Sconfinando

L'amore, ai tempi del colera

Probabilmente son io che sottovaluto. E ovviamente mi auguro di aver ragione. Qualcuno, più di uno, ci ha dato degli incoscienti per la nostra decisione di trascorrere le vacanze in Inghilterra. Nonostante la suina. O A/H1N1, che fa un po' meno casereccio. Visto che non cambiavamo idea, sono arrivati i suggerimenti. Evitare musei, metropolitante, luoghi affollati. Ovvero qualunque cosa rientri de facto nel manuale del perfetto turista. Anche in questo caso, l'abbiam presa con quel sano fatalismo che non guasta mai. Se così dev'essere, allora sia. E visto che non è stato, evidentemente così non si voleva che fosse. Ora leggo sul Corriere questa cosa dei decaloghi che in Spagna, in Francia, persino nelle soap opera, tentan di inculcare e far rispettare. Niente baci, pochi abbracci, anche le cordiali strette di mano non sembran più tanto salutari. Fisicità bandita, più o meno. Privilegiare il saluto indiano. Augh, Grande capo. E qualcuno, prima o poi, scatenerà pure la caccia all'untore. Conoscendo la sensbilità ai mal di pancia dei miei connazionali, lo vedo già dietro l'angolo. 
Da parte mia, ho già deciso, saluterò tutti con un affabilissimo... "Taffetà, caro". Esattamente così: