LINFOMA MANTELLARE – Zanubrutinib come seconda linea migliora la sopravvivenza globale nel linfoma mantellare recidivato / refrattario

BeiGene

Zanubrutinib ( Brukinsa ) come seconda linea migliora la sopravvivenza globale nel linfoma a cellule mantellari recidivato / refrattario

Il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) sembra essere numericamente più elevato per i pazienti trattati con Zanubrutinib per il linfoma mantellare recidivato / refrattario nel contesto di seconda linea rispetto alle linee di trattamento successive.

“…Zanubrutinib è un’opzione terapeutica efficace e ben tollerata per il linfoma mantellare recidivato / refrattario. Il trattamento precoce con Zanubrutinib tende ad avere risultati di sopravvivenza migliori “

 

Uno studio ha valutato gli esiti dei pazienti con linfoma mantellare recidivato / refrattario che hanno ricevuto Zanubrutinib negli studi BGB-3111-AU-003 e BGB-3111-206.

I pazienti sono stati divisi in 2 gruppi a seconda che avessero ricevuto il trattamento in seconda linea o in quella successiva.

L’endpoint primario dello studio era la sopravvivenza globale ( OS ). Gli endpoint secondari includevano la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ), il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) basato sulla classificazione di Lugano, la durata della risposta ( DoR ) e la sicurezza.

E’ stato riscontrato almeno 1 effetto avverso di qualsiasi grado nel 96,4% dei pazienti; Il 53,6% ha sperimentato una tossicità di almeno 1 grado 3 o superiore.

Gli eventi avversi di qualsiasi grado si sono verificati nel 94,6% dei pazienti del gruppo di seconda linea e nel 98,2% del gruppo di seconda linea dopo la ponderazione.

Il 56,9% e il 47,8% dei pazienti in ciascun rispettivo gruppo di trattamento hanno avuto almeno 1 evento avverso di grado 3 o superiore.

Il profilo di sicurezza era generalmente comparabile tra i gruppi di seconda linea e quelli di linea successiva prima e dopo la ponderazione.

Fonte: Cancer Medicine 2023

LINK AD ARTICOLO SU EMATOLOGIA.IT

 

Indicazioni terapeutiche di Brukinsa

A) BRUKINSA in monoterapia è indicato per il trattamento dei pazienti adulti affetti da

macroglobulinemia di Waldenström ( WM ) che hanno ricevuto almeno una precedente terapia, o come trattamento di prima linea per i pazienti non-idonei alla chemio-immunoterapia;

B) BRUKINSA, in monoterapia, è indicato per il trattamento dei pazienti adulti affetti da linfoma della

zona marginale ( MZL ) che hanno ricevuto almeno una precedente terapia a base di anticorpi antiCD20;

C) BRUKINSA, in monoterapia, è indicato per il trattamento dei pazienti adulti con leucemia linfocitica cronica ( LLC )

 

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TUMORE AL POLMONE – Enhertu nel carcinoma polmonare non a piccole cellule con mutazione HER2. Prossima approvazione in Europa

AstraZeneca Daiichi-Sankyo

Enhertu ( Trastuzumab deruxtecan ) per i pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule con mutazione HER2 in fase avanzata. Raccomandato per l’approvazione nell’Unione Europea dal Comitato scientifico dell’EMA ( European Medicines Agency )

La raccomandazione del Comitato scientifico ( CHMP ) dell’Agenzia regolatoria europea EMA, di Enhertu ( Trastuzumab deruxtecan ) si basa sui risultati dello studio DESTINY-Lung02 che hanno dimostrato che Enhertu ha ottenuto risposte tumorali forti e durature nella malattia tumorale con mutazione HER2, precedentemente trattata

Enhertu ha mostrato un tasso di risposta obiettiva confermato del 49% e una durata mediana della risposta di 16,8 mesi

Il cancro polmonare non-a-piccole cellule con mutazione HER2 è una forma aggressiva di cancro polmonare che spesso colpisce i pazienti più giovani e ha una prognosi sfavorevole, con terapie approvate limitate.

Enhertu è la prima terapia a dimostrare una risposta tumorale forte e duratura nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato con mutazione HER2 precedentemente trattato, convalidando HER2 come bersaglio nel cancro del polmone e supportando il potenziale di fornire un’opzione tanto necessaria per questi pazienti.

ENGLISH VERSION

Enhertu for patients with HER2-mutant advanced non-small cell lung cancer. Recommended for approval in the European Union by CHMP

Enhertu’s recommendation is based on DESTINY-Lung02 trial results which have shown Enhertu has achieved strong and durable tumour responses in previously treated HER2-mutant disease

Enhertu showed a confirmed objective response rate of 49% and median duration of response of 16.8 months

HER2-mutant non-small cell lung cancer is an aggressive form of lung cancer that often affects younger patients and has a poor prognosis, with limited approved therapies.

Enhertu is the first therapy to demonstrate a strong and durable tumour response in patients with previously treated HER2-mutant advanced non-small cell lung cancer, validating HER2 as an actionable target in lung cancer and supporting the potential to provide a much-needed option for these patients.

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TUMORE AL POLMONE – Sopravvivenza a 6 anni con la doppia immunoterapia a base di Nivolumab e Ipilumumab nel carcinoma polmonare non a piccole cellule

BMS

Risultati positivi a 6 anni per la combinazione Opdivo / Yervoy nel cancro del polmone non a piccole cellule

Sono stati presentati i risultati di follow-up a 6 anni di uno studio in fase avanzata su Nivolumab ( Opdivo ) più Ipilimumab ( Yervoy ) in alcuni pazienti con cancro del polmone.

Lo studio di fase 3 CheckMate-227 ha valutato la doppia immunoterapia rispetto alla chemioterapia come trattamento di prima linea nei pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) metastatico, indipendentemente dai livelli di espressione di PD-L1.

Dai risultati è emerso che la combinazione immunoterapica ha continuato a dimostrare benefici durevoli in termini di sopravvivenza a lungo termine.

Nei pazienti con livelli di espressione tumorale di PD-L1 pari o superiori all’1% ( popolazione dell’endpoint primario ) il tasso di sopravvivenza a 6 anni per Nivolumab più Ipilimumab è stato del 22%, contro il 13% per la sola chemioterapia.

Inoltre, un’analisi esplorativa tra i pazienti con livelli di espressione di PD-L1 inferiori all’1%, ha mostrato una sopravvivenza a 6 anni tre volte maggiore tra i pazienti trattati con il regime Nivolumab, rispetto al gruppo chemioterapia.

Il profilo di sicurezza della combinazione è rimasto coerente con i dati precedentemente riportati dallo studio senza che siano stati osservati nuovi segnali di sicurezza.

Il carcinoma polmonare non-a-piccole cellule è il tipo più comune di cancro ai polmoni e rappresenta fino all’85% delle diagnosi.

Le combinazioni a base di Opdivo più Yervoy hanno mostrato benefici significativi in termini di sopravvivenza globale anche nel melanoma metastatico, nel carcinoma a cellule renali avanzato, nel mesotelioma pleurico maligno e nel carcinoma a cellule squamose dell’esofago.

Fonte: Conferenza mondiale sul cancro al polmone IASLC 2023

 

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FARMACIA – I decongestionanti orali contenenti Fenilefrina scarsamente efficaci

FDA

I decongestionanti orali a base di Fenilefrina sono inefficaci, lo ha stabilito dopo anni di scetticismi un Comitato consultivo della FDA, Agenzia regolatoria degli Stati Uniti

 

Una Commissione della Food and Drug Administration ( FDA ), l’Agenzia regolatoria statunitense, ha definito inefficaci i prodotti che vengono assunti per os che contengono Fenilefrina, per alleviare la congestione nasale dovuta al raffreddore.

Sulla base delle conclusioni della Commissione, la FDA dovrà ora assumere una decisione al riguardo.

La Fenilefrina era stata approvata dalla FDA a metà degli anni Settanta, ma aveva iniziato a essere presente nei farmaci contro il naso chiuso soprattutto dopo il Duemila, in seguito alla decisione di imporre maggiori limitazioni all’utilizzo della Pseudoefedrina, una molecola dalla provata efficacia nel ridurre la congestione nasale. La decisione di limitarla, prima a livello statale e poi federale, derivava dal tentativo di ridurre la produzione illegale di alcune sostanze come le metanfetamine sfruttando i composti della Pseudoefedrina. Messe davanti alle limitazioni che avrebbero reso più complicata la vendita dei propri prodotti, diverse aziende farmaceutiche decisero di passare alla Fenilefrina, nonostante circolassero già molti dubbi sull’efficacia della molecola nei prodotti orali ( l’efficacia della molecola negli spray nasali è ancora dibattuta ).

Le farmacie iniziarono a consigliare i decongestionanti con Fenilefrina ai propri clienti e alcuni segnalarono ai loro medici di non avere trovato giovamento dalla terapia.

Nel 2015 e nel 2016 furono pubblicati due studi clinici dai quali emerse che anche aumentando di molto i dosaggi, fino a quattro volte, non si riscontravano effetti nel ridurre la congestione nasale.

Dopo la pubblicazione di quegli studi fu creato dalla FDA un Gruppo di lavoro. Tutti i componenti del Comitato hanno votato sull’inutilità della Fenilefrina.

Le decisioni della FDA potrebbero avere qualche conseguenza anche nell’Unione Europea, dove la responsabilità sui farmaci è dell’Agenzia europea per i medicinali, EMA, e delle Agenzie nazionali, come l’AIFA in Italia. Nell’Unione Europea sono venduti vari prodotti decongestionanti che oltre alla Fenilefrina comprendono altri principi attivi, come ad esempio il Paracetamolo o antinfiammatori non-steroidei ( FANS ). In alcuni casi queste altre molecole hanno un blando effetto decongestionante, legato alla loro capacità di ridurre l’infiammazione: un minimo risultato c’è, ma non è correlato alla Fenilefrina.

A differenza degli Stati Uniti, nell’Unione Europea sono inoltre reperibili con maggiore facilità i farmaci che contengono Pseudoefedrina, la cui capacità decongestionante è nota da tempo.

In futuro anche la Pseudoefedrina potrebbe essere limitata nell’Unione Europea come negli Stati Uniti, ma per motivi diversi. A febbraio di quest’anno, l’EMA ha infatti avviato una revisione della molecola in seguito a un piccolo numero di casi in cui l’assunzione di farmaci contenenti la molecola è avvenuto in persone che hanno sofferto di alcune patologie vasali a livello cerebrale.

FONTE: https://www.ilpost.it/2023/09/18/farmaci-decongestionanti-fenilefrina/

 

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INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA IN MEDICINA: L’Intelligenza Artificiale può distorcere i dati e produrre false informazioni

Generative AI

L’Intelligenza Artificiale, se non gestita, è in grado di distorcere i dati e produrre false informazioni

Secondo la società di ricerca Gartner, nei prossimi anni, la maggior parte delle persone nelle economie sviluppate consumerà più informazioni false che informazioni reali.

Gartnner ha anche avvertito che mentre l’intelligenza artificiale si sta dimostrando efficace nella creazione di nuove informazioni, è altrettanto capace di distorcere i dati e produrre false informazioni.

Per una persona che opera nel marketing diventa, quindi, primario controllare che gli strumenti di intelligenza artificiale funzionino correttamente

E’ impossibile riconoscere il testo generato dall’Intelligenza Artificiale

La stessa OpenAI ammette di aver fallito nel tentativo di creare un classificatore in grado di riconoscere il testo generato dall’Intelligenza Artificiale ( IA )

A fine gennaio 2023, OpenAI ha annunciato di aver istruito un classificatore IA incaricato di riconoscere il testo generato dalle intelligenze artificiali, permettendo così di distinguerlo da quanto scritto da un essere umano. Uno strumento, secondo la software house, utile per contrastare il fenomeno delle diffusione di false informazioni. Una finalità nobile, se non fosse che i risultati restituiti si siano fin qui rivelati deludenti.

Testo generato dall’Intelligenza Artificiale: nemmeno OpenAI lo sa riconoscere

OpenAI ha deciso di abbandonare il progetto. O meglio, di accantonare il tool presentato all’inizio dell’anno, ritenuto poco preciso e di conseguenza poco efficace. Nel post sul blog ufficiale, il team dichiara di essere al lavoro su nuovi metodi utili a identificare i contenuti audio e visivi creati dagli algoritmi, senza però specificare alcuna tempistica per la loro introduzione ( e confermando tacitamente di aver gettato la spugna sul fronte dei testi ).

Al 20 luglio 2023, il classificatore IA non è più disponibile a causa del suo basso tasso di precisione. Stiamo lavorando per incorporare i feedback e, al momento, siamo alla ricerca di tecniche più efficaci per identificare la provenienza di un testo. E ci siamo impegnati a sviluppare e a implementare meccanismi che permettano agli utenti di capire se gli audio o i contenuti visivi siano generati dall’intelligenza artificiale.

Fonte: PuntoInformatico.it [ LINK all’Articolo: https://www.punto-informatico.it/impossibile-riconoscere-testo-generato-ia/ ]

[ L’immagine è tratta dal blog di Intuitivex ]

 

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EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA: il ruolo crescente dell’Intelligenza Artificiale nella Formazione Medica

ECM

L’intelligenza artificiale ha un ruolo strategico nell’informazione medica. Il prossimo traguardo è … la formazione medica

I ChatBor basati sulla intelligenza artificiale ( AI ) hanno spinto più persone a chiedersi: quale ruolo potrebbe avere l’intelligenza artificiale nella formazione medica ? Invece di andare a conferenze e conferenze, si potrebbe semplicemente sedersi e avere un dibattito o una conversazione con un modello di intelligenza artificiale ?

Possiamo creare un gemello digitale del corpo docente ? Potremo utilizzare tutto il materiale didattico e le informazioni che abbiamo prodotto per addestrare un ChatBot AI a diventare un educatore clinico ?

Qual è il quadro più ampio dell’intelligenza artificiale nella futura formazione e nella pratica clinica ?

Nei prossimi anni l’intelligenza artificiale avrà un ruolo importante nell’addestramento dei medici.

Ciò è inevitabile. In un prossimo futuro vedremo la maggior parte della pratica clinica supportata, se non guidata, dall’intelligenza artificiale

Messaggio chiave

ChatGPT ha evidenziato il potenziale dei ChatBot AI nel fornire informazioni rapide e agire come formatori

 

Sintesi di un articolo di Danish Bhatti, University of Central Florida a Orllando ( Florida; U.S. )

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MIELOMA MULTIPLO – La combinazione di due anticorpi bispecifici Teclistamab e Talquetamab produce risposte elevate, simili a quelle della terapia a cellule CAR-T

Janssen Oncology

La combinazione di due anticorpi bispecifici Teclistamab e Talquetamab produce risposte elevate, simili a quelle prodotte dalla terapia a cellule CAR-T, nel mieloma multiplo recidivante refrattario. Gli anticorpi bispecifici limiteranno molto l’impiego della terapia cellulare, gravata da un iter procedurale complesso

Il mieloma multiplo diventa più difficile da trattare man mano che i pazienti recidivano o diventano refrattari al trattamento.

I dati dello studio RedirecTT-1 hanno indicato che l’impiego di anticorpi bispecifici ad alta attività nel mieloma, Teclistamab e Talquetamab potrebbero potenzialmente produrre risposte ad alta efficacia in questa popolazione di pazienti.

I promettenti risultati preliminari osservati con la combinazione, anche in pazienti con malattia extramidollare, supportano fortemente la continuazione delle ricerche in questo settore.

Teclistamab

Teclistamab ( Teclistamab-cqyv; Tecvayli ) ha ricevuto l’approvazione dalla Food and Drug Administration ( FDA ) statunitense nell’ottobre 2022 come anticorpo bispecifico standardizzato ( o pronto all’uso ) somministrato come trattamento sottocutaneo per pazienti adulti con mieloma multiplo recidivante o refrattario che hanno ricevuto in precedenza almeno quattro linee di terapia, tra cui un inibitore del proteasoma, un agente immunomodulatore e un anticorpo monoclonale anti-CD38.

Teclistamab è l’unico anticorpo bispecifico BCMA×CD3 approvato con uno schema di dosaggio personalizzato basato sul peso per il trattamento del mieloma multiplo recidivante refrattario esposti a tripla classe.

Nell’agosto 2022, Teclistamab ha ricevuto l’approvazione dalla Commissione Europea come anticorpo bispecifico pronto all’uso, somministrato come trattamento sottocutaneo, nei pazienti adulti con mieloma multiplo recidivante o refrattario che hanno ricevuto almeno tre linee terapeutiche precedenti, incluso un agente immunomodulatore , un inibitore del proteasoma e un anticorpo anti-CD38.

Teclistamab è una terapia anticorpale bispecifica di prima classe che coinvolge le cellule T e che attiva il sistema immunitario legandosi al recettore CD3 espresso sulla superficie delle cellule T e all’antigene di maturazione delle cellule B ( BCMA ) espresso sulla superficie delle cellule T, sulla superficie delle cellule del mieloma multiplo e di alcune cellule sane del lignaggio B.

Talquetamab

Talquetamab è un anticorpo bispecifico che si lega al recettore CD3 espresso sulla superficie delle cellule T e al recettore GPRC5D, un nuovo bersaglio del mieloma multiplo che è altamente espresso sulla superficie delle cellule del mieloma multiplo e delle plasmacellule non-maligne, nonché su alcuni tessuti sani come le cellule epiteliali della pelle e della lingua.

Nel maggio 2021 e nell’agosto 2021, Talquetamab ha ottenuto la designazione di farmaco orfano per il trattamento del mieloma multiplo rispettivamente dalla FDA statunitense e dalla Commissione Europea. Talquetamab ha inoltre ottenuto la designazione di terapia rivoluzionaria dalla FDA statunitense nel giugno 2022 per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo recidivante o refrattario che hanno ricevuto in precedenza almeno quattro linee terapeutiche, tra cui un inibitore del proteasoma, un agente immunomodulatore e un anticorpo anti-CD38.

Nell’agosto 2023, la FDA statunitense ha approvato Talvey ( Talquetamab-tgvs; Talquetamab ), una terapia bispecifica di prima classe per il trattamento dei pazienti con mieloma multiplo pesantemente pretrattato.

Nel gennaio 2021, Talquetamab ha ottenuto la designazione PRIME dalla Commissione Europea; nell’agosto 2023, la Commissione Europea ha approvato Talquetamab, per il trattamento di pazienti con mieloma multiplo recidivante e refrattario.

ENGLISH VERSION

Multiple myeloma becomes progressively more difficult to treat as patients relapse or become refractory to treatment.

The RedirecTT-1 data have suggested the use of bispecific antibodies with high activity in myeloma, Teclistamab and Talquetamab, may have potential to yield high efficacy responses in this patient population.

The promising preliminary results observed with the combination, even in patients with extramedullary disease, are highly supportive of continued investigation.

Teclistamab

Teclistamab ( Teclistamab-cqyv; Tecvayli ) has received approval from the U.S. Food and Drug Administration ( FDA ) in October 2022 as an off-the-shelf ( or ready to use ) bispecific antibody that is administered as a subcutaneous treatment for adult patients with relapsed or refractory multiple myeloma who have received at least four prior lines of therapy, including a proteasome inhibitor, an immunomodulatory agent and an anti-CD38 monoclonal antibody.

Teclistamab is the only approved BCMA×CD3 bispecific antibody with a personalized, weight-based dosing schedule for the treatment of triple-class exposed relapsed or refractory multiple myeloma ( RRMM ).

In August 2022, Teclistamab has received approval from the European Commission as an off-the-shelf bispecific antibody administered as a subcutaneous treatment for adult patients with relapsed or refractory multiple myeloma who have received at least three prior lines of therapy, including an immunomodulatory agent, a proteasome inhibitor, and an anti-CD38 antibody.

Teclistamab is a first-in-class, bispecific T-cell engager antibody therapy which activates the immune system by binding to the CD3 receptor expressed on the surface of T cells and to the B cell maturation antigen ( BCMA ) expressed on the surface of multiple myeloma cells and some healthy B-lineage cells.

Talquetamab

Talquetamab is a bispecific T-cell engaging antibody that binds to the CD3 receptor expressed on the surface of T cells and G protein-coupled receptor class C group 5 member D ( GPRC5D ), a novel multiple myeloma target is highly expressed on the surface of multiple myeloma cells and non-malignant plasma cells, as well as some healthy tissues such as epithelial cells of the skin and tongue.

In May 2021 and August 2021, Talquetamab was granted Orphan Drug Designation for the treatment of multiple myeloma by the U.S. FDA and the European Commission, respectively. Talquetamab was also granted Breakthrough Therapy Designation from the U.S. FDA in June 2022 for the treatment of adult patients with relapsed or refractory multiple myeloma who have previously received at least four prior lines of therapy, including a proteasome inhibitor, an immunomodulatory agent, and an anti-CD38 antibody.

In August 2023, U.S. FDA has approved Talvey ( Talquetamab-tgvs; Talquetamab ), a first-in-class bispecific therapy for the treatment of patients with heavily pretreated multiple myeloma.

In August 2023, European Commission has approves Talquetamab ( Talvey ), a novel bispecific therapy for the treatment of patients with relapsed and refractory multiple myeloma.

Source: Janssen 2023

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INTELLIGENZA ARTIFICIALE – L’impegno del Mario Negri nella ricerca sull’intelligenza artificiale in medicina

Mario Negri Istituto

 

L’Istituto Mario Negri è impegnato in due studi che sviluppano o adottano strumenti di intelligenza artificiale, tra questi lo studio I3Lung

LO STUDIO I3LUNG NEL TUMORE AL POLMONE

Lo studio I3LUNG è un Progetto europeo che ha come obiettivo l’implementazione delle cure mediche personalizzate con l’intelligenza artificiale, per i pazienti con tumore al polmone. Il Progetto coinvolge sei centri clinici di eccellenza per la cura del tumore del polmone ( Italia, Germania, Spagna, Grecia, Israele, USA ) e vede la partecipazione di 16 tra le migliori organizzazioni europee e internazionali in ambito oncologico.

I3LUNG mira a creare uno strumento decisionale all’avanguardia che aiuterà sia i medici che i loro pazienti a selezionare la migliore cura, sia per efficacia che per risposta ai loro specifici bisogni e necessità.

Il Progetto utilizzerà l’intelligenza artificiale, in particolare le metodologie dette di apprendimento profondo e approfondimento automatico ( Deep Learning e Machine Learning ) per analizzare a pieno tutta la grande quantità di informazioni disponibili per questo tumore.

Verranno raccolte le caratteristiche cliniche, genetiche e molecolari, le immagini radiologiche e le caratteristiche del tumore già disponibili per 2.000 pazienti arruolati in studi clinici nei Centri partecipanti al Progetto.

È inoltre previsto uno studio psicologico per sviluppare uno strumento di supporto alla decisione medica.

Eugenio Santoro – Laboratorio di Informatica Medica – Dipartimento di Epidemiologia medica

https://www.marionegri.it/magazine/intelligenza-artificiale-medicina

 

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INTELLIGENZA ARTIFICIALE – IA in Oncologia: Carcinoma mammario

IA & Oncologia

Quale futuro per l’intelligenza artificiale in medicina ? L’esperienza in oncologia: carcinoma mammario

” ChatGPT ha risposto correttamente alle domande circa l’88% delle volte, il che è piuttosto sorprendente – ha affermato l’autore dello studio, Paul Yi, professore di Radiologia diagnostica e Medicina nucleare presso l’Università del Maryland – ha anche l’ulteriore vantaggio di riassumere le informazioni in una forma facilmente digeribile, affinché i consumatori possano comprenderle in modo facile “

I ricercatori della School of Medicine dell’Università del Maryland ( Stati Uniti ) hanno deciso di valutare l’adeguatezza delle risposte di ChatGPT a 25 domande comuni sulla prevenzione e lo screening del carcinoma mammario.

Hanno scoperto che il modello di intelligenza artificiale ha funzionato abbastanza bene e potrebbe essere utile per diffondere la consapevolezza sui sintomi del cancro alla mammella e sulle raccomandazioni di screening, sebbene a volte le informazioni fornite fossero imprecise o addirittura fittizie.

Per il loro studio, che è stato pubblicato sulla rivista Radiology, i ricercatori hanno creato una serie di 25 domande relative ai consigli su come sottoporsi a screening per il cancro alla mammella.

Nel febbraio 2023, hanno formulato ogni domanda a ChatGPT tre volte per vedere quali risposte siano state generate: è noto che il chatbot varia ogni volta la sua risposta.

Tre radiologi, esperti in senologia, hanno valutato le risposte e hanno scoperto che erano appropriate per 22 delle 25 domande.

Tuttavia, una risposta era basata su informazioni obsolete e altre due sono state ritenute inaffidabili perché cambiavano in modo significativo ogni volta che veniva posta la stessa domanda.

“Complessivamente, questi risultati hanno suggerito che ChatGPT ha un grande potenziale per automatizzare la fornitura di informazioni educative ai pazienti sulla prevenzione e lo screening del cancro alla mamma, anche se con aree di miglioramento “.

ChatGPT ha risposto correttamente alle domande sui sintomi del cancro alla mammella, su chi è a rischio e alle domande sui costi, l’età e le raccomandazioni sulla frequenza relative alle mammografie.

Tuttavia, in un caso, ChatGPT ha fornito una risposta obsoleta alla pianificazione di una mammografia sulla vaccinazione per il coronavirus, raccomandando di ritardarla da 4 a 6 settimane dopo aver ricevuto un vaccino: tale raccomandazione è stata modificata nel febbraio 2022.

Sono state fornite risposte incoerenti anche a domande riguardanti il rischio personale di un individuo di contrarre il cancro alla mammella ( la domanda posta era: ” Come posso prevenire il cancro al seno ? “) e dove qualcuno potrebbe sottoporsi a una mammografia.

” E’ stato riscontrato che ChatGPT a volte inventa falsi articoli di giornale o consorzi sanitari per sostenere le sue affermazioni. Coloro che fanno uso di ChatGPT dovrebbero essere consapevoli che si tratta di tecnologie nuove e non-provate e dovrebbero comunque fare affidamento sul proprio medico per un consiglio “.

Fonte: EuroNews.com

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TUMORE ALLA TIROIDE – Selpercatinib migliora la sopravvivenza libera da progressione rispetto a Cabozantinib o Vandetanib

Eli Lilly

Carcinoma midollare della tiroide: Selpercatinib, principio attivo di Retemvo, migliora la sopravvivenza libera da progressione in misura maggiore rispetto a Cabozantinib o Vandetanib

Sono stati presentati i risultati di uno studio in fase avanzata dell’ inibitore RET Selpercatinib ( Retevmo ) come trattamento iniziale per il cancro della tiroide avanzato o metastatico.

Lo studio di fase 3 LIBRETTO-531 ha valutato Selpercatinib rispetto alla scelta dei medici con gli inibitori multichinasi ( MKI ) Cabozantinib o Vandetanib nei pazienti con carcinoma midollare della tiroide ( MTC ) avanzato o metastatico con mutazione RET.

Lo studio ha raggiunto il suo endpoint primario con Selpercatinib che ha dimostrato un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo nella sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) rispetto agli inibitori multichinasi.

I risultati si basano sui dati dello studio LIBRETTO-001 in fase avanzata, in cui Selpercatinib è stato associato a risposte clinicamente significative e durature in una varietà di tipi di tumore in pazienti con tumori guidati da RET.

I dati dello studio LIBRETTO-531 hanno confermato l’importanza della selettività nel colpire i tumori guidati da RET, indicando Selpercatinib trattamento di prima linea per le persone con carcinoma midollare della tiroide con mutazione RET.

Questi risultati sottolineano l’importanza dei test genomici tempestivi e su larga scala per garantire che i pazienti che potrebbero potenzialmente trarne beneficio ricevano terapie mirate.

Secondo l’American Cancer Society ( ACS ), durante il 2023 negli Stati Uniti verranno diagnosticati più di 43.000 nuovi casi di cancro alla tiroide.

Il carcinoma midollare della tiroide rappresenta il 2% dei tumori della tiroide negli Stati Uniti e le mutazioni RET si riscontrano in circa il 60% dei carcinomi midollari della tiroide sporadici e in oltre il 90% dei carcinomi midollari della tiroide ereditari.

Retevmo ha ottenuto la sua prima autorizzazione riguardo all’impiego nel carcinoma midollare della tiroide nel 2020 nell’ambito del percorso di approvazione accelerato della Food and Drug Administration ( FDA ) statunitense, in base al quale l’Autorità di regolamentazione può approvare tempestivamente farmaci per patologie gravi in cui vi sia un bisogno medico insoddisfatto.

All’epoca, la FDA richiese alla Società produttrice di condurre uno studio randomizzato con la sopravvivenza libera da progressione come endpoint secondario chiave per confermare il beneficio clinico del farmaco.

Fonte: Eli Lilly 2023

I risultati riguardanti Selpercatinib arrivano solo poche settimane dopo che Roche ha dichiarato che avrebbe ritirato l’inibitore RET Gavreto ( Pralsetinib ) dal mercato statunitense del tumore midollare della tiroide mutanti RET, citando che il proprio studio di conferma del farmaco non era più fattibile

 

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