Sconfinando

ehh ma povera bambina! tu le parli di educazione civica!! vuoi rovinarla allora!!

Mi è venuta l'orticaria sentendolo. Per lui la democrazia è una perdita di tempo. ciao

figlia, penso alla mia, poche settimane fa ero ospite da lei, mi ha informato che gli altri convitati, parenti del marito, erano tutti PDL, dunque mi astenessi dalle "mie" battute, l'ho tranquillizzata assicurandole che, comunque, non le avrebbero capite, non ha sorriso, ma, seria, mi ha comunicato:"Sei nata per complicare la vita agli altri!" ho accusato il colpo, a volte ancora ci penso

stamattina si parlava giusto di questo e, credimi, due mie colleghe manco sapevano che il berlusca avesse detto questo e quello sull'uso dei decreti legge. decreto legge, ma che è, roba che si mangia?! fa una. che io lo so, lei non legge da quando ha fatto la maturità a ragioneria circa vent'anni fa ( e di mestiere vende libri, ma è un altro discorso). però, le faccio, tu diritto lo hai studiato, possibile che non ti ricordi niente? lo so io che cosa è un decreto legge e ho fatto il classico e lettere all'università. niente, il vuoto, il nulla, ma che frega a lei se il berlusca da domattina farà soltanto decreti legge e poi metterà la fiducia su ogni singolo decreto destinato a diventare legge... domattina le chiedo a freddo che cos'è per lei la democrazia.

Questione complessa, e il decreto legge in passato è stato usato - da qualunque governo - anche più delle leggi discusse e votate in aula. Premetto che in sé trovo l'usanza barbara, al decreto legge si dovrebbe ricorrere in casi di urgenza e di stretta necessità. Nel caso, trovo la cosa singolare: perché blindare un testo con la maggioranza schiacciante che il governo si ritrova? Forse, si temono defatiganti ostruzionismi (altra usanza barbara), ma non se ne ravvedono segni, allo stato. O forse si temono imboscate da qualcuno della propria parte (ma chi? la Lega? ora che ha in pista il federalismo? mah)... boh, non saprei. Ma la questione è complessa per un'altra ragione, e cioè che in Italia l'usanza più barbara di tutte è quella del potere di veto (da parte dei sindacati, della Chiesa, della Confindustria, della sinistra movimentista... di chiunque insomma. E allora è da capire quanto di questo porta alla risposta uguale e contraria: il decreto legge poi approvato con la questione di fiducia. Perché non mi si vorrà far credere che di punto in bianco il governo si mette a far la dittatura quando proprio non ce n'è bisogno. Capisco che è bello pensarlo e gridarlo ai quattro venti, ma ha ragione Pansa oggi sull'Espresso, basta con questa storia. E in ogni caso, io non ne sono affatto convinto. Che le forme democratiche evolvano (e/o involvano) è un fatto, ma che in Italia ci sia una svolta autoritaria di qualsivoglia natura, mi riesce difficile da pensare. Dopotutto, resta (ahimé) il paese in cui non si muove foglia che la CGIL non voglia, e quando vedo la faccia eternamente schifata di Epifani, l'uso del decreto legge mi riesce più comprensibile, e persino tollerabile. Poi, possiamo discutere di tutto...

A Berlusconi dà fastidio il Parlamento, anche se lo controlla con largo margine, per effetto di una porcata elettorale voluta da lui stesso. A Berlusconi dà fastidio che nei dibattiti televisivi qualcuno si permetta di dare torto al governo, anche se si tratta di una minoranza continuamente interrotta e tacitata da un folto suolo di disturbatori professionali. A Berlusconi dà fastidio la Cgil, della quale, insieme alla Marcegaglia, sogna di fare a meno, anche se rappresenta la maggior parte dei lavoratori. A Berlusconi dà fastidio, più di tutto, la magistratura, che da decenni lo «perseguita», favorendo, a quanto pare, il suo inspiegabile arricchimento e la conquista di un potere che, unito a quello economico e mediatico, non ha eguali nel mondo conosciuto. Preso atto di tutto ciò, crediamo di essere ampiamente giustificati se diciamo che anche a noi (e a una miriade di categorie interessate) dà molto fastidio Berlusconi, con tutti i suoi berluscloni e le berlusconettes alla Carfagna, ministre per grazia ricevuta (e concessa).

La CGIL non rappresenta i lavoratori, pochi o tanti che siano: la CGIL rappresenta se stessa, come tutti i sindacati; poi, nello specifico attuale rappresenta la sinistra estrema, esclusa dal Parlamento. Il giorno che i sindacati torneranno a fare i sindacati, sarà un gran giorno per l'Italia. E sarà il giorno in cui anche una buona parte di questa destra inizierà a sparire.

punti di vista. a me non piace la faccia della marcegaglia, è sempre così dura, pare tagliata con l'accetta. rosalux

Il problema è che io dovrei essere rappresentato dalla CGIL e non da Confindustria. Non so dire quanto Confindustria possa esser utile ai miei interessi (poco, suppongo); so per certo che la CGIL non lo è per niente. Ma è una faccenda off topic rispetto al post. fdn.

Va molto di moda attaccare la Cgil, ovviamente tra i politici di stretta osservanza berlusconiana e tra i giornalisti di testate e tv di Sua Proprietà. Guglielmo Epifani, definito «signor no» da Lilli Gruber nel corso di Otto e mezzo, ha raccontato la recente trattativa con Cai, conclusa alla fine con il sì della Cgil, dopo che erano stati ottenuti per i lavoratori risultati migliori di quelli concessi all’inizio. Una cosa normale per un sindacato, almeno nel resto del mondo. In Italia invece, si vorrebbe un sindacato che dicesse sempre di sì (come le cosiddette donne di facili costumi) e che bussasse alla porta dei padroni col cappello in mano (come i pm nei sogni di Berlusconi). In più, ieri mattina a Omnibus, La Malfa e altri spiegavano con visibile fastidio come il sindacato non rappresenti più le masse operaie, ma pensionati e lavoratori garantiti (addirittura statali!). Praticamente la feccia della società, contro la quale per ora si batte a mani nude l’eroico Brunetta, ma si auspica una legislazione speciale sul modello antimafia.

Solo il 20% dei lavoratori si sente rappresentato dai sindacati. La quasi totalità dei lavoratori della piccola e media impresa, vorrebbe dei contratti sul modello di quelli proposti da Confindustria e vive i veti della CGIL (e della triplice tutta) con autentico fastidio. Si potrebbe continuare. fdn.

tua figlia è molto attenta e precisa. il mio non ne parla. lui vive da sempre regolato da decreti legge.... (a parte la battuta, sono proprio curiosa di leggerli questi nuovi testi. questi si stanno predisponendo come se il millennio fosse tutto appannaggio loro e delle loro idee... speriamo che si sbaglino..:-(

almeno LEI aveva studiato........

Una risposta veloce a tutti, e mi scuso per il ritardo che mi rendo conto spegne il gusto del dibattito. I decreti legge devono avere carattere di necessità e urgenza: stabilire a priori che di decreti legge si procederà è un'aberrazione concettuale, prima ancora che legislativa. Per altro, come qualcuno di voi ha sottolineato, ben strana considerata laschiacciante maggioranza che c'è in Parlamento. è dunque un segno, a parer mio, di sprezzo delle minime regole della democrazia: significa, in sintesi estrema, togliere qualsiasi sbocco al contraddittorio, che, evidentemente, non serve. anzi, rischia di mettere in moto qualche domanda nello spettatore.

E' anche vero che in democrazia la maggioranza governa e la minoranza non fa saltare il banco per questo. Potranno non piacere i provvedimenti del governo, ma sono legittimi. Dire come fanno i sindacati della scuola "o si fa in un modo che piaccia a noi, oppure si ferma tutto" (testuale, n.b.), non è democrazia. Anche questo potrà non picere, ma è così. E magari questo spiega un pochino del perchè si ricorre ai D.L. FdN

Il Presidente propugna la libertà. Ogni volta che ne ha occasione e possibilità, travolge i paletti democratici che frenano la libertà.