Creato da SandaliAlSole il 29/07/2005

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Dallo zero al dieci. E ritorno

Post n°2082 pubblicato il 28 Agosto 2008 da SandaliAlSole
 

Ovvero, come convincersi di aver fatto qualcosa,
cambiando semplicemente il finale.

Questa cosa mi fa impazzire. Perchè non è nemmeno la montagna che partorisce il topolino. Non è la mano di vernice con la quale ci si illude di nascondere la crepa sul muro. A me pare piuttosto una presa in giro bella e buona. Dopo gli sproloqui dei giorni scorsi sui livelli di preparazione degli studenti, così come risulta dai test Ocse Pisa, con tantro di polemica tra scuole-del-Sud-e-scuole-del-Nord, uno si aspetta la soluzione geniale. Il colpo di mano che porti di nuovo la qualità della formazione e dell'istruzione al centro del dibattito. Illusa. Il colpo di mano è nientepopodimenoche il ritorno al voto in pagella. Wow. Quando si dice innovazione eh. Io sono cresciuta nella scuola che dava tutta la gamma dei voti, dallo zero spaccato (ebbene sì!) al dieci e lode. Poi negli anni ho assistito al passaggio ai giudizi sintetici, ai giudizi sintetici accompagnati dai giudizi analitici, ai giudizi analitici senza giudizi sintetici, alla proposta dei voti all'anglosassone (quelli con le lettere, tanto per intenderci) e poi vari ritorni al passato e al futuro, integrati con le personalizzazioni che di volta in volta i docenti ritenevano più opportune. [Buono + a quale distanza sta, ad esempio, dal distinto?] Il punto, comunque, è che mi sembra per lo meno assurdo pensare di risolvere i problemi della scuola italiana partendo dal fondo, ovvero dalle valutazioni. Come se un atto formale, quale la valutazione finale di fatto è, potesse di per sè sopperire a una serie di lacune e carenze sostanziali.

Molto più grave, per altro, mi pare la nonchalance con la quale si parla del ritorno al maestro unico alle scuole primarie. Soprattutto perchè qualcuno si esibirà in miracolosi equilibrismi dialettici per trovare giustificazioni pseudo-didattiche a una necessità che è solo ed esclusivamente economica e a un atto che ha come unica motivazione il taglio dei costi.
Un po' come la questione del calendario scolastico, geniale prova di arrampicamento sui vetri, di nuovo per giustificar tagli.

[Vista l'ansia con la quale ieri Altero Matteoli si è affrettato a rassicurare che nessun dipendente Alitalia resterà a spasso, mi aspetto altrettanta solerzia nei confronti dei lavoratori della scuola. Illusa eh?]

Ma investire sulla scuola proprio mai eh?

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Commenti al Post:
cateviola
cateviola il 28/08/08 alle 17:13 via WEB
e vogliamo parlare dell'idea di trasformare in "fondazioni" gli istituti della scuola pubblica? Il voto di condotta e il ritorno ai voti al posto dei giudizi (o accanto ai giudizi) andrebbero anche bene, ma che autorità può avere un insegnante frustrato, precario o arrivato in ruolo dopo anni di precariato? Con uno stipendio ridicolo e alle prese con genitori tiranneggiati da figlioli viziati e insicuri, incolpevoli e già privati di un futuro? Un bacio, Miti, da incoscienti pensare a far figli in questa Italia!
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 28/08/08 alle 20:00 via WEB
ma no cate! io sono stata incosciente trevolte e benedetta sia questa incoscienza! (sai bene a cosa mi riferisco!!!)
 
fattodiniente
fattodiniente il 28/08/08 alle 18:03 via WEB
Miti, hai torto. La questione del voto è di lana caprina - credimi - a parte il fatto che un voto è MOLTO più chiaro per le famiglie che un "buono" o un "distinto", non sto a spiegarti perché. Ma la faccenda del maestro unico merita un approfondimento. Tu non pagheresti due imbianchini per far il lavoro che può fare uno; così non pagheresti due meccanici per fare una sola stessa riparazione. Perché pagare tre maestri per fare il lavoro di due (uno per classe)? Ti garantisco che i risultati formativi sono GLI STESSI, e infatti i sindacati subito si sono incazzati per la perdita di 2/3 dei posti di lavoro (già la menzogna dice tutto: nel caso sarà 1/3), mica per altro. Ci sono tre maestri perché ai maestri piace così, e perché ai sindacati fa comodo (maggiori iscritti, maggior potere contrattuale e politico). Quanto poi alla questione della riduzione del tempo scuola, anche qui la Gelmini ha ragioni da vendere. Se hai problemi di lavoro, mica lasceresti tuo figlio ricoverato in ospedale più del necessario (eppure lo curerebbero): per cui la scuola INSEGNA, non SORVEGLIA i figli; a quello semmai dovrebbero servire le varie attività di doposcuola, del Comune, ad esempio. Dice: ma i Comuni quei soldi non li hanno. Già, invece li ha la Pubblica Amministrazione e il Ministero dell'Istruzione, e qualcuno mi spiegherà la differenza, a parte il fatto che al doposcuola ci va chi ha bisogno, mentre a scuola ci devono andare tutti, e anche un certo risparmio io ce lo vedo. Io preferisco meno insegnanti, meglio pagati e con un orario di insegnamento magari più lungo, ed essendo io insegnante... poi, in Italia, ora che la Francia si è defilata, abbiamo gli orari di insegnamento più lunghi, e non è che gli studenti brillino in modo particolare per questo. E poi la questione degli insegnanti meridionali. beh, si riferiva a dati OCSE, secondo cui la scuola del Meridione offre uno standard di formazione più basso della media nazionale. Da ministro a preso atto e ha provveduto: che doveva fare, urlare al razzismo? O doveva fare come quel buontempone del suo precedessore che sostanzialmente ha detto agli istituti: "beh, fate quello che vi pare, orari, programmi, organizzazione". Bella roba. Guarda Miti, la Gelmini ha ragioni da vendere in ogni aspetto che ha toccato, e sono ragioni prima di tutto di puro buon senso, e anche motivate pedagogicamente. Se poi vuoi far polemica destra/sinistra, fai pure, ma hai torto, e non serve a niente.
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 28/08/08 alle 19:59 via WEB
ciao B. Probabilmente non sono riuscita a spiegarmi. Il senso del mio post non è se sia giusto o meno reintrodurre i voti (personalmente, da genitore, mente semplice e poco amante dei sofismi linguistici, trovo ad esempio più intelleggibile una scala da 1 a 10 con tutte le sue variabili interne, che non la differenza tra buono + e distinto, come dicevo tra parentesi) nè il maestro unico. Io trovo poco sensato e anzi valuto come beffa il fatto che qualsiasi ragionamento sulla scuola verta solo ed esclusivamente sul taglio dei costi. E di questo credo che tu stesso, che nella scuola lavori, lo sperimenti sulla tua pelle.
Sulla questione maestro unico o meno, resto perplessa. E' vero, io sono cresciuta nell'era della maestra (anzi, con la M maiuscola) unica, e devo dire che fece un lavoro eccellente, con tutte noi 30 allieve che affollavamo banchi della sua classe. Ma allora non si osava molto oltre il leggere, scrivere e far di conto, mentre adesso, anche qui lo sai meglio di me, le competenze (le chiamate così no?) che sono richieste a voi e ai vostri allievi spaziano ben oltre. Senza contare che io non trovo per nulla sbagliata l'alternanza di due (non ho detto cinque) figure educative nel gruppo classe. Ma questo è un mio punto di vista, opinabile per altro. Di nuovo, però, mi pongo la domanda: le ragioni che spingono al ritorno al maestro unico sono pedagogiche e didattiche oppure meramente economiche? nell'un caso sono più che disposta a ragionarne, nell'altro no. Perchè, come credo di aver ripetuto più e più volte in questi tre anni di blog, di scuola si deve e si può parlare in termini di investimento. tutto il resto è un impoverimento del Paese.
p.s. come vedi non ne faccio una questione di destra e sinistra, ma, davvero, di massimi sistemi.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 28/08/08 alle 21:54 via WEB
Taglio di costi o investimenti, concorderai che sempre di soldi si tratta. E vorrai ammettere che spendere MEGLIO è spendere di più. MEGLIO poi vuol dire una cosa sola: per avere di più. E' meglio un solo insegnante, meglio preparato, meglio pagato, con più strumentazioni (una aula pc, ad esempio), o tre insegnanti come ora, che sostanzialmente insegnano le stesse cose, nello stesso modo, con quasi nulli strumenti? La risposta sta nella domanda... E poi c'è la faccenda del numero di alunni per classe: sfido che sono 28 e anche più, ora: che vogliamo, aumentare pure il numero di classi (e di insegnanti per 3)? Un maestro unico, con un numero minori di alunni mi pare la risposta più di buon senso. Io li ricordo bene, e girano ancora, i motivi "pedagogici" sulla molteplicità di figure educative (a parte il fatto che è non è mai stato dimostrato che siano reali ed efficaci): se un bimbo si trova male con un insegnante, è segnato; se ne ha tre, è più probabile che venga capito. Ma che scherziamo? Tu diresti mai: meglio tre elettricisti per casa perché se uno non è capace di far l'impianto per bene ci pensano gli altri due? Non è semmai che reclutando una milionata di insegnanti è molto più probabili che tu ne assuma (anche perché la scelta fatalmente si rstringe statisticamente) un buon quarto di inadatti? Che poi è l'argomentazione dei sindacati per l'assunzione dei precari: questi han lavorato nella scuola per anni, han DIRITTO al posto di lavoro. Siamo al delirio: intanto, più gente c'è, più ne manca (malattie, permessi, maternità), ma gente che PER ANNI non vince un concorso che è uno (manco quelli riservati ai precari, altro delirio tutto italico), non sarà che è meglio per la colletività che facciano altro? Dice: beh, ma han mandato avanti la scuola. Beh, UN MILIONE di insegnanti per mandare avanti la scuola? Ma per favore... Che poi è un milione di persone (me compreso) che parlano di stipendi troppo bassi. Prova te ad andare nel mercato del lavoro ed offrire ai aureati uno stipendio simile: i migliori, se permetti, faranno carriera ben diversamente. E che ha detto il ministro? Valorizzare il merito: non è investire in modo sensato questo? Che poi, tutte queste competenze sulla pluralità dei saperi, mica le vedo. Di regola, un insegnante elementare su due alla fine del ciclo cambia disciplina - per scelta o per necessità. E allora, che competenze specifiche può avere? E ti garantisco che DAVVERO tutti riuscissero a leggere, scrivere e far di conto, per quel che la cosa vuol dire nella sua sensatezza, sarebbe già tanto: i maestri voglion esser in tre per far progetti (scuole che sono progettifici, nella definizione del ministro). Il che vuol dire far meno lettura, scrittura e conti. Su questo nessuno può eccepire. fdn.
 
     
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 28/08/08 alle 23:59 via WEB
tu tocchi molti aspetti della questione, alcuni dei quali mi trovano in totale accordo con te. sulla questione progettualità, ad esempio. dopo anni e anni trascorsi tra comitati genitori e consigli di circolo, mi sono ritrovata negli ultimi tempi a ragionare con un numero crescente di genitori che soldi per i famosi progetti non ne volevano mettere più. perchè non ne vedevano (o capivano) le finalità. perchè avrebbero preferito che gli insegnanti si dedicassero alla lettura, alla scrittura e ai conti, senza l'introduzione di una serie di figure complementari (e pagate a parte, con i soldi faticosamente raccolti tra le famiglie) chiamate ad approfondire argomenti più disparati, che spaziavano dalla pittura contemporanea (per leclassi quinte dello scorso anno) all'opera lirica, alla più classica drammatizzazione o psicomotricità.
Nel contempo, ho anche ben presenti le discussioni con gli insegnanti, da noi genitori invitati in sede di consiglio di circolo, a valorizzare le competenze interne invece di ricorrere sempre e comunque agli esperti, con l'obiettivo di investire i fondi in qualcosa di più duraturo e meno effimero, dai libri per la biblioteca alle sale computer. Un'insegnante, nel corso di una di queste riunioni, mi ricordo che mi disse testualmente: "Io non avrei alcun problema ad aggiornarmi. basta che mi diano un anno sabbatico". Su questi aspetti, credimi, mi trovi pienamente d'accordo con te. Così come, a fronte di insegnanti chiaramente non preparati per il loro ruolo (chi riesce a far applicare con convinzione a una classe la proprietà commutativa nella sottrazione qualche problema di base mi darai atto che ce l'ha)io sono favorevole alla rimozione dall'incarico.
Il punto, però, è il punto di partenza. Preso atto che la scuola italiana necessita di una serie di correttivi e importanti pure, da dove si parte? A parer mio dalla definizione degli obiettivi e dall'adeguamento dell'intera organizzazione agli obiettivi stessi. Il ministro, così mi sembra, parte dall'ultima riga di bilancio. E decide che il risultato finale deve essere diverso. E da lì sale a ritroso tagliando. Gli obiettivi, messa in questi termini, non mi sembrano proprio gli stessi.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 29/08/08 alle 00:09 via WEB
Beh no. Se io vado a far la spesa, prima stabilsco quanti soldi ho, e come li voglio spendere. Sulla base di quello, faccio progetti, casomai tagliando qualche altra spesa e dirottando i soldi. E' così che si fa. Il Ministero dell'Istruzione non è un corpo separato dello Stato, e le spese dello Stato per l'Amministrazione sono oggettivamente troppe; ergo ciascuno deve far la sua parte, razionalizzando, economicizzando e dirottando i soldi. La scuola ha due problemi: spende troppo e male, e quindi spende troppo poco. Cominciamo a razionalizzare gli sprechi, vediamo i primi risultati e poi si decide se e dove occorre spendere di più, per spendere in nodo mirato e meglio. Mi pare che la prassi seguita dal Governo sia ineccepibile. fdn.
 
     
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 29/08/08 alle 00:21 via WEB
Credo che la differenza tra il mio punto di vista e il tuo sta nel fatto che tu sei convinto che poi si parlerà di spendere in modo mirato e migliore, e io, da par mia, non riesco a vedere questo intento di prima e di poi, ma solo un'ansia di tirar righe su voci di costo. sia chiaro, il tuo poi è nei miei desideri. è la fiducia che mi manca.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 29/08/08 alle 00:29 via WEB
Non voglio far né il processo alle intenzioni, né usare la materia per polemiche di ordine più generale. Di sicure ci son deu cose: economicizzare razionalizzando, è comunque un vantaggio. E gli intenti formativi di questa compagine governativa ci sono, e sono ambiziosi: portare la formazione scientifica e professionale su standard da paese avanzato. Possiamo discutere queste, ma è il giusto confronto civile, visto che la scuola appartiene alla collettività, cioè a tutti. Ma di sicuro, le economie che si otterranno con queste linee programmatiche sono condivisibilissime, utili e opportune. fdn.
 
     
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 29/08/08 alle 07:26 via WEB
un paio di considerazioni, che ieri mi erano rimaste nella tastiera. L prima, banalissima domanda: siamo davvero sicuri che con queste decisioni la scrematura avverrà per criteri meritocratici (solo i migliori e i più motivati resteranno) o che alla fine non si finirà per procedere secondo la solita logica di ruoli e graduatorie?
Secondo e più importante punto. Dal momento che la scuola dovrebbe rappresentare tra i servizi ai cittadini (insieme alla sanità che si cita giustamente nella discussione da antonia) uno di quelli che merita maggiore attenzione, non credo che procederei nel modo da te indicato (vale a dire vedo quanti soldi ho a disposizione e poi esco a farla spesa). Credo che per prima cosa stabilisco i livelli di servizio che devo/posso/intendo/voglio/vorrei-tanto raggiungere e poi modulo in base a ciascun livello la spesa necessaria. Perchè è chiaro che se è del livello minimo che ci si accontenta, si può tranquillamente dimezzare il numero dei docenti e raddoppiare il numero degli alunni per classe. Ma spero che questo non sia negli obiettivi di nessuno.
Un'ultima nota (e con questo diventano tre le osservazioni). Ieri abbiamo ragionato sulla questione progettifici e ti ho detto che negli ultimi tempi ho fatto sempre più fatica a coinvolgere i genitori nel repereimento dei fondi necessari per far partire i progetti. Però non di soli progetti si tratta. E le iniziative a supporto degli alunni in difficoltà dove le mettiamo? I percorsi di integrazione per gli alunni stranieri? I percorsi di recupero? Gli insegnanti di sostegno per gli alunni disabili? I primi tagli, giocoforza, andranno in questa direzione, perchè è qui che ci sono meno tutele (anche sindacali, ebbene si) e meno garanzie. Traduco: sarà più facile intervenire sugli strumenti e sul personale che seguono i casi di disagio, invece che lavorare sulla qualità. Cosa che credo non potrebbe accadere se l'approccio fose sistematico e mirato e mettesse l'aiuto a chi è in situazioni di difficoltà nelle questioni irrinunciabili.
 
     
fattodiniente
fattodiniente il 29/08/08 alle 09:59 via WEB
No, non funziona così. 1) la scrematura avverrà semplicemente per blocco del turn over e blocco delle assunzioni temporanee (supplenti annuali, che sostituiscono permessi, maternità, posti vacanti ecc). Di fatto il posto non lo perde nessuno: semplicemente non si assumono nuovi precari. 2) fammi capire perché se Berlusconi promette tagli delle tasse, più pensioni, niente ICI, è un venditore di sogni; mentre se la scuola pretende di impegnare risorse che non ci sono, è cosa buona e giusta. L'economia è un metro che dovrebbe valere per ogni aspetto della vita pubblica, o no? In ogni caso, sarà o no moralmente giusto che la scuola PRIMA di pretendere nuovi investimenti, spenda meglio quello che ha ed eviti gli sprechi. Tu non pagheresti MAI tre operai per fare in casa il lavoro di due: perché a scuola invece sì? 3) Risposta semplicissima: in una scuola di 10 classi e 30 insegnanti, togli 7 insegnanti inutili, di fatto un doppione degli altri due; considera che in ciascuna classe, le ore dedicate al recupero sono sei settimanali (le compresenze/contemporaneità degli insegnanti). I tre che restano li mandi a far recupero ed integrazione a tempo pieno per tutta la scuola, per un totale di SETTE ore per classe. Risultato: risparmio secco del 25% circa di stipendi e aumento delle ore di recupero pro capite. Ti garantisco che non esiste NESSUNA norma allo stato attuale che vieti ad un istituto di fare così, con l'autonomia si può fare benissimo. Quanti istituti lo fanno? NESSUNO. Perché ai maestri così non piace, il che dimostra perfettamente come quelle dei recuperi, dei sostegni, dei laboratori siano bubbole inventate per giustificare il fatto che i maestri preferiscono lavorare in tre invece che in due, senza nessuna altra vera considerazione.
 
     
fattodiniente
fattodiniente il 29/08/08 alle 10:06 via WEB
Scusa, ho risposto che ero ancora mezzo addormentato. In una scuola di 10 classi gli insegnanti sono 15. Il risparmio secco è del 13%, non del 25. Ma resta ragguardevole: circa 72.000 euro l'anno per scuola. C'è davvero da non sapere come spenderli: anche ammesso che solo una parte di essi rimangano in bilancio della PI (diciamo pure il 40%), ogni scuola avrebbe/avrà un 30.000 euro l'anno in più per computer, laboratori, materiali ecc. E lo Stato risparmierebbe ancora qualcosa come 40.000 euro l'anno. Avendo una scuola che funziona meglio e segue di più gli alunni in difficoltà. Se questo ti pare un cattivo ministro...
 
     
linee_di_fuga
linee_di_fuga il 29/08/08 alle 11:07 via WEB
L'autonomia, grazie a Dio, non è una novità introdotta dal ministro di Berlusconi. L'autonomia è un processo ampio che riguarda tutta la P.A. a partire dalle riforme di Bassanini che comportavano: trasparenza, economicità, conclusione certezza di conclusione dei procedimenti, carte dei servizi, responsabilità etc. Sei mai entrato in una classe elementare pubblica in quartieri cittadini nemmeno a rischio o ad alto tasso di presenza di immigrati? Una "novità" è la reintroduzione da parte del Ministro del voto di condotta ai fini della promozione, niente da dire o quasi per le superiori, ma alle elementari...?!
 
     
fattodiniente
fattodiniente il 29/08/08 alle 11:45 via WEB
Guarda che insegno alle elementari da 26 anni, ehm... E il 17% della popolazione scolastica della mia scuola è formato da extracomunitari: moldavi, romeni, albanesi, maghrebini, cinesi. Ma tanto per dirla tutta, alla scuola dell'autonomia son venute resistenze feroci da parte del corpo docente e dei sindacati (massimamente la CGIL), tanto che il ministro Berlinguer divenne la figura più odiata dei suoi anni, e il centro sinistra ci perse pure le elezioni anche per questo. Sul voto in condotta dico solo questo: il 74% dei lettori di Repubblica è d'accordo per il voto in condotta alle elementari, vorrà dire qualcosa? E addirittura il 90% dei lettori del Corriere. Poi, se un insegnante non ritiene educativamente valido, o diseducativo, il voto in condotta, dà 9 a tutti e problema risolto, esattamente come si dà "buono" a tutti in informatica senza manco avere un pc a scuola. E se parimente non gli garba il grembiulino, glielo fa togliere, esattamente come ora, se invece pretende il grembiulino, tuii lo portano, anche in assenza di leggi in materia. Si chiama pragmatismo. E allora?
 
stoico.epicureo
stoico.epicureo il 29/08/08 alle 18:15 via WEB
Cara MT. La scuola è fatta di insegnanti e studenti, modelli amministrativi e programmi didattici ministeriali . Questi ultimi sono strumenti che a mio avviso incidono modestamente sul risultato. Non raccontatemi balle, la qualità dell'insegnante e la capacità dei genitori di motivare il figlio ad essere un alunno sono gli elementi chiave. Per entrambi..che Dio ci aiuti. Circa il ritorno al voto e al 5 in condotta sono favorevole. Favorevole pure al maestro unico. La soluzione di un problema non può essere trovata prima che si capisca qual'è il problema. La verità è che noi vediamo solo le conseguenze del problema. Ti assicuro che i docenti, specie alle medie e alle superiori sono veramente delle capre. Non parliamo poi dell'università in cui i docenti si limitano a presenziare a poche ore di corso, lasciando poi le lezioni ai cultori di materia (ovvero laureandi o appena laureati che saranno inseriti nella carriera accademica a patto di spalare la m..per i docenti). Una soluzione in testa io l'avrei ma cozza con il mio dogma religioso e con la morale di una democrazia.
 
 
stoico.epicureo
stoico.epicureo il 29/08/08 alle 18:22 via WEB
fattodiniente, quando porta esempi di pragmatismo e vita ordinaria nella scuola di oggi, mi sembra offra uno spaccato interessante che dimostra come l'istruzione di base (parlo di quelle che ai miei tempi erano le scuole elementari e poi le medie) veniva amministrata con pochi mezzi ma assai efficacemente adoperati. Ricordo a tutti che pretendere di insegnare informatica a scuola è una vera idiozia. Il pc ai nostri giorni viene visto dai bimbi come un elettrodomestico, non si insegna a scuola come si usa la lavatrice o il telefono. e il loro funzionanento e progettazione si insegna si..ma all'università! Smettiamola di giustificare il tutto con la mancanza di mezzi.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/08/08 alle 10:40 via WEB
Tanto per finire il discorso, e chiarire del tutto le dimensioni della questione. Una scuola di medie dimensioni (diciamo 10 classi e 200 alunni), costa allo Stato solo di insegnanti all'incirca un milione di euro l'anno. Una sola scuola, neanche grande. fdn.
 
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