Stati Uniti: il farmaco per la fase precoce della malattia di Alzheimer non verrà rimborsato dal Programma Medicare. Dubbi sulla efficacia e sulla sicurezza

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Il CMS ha escluso Aduhelm dal rimborso del Programma Medicare. L’efficacia clinica non è stata dimostrata e ci potrebbero essere problemi di sicurezza. Aduhelm è un anticorpo monoclonale approvato negli USA per la fase iniziale della malattia di Alzheimer

I Centers for Medicare & Medicaid Services ( CMS ) degli Stati Uniti hanno mantenuto una posizione restrittiva su Aduhelm ( Aducanumab ), un anticorpo monoclonale anti-amiloide, limitando il rimborso del farmaco per la malattia di Alzheimer solo a persone partecipanti a studi clinici randomizzati, autorizzati da FDA ( Food and Drug Administration ) e NIH ( National Institutes of Health ).

Pertanto, coloro che beneficiano di Medicare, il programma di assicurazione sanitaria americano per le persone di età superiore ai 65 anni, non saranno rimborsati per l’impiego di Aduhelm.

Dopo la pubblicazione della bozza delle lineeguida sulla malattia di Alzheimer a gennaio 2022 da parte di CMS, gli osservatori del settore si aspettavano questa conclusione.

Nel dicembre 2021, l’Agenzia europea dei farmaci, EMA, aveva rigettato l’autorizzazione al commercio di Aduhelm.

L’EMA aveva osservato che anche se Aduhelm riduce l’accumulo di beta-amiloide nel cervello, il legame tra questo effetto e il miglioramento clinico non è ancora stato stabilito.

I risultati dei due principali studi sono stati contrastanti, e non hanno mostrato nel complesso l’efficacia di Aduhelm nel trattamento dei pazienti adulti con malattia di Alzheimer allo stadio iniziale.

Inoltre, gli studi non hanno dimostrato che il farmaco fosse sufficientemente sicuro, poiché le immagini delle scansioni cerebrali di alcuni pazienti hanno mostrato anomalie suggestive di gonfiore o sanguinamento, che potrebbero potenzialmente causare danni.

Inoltre, non è chiaro se queste anomalie possano essere adeguatamente monitorate e gestite nella pratica clinica.

Fonte: Fierce Pharma, 2022

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La Storia della Malattia di Alzheimer

Alzheimer Alois

Dal disordine da amnesia di scrittura alla malattia di Alzheimer

Nel 1901, il dottor Alois Alzheimer, uno psichiatra tedesco, interrogò una sua paziente di 51 anni, la signora Auguste D. Le mostrò parecchi oggetti e successivamente le domandò che cosa le era stato indicato. Lei non poteva però ricordare. Inizialmente registrò il suo comportamento come “disordine da amnesia di scrittura”, ma la signora Auguste D. fu la prima paziente a cui venne diagnosticata quella che in seguito sarebbe stata conosciuta come malattia di Alzheimer.

Alois Alzheimer affidò successivamente all’italiano Gaetano Perusini, un giovane e brillante neurologo udinese, il compito di raccogliere informazioni e dati su casi analoghi. Perusini descrisse altri casi, approfondendone gli aspetti clinico-patologici corredandoli di abili disegni a mano.

Tali osservazioni e disegni vennero pubblicati da Alzheimer su un lavoro comparso nel 1910 ( Contributi alla conoscenza delle patologie neurologiche e le sue relazioni con i processi di degradazione del tessuto nervoso ) sulla rivista Histologische und histopathologische Arbeiten über die Grosshirnrinde ( Studi istologici e istopatologici sulla corteccia cerebrale ), ma senza il nome di Perusini.

Negli anni successivi vennero registrati in letteratura scientifica undici altri casi simili; nel 1910 la patologia venne inserita per la prima volta dal grande psichiatra tedesco Emil Kraepelin nel suo classico Manuale di Psichiatria, venendo da lui definita come “Malattia di Alzheimer”, o “Demenza Presenile”. Il termine, inizialmente utilizzato solo per le rare forme “early-onset” ( ovvero, con esordio clinico prima dei 65 anni ), dopo il 1977 è stato ufficialmente esteso a tutte le forme di Alzheimer. ( Wikipedia )

Libro: M. BORRI – STORIA DELLA MALATTIA DI ALZHEIMER – IL MULINO – 2012

Immagine 1 - M. BORRI - STORIA DELLA MALATTIA DI ALZHEIMER - IL MULINO - 2012, 11n21

 

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Secondo Woodcock ci potrebbero essere state relazioni tra il responsabile della revisione dei dati e l’azienda produttrice del farmaco, Biogen, «relazioni che potrebbero essere avvenute al di fuori della corrispondenza formale».

Il farmaco Aduhelm ( Aducanumab ) era stato approvato sotto condizione nel giugno 2021, provocando discussioni tra medici e ricercatori non solo per i dubbi sulla sua efficacia, ma anche per il modo in cui era stato approvato.

Il farmaco non cura l’Alzheimer e non ha nemmeno la capacità di ridurre gli effetti che si sono ormai manifestati, ma interviene sulle placche di beta-amiloide riducendole.

I test avevano portato a conclusioni difficili da interpretare.

Inoltre, erano anche emersi alcuni conflitti di interessi tra il principale responsabile della revisione dell’FDA e la società produttrice Biogen.

Biogen stima che il trattamento per un anno con l’Aduhelm abbia un prezzo di listino di 56mila dollari. La cifra si riduce sensibilmente in base alla copertura assicurativa, e si stima che il costo per i pazienti potrebbe aggirarsi intorno ai 10-25mila dollari all’anno.

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Alzheimer: rallentamento del declino cognitivo con l’anticorpo anti-amiloide Donanemab

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L’anticorpo anti-amiloide Donanemab ha dimostrato un rallentamento significativo del declino cognitivo

 

L’anticorpo Donanemab anti-amiloide si è mostrato promettente nel trattamento della malattia di Alzheimer.

Nell’ipotesi amiloide si ritiene che alti livelli di placche amiloidi siano associate alla malattia di Alzheimer e si ipotizza che un intervento precoce per prevenire lo sviluppo di queste placche possa giovare alle persone affette da Alzheimer.

Tuttavia, questa teoria è stata provata e riprovata, con una serie di fallimenti, tra cui il precedente candidato per l’Alzheimer, Solanezumab.

I pazienti trattati con Solanezumab in uno studio di fase 3 non hanno mostrato evidenze significative di un rallentamento del declino cognitivo rispetto a quelli trattati con placebo. CONTINUA: https://www.medicinanews.it/articolo/lanticorpo-anti-amiloide-donanemab-ha-dimostrato-un-rallentamento-significativo-del-declino-cognitivo

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