Sconfinando

del tipo "tutti colpevoli, nessuno colpevole"....

infatti. questa è laderiva successiva. :(

non semplificherei troppo in questo modo.

è l'aria che tira. quella che si respira, in metro, negli uffici, al supermercato. l'aria del tutta un'erba un fascio. e io la trovo greve.

pesantissima ,anzi intollerabile.Ciao Miti Anto

si è passati dal qualunquismo al tuttugualitarismo! e poi mi dici che non devo tirare il freno d'emergenza???

Quanto segue non è un'argomentazione a supporto dei "ve lo siete meritato", né a supporto di altro (qualsiasi) da cui mi dissocio a priori, per sicurezza. È solo un'osservazione su un solo aspetto della questione. Nella gran parte dei casi, e quando considero una questione con attenzione, la mia contrarietà a mettere tutti sullo stesso piano è uno dei motivi che per esempio mi fanno guardare di sbieco certi sindacati (attenzione: quelli di oggi, non quelli di cent'anni fa; e questa è una distinzione concessa se la si fa in altri contesti, altrimenti non la si fa in alcun contesto), o certe argomentazioni di certi sindacati. Tu parli di privazione della essenza sociale dell'ugualitarismo. Ma non esiste un modo per mantenerlo in un ambito e negarlo in un altro. Se una categoria, un gruppo, si presenta compatto di fronte ad una controparte, automaticamente i suoi componenti si dichiarano ugualitari. Loro per primi. Per me, preferisco presentarmi compattato in una categoria a seconda di chi è la controparte, e a seconda della causa in oggetto. Perché non sempre la categoria in cui potrei essere inserito è difendibile. Dipende dal contesto. Sia chiaro che, sempre a seconda della questione, sono anche disposto a "prenderle". In ogni caso, una volta che mi sono collettivizzato, non posso poi pretendere di chiamarmi fuori. Un altro discorso è che se qualcuno prende due elementi "marci" su cento, di un gruppo sociale (o cos'altro), e li "eleva" a rappresentanti del gruppo sociale stesso, sta barando. In quel caso il resto di quel gruppo deve rispondere alla menzogna. Però non sempre le argomentazioni di tale risposta sono congrue, consistenti. Non sempre fanno pensare che ha ragione quel gruppo. E siccome sono date dal gruppo, dalla categoria, non sai se quei due di cui sopra siano gli unici e gli altri li sostengono per motivi ics, o se siano ben più di due. In qualunque caso, sai che la risposta è data da un gruppo, che come tale vuole essere valutato. Ripeto che ci sono dei casi in cui viene difeso l'indifendibile, per ragioni che non sono di vantaggio personale individuale, e che sono invece del collettivo. Così come ci sono casi in cui ci si chiama fuori, se nella fattispecie si considera incongrua la posizione della collettività di cui si fa parte. La propria mobilità di posizione è percepibile molto meglio nelle piccole faccende. In ogni caso, se e quando difendo il cattivo operato di uno che fa parte del mio gruppo, in un certo contesto, so che il suo cattivo operato è un fatto oggettivo, e che basandosi su quel fatto oggettivo il mio interlocutore mi attribuirà la stessa valutazione che avrà dato a quell'altro tizio. Io stesso, presentandomi come uno qualunque di quel gruppo, come fossimo tutti uguali (altrimenti il gruppo è un falso), mi faccio carico di quel cattivo operato. Ovviamente tutto questo discorso riguarda solo i casi delle categorie che come tali si propongono alla società o a specifiche controparti, e non per esempio gli immigrati, la cui categoria non nasce da loro stessi, ma viene inventata dall'esterno. Infine una considerazione sulle opinioni "di strada". Molti vedono se stessi come i più bravi. C'è chi esalta le malefatte altrui e sminuisce le proprie. Nell'ugualitarismo di cui parli trovano la via facilitata. Perché contrappongono blocchi di persone diverse da loro, a blocchi di persone di cui fanno parte. E tra "conbloccati" hanno le stesse argomentazioni, si frequentano nella vita di ogni giorno, e si danno ragione a vicenda. Trovano conferme anche sulla carta stampata (basta scegliere a quale riferirsi). Anni e anni fa, quando non esisteva nemmeno il presentimento di questo clima attuale (per dire, Gorbaciov era ancora segretario del PCUS), un mio compaesano disse a un nero che gli proponeva delle cinture, "te ne ho comprata una la settimana scorsa, ed è già tutta rovinata". L'altro rispose "no, io non ero qui la settimana scorsa". E il bianco caucasico replicò "se non eri tu era tuo fratello: siete tutti uguali". Più ugualitarismo di così! Solo che la gente non era così nervosetta come oggi, e a parte l'offesa nella fattispecie, non succedeva niente. Non si avviavano crociate. Oggi invece c'è un certo surriscaldamento generalizzato. Ci sono delle ripetizioni, ma per eliminarle dovrei riscriverlo ex novo...