Creato da SandaliAlSole il 29/07/2005

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A far la calza

Post n°2107 pubblicato il 15 Settembre 2008 da SandaliAlSole
 

La riflessione proposta da Lilith nel suo ultimo post è amara e quantomai veritiera. Anche e soprattutto alla luce delle dichiarazioni del Ministro Gelmini in merito alla possibile riduzione dell'orario scolastico.

E io già lo so che fattodiniente obietterà che non si può confondere nè si deve confondere la didattica con l'assistenza alle famiglie. Che le due cose stanno su piani differenti. E che il tempo scuola strutturato sulle 40 ore settimanali risponde forse più a una necessità delle famiglie che a una necessità didattica reale. 

E' vero che se si torna indietro nel tempo, quando andavo a scuola io il doposcuola - così si chiamava - era frequentato da chi, avendo la mamma lavoratrice, non aveva nonne o zie in grado di occuparsene in attesa del rientro dei genitori. E' altrettanto vero che quella che 40 anni fa era esigenza di pochi, oggi è esigenza dei più. E guardare all'esperienze all'estero è sicuramente importante, a patto di considerare tutti gli elementi in gioco: supporti sociali e alle famiglie inclusi.

Per questo motivo, non mi stupisco, nè mi stupirò, se alla fine saranno (saremo?) sempre più donne a concludere che no, non ne vale la pena. E ritorneranno (ritorneremo?) in casa. Nei secoli dei secoli. Perchè così era e così sarà.

Per chi desidera seguire le discussioni in corso, fino alle 18 se ne parla qui.
[l'immagine è ripresa da qui]

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Commenti al Post:
fattodiniente
fattodiniente il 15/09/08 alle 19:31 via WEB
Sai qual è il problema, Miti? La disonestà intellettuale (non tua, sia chiaro). La riforma Moratti prevedeva una cosa di semplice buon senso: il tempo facoltativo. Chi lo desidera, fa 30 ore, chi no (perché fa altro, o non ne ha bisogno) 27. La riforma Moratti non è mai stata abrogata, solo che la facoltatività è stata resa impraticabile, e privata di ogni significato, con trucchetti e mosse varie. Perché ai maestri e ai sindacati non piace: perché crea problemi di orario, perché crea o rischia di creare una contrazione dell'organico, perché "i bambini è meglio che stiano a scuola". Sicché alla fine non sono i maestri che vanno a scuola per i bambini, ma i bambini che devono andare a scuola per far lavorare i maestri. E allora tutta la faccenda dell'orario rivela la sua vera natura, e la disonestà intellettuale di chi difende l'orario attuale. Per chi ha bisogno, al di là di ogni considerazione, la scuola garantisce il tempo scuola. E sarebbe anche opportuno contestare la Gelmini qualora non mantenga l'impegno di aumentare il tempo pieno del 50%, e casomai aiutarla nell'impegno, e sarebbe nell'interesse di tutti. Perché non lo si fa? Per prevenzione, pregiudizio, piccoli calcoli di bottega (i maestri preferiscono il modulo, molto meno impegnativo come orario e carichi di lavoro del tempo pieno), per convenienza politica (chi ammetterà mai che un ministro di destra fa una cosa di semplice buon senso?). Perché allora indignarsi, quando con una semplice mossa si dà a chi a bisogno (che se ne fanno i genitori che lavorano di due pomeriggi o tre? gliene servono 5) e si dà la possibilità a chi vive le 30 ore come impegno, di fare altro, o di stare con i genitori. Ti sembra il mio un discorso di parte? Irragionevole? Dimmelo.
 
 
fattodiniente
fattodiniente il 15/09/08 alle 19:36 via WEB
Vale per tutti coloro che han qualcosa da dire: rispondete ai miei rilievi, confutateli nel merito, e dimostratemi che quel che dico è prevenzione di parte, sempre stando al quid.
 
fattodiniente
fattodiniente il 15/09/08 alle 19:47 via WEB
Aggiungo una cosa. Le maestre che si mettono il lutto al braccio, le dovreste vedere quando si tratta di fare gli orari: tutte a rimpallarsi i pomeriggi, che nessuno vuol fare, tutte a cercare di far lezione di mattina. Perché al pomeriggio far lezione è più faticoso, difficile, e molto meno produttivo didatticamente. E' un fatto, un semplice fatto che qualsiasi maestra conferma, in separata sede. Qualcuna che preferisce i pomeriggi c'è, per ragioni sue personali e magari anche per convinzione, ma vi garantisco che sono molte di più quelle che preferiscono, magari tacendo, il maestro unico: perché si lavora meglio, e con più senso. Altro che lutto al braccio...
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 16/09/08 alle 00:40 via WEB
ciao fdn, ti aspettavo.
premetto, anche se non ve ne è bisogno, che il mio è il punto di vista dell'utente e non dell'operatore scolastico. quindi tutte le mie riflessioni sono la voce del genitore. Alle elementari ho scelto per le mie figlie una scuola che garantisse le 40 ore a tutti i bambini, inclusa la mensa, che però con la riforma moratti è divenuta facoltativa per chi poteva/voleva tornare a casa a mangiare. Diverso è il caso delle scuole medie. Perdonami, so che dovrebbero esser primarie e secondarie di primo grado, ma alla fine per me sempre medie sono. La prima non aveva alternativa: 30 ore per tutti, tranne una classe che rientrava due pomeriggi, del tutto insufficienti, come tu sottolinei, se il problema è che i genitori lavorano entrambi. Per la seconda due alternative (stessa scuola eh, semplicemente prima e dopo la riforma): 27 o 33 ore. scegliamo le 33, perchè la proposta didattica che ci viene fatta ci convince: potenziamento per i bambini che hanno bisogno di aiuto, attività di approfondimento per tutti gli altri (scrittura creativa, conversazione in inglese, informatica, storia del cinema e letteratura, metodo di studio). le classi vengono costituite normalmente, ma i ragazzi delle 33 ore si fermano nelle ore in più a seguire, per l'appunto, le sei ore aggiuntive. Per la terza, (stessa scuola, nuova versione della riforma), l'opzione è 29 o 33 ore. Questa volta, la proposta didattica è talmente insipiente (origami, maschere in cartapesta e via discorrendo) che ci fa optare per le 29 ore.
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 16/09/08 alle 00:48 via WEB
Proseguo, temevo di perdere il romanzo.
Come vedi, sono io la prima ad avvalermi della facoltà di scelta, laddove mi viene offerta. Quel che io noto, tuttavia, è che sempre più spesso attivitàche dovrebbero essere opportunità per i ragazzi e per le famiglie, si annullano. Non so dirti per colpa o per merito di chi, non conosco i meccanismi interni. Io vedo il risultato. e il risultato assomiglia sempre di più a quei tristissimi doposcuola della mia infanzia, nei quali l'importante era far passare il tempo, nell'attesa che i genitori rientrassero. Nessuno chiede alla scuola di sostituirsi alla famiglia, ma tra il sostituirsi e il complementare ce ne passa. o no? Ora, sostenere a priori che per i bambini sono sufficienti 24 ore alla settimana di lezione, significa privarli automaticamente di 132 ore di lezione all'anno, che in 5 anni si traducono in 660 ore di scuola in meno. Sai che patrimonio potrebbero rappresentare per i molti bambini quelle 660 ore?
 
   
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 16/09/08 alle 00:56 via WEB
E quelle 660 ore, gestite a mo' di parcheggio, oppure gestite in un'ottica formativa farebbero per tanti, per molti, una grossa differenza. E allora vedi che, prevenzione o meno, le famiglie si inquietano. Perchè il messaggio che arriva, a noi famiglie, dice sostanzialmente questo: care mamme e cari papà, i vostri bambini faranno lezione per 24 ore alla settimana, se avete bisogno di ore in più la scuola ve le offre, con personale esterno, preso dalle cooperative comunali (esattamente come accade oggi per i servizi di prescuola). Qualche mamma si scoraggerà: già succede. Rincorrere la vita, i figli, le scuole, il lavoro, la casa e quel perenne senso di impotenza e di non arrivarci mai. E così si molla il colpo. si torna a far solo le mamme, almeno il senso di colpa non ce l'hai. e così il dopo scuola glie lo fai tu. Oppure ti rivolgi alla scuola di fronte. confessionale o meno. privata,comunque, che ancora ti offre lo specchietto di un'offerta formativa che vada un po' oltre il minimo sindacale. Colpa del ministro? colpadei maestri? Il concorso di colpa credo che potrete stabilirlo voi all'interno delle scuole. Noi, che aspettiamo fuori dai cancelli, e che serviamo per tirar su i soldi quando voi non ce la fate per colpa del comune, o del ministero o chissà di chi, alla fine ne riceviamo solo la sensazione che nessuno abbia voglia di investire sui nostri bambini e sui loro anni tra quelle pareti e quei banchi. e non è una bella sensazione.
 
     
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 16/09/08 alle 00:59 via WEB
Un'ultima cosa: da prevenuta rispetto alla ministro Gelmini quale sono, ho trovato fuori luogo i bracciali a lutto davanti ai bambini questa mattina.
Da prevenuta quale sono, ho trovato interessante anche questa lettura qui .
Grazie se avrai la pazienza di leggere fino in fondo questi lunghissimi commenti
 
elioliquido
elioliquido il 16/09/08 alle 05:51 via WEB
Ciao Miti. Che tu abbia optato per le 29 ore conferma le argomentazioni di fdn. Ci sono due scelte possibili, politicamente, che sono tagliare lo spreco tout court oppure spendere meglio l'attualmente sprecato. Chiaramente tu sei per la seconda, ma mi sembra anche fdn, anche alla luce di altri suoi interventi precedenti. Il problema che solleva, e con cui concordo, è che se tutto viene lasciato così com'è, quasi nessuno di chi ora "salta su" ha nulla da ridire sulla gestione attuale. Altrimenti sarebbe già successo, si sarebbe ben visto. Eppure tu opti per le 29 ore. Cioè nessuno salta su per la qualità che non c'è, ma solo quando arriva il "destro" che vuole tagliare gli sprechi. Come ho scritto esordendo, ci sono due direzioni possibili. Ma quella del miglioramento dell'offerta non sembra sia stata imboccata seriamente da nessuno già da... "sempre". In pratica sembra che la soluzione "Gelmini" tagli un ramo morto, ma insieme cassi anche ogni possibilità di avere qualcosa di meglio. Più che nel merito, l'aspetto preoccupante è dunque che questa soluzione, che in quanto taglio di uno spreco (che tale è, soltanto o soprattutto, se tale è) (non ho contatto con la vita scolastica e mi rimetto a quello che leggo) non potrà altro che essere comunque bene accolta da molta gente, fa parte di un orientamento che non si limita all'invito alle donne a tornare a fare la calza (peraltro con lo stupido appoggio di una donna), ma tende a far tornare una certa parte di popolazione priva di voce in capitolo su ogni aspetto della vita politica, in senso stretto. Sull'ultimo numero di un settimanale, un articolista teorizza l'avvento di una nuova lotta di classe, quella dei potenti che si riprendono il 100% del potere. Del resto non esiste un'entità superiore a tutti che redistribuisca il potere, per cui la legge del più forte non è mai venuta meno, e se il "piccolo" si siede sul poco che ha ottenuto, e non mantiene vivida la propria forza con un po' di "allenamento spartano", la perde, e con essa perde pure le acquisizioni che ha fatto. Oggi il "piccolo" fa i conti con uno stile di vita superiore a quello che può permettersi, sul quale si è buttato a capofitto, dimenticando tutto il resto e restituendo, a chi già lo deteneva per buona parte, il massimo del potere di azione sui rubinetti. Il fatto che si "veda" l'azione della Gelmini come una mossa senza ritorno, cioè non come un taglio a uno spreco, ma un taglio a tutto, che non lascia e non lascerà spazio a nuove spese fatte meglio, credo che derivi dalla percezione di questo orientamento governativo a tutto campo. Altrimenti non ci sarebbe alcun motivo di preoccuparsi, perché a questo taglio potrebbe benissimo, perché no, seguire un più o meno corposo investimento reale nell'istruzione. Ma temiamo che al parziale "risanamento" non seguirà alcun investimento, e per il motivo di cui sopra. Oltre al fatto che, nell'ottica del motivo di fondo di tale risanamento, esso lambirà anche aspetti che non lo riguardano. Ci aspettiamo che il "risparmio" toccherà più voci di quelle necessarie all'eliminazione dello spreco. Criticare il taglio induce a depistare il discorso, offrendo motivi autenticamente validi a contestare la critica. Il resto questi lo promettono, poi ovviamente faranno come evidentemente dovranno fare con altre promesse fatte anche in campagna elettorale. Costi quel che costi, e molta (o tutta) televisione e poca (o zero) sostanza. Bella la foto.
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 16/09/08 alle 07:18 via WEB
Grazie Franco, davvero.
Preciso una cosa, tuttavia. Tu scrivi "Cioè nessuno salta su per la qualità che non c'è, ma solo quando arriva il "destro" che vuole tagliare gli sprechi.". Beh, non è esattamente così. Nel caso specifico, sono due anni (ovvero da quando è stata modificata l'offerta formativa per le 33 ore) che i genitori e i comitati dei genitori chiedono con interventi nelle sedi e nei luoghi deputati non il ritorno al passato, ma una proposta più arricchente di quella attuale. è chiaro che se non esiste percorso alternativo, alla fine uno torni ad esercitare la famosa scelta.
La stessa cosa, giusto per fare un parallelismo, riguarda il servizio mensa. Se la qualità attuale non è adeguata, non si abolisce il servizio mensa tout court o lo si rende "indesiderabile" ai più, ma si lavora per elevarne la qulità. E questo io l'ho sempre detto, nelle millanta riunioni alle quali partecipo e ho partecipato.
Poi, ed è questo l'anello che manca a me, io da utente non riesco a percepire se la mancanza di qualità o la mancanza di volontà nell'accrescere la qualità dell'insegnamento sia da attribuire agli insegnanti, al ministero, al provveditorato. Io vedo però che c'è sempre meno voglia di investire e sempre meno motivazione a farlo. Sì. hai ragione. il mio timore è proprio quello che citi in fondo: che al parziale risanamento non segua alcun investimento. con buona pace dell'Ocse e di tutto il resto.
 
   
elioliquido
elioliquido il 17/09/08 alle 07:07 via WEB
Certo, dicendo "nessuno" non è che intendevo proprio nessuno. Ma gli articoli di giornale sulla "riforma Gelmini" ora si sprecano, e danno la misura di quanti siano entrati ora nell'arena, e di quanti di essi ne siano rimasti fuori fino a poco fa.
 
 
elioliquido
elioliquido il 17/09/08 alle 07:08 via WEB
Riassumo per punti. Se (non ho dati diretti per saperlo) c'è uno spreco è corretto tagliarlo. Se si oppone resistenza al taglio di uno spreco si passa dalla parte del torto. A mio avviso questo governo, sfruttando il "ritorno d'immagine" del taglio di uno spreco (l'acqua sporca), tende a tagliare ben altro che lo spreco (sia il bambino che l'acqua sporca), e piazza permettendolo lo farà senza mezze misure. A mio avviso questo governo (la parte di esso che decide veramente, composta da pochissimi ministri e da altri personaggi che dal governo stanno completamente fuori) ha la volontà politica (nel lungo termine) di instaurare una situazione di vassallaggio, servitù della gleba, con un abbassamento del livello di benessere dei ceti medi e poveri, e la concentrazione del potere in mano a pochissimi. Questo governo non ha una politica univoca in merito ai tagli di sprechi.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 16/09/08 alle 12:39 via WEB
Mi sembra di essere tropo stringato ma non credo che qualcuno me ne vorrà. In tutti i discorsi fatti emergono ai miei occhi (molto miopi, lo so) due difetti: nessuno parla di merito dei maestri e degli scolari, per cui una revoca dell'appiattimento sindacalista sarebbe la vera rivoluzione; non mi pare che le donne stanti a casa abbiano solo la calza da fare. Mi madre ha cresciuto noi figli e qualche nipote (insieme a mia sorella) e devo dire che, insieme alla conduzione dell'economia domestica, merita una laurea. UP.
Gli atteggiamenti di EL e FDN sono comprensibili ma mi ricordano un detto: attenti a non buttar via il bimbo insieme all'acqua sporca.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 16/09/08 alle 12:46 via WEB
P.S. Mia madre (con qualche limite conoscitivo, è da ammettere) faceva anche da doposcuola. Con gioia di tutti. Anche per qualche mio compagno (gratuitamente) che aveva la mamma lavoratrice. Qualcuno di questi ragazzi, ahimè vecchie cariatidi come me ora, chiama mia madre "zia". Sempre UP.
 
   
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 16/09/08 alle 12:58 via WEB
Ciao Caro Up,
credo che il merito sia proprio una delle cose sulle quali pone più forte l'accento fdn. detto questo, io sono convinta che le questioni non si elidono a vicenda e che quando si parla di qualità della scuola è necessario misurare un insieme fatto di strutture, insegnanti, alunni, famiglie (non dimentichiamole, please!). Se si cancellano alcune premesse importanti, però, merito e qualità sono esclusi in partenza.
io sono convinta che le donne in famiglia siano ben più che una risorsa. il punto è se scelgono di starvi o se vi son costrette da circostanze e /o condizioni. o no?
Grazie, comunque.
 
magdalene57
magdalene57 il 16/09/08 alle 12:40 via WEB
interessante dibattito..:-) che porta comunque al finale che tu hai evidenziato. quando manca il lavoro per tutti, si creano i presupposti perché qualcuno debba rinunciare. questa è la volta delle donne. che se non ci pensano loro, ai figli, chi ci deve pensare?
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 16/09/08 alle 12:59 via WEB
è la nostra grande risorsa. e la nostra grande croce, vero margy? :)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 16/09/08 alle 23:22 via WEB
Mag, hai ragione da vendere quando parli della condizione femminile. Tanto ragione, che scaricare tutto sulla scuola mi pare un atteggiamento di comodo assai. E ha gioco facile chi dice che alla fine gli insegnanti, formati e dotati di strumenti fin che vogliamo, non possono essere babysitters. Il problema della condizione femminile è una questione metafisica (non ridere, è una faccenda serissima, quella che Heidegger chiama "dominio della tecnica"), e cioè il modo di pensare occidentale, che volto al produrre e alla cosalità delle cose, perde clamorosamente di vista la dimensione umana dell'esistenza(e vale in toto anche per il pensiero di sinistra). La questione è complessa e lunga, ma proprio per questo dire che i tre maestri possono risolverla è meno di una illusione, perché nasconde la vera natura del problema. E non è giusto nei confronti della scuola ch enon è un parcheggio, per quanto di lusso. fdn.
 
fattodiniente
fattodiniente il 16/09/08 alle 14:53 via WEB
Grazie a tutti per le risposte intanto. Mi rendo perfettamente conto di essere spesso irruento, ma so anche di non avere interessi personali da difendere. E allora cercherò di esser breve. Ho timori anche io per i futuri re-investimenti, ma io la vedo così: 1) la scuola può reclamare di più, quando dimostrerà di saper spendere meglio e sprecare meno. E ora come ora, è disegnata sugli interessi dei maestri e dei sindacati. La faccenda delle 27/30 ore lo dimostra chiarissimamente. 2) L'azione politica non consiste nell'opporsi ottusamente a tutto (in nome di nostalgie e di difese corporative che davvero non possono appartenere ad una società moderna in continua evoluzione), ma nell'incalzare l'interlocutore, nel costringerlo alla coerenza. Sfidiamo la Gelmini su ciò che dice: invece che mettere inverecondi e diseducativi braccialetti (meno male che non han usato stelle gialle a 'sto punto...), chiediamo per ogni scuola una sezione a tempo pieno, e poi l'anno prossimo si vede. O la Gelmini e il governo stanno agli impegni da loro stessi assunti, o perdono la faccia davanti a tutta l'Italia e se ne vanno a casa. Il timore è che molta parte della sinistra tema questo più della morte, perché se poi Gelmini concede davvero il tempo pieno... come ammettere che un ministro di destra governa bene, e fa qualcosa da cui tutti davvero traggono giovamento? Le sfide bisogna saperle lanciare e affrontarle...
 
eirecam
eirecam il 16/09/08 alle 22:45 via WEB
Fattodiniente legge le Favole in classe e ci crede pure!!!! " O la Gelimni e il governo stanno algi impegni da loro stessi assunti o perdono la faccia davanti atuta l'Italia e se ne vanno a casa" Tanto alle prossime elezioni (visto che solo Casini ha detto che è un'assurdità l'eliminazione della preferenza)sarà il partito che li candiderà e manderà in altre poltrone. " La Gelmini concede davvero il tempo pieno ... fa qualcosa da cui tutti traggono giovamento" amesso che un maestro copra TUTTO l'arco di permanenza-studio in classe se per patercipare a quella classe non ci saranno corsie preferenziali e non ci saranno stranieri con necessità di supporto della lingua italiana se anche ci fosse qualcosa di cui ci accorgeremo a fine quadrimestre quando il ministro Gelmini avrà definito tutte le circolari del caz... i bambini avranno perso I BAMBINI AVRANNO PERSO Questa ERA la scuola che funzionava E se si guarda non solo ai paesi che spendono poco.... meglio non fare figli anzi.....mandiamoli nelle scuole private perchè io pago le tasse anche per le loro scuole.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 16/09/08 alle 23:09 via WEB
Veramente, nel lunghissimo dibattito s'è dimostrato che tanto bene questa scuola non funziona, stando ai dati internazionali, e che comunque i risultati di 20 anni di 3 insegnanti (tutta la generazione sino agli attuali 30enni) li vede solo chi li vuol vedere. Comunque, ognuno crede quel che gli pare, nessun dubbio. Io parlo per esperienza diretta, però. Ma se nemmeno questa conta, lascio la guerriglia e la conflittualità permanente a chi si diverte così. A occhio, un 60% di italiani ne ha abbastanza di questo atteggiamento, e qualcosa vorrà dire. fdn.
 
   
ossimora
ossimora il 17/09/08 alle 19:24 via WEB
vuol dire moltissimo.
 
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