metri di altezza, con forte rilascio di particelle alfa e beta e scarso rilascio di radiazioni gamma, letali nel raggio di diversi chilometri in un tempo breve. Scarso fall-out; superficiali: esplosione a terra, con forte rilascio di particelle gamma, e scarso rilascio di particelle alfa e beta; elevata ricaduta radioattiva dovuta alle polveri sollevate, pesantemente contaminate. Danni anche di tipo sismico alle cose, ma minori effetti immediati sulle persone; sotterranee: nessun rilascio di particelle, che vengono schermate dal terreno, e di onde elettromagnetiche. Forte onda sismica, proporzionale alla potenza dell'arma. È usata principalmente nei test per le armi nucleari; sottomarine.
 
stoico.epicureo
stoico.epicureo il 09/11/07 alle 21:25 via WEB
potenza dell'analogia o effetti collaterali del sillogismo?
 
 
incubo.oscuro
incubo.oscuro il 20/11/07 alle 00:35 via WEB
La bomba all'idrogeno o bomba H (più propriamente bomba a fusione termonucleare incontrollata, in gergo "la superbomba") è una bomba a fissione-fusione-fissione in cui una normale bomba A, che serve da innesco, viene posta all'interno di un contenitore di materiale fissile insieme a degli atomi leggeri. Quando la bomba A esplode, innesca la fusione termonucleare dei nuclei degli atomi leggeri; questo processo provoca a sua volta la fissione nucleare del materiale che la circonda. In questo tipo di bomba dunque l'energia liberata deriva oltre che dalla fissione nucleare anche dalla fusione termonucleare fra nuclei di isotopi diversi dell'idrogeno: il deuterio ed il trizio. Nel caso della bomba al deuterio e litio, tale processo avviene secondo una reazione nucleare del tipo: 2H + 3H → 4He + n + 17,6 MeV Il trizio non è di per sé presente nella composizione iniziale della bomba ma viene prodotto dall'urto di neutroni veloci contro nuclei dell'isotopo del litio avente numero di massa 6 e nuclei di deuterio secondo queste due reazioni nucleari: 6Li + n → 3H + 4He + 4,8 MeV e 2H + n → 3H + 6,2 MeV La temperatura e la pressione elevatissime necessarie affinché avvenga la fusione termonucleare nonché i neutroni veloci indispensabili per generare l'idrogeno 3 vengono forniti, come già detto, da una bomba A. A differenza della bomba A, con quella H non vi è alcuna limitazione teorica di potenza. Tale potenza è una funzione a scalino di un certo numero di variabili; non trattandosi di una funzione continua non vale il teorema di Weierstrass e dunque non possiede un massimo teorico. Inoltre la bomba termonucleare non necessita di una massa critica a differenza della bomba A. In realtà, però, essendo necessaria quest'ultima per attivare il processo di fusione termonucleare, rimane ugualmente la necessità a monte di una massa critica. Nel 1961, in una serie di test nucleari, l'URSS fece esplodere la più potente bomba H mai realizzata (la bomba Zar) che liberò energia pari a 57 megatoni, ovvero oltre 4 500 volte più potente della bomba all'uranio lanciata su Hiroshima (Little Boy). Indice [nascondi] 1 Bombe di tipo Teller-Ulam 2 I danni 3 Voci correlate 4 Collegamenti esterni Bombe di tipo Teller-Ulam [modifica] Si tratta del più classico tipo di bombe a fusione. Tale design viene spesso applicato ai missili balistici intercontinentali con testata nucleare di elevato potenziale e il nome deriva dai due scienziati Edward Teller e Stanislaw Ulam. In questo tipo di ordigno, la fissione è provocata da una bomba ad implosione; in più è presente un tamper costituito da un cilindro di uranio 238, contenente il solido composto da litio e deuterio (deuterato di litio) oltre ad una canna vuota di plutonio 239 posta al centro del cilindro. La necessaria separazione tra la bomba a fissione e il cilindro è permessa da uno scudo in uranio 238 e da una schiuma che riempie in sicurezza gli spazi vuoti rimasti. Una volta che la bomba a fissione viene fatta brillare, si verifica tutta una serie di complessi eventi: i raggi X dovuti allo scoppio della bomba a implosione riscaldano l'intero nucleo, mentre le protezioni prevengono una detonazione prematura; il riscaldamento provoca un forte aumento di pressione che comprime il deuterato solido; nel frattempo comincia un processo di fissione nella canna di plutonio, il che provoca emissione di radiazioni e di neutroni; l'urto fra questi neutroni e il composto solido porta alla formazione del trizio; a questo punto si verifica la vera e propria fusione; all'enorme energia e calore appena sviluppati si aggiungono quelli della fissione indotta nei frammenti di uranio 238 interni all'ordigno (provenienti da cilindro e scudo); le energie prodotte da fissione e fusione si sommano dando vita ad una potentissima esplosione nucleare, dell'ordine di grandezza dei 10 megatoni. L'intero processo dura soltanto 600 miliardesimi di secondo I danni [modifica] Sono quattro i fattori distruttivi dovuti all'esplosione di un ordigno nucleare: onda di calore (fino a 300 milioni di gradi centigradi in corrispondenza del punto di detonazione); onda d'urto; emissione di radiazioni (direttamente con l'esplosione e tramite successivo Fall-out radioattivo); effetto EMP (Electro Magnetic Pulse), questo scoperto solo a partire da alcuni test nucleari dei primi anni sessanta. Le esplosioni nucleari possono essere a loro volta classificate in cinque tipi: aero-alte: esplosione nella stratosfera, con forte rilascio di particelle alfa e beta e scarso rilascio di radiazioni gamma, che però vengono fermate dall'atmosfera; nessun danno agli esseri umani ma viene rilasciato un gigantesco impulso elettromagnetico (EMP, Electro Magnetic Pulse) che distrugge qualunque apparecchiatura elettronica non protetta da adeguata schermatura; inoltre vengono azzerate le comunicazioni radio per un certo periodo a causa dei disturbi; aero-basse: esplosione nell'atmosfera a poche centinaia di metri di altezza, con forte rilascio di particelle alfa e beta e scarso rilascio di radiazioni gamma, letali nel raggio di diversi chilometri in un tempo breve. Scarso fall-out; superficiali: esplosione a terra, con forte rilascio di particelle gamma, e scarso rilascio di particelle alfa e beta; elevata ricaduta radioattiva dovuta alle polveri sollevate, pesantemente contaminate. Danni anche di tipo sismico alle cose, ma minori effetti immediati sulle persone; sotterranee: nessun rilascio di particelle, che vengono schermate dal terreno, e di onde elettromagnetiche. Forte onda sismica, proporzionale alla potenza dell'arma. È usata principalmente nei test per le armi nucleari; sottomarine.
 
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