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curve a gomito, stazioni e orizzonti
 

IL TRAGITTO

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Il Tragitto Vol. 8

Post n°8 pubblicato il 27 Febbraio 2015 da sisyphus13

 







Finalmente le prime luci di BRANDER cominciarono a intravvedersi nella distanza. Frankie misurò rapido le tenebre che stavano abbandonando con l'energia cui andavano incontro e si sentì svuotato. Il sonno, di cui tanto aveva bisogno, lo aveva colpito improvvisamente e ora gli faceva socchiudere gli occhi di fronte a una delle mete del suo cammino. La ragazza lo fissava incuriosita. "Penserà, certo, che sono drogato." Riflettè fra sè e sè. "Non ho chiuso occhio in tutta la notte". Biascicò verso di Lei per giustificarsi. Lei annuì, senza aggiungere parola ma aggiustandosi i corti capelli biondi. Forse c'era una condanna in quel atteggiamento, Frankie non capiva. Si lisciò la maglietta stropicciata e appoggiò la testa sulla spalla della ragazza. Lei, troppo sorpresa per urlare lo trascinò strascicando i piedi verso un sedile che si era liberato perchè tutti i malati stavano affollandosi verso le uscite. Lo appoggiò senza delicatezza e la sua testa prese a ciondolare a destra e a sinistra. "Aspetta! Io sono Frankie...come ti chiami?".  Lei lasciò passare un minuto buono nell'attesa che perdesse definitivamente conoscenza poi lo abbandonò lasciandosi defluire con tutta la folla verso gli ingressi della metropolitana. Fece in tempo a dargli un ultimo sguardo per fissarsi ben in testa le sue fattezze, poi sparì tra gli strepiti e gli strappi della sua gente. Frankie si era lasciato definitivamente andare mentre il Convoglio restava sulla monorotaia con le porte tutte spalancate: un'aria benevola spirava da fuori e Lui appoggiò la gamba su un altro sedile prima di sparire in mezzo alle nebbie del sogno. Si svegliò perchè il rail tractor si era rimesso in moto e aveva preso un binario secondario per permettere alle pulizie di fare il loro lavoro. Frankie riflettè che non era il caso di farsi prendere subito dalle divise e si avvicinò alle porte ancora spalancate. L'andatura era ridicola e il carattteristico caracollare dei vagoni non gli impediva di saltare nel vuoto. Così fece tenendo i polpacci rilassati. Aveva dormito per qualche oretta e si sentiva bene; non era ancora all'apice della condizione ma gli occhi erano svegli e le orecchie ben tese. Atterrò su una montagnola di ghiaia e si rialzò immediatamente prendendo a correre. Intorno a sè v'era un buio solo parzialmente rischiarato dalle lampade a weiss. Schivò alcuni capannoni in disarmo e luride catapecchie per il deposito attrezzi e ritornò facilmente sulla pensilina. A quel punto doveva solo uscire verso la Città. Di fronte allo squallore delle precedenti fermate la stazione di BRANDER risplendeva per la sua particolare cura e pulizia e per l'illuminazione uniformemente distribuita. C'erano persino dei distributori automatici di amenità e Frankie inserì la moneta per ricavarne un panino al prosciutto. Gli arrivò fuori leggermente corroso sulle basi, malgrado la confezione, ma la fame era tanta e Lui trangugiò tutto senza indugio. Rinfrancato si avviò per le scalette che portavano alla Città chiedendosi se fosse la cosa giusta da fare, ma di serie alternative non ne aveva: il suo convoglio era stato mandato su un binario cieco e ci sarebbe voluto un pò prima di riappropriarsene. Non gli restava che immergersi nel primo margine di quel posto per scoprirne le velleità e qualche segreto che per Lui restava ancora celato. Uscì fuori. Fu come se il giorno si fosse mutato in notte. Era partito per il suo percorso con il favore delle tenebre e ora si ritrovava con il tempo capovolto. Davanti a sè Aveva la Città, colorata ed espansa sotto un cielo grigio cenere. Bruciava di divertimenti e attrezzatture elettroniche, la gente girava a mazzi e gruppi ridendo a squarciagola, mendicanti si trascinavano tra le gambe delle persone agitando la ciotola, tutti parevano soffrire di qualche delirium tremens che ne faceva agitare il corpo con spasmi apparentemente involontari. Era forse giunto all'Inferno?

 
 
 
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