Il Tragitto

Il Tragitto Vol. 15

Si svegliò che aveva la parte destra del corpo dolorante. Si guardò intorno
dall'altezza suolo con i due occhi come due falene e non vide nè Rabail, nè
Itzi e Troncon. Intorno a Lui stava solamente la distesa di corpi
infagottati e le sporgenze delle scatole, delle riviste e dei mucchi di
pamphlets e dei naturali spigoli del sommergibile. Pose le mani in croce
sul petto e mosse i talloni. Non aveva mai avuto bisogno di riposare tanto, per questo l'innaturale calma di quel posto cominciava a dargli sui nervi.
Cercò di vedere Louise ma ne registrò soltanto i piedi nudi dietro un
cassettone dai bordi smaltati. Sollevò la testa. Doveva mangiare, doveva
bere. Si alzò sui gomiti, scosse le guance e si tirò le dita, poi fu
verticale. La confusione del posto gli dava sui nervi e prese a scalciare
le persone pesantemente sedate che doveva scavalcare per arrivare a un
qualche freezer e rinfrescarsi. Girò a vuoto per le piccole sale sempre
registrando le cataste di addormentati e il russare ipnotico di una
musichetta reggae in sottofondo. Alla fine si trovò a sbucare in un
anfratto abbastanza isolato e vide Rabail davanti a un frigorifero con
l'ennesima birra in mano.
"Questo posto fa schifo. Degenerati e fannulloni, alcolisti e drogati".
"Benvenuto Mr. Hitler. Cosa speri di trovare fuori?".
"Dei disperati a monoblocco con la marcia bassa ingranata nel cervello."
"Benissimo. E allora?".
Frankie accarezzò il frigo con entrambe le braccia :"Intendo tirarmene
fuori, prima però devo bere qualcosa, e mangiare. Mi sto decomponendo."
Aprì lo sportello e reagì con un moto di disgusto: maldisposti, uno sopra
l'altro, stavano cartocci di vino, bottiglie di vodka al limone, confezioni
di bacardi freezer e una sterminata collezione di birre di ogni tipo, con
una fiera rappresentativa di quelle rosse a doppio malto. Le uniche cose
commestibili erano un formaggio appena cominciato e un salametto integro.
Lui, facendosi forza cavò fuori entrambe le cose e cercò un coltello con
cui tagliare la carne di maiale. Rabail fece scattare un serramanico e
glielo porse, poi sorrise e lo osservò mentre metteva un giornale del
dodici luglio sul terreno e vi poneva sopra la preda, insieme al formaggio
lerdammer. "Bevo una birra" sospirò sommessamente "Non posso fare altro.
Non esiste l'acqua minerale da queste parti?". Il suo interlocutore rimase
per un attimo interdetto, poi iniziò a rovistare dietro una pila di vecchi
schermi televisivi e ritornò alla luce con una bottiglietta da mezzo litro
di frizzante. "Forse è un pò calda."
"Andrà giù lo stesso" Rispose Frankie finalmente sollevato.
"Sei ben un tipo strano, Tu. Non prendi droghe di nessun tipo, non fumi,
non bevi birra eppure non sei nemmeno nella categoria degli
Inqualificabili, di sopra. Non hai messo in locazione il cervello. Cosa ti
spinge avanti, ragazzo?".
Frankie aprì la bottiglietta di acqua minerale e la vuotò in due sorsate,
poi staccò con il coltello una grossa fetta di salame e prese a masticarlo
con passione. "Io ho un progetto. Devo vedere la fine della metropolitana.
Devo arrivare nelle budella di quel posto e farci, allora sì, una bella
dormita. Per me è come ritornare a Casa."
"Non ce l'hai una casa da cui sei scappato?".
"Mia madre è morta, mio padre è lontano. E la mia passione sono sempre
stati i trenini. Ricordo quando mio padre è entrato dalla soglia della
porta portando una confezione nuova. C'era di tutto: dalle gallerie agli
scambi, dalla stazione alle piccole salitelle. Non puoi immaginare quanto
mi sia perso dentro quel gioco, per Me era la vita stessa."
"La stai ripercorrendo, sembra."
"Non farmi da psicologo, ne ho avuti già abbastanza."
"Alla tua tenera età."
Rabail si calò un altro sorso di birra fredda. Frankie stava finendo il suo
salame e formaggio.
"Non mi vorrai dire che Tu non hai avuto questo genere di problemi? Non hai
la faccia di uno che è passato attraverso il cazzo di vita come su un
aquilone."
"Qui a BRANDER stiamo in una Repubblica basata sullla psichiatria."
"Non so perchè ma l'ho immaginato." Replicò Frankie con la bocca piena "E voi siete dei perdenti".
Rabail si avvicinò e lo prese per la collottola. "Non sai cosa vuol dire
essere appena un pò diverso dalla media abitativa ed essere spedito in
qualche Centro di psicologia del lavoro. I peggiori bastardi....."
Frankie gli scostò la mano. "Psichiatri ne ho conosciuto uno. Voleva farmi
ingollare pasticche ma mi sono rifiutato. Voi fate esattamente quello che
la Gente si aspetta da voi. Scappate, vi riempite di schifezze, non fate un
cazzo tutto il giorno e vi considerate dei Puri. Mi dispiace che Louise sia
finita qui dentro."
"Ti piacerebbe scopartela, vero? Non te la darò vinta così facilmente. "
"Prima devo capire cosa l'ha fatta finire nelle File. dovrebbe essere con
la sua colonia, ben lontano da qui. E in quanto a Te, Rabail, perchè non
vieni via con Me?".
Il ragazzo finì la birra e poi gettò la lattina su un mucchio di altre,
vuote. "Ho delle responsabilità verso gli altri. Sono uno dei pochi non
tuonati qui dentro."
"Tempo perso. Tu hai parecchio da convincere il Mondo esterno, là fuori. Io me ne accorgo di queste cose."
Il riflesso del neon si scaricava su tutte le cianfrusaglie raccolte a
capannelli nel sommergibile, il solito ronzìo di musichetta reggae ora si
faceva più intenso dando un'aria di oscurità surreale ai loro discorsi
già punteggiati dal semibuio. "Tu sarai la mia rovina" Buttò lì Rabail,
senza convinzione.